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Autore: Ombra Oscura    31/03/2013    0 recensioni
Una Pasqua un po' diversa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Basta un piccolo gesto

 

Ore : 9.00

 

La luce filtrava dalla finestra. Gli occhi facevano fatica ad aprirsi, ma quel raggio era così caldo.

La mattina di Pasqua aveva deciso di essere fresca, ma con un briciolo di ventata calda portata da un sole pieno dei suoi raggi.

Le coperte erano riverse a terra, non avevo trascorso una notte tranquilla, tra tormenti del passato, incubi che neanche ricordavo.

Quella giornata per me sarebbe stata come tutte le altre. Non un giorno pieno di affetto, non un momento per riunirsi con i parenti, non un'occasione per cimentarsi in grandi imprese culinarie, non un attimo per sfogarsi in qualche risata. Io ero sola.

Ricordi di quando ci riunivamo a tavola inondarono la mia mente.

Non era sempre stato così o almeno non finché li persi in quell'incidente quattro anni fa. Da quel momento anche i famigliari sparirono uno per volta, non erano mai stati molto accoglienti, non si erano mai interessati veramente a noi, eravamo come una sorta di obbligo, un obbligo andato in frantumi quando ormai potevo cavarmela da sola.

La signora Adelaide la mattina di Pasqua rimaneva aperta dalle 6.00 del mattino alle 10.00, “Lo faccio per coloro che sono soli in questo giorno, per permettergli almeno un risveglio in compagnia”.

Che dolce.

Mi lavai, i miei occhi erano ancora arrossati dal sonno e la faccia leggermente gonfia.

Sono proprio buffa.

Non ero solita truccarmi, non mi era mai piaciuto. Spesso mi dicevano di avere un viso da bambina,di truccarmi e crescere una buona volta, ma non penso sia questo il modo per essere più grandi.

 

<< Miao >>

 

Ettore si stava stiracchiando sulla sua cuccia di stoffa.

 

<< Buongiorno, mio principino, Buona Pasqua! >>

 

L'unica risposta che ebbi fu un altro “Miao” . Chissà se mi capiva. Lo accarezzai mentre stringevo tra i denti la custodia in cuoio con dentro il cellulare.

 

<< Io vado, cucciolo. Faccio colazione dieci minuti e torno! >>

 

Parlo ancora con gli animali nonostante i miei venticinque anni. Ahh, mia cara Mary non crescerai mai.

 

Si stava bene fuori, si poteva anche evitare la giacca.

Le piante avevano iniziato a germogliare, che spettacolo meraviglioso la natura. I primi colori si intravedevano.

Le strade erano abbastanza vuote, le vetrine piene di uova o disegni pasquali. Ogni negozio chiuso e poca gente nei dintorni.

 

Saranno tutti a casa tra parenti a rimpinzarsi.

 

Sorrisi, era una bella visione di questa giornata, lontana dalla mia. Mi sarei seduta in qualche parco ad osservare il verde e tirare giù qualche riga, non guasta mai la scrittura.

 

<< Buongiorno, Adelaide! >>

 

Entrai dalla porta del bar che ritraeva un tenero coniglietto di cioccolato, lo stesso ogni anno. Era fatto a mano, colorato con pennarelli, penso fosse qualche ricordo, ma non avevo mai chiesto in tutti questi anni.

 

<< Buona Pasqua, tesoro. Ti preparo il solito? >>

 

Aveva un suono melodioso la sua piccola voce, una nota affettuosa, che mi mancava.

 

<< Certo! Carino il coniglietto >>

 

<< Hai visto? Lo ha disegnato Pablo quando aveva 10 anni, il mio nipotino, non potevo non metterlo >>

 

Notai a felicità nei suoi occhi. Doveva voler bene a questo ragazzo.

 

<< E' stato davvero bravo il piccolo Pablo! >>

 

Mentre riscaldava il latte per il mio cappuccino inarcò il labbro superiore.

 

<< Ahh, non è più piccolo. Penso abbia la tua età, ma è da quando me lo regalò che lo affisso sulla porta d'entrata. Ogni volta che lo vede si vergogna >>

 

Il bar come al solito era vuoto, mi chiedevo se lo tenesse aperto per me. Adelaide sapeva la disgrazia che era capitata anni addietro.

 

Sorseggiai il mio cappuccino, dolce, adoravo lo zucchero. La brioche alla marmellata di ciliegie era favolosa, era una delle poche che la faceva, la mia preferita.

Feci in fretta, non volevo rubarle altro tempo.

 

<< Grazie mille della colazione e Buona Pasqua anche a te! Salutami tutti >>

 

<< A te, cara >>

 

Le lasciai anche il resto, era una signora tanto cara, quasi come la nonna che non avevo mai avuto.

Mentre uscivo guardai il mio braccialetto di fili intrecciato, me lo aveva creato mamma, cercando di riunire i colori dell'arcobaleno.

Buona Pasqua mamma, Buona Pasqua papà.

 

All'uscita non feci in tempo a mettere un piede all'esterno che una sagoma mi piombò addosso, facendomi capitolare a terra.

 

<< Oh, scusami!! >>

 

Mi tese la mano e mi rialzai.

 

<< Niente, tranquillo >>

 

Lo guardai negli occhi, in quei cristalli neri.

Come può essere un cristallo nero?

Eppure brillavano.

 

<< Pablo, caro, sei venuto a prendermi? >>

Adelaide richiamò la sua attenzione e i nostri sguardi si sciolsero da quel momento di contatto.

Si allontanò.

 

<< Nonna, quante volte ti ho detto di non mettere quel coniglio all'entrata? >>

 

<< Ma se è così.... >>

 

Le voci si fecero via via lontane, quando attraversai la porta. Misi le mani dentro le tasche della giacca e mi diressi al parco.

 

Ettore aspetterà ancora qualche minuto.

 

Il profumo dell'erba fresca mi faceva sentire serena. Inspirai profondamente ed espirai.

Quel senso di solitudine non era poi così pesante. Trovai una panchina libera.

 

Sono tutte libere, scema.

 

Tirai fuori il mio blocco degli appunti. La penna dovevo avercela da qualche parte.

 

<< Mi han detto che qui qualcuno è solita passare la Pasqua sola >>

 

Alzai la testa e quello sguardo mi trafisse questa volta.

 

<< Mi han detto che qui qualcuno ama disegnare coniglietti di Pasqua >>

 

Ma che stai facendo? Neanche lo conosci.

 

<< Ah, mi hai colpito e affondato. Piacere, Pablo >>

 

Forza presentati. Dai. Non fare l'ebete.

 

<< Piacere, Mary. Ma non dovresti essere con tua nonna e i tuoi parenti a festeggiare Pasqua? >>

 

<< Quest'anno ho deciso di cambiare. Lo accetteresti questo per iniziare a conoscerci? >>

 

Mi porse una cosa che mi fu famigliare, un coniglietto di carta fatto con pennarelli.

 

<< Ma... >>

 

<< Niente ma, la nonna me lo ha ceduto volentieri e siccome i negozi sono chiusi ho pensato al mio coniglietto che tanto ti fa ridere. La tristezza di prima non ti si addice, perché hai un sorriso che ti riscalda dentro >>

 

Grazie.

Note d'autore

Ed eccomi qui con la mia prima One-Shot in occasione di questo giorno, Pasqua.

Spero che questo racconto possa donare una nota di felicità per coloro che non hanno la possibilità di trascorrere la Pasqua con i propri parenti.

Un bacione e Buona Pasqua a tutti!


 

  
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