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Autore: Tempie90    31/03/2013    7 recensioni
Sarà Pasqua anche per i nostri due eroi, giusto? Facciamo finta di si! XD
Una Pasqua un po' particolare però. =D
Dal testo:
“ Castle?” Chiamò.
“ Dimmi Beckett.” Rispose dalla cucina.
“ Che stai combinando?”
“ Io? Niente perché? ”
“ Non distruggi niente da mezz’ora, il che mi preoccupa…Che stai facendo?”
“ Niente.” Rispose innocentemente.
“ Castle!”
Eccola la voce autoritaria.
“ Ok ok arrivo, solo…Solo un attimo..”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Eccomi qua con un'altra pazzia! E' una cavolata ma la Pasqua mi ha ispirata XD La storia mi è uscita stamattina mentre aprivo il mio uovo di Pasqua(ho 22 anni suonati ma l'uovo di cioccolato lo voglio! u.u) e ho trovato una specie di rinoceronte davvero carino con degli occhioni che mi hanno ricordato Castle *_* lo so sono malata! XD
Comunque questa storia è nata così, all'improvviso e di getto. Spero che vi piaccia, credo sia rilassante leggerla, magari mangiando un pezzettino di cioccolato =P
Buona lettura e Buona Pasqua!
Tempie. =)

                                       Coccole



Aprì  con fatica gli occhi, ancora pesanti e stanchi. Si mosse e si nascose ancora di più sotto quel piumone che emanava abbastanza calore da non farla patire troppo i brividi di freddo del proprio corpo.
“ Ehi, ti sei svegliata?” La sua voce le arrivò attutita da sotto l’enorme coperta ma comunque dolce e piacevole da sentire.
“ Mhm” Fu la risposta della donna.
Castle rise tra sé e si avvicinò al letto per poi sedersi all’altezza del suo fianco e alzare un po’ il piumone per osservarla…La vide chiudere gli occhi infastidita e le fece ancor più tenerezza.
“Come ti senti?” Chiese.
Lei lo guardò di traverso. Ok forse non era una domanda da fare alla propria fidanzata con la febbre  il giorno di Pasqua.
“ Avanti, voglio sapere se l’antibiotico ha fatto effetto. La testa?” Insistette dolcemente.
“ Meglio…” Sbiascicò contrariata.
“ E’ già qualcosa.” Le disse sorridendo.
La donna sbuffò sonoramente: “ No che non lo è. Per la prima volta la Gates mi dà il giorno libero per una festività del genere e io mi ammalo. Devo passare la giornata in casa e a letto e come se non bastasse lo devi fare anche tu…Vai da Alexis, non è giusto che tu stia qui con me!” Disse dispiaciuta.
“ Non dire sciocchezze. Mi piace passare la giornata con te anche se hai la febbre. E poi sei davvero carina quando ti arrabbi e metti su quel broncio tenerissimo.” Sorride lui.
“ Io non metto il broncio.” Protestò imbronciandosi realmente.
“ L’hai appena fatto, amore mio.” Disse ridendo apertamente.
“ Non  chiamarmi amore mio!” Disse frustrata “ Sono malata ma la pistola l’ho sempre a portata di mano e posso spararti quando voglio.”
“ Lo so ma non lo faresti. Poi chi si prende cura di te?” Continuò l’uomo.
“ So benissimo cavarmela da sola”. Rispose a tono lei.
Castle non ebbe il tempo di rispondere perché suonarono alla porta. Kate sorpresa gli chiese chi potesse essere.
“ E’ Alexis, le ho chiesto di portarmi una cosa che avevo dimenticato al loft. Credo che ne approfitterà per salutarti.” Rispose sorridendo. “ Vado e torno.” Le posò un bacio sui capelli e andò ad aprire alla figlia.
Non appena entrò, ignorò il padre e si precipitò in camera da letto: “ Kate? Come stai? Papà mi ha detto che ti sei presa la febbre…Mi dispiace.” Disse preoccupata.
“ Al, ciao. Sto bene ora che ho preso le medicine va molto meglio. Credo che anche la febbre sia scesa…Almeno spero.” Rispose sorridendo lievemente.
La ragazza si sedette ai piedi del letto e chiacchierò un po’ con la detective finché notò l’orario sul suo orologio: “ Oh ma è tardissimo. Devo andare adesso, Paige mi aspetta fra 10 minuti al parco.” Le diede un bacio sulla guancia. “ Mi raccomando guarisci presto!” E fuggì via dopo un altro sorriso.
Rimase sola nella stanza e all’improvviso si ricordò che Rick era in casa ma non aveva idea di che cosa stesse facendo. C’era troppo silenzio, di solito si muoveva con la delicatezza di un elefante.
“ Castle?” Chiamò.
“ Dimmi Beckett.” Rispose dalla cucina.
“ Che stai combinando?”
“ Io? Niente perché? ”
“ Non distruggi niente da mezz’ora, il che mi preoccupa…Che stai facendo?”
“ Niente.” Rispose innocentemente.
“ Castle!”
Eccola la voce autoritaria.
“ Ok ok arrivo, solo…Solo un attimo..”
La donna alzò un sopracciglio ma attese.
Si mise di nuovo sotto le coperte sbuffando e senza rendersene conto si assopì.
Quando riaprì gli occhi si accorse di essersi addormentata e si girò verso la porta per cercare Rick; lo trovò seduto a fissarla con un sorriso perso sulle labbra.
“Ehi..” Le disse.
“ Castle ma…quanto ho dormito?” Chiese stupita.
Lo scrittore guardò il suo orologio: “ Mhm un due orette.”
La donna sgranò gli occhi:” Cosa? E perché non mi hai chiamata? Ti sarai annoiato a non fare niente” Disse contrariata.
“ Non direi proprio. Lo sai che sei bellissima quando dormi? Fai delle facce…Sei adorabile…” Disse ridendo felice.
“ Ma se ero girata dall’altra parte, come hai fatto a vedermi?” Chiese col suo solito cipiglio da detective.
“ Ti sei girata e rigirata parecchio…Ma tranquilla mi sono spostato nell’altra sedia quando mi davi le spalle, solo che ora non ho fatto in tempo perché ti sei svegliata subito.” Concluse con quel suo sorriso sghembo.
“ Non ci posso credere. Sto con un maniaco..” Disse esasperata. In realtà fu colpita da tanta dedizione e amore che le riservava. Anche quando dormiva  lui era solo per lei. Sorrise.
“ E’ un sorriso quello, detective?” Chiese sornione.
“ No.” Rispose velocemente la donna. “ Cosa stavi facendo prima che mi addormentassi?”
Castle sorrise. “ Stavo cercando di trovare un modo per nascondere il mio regalo per te…Solo che non ho trovato nulla..” Disse un po’ scocciato facendo una smorfia.
“ Un regalo per me?” Chiese curiosa. “ E dov’è?”
“Calma detective, te lo vado a prendere.” Si alzò dalla sedia e si diresse in cucina.
“ Arrivo. Chiudi gli occhi.”
“ Non ci penso neanche…Dai vieni qui.” Disse decisa.
“ Oh no, se non li chiudi niente regalo!” Rispose lui ancora più convinto.
“ Uffa. Va bene, li ho chiusi; ora ti decidi a venire?” Chiese impaziente e scocciata.
“ Kate, li hai chiusi davvero? No perché se quando entro ti trovo a fissarmi me lo riporto indietro. E Alexis non sarà tanto contenta dopo aver fatto tanto fatica a portarlo qui.” Continuò lo scrittore col tono usato da un padre con la figlia.
“ Castle se non ti muovi giuro che ti faccio un buco in testa…E tu sai che ne sono capace!” Rispose lei. Era nervosa per via della febbre e non aveva la solita pazienza che ci voleva con lui.
“ Ok, ho afferrato.” L’uomo entrò in camera dopo aver sbirciato per essere sicuro che avesse davvero gli occhi chiusi. Posò il suo regalo a terra e si ci mise accanto.
“ Adesso li puoi aprire.” Disse.
La donna si ritrovò davanti un uovo di cioccolato enorme, alto la metà dello scrittore. Lui la guardava con un sorrisone che andava da un orecchio all’altro, felice di averla stupita.
“ Ma…è un uovo..” Constatò sorpresa.
“ Perspicace detective.” Rispose ironico lui.
“ Mi hai comprato un uovo enorme? Ma…come…” Balbettava in cerca di un aiuto dal proprio cervello che ovviamente non arrivò.
Castle rise divertito e contento. “ Per la precisione mia cara, l’uovo l’ho fatto fare apposta per te!”
Lei lo guardò ancora imbambolata. “ Indovina il gusto…” Continuò allegro.
“ Non ne ho idea, cosa hai sperimentato?” Chiese questa volta sorridendo.
“ Il cioccolato è variegato caffè, uno spruzzo di vaniglia e ovviamente aroma di ciliegia.” Disse guardandola negli occhi sorridendo furbo.
Kate spalancò gli occhi. “ Ma…esiste un uovo con questo sapore?”
“ Adesso si!”
“ Tu sei pazzo!” Disse lei ancora una volta colpita dalla dolcezza di quell’uomo. Le sorrise felice.
“ Allora lo vuoi aprire? Ti va? O preferisci aprirlo quando ti sentirai meglio?” Chiese apprensivo.
“ Stai scherzando, vero? Certo che voglio aprirlo..Voglio assolutamente assaggiarlo. E poi sono curiosa della sorpresa.” Disse contenta come una bambina.
“ Bene allora ecco a te!” Le porse l’uovo.
“ Castle è gigante, come pensi lo possa aprire io? Pensaci tu, no?”
“ Eh no, è il tuo uovo, devi aprirlo tu. Aspetta..” Si tolse le scarpe e si posizionò alle spalle della detective divaricando le gambe e permettendole di poggiare la sua schiena sul suo petto.
“ Lo apriamo insieme.” Le disse dolcemente. Lei sorrise e annuì.
Scartarono l’involucro con non poche difficoltà e Kate fu ammaliata dalla grandezza e lucidità del cioccolato. Aveva gli occhi che le brillavano ed era contenta. Castle non potè fare  a meno di ammirarla, era davvero bellissima, nonostante fosse provata dalla febbre. Sembrava una bambina e lui amava quel lato di lei.
Ruppero l’uovo e ne assaggiarono un pezzo. Era davvero buono, i loro palati facevano scintille.
“ E’ buonissimo!” Disse Kate, ancora col cioccolato in bocca. “ Ora però è il momento della sorpresa!” Si voltò a guardarlo contenta. Castle ricambiò il suo sorriso ed annuì.
“ Proceda pure detective!” Disse scherzosamente, e lei non se lo fece ripetere due volte.
Aprì la confezione, anche quella enorme, e vi trovò un grande orsacchiotto di peluche con cucciolo annesso. Lo guardò bene e il suo sorriso si allargò: sulla pancia dell’orso più grande c’era scritto “ Mama Bear” e subito sotto la scritta una “ K”, mentre il piccolino attaccato a collo della “mamma” aveva ricamata solo una “R” .
Si chiese che livelli di tenerezza e dolcezza potesse mai raggiungere il suo uomo. Si voltò a guardarlo e lo trovò intento a osservarla curioso e forse un po’ preoccupato dalla sua reazione. Gli accarezzò il viso poi disse commossa: “ Io sarei Mamma Orsa e tu il mio cucciolo?” Aveva capito che quella K stava per Kate mentre la R per Rick e le piaceva. Quel regalo le piaceva da morire.
“ Si…Ti piace? Non ero sicuro ti piacesse… L’idea mi era sembrata carina ma poi ho avuto il dubbio che me lo potessi tirare in faccia, così stavo pensando di cambiare sorpresa, poi però ci ho ripensato ma non ero proprio convinto e ho fatto altri mil….” Il suo sproloquio fu interrotto da un bacio carico di amore della sua donna che si era voltata e adesso aveva poggiato il suo petto contro quello dell’uomo reggendosi comunque con una mano su uno dei suoi pettorali. Si baciarono gustandosi i sapori del cioccolato mischiato con quello naturale delle loro labbra; era una sensazione bellissima.
Si staccarono per l’impellente bisogno d’aria.
“ Grazie.” Gli sussurrò sulle labbra. “E’ davvero bello. E’ dolce, carino e coccoloso.”
 “ Coccoloso?” Chiese divertito.
“ Si, coccoloso!” Confermò ricominciando a baciarlo.
Si persero ancora in quel bacio finché Rick si bloccò e sgranò gli occhi. “ Kate, che stai facendo?” Chiese sorpreso.
La mano della detective era scesa un po’ troppo in basso sotto le coperte.
“ Secondo te Castle, che sto facendo?” Gli sfuggì un gemito.
“ Kate!” Disse a mo’ di rimprovero.
“ Che c’è? Voglio ringraziarti come si deve. E poi io ho bisogno di coccole, ricordi?” Disse in modo sensuale.
Castle dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non cedere alla tentazione, ma lei stava ancora male e non voleva incoraggiarla a certe attività stancanti e poco salutari.
“ Hai la febbre Kate.”  Pronunciò cercando di farle capire il motivo per cui dovessero fermarsi.
“ Io sto bene!” Disse risoluta.
“ No che non stai bene, ti senti meglio perché sei ancora sotto l’effetto delle medicine, ma presto ti sentirai di nuovo a pezzi e non voglio che ti senta peggio. Non ti faranno bene questo tipo di coccole.” Rispose serio. “Però posso sempre coccolarti in altri modi.” Concluse sorridendo.
Ma Kate non ricambiò il sorriso e si staccò da lui con un broncio da manuale.
“ No, non ne ho più voglia. Anzi lo sai che ti dico, mi farò coccolare da mamma orso e il suo cucciolo. Non le voglio le tue coccole di ‘seconda mano’.” Concluse voltandosi e dandogli le spalle.
Rick la osservò un attimo allibito, poi sistemandosi in modo da abbracciarla da dietro, le si avvicinò cingendole la vita.
“ Avanti Kate, stai male. Lo sai quanto ti desideri ma non mi sembra il caso. Mi potrai ringraziare quando starai meglio.” Disse stringendola di più a sé e baciandole la base del collo dal quale poteva sentire il calore causato dalla febbre.
Ma lei si divincolò e lo spinse via. “ Ho già detto che non le voglio le tue coccole. Questo è il mio letto, scendi!” Disse risentota ma sempre con quel broncio ormai collaudato stampato in faccia.
Castle la osservò qualche secondo, per quanto buffa potesse sembrargli era comunque arrabbiata, così decise di non insistere.
Sospirò chiudendo gli occhi e scese dal letto.
“ Ok, allora vado di là. Se hai bisogno chiamami!” Disse dolcemente.
Non era arrabbiato, nemmeno offeso. C’era solo rimasto un po’ male. Non si aspettava che Kate la prendesse in quel modo, lo stava facendo per lei. Non voleva stancarla e magari farle alzare ancor di più la febbre. Ma lei sembrava non capire.
Ma non aveva alcuna intenzione di farglielo pesare, pensò semplicemente di lasciarla sola abbracciata al peluche. Per adesso andava bene così.
Le diede un bacio sui capelli ed uscì.
Kate si sentì frustrata: insomma nessuno l’aveva mai rifiutata, soprattutto Rick, che al contrario era sempre lì in agguato per prenderla nei posti più impensabili, come sotto la scrivania della sala interrogatori del distretto. Sorrise a quel ricordo e il suo viso s’imporporò immediatamente.
Ma tornò subito seria quando pensò che questa volta non aveva voluto fare l’amore con lei. Lei lo desiderava tanto, voleva mostragli quanto avesse apprezzato il suo regalo: l’uovo dimensione gigante e la sorpresa fatti apposta per lei, le avevano scaldato il cuore e fatta sentire ancora una volta amata. Si era sentita di nuovo bambina, come quando a regalarle quell’uovo era sua mamma. Lo scartavano sempre insieme e lei si curava poco del cioccolato perché prima voleva vedere la sorpresa. E questa volta aveva provato le stesse identiche sensazioni, solo che con l’uomo che amava.
All’improvviso si sentì una stupida: Castle voleva solo farla sentire amata e non per forza questo significava fare l’amore. Quello che aveva appena fatto per lei era un modo diverso di mostrarle il suo amore e l’aver rifiutato di dar il via a una scena di film a luci rosse ne era un altro ancora.
Voleva solo farla stare bene, farla sentire al sicuro e soprattutto riprendersi da quell’odiosa febbre. E l’aveva fatto nel modo più dolce possibile mentre lei non aveva capito nulla e l’aveva trattato male. Si pentì amaramente di averlo fatto e guardò il peluche che teneva ancora stretto a sé. All’improvviso realizzò di non volere le coccole di Mamma orso ma del suo cucciolo. Si girò verso la porta, alla quale fino a quel momento aveva dato le spalle, e lo chiamò un po’ impaurita:
“ Rick…Rick, vieni qui?”
Lo vide sbucare dalla porta: “ Ehi, che succede? Ti è salita di nuovo la febbre?” Chiese dolcemente preoccupato.
Lo guardò in quegli occhi meravigliosamente limpidi, trovandosi a pensare che amava immensamente quell’uomo.
Scosse la testa: “ No.” Abbassò lo sguardo imbarazzata.” Non voglio mamma orso a coccolarmi. Voglio te.” Disse sentendo un calore giungerle alle guance; e non era sicura fosse colpa della febbre.
L’uomo sorrise contento e si avvicinò al letto. Si tolse nuovamente le scarpe e si intrufolò sotto il piumone caldo. Kate gli si accoccolò subito contro il suo petto, poggiando il viso nel suo collo e inspirandone il profumo.
“ Scusa..” sussurrò stringendo nei pugni la camicia dell’uomo all’altezza del petto. “ Non volevo trattarti in quel modo!” Continuò.
Castle sorrise nei suoi capelli e le lasciò un bacio sulla fronte ancora calda. “ E’ tutto ok. Non ti preoccupare.”
Lei si rilassò completamente su di lui sentendosi protetta e al caldo. Sentì le mani dello scrittore accarezzarle la schiena dolcemente e godette di quelle attenzioni.
Si strinse maggiormente a lui e dopo avergli dato un bacio delicato sul mento, lo guardò negli occhi: “ Ti amo.”
Lo scrittore sorrise raggiante e le diede un casto bacio sulle labbra. “ Ti amo anch’io, amore mio.”
Kate chiuse gli occhi e accoccolandosi nuovamente contro di lui, sorrise al modo in cui l’aveva chiamata. La minaccia non era servita a niente e a lei non dispiacque assolutamente.
Un calore le invase il cuore e si lasciò andare a Morfeo sicura che al suo risveglio avrebbe trovato un paio di occhi azzurri come il cielo e un sorriso caldo e dolce solo per lei.
Tutto sommato quella febbre non aveva sabotato completamente i piani dei due innamorati: lo scopo era stare tutto il giorno insieme ad amarsi e stringersi.
Ed era esattamente quello che stavano facendo.

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