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Autore: C h a r l o t    01/04/2013    2 recensioni
Dal momento che ho sperato fino all’ultimo secondo che l’immagine di Charlie del ballo dei diplomandi si avverasse, ho deciso di scriverci su una One Shot, perché avrei veramente voluto vedere quei due ballare in mezzo alla pista, con gli occhi di tutti puntati addosso ma nonostante questo noncuranti, perché l’un l’altro tra le braccia della persona che amano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Patrick
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Come molte altre persone che hanno letto Ragazzo Da Parete e hanno voluto interpretarne personalmente il significato con un una ff, anche io non me la sento di scriverla dalla prospettiva di Charlie.
Non penso sarei all’altezza e non mi permetterei mai di scrivere di un personaggio così complesso e soprattutto così simile a me.
Quindi ho deciso che mi limiterò a scrivere del mio personaggio preferito, ovvero Patrick.
Dal momento che ho sperato fino all’ultimo secondo che l’immagine di Charlie del ballo dei diplomandi si avverasse, ho deciso di scriverci su una One Shot, perché avrei veramente voluto vedere quei due ballare in mezzo alla pista, con gli occhi di tutti puntati addosso ma nonostante questo noncuranti, perché l’un l’altro tra le braccia della persona che amano.


 

 

Sei seduto su una panchina vicino ad un muro, osservi i tuoi compagni di scuola ballare avvinghiati al proprio partner, mentre tu te ne stai lì immobile ad osservare tutto come se fossi un soprammobile.
Sam balla con Craig e sembra felice, Mary Elisabeth balla con Peter e sembra felice.
Vorresti soltanto che qualcuno ti chiedesse la mano per un ballo, e quel qualcuno si chiama Brad.
Non lo vedi neanche tra la folla, pensi che non si presenterà nemmeno, schiacciato dalla situazione e oppresso dalla relazione forzata con Nancy.
Ripensi a quel giorno in mensa, quando ti ha chiamato con quell’appellativo che odi e odia tanto, e tu non credevi alle tue orecchie, perché non poteva veramente averlo detto.
Ti torna in mente che in quel preciso istante avevi una gran confusione di emozioni e sentimenti in testa e che prevalse incontrastata la rabbia.
Quel pugno, anche se difficile da credere, fece più male a te che a lui.
E quel suo ripeterlo in modo così gelido, e i suoi occhi colmi di un odio che non capivi da dove provenisse, quegli occhi che avevi amato e, peggio, ami ancora, persi in un vortice oscuro, annebbiati da una precarietà emotiva.
Ripensi anche al fatto che non aveva fermato i suoi tirapiedi quando avevano iniziato a picchiarti senza pietà, non capivi perché il ragazzo che ami non avesse impedito a quelle “scimmie ammaestrate” di sfondarti lo stomaco a suon di calci e pungi.
Quello, anche se difficile da credere, fece più male delle percosse.
Ripensi al fatto che ti manca, che hai passato un brutto periodo dopo quell’episodio, ripensi che hai fatto la cosa sbagliata baciando Charlie, quella sera.
Ti ripeti che non t’importa più del bel quarterback della squadra della tua scuola, ti ripeti che troverai un altro ragazzo, un ragazzo migliore.
Te lo ripeti, ma non lo credi veramente.
Vorresti solo che non fosse mai successo niente, che suo padre non vi avesse mai scoperti nel suo seminterrato, vorresti solo aver potuto fermarlo quando ha iniziato a picchiare il tuo ragazzo a sangue.
Il tuo occhio cade sui bicchieri di punch vuoti che sono ammassati vicino a te, saranno una ventina.
Ti convinci che non dovresti stare male per quell’idiota, ma sei il primo a sapere che non è così.
Decidi di andare a prendere un ultimo drink, poi chiederai ai tuoi amici di andare al Big Boy, perché anche se Brad non c’è, quel posto ti soffoca, ti fa mancare l’aria nei polmoni.
È proprio quando stai per versare il primo mestolo di punch nel bicchiere che senti una voce alle tue spalle «Non credi di aver esagerato? Così non ti godrai il tuo ballo».
Potresti riconoscerla tra dieci, cento, mille, un milione di voci, quel timbro dolce e caldo, affettuoso e deciso. Il timbro del tuo Brad.
L’arnese che hai in mano ricade rumorosamente nella grande ciotola che lo ospitava fino a poco prima, producendo un frastuono notevole, ma sembra che l’unico ad essersene accorto sei tu.
Senti una mano che si appoggia sulla tua spalla, ti volti e ti trovi davanti il suo volto, e sta sorridendo.
«Che cosa ci fai qui?» non vuoi cedere subito, vuoi prima chiarire le sue intenzioni, anche se l’impulso di saltargli tra le braccia e riempirlo di baci in mezzo a quella sala da ballo è tanta.
«Mi sembra piuttosto ovvio, sono qui per chiederti scusa, anche se credo non ci sia scusa che tenga per quello che ho fatto».
Lo guardi aprire il suo cuore davanti a tutti, per la prima volta.
C’è chi inizia ad accorgersi che uno dei ragazzi più popolari della scuola sta parlando con quel tipo strano protagonista della rissa in mensa di qualche mese fa.
«Come hai potuto lasciarmi picchiare dai quei due ragazzi?» chiedi sull’orlo delle lacrime
«Ero pietrificato» risponde lui sinceramente, disposto ad addossarsi tutte le colpe
«Perché mi hai chiamato “frocio”? Come hai potuto? Sei il primo ad odiare quel termine» inizi ad alzare il tono della voce e sempre più gente inizia a guardarvi stranita.
«Non lo so, è scattato in me un meccanismo di autodifesa, un meschino meccanismo di autodifesa» ora le persone intorno a voi iniziano a sussurrare frasi del tipo “ma che ci fanno quei due così vicini? Cos’hanno intenzione di fare?”.
«Sei un idiota, lo sai?» ormai stai praticamente urlando, e la maggior parte dei partecipanti ha smesso di ballare per osservarvi.
«Lo so».
«Almeno sei consapevole di questo» incroci le braccia e cerchi con tutte le tue forze di non scomporti.
Intercorre un lunghissimo periodo di silenzio tra voi due, gli unici a dialogare incessantemente sono i vostri occhi. Non si staccano gli uni dagli altri.
«Ti amo» questa breve frase composta da cinque misere lettere risuona nella stanza come un tuono quando il temporale è ormai vicino.
Sembra quasi rimbombare sulle pareti, più assordante della musica sparata al massimo dagli amplificatori disseminati per il locale.
È come se tutto fosse fermo, tutti vi guardano, tutti gli occhi sono puntati su di voi.
Sam, Charlie, Alice e Mary Elisabeth sorridono, perché sanno la vera storia e sono felici che stia succedendo tutto ciò.
Tu di rimando hai la vista appannata dalle lacrime, finalmente il ragazzo della tua vita ha pronunciato quella frase in pubblico senza timore di essere sentito, finalmente l’ha pronunciata nel luogo più pericoloso che ci sia.
A quel punto non ce la fai più a resistere a quelle braccia forti che ti sono mancate così tanto in questo periodo, così posi le tue intorno alle sue spalle e sulle note di una sdolcinata canzone commerciale che in un’altra occasione avresti commentato sarcasticamente, ti abbandoni a lui, mentre tutt’intorno i ragazzi vi fissano increduli.
«Ti amo anch’io, Brad».
Poggi la tua fronte sulla sua e baci le sue labbra, sentendoti finalmente te stesso.

 

 


Spero vi sia piaciuta, sappiate che l'ho pubblicata contro la mia volontà.
Se volete scoprire chi mi ha costretto, ed eventualmente insultarla pesantemente (se ci provate vi uccido), andate quiiii -> http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=219520

  
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