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Autore: NowhereSoul    01/04/2013    1 recensioni
Lucy si stropicciò gli occhi con le mani. Si sentiva intorpidita e assonnata. Cos’era successo? Doveva essersi addormentata. Non puoi svegliarti se prima non ti addormenti. Si guardò intorno. Non sapeva dov’era. Vedeva alberi di mandarino e cieli che parevano di marmellata. In alto nel cielo, brillavano dei diamanti.
Il viaggio di Lucy in un mondo psichedelico e onirico.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucy si stropicciò gli occhi con le mani. Si sentiva intorpidita e assonnata. Cos’era successo? Doveva essersi addormentata. Non puoi svegliarti se prima non ti addormenti. Si guardò intorno. Non sapeva dov’era. Vedeva alberi di mandarino e cieli che parevano di marmellata. In alto nel cielo, brillavano dei diamanti.
“Che qui ci siano i diamanti al posto delle stelle?” pensò Lucy. Si alzò. Intorno c’erano tanti alberi. Cercò di ricordarsi almeno le cose fondamentali su se stessa, visto che com’era arrivata lì non lo sapeva.
Si chiamava Lucy O’ Donnell. Aveva 21 anni. Aveva i capelli biondi e gli occhi azzurri. Aveva degli occhi enormi. I suoi genitori erano degli spocchiosi e antipatici ricconi. Era hippie, o almeno si considerava hippie.
Iniziò a camminare senza meta. Era davvero un bel posto, pieno di fiori colorati e piante profumate. Ogni tanto si vedevano dei laghetti vicino a cui camminavano goffamente paperette che sembravano finte. Lucy si guardava intorno con occhi sgranati e pieni di meraviglia. Sebbene i diamanti brillassero nel cielo, sembrava giorno, era tutto così luminoso.
-Hey!
Lucy si voltò all’improvviso. Chi aveva parlato?
-Hey, tu, ragazza! Sono qui!- ripetè la voce
-Dove?- chiese Lucy impaurita.
-Qui, nel laghetto, vieni!
Lucy si avvicinò. Nell’acqua vide spuntare un pesce, ricoperto di scaglie verdi e argentate.
-Buongiorno signorina. Posso sapere il suo nome?
-L-Lucy.
-Io sono Norman, piacere di conoscerla!- Il pesce aveva allungato una pinna. Lucy all’inizio non capiva, ma poi comprese che il pesce voleva stringerle la mano. Così prese la pinna tra due dita. Norman sembrava soddisfatto.
- È bello qui, vero?
-Già.
-È un posto così colorato e felice!-. Norman allargava le pinne indicando ogni cosa intorno a lui.
-E poi, c’è il nostro fantastico padrone. Che persona simpatica!
-Chi? Dov’è?- chiese Lucy, girando la testa per osservare ciò che il pesce aveva indicato con orgoglio. Non sentendo risposta, Lucy abbassò lo sguardo. Norman era sparito.
-Norman? Hey? Norman?
Lucy pensò che era davvero un maleducato. Eppure sembrava così simpatico.
Lucy continuò a passeggiare per i viali. Sentì delle risate e si voltò. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Erano fate e folletti che la indicavano sghignazzando. “Che mondo strano” pensò Lucy. Notò che su un albero accanto a lei crescevano mele caramellate, ognuna infilata nel suo rametto. Lucy ne prese una e la morse, succhiando bene il caramello dolce e appiccicoso.
“Sarebbe bello se ci fosse un albero di mele caramellate a casa”.
Lucy andava matta per le mele caramellate. Lì vicino c’era un cespuglio di zucchero filato e canditi. Ne prese una manciata e se la mise in bocca. Era tutto così bello. Continuò a camminare mangiando la mela caramellata. Lucy sentì nell’aria la musica di un’armonica. Le piaceva tanto il suono dell’armonica, anche se non la sapeva suonare. Era vivace e malinconico. Gioioso e struggente. Iniziò a saltellare al ritmo di quelle note spiegazzate e sbilenche. Cercò di seguire la musica, per trovarne la fonte, mai poi finì. A Lucy dispiacque, era così bella. Continuò a camminare. Una macchia rosa attirò il suo sguardo. Da dietro le fronde di un albero, vide un ragazzo con un frac fucsia sberluccicante seduto sopra ad un ramo. Stavo mangiando qualcosa di rosso, come una mela.
“Insolito!” pensò Lucy.
Si avvicinò di più per vedere meglio, e notò che il ragazzo la stava guardando. Era una melagrana, comunque, non una mela.
“Com’è possibile?”
Già, com’è possibile? Della melagrana si mangiano solo i semi, eppure lui stava mordendo la buccia dura e spessa. Sorrideva in modo strano. A Lucy non piaceva quel sorriso, sembrava arrogante. Malizioso. Già si era fatta un’idea del ragazzo.
-Buongiorno, signorina. Potrei sapere il suo nome?
-Lucy.
Il ragazzo continuò a sorridere ma non rispose. Non disse il suo nome. Doveva essere un gran maleducato. Finì di mangiare la melagrana, poi scese dal ramo e si appoggiò con la schiena contro il tronco. Lucy pensò che doveva essere molto pigro, se appena alzato aveva bisogno di appoggiarsi a qualcosa. Lei se ne sarebbe andata, ma quel ragazzo la guardava in quel modo strano, e pensava che stesse per dire o fare qualcosa, quindi rimase lì.
-Io sono John. Il padrone.
Lucy fece probabilmente un’espressione incredula. Improvvisamente quella parola le sembrava cattiva. Padrone. Ma era padrone anche… delle persone? Degli animali? Lucy si sentì stranamente stanca. Le palpebre erano pesanti. Sbadigliò. Aveva proprio sonno.
 
 
 
  
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