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Autore: Ria-chan    01/04/2013    7 recensioni
Ma Donghae non gli piace affatto.
Non gli piace neanche ora che, avvicinando troppo il suo viso al suo, lo guarda negli occhi e sorride debolmente.
“E’ solo un graffietto!” Esclama infine. “Sii forte, non è nulla!”
Non gli piace quella sua voce dolce che lo sta facendo tremare.
“Avanti, dammi la mano.”
Non gli piace quella mano tesa verso di lui, pronta a salvarlo.
E, soprattutto, non gli piace la sensazione di agitazione, imbarazzo, paura, calore e formicolio che prova nel momento in cui l’afferra.
“Ecco, vedi, ora va meglio.”
Donghae gli sorride.
Le guanciotte di HyukJae prendono colore.
Così come quelle di Donghae, del resto, nel momento in cui timidamente il castano ricambia il sorriso.
“Ce-ce la fai a camminare?”
“Mh”
Donghae non gli piace.
Quale persona potrebbe piacerti se ti fa sentire come appena uscito dalla lavatrice?
Oh, beh, certo, HyukJae non ci è mai finito in una lavatrice ma… ma spesso è rimasto a guardarla in funzione quando la sua mamma lava i panni e… e non dev’essere bello, finirci dentro.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buona Pasquetta mia carissime *w*
Sono sempre pronta a rompervi le scatole XD Scusatemi T_T
In realtà questa oneshot era stata iniziata un po' di tempo fa ma poi, per un motivo e l'altro, non l'avevo più completata. Beh, l'ho fatto venerdì e, visto che non è davvero nulla di che, ho deciso di pubblicarla per togliermela "dalle scatole".
E' ancora una "verde" XD Ma sappiate che, comunque, sto lavorando alle due rosse che avevo iniziato sulla YeWook e EunHae (ovviamente XD) Ma... tralasciando questo...

Ok, questa ficcina mi è venuta in mente qualche settimana fa quando, seduta sulla panchina, ho visto passare quella "catena di pulcini" *w* formata da bimbi dell'asilo che vanno in gita. 
Awawaw che tenerezza cavoli!! E da lì, insomma, è nato tutto ciò -.-
Ps. La mia Azzurra ormai ha capito che sì, volendo anche i piccioni potrebbero ispirarmi una EunHae XD (Pps. Cucciola ti rispondo a breve T_T è solo che hai scritto così tanto che mi spaventa vedere quel messaggio XD hahaha <3)

Beh, spero possa intrattenervi per qualche minuto e, più di tutto, dedico la storia alle mie Hyukkie e nonno-Kyu che mi mancano tanto T_T Il tuo Hae ti ama tanto Hyukkie *w* ed Kyu, sei sempre il preferito del tuo hyung <3
Grazie mille, comunque, anche alle ragazze che con affetto dolcissimo mi scrivono e commentano sempre >//< siete splendide. Davvero.
Buona lettura!


Note:
Ho immaginato Hyuk ed Hae così, ovviamente in versione Chibi *w* 
Hyukkie:  
Hae: 

Dammi la mano

 
“Bambini, bambini, non fate chiasso e rimanete in fila. Per favore.”
La voce di Eunseo riecheggia gentile nei corridoi mentre, ad uno ad uno, viene aiutata da MinHyun a far uscire i suoi teneri “pulcini” in fila indiana per farli poi allineare con cura vicino al muro prima di portarli fuori dall’edificio, attraversare le strade delle capitale e poi, finalmente, giungere al parco più vicino.
“Oggi è una splendida giornata! E’ un peccato rimanere chiusi in aula!”
La giovane Eunseo lo aveva deciso da subito, non appena era giunta nel grande asilo ed aveva incontrato nell’aula insegnati la sua collega altrettanto giovane e questa, comunque, non aveva avuto ovviamente nulla da obbiettare ed anzi aveva accettato entusiasta la proposta.
In effetti, le due hanno avuto davvero ragione: oggi è una giornata davvero splendida, la tipica mattinata di inizio primavera in cui, il timido sole caldo ma non ancora bollente brilla nel cielo terso accompagnato dal canto melodioso degli uccellini che tornano per costruire i loro nidi e dai primi germogli in fiore bagnati dalla rugiada: la giornata perfetta, dopo un lungo inverno, per godere dell’aria aperta ed un po’ di sano svago.
 
“HyukJae, per favore, non sciogliere la fila. Stringi il grembiulino del compagno avanti a te e non farmi preoccupare, ok?”
I bambini sono ormai fuori dall’edificio, allineati con cura in fila indiana ed attenti ad ascoltare ciò che le maestre dicono loro e, ognuno, così come gli è stato ordinato, stringe teneramente il grembiulino blu o bianco del compagno davanti, sorridendo e chiacchierando in attesa di giungere al parco per sciogliere i ranghi e correre liberi.
Non vogliono certo rischiare di perdersi, sarebbe troppo spaventoso!
E, neanche, vogliono deludere le loro splendide “mamme adottive” che ormai conoscono da ben tre anni.
Semplicemente si “mantengono”, l’uno all’altro, come se quel legame fosse il solo che importasse nella vita.
Ma HyukJae no.
HyukJae stringe al petto il pupazzo di pezza regalatogli dalla mamma e dal papà non molto tempo fa, quello che rappresenta una buffa renna con il naso blu ed un grande cappello e, tentennando, si rifiuta tenacemente di aggrapparsi al bimbo che gli è davanti.
“HyukJae, cosa c’è che non va? Perché non vuoi mantenerti al grembiule di Donghae?”
HyukJae scuote la testa, i capelli castani, più lunghetti sulla fronte e sulla nuca, ondeggiano appena.
I suoi occhi si riempiono di corpose gocciolone.
Perché non vuole?
Perché no. Tutto qui.
“Hai litigato con Donghae?”
HyukJae scuote ancora la testa abbassando, questa volta, lo sguardo.
No, non è neanche questo. Anche perché, in tutta franchezza, lui con Donghae neanche ci parla.
“Lo sai che Junsu non può stare sempre con te, pulcino mio.”
Ed è vero, benché lui e Junsu siano davvero inseparabili, l’amico non è come chiuso o timido come lui e, all’interno della classe, ha tanti altri amici con cui gli piace stare e giocare: YooChun, per esempio, è uno di questi ed è infatti proprio con lui che adesso, sporgendosi oltre la fila composta, HyukJae lo vede ridere e parlare allegro.
“Perché non fai amicizia con gli altri, HyukJae? Sono certo che piaceresti tanto a Donghae, anzi, lui vuole di sicuro esserti amico, non allontanarlo così.”
Anche se Eunseo si è accovacciata difronte a HyukJae e ha tenuto volutamente il tono di voce bassa, Donghae ha sentito il suo nome venir chiamato e, per questo, si volta a guardare i due che sono fermi dietro di lui: i suoi capelli neri e lucenti risplendono sotto i raggi del sole, i suoi occhi sono vispi e furbetti e, il suo sorriso, è davvero dolce e allegro.
Incuriosito, Donghae guarda HyukJae e la maestra: sospira appena quando nota che il castano si rifiuta come sempre di avvicinarsi a lui e, arrossisce leggermente, quando HyukJae alza infine la testa ed incontra il suo sguardo per poi deviarlo velocemente.
“Su, dagli una possibilità.”
Gli sorride la maestra per l’ultima volta, allontanandosi mentre riprende a voce più alta: “Non farmi preoccupare, mi raccomando!”
 
Alla fine, volente o nolente, HyukJae è stato costretto ad afferrare il grembiulino blu di Donghae e stringerlo tra le mani, anche se nel suo caso, piuttosto, è semplicemente una lieve presa tra appena due dita. E’ stato costretto ad affidarsi a lui completamente poiché, non avendo neanche il coraggio e la voglia di guardare in avanti, di guardare la sua schiena, HyukJae cammina con la testa bassa e senza assolutamente far caso al percorso che stanno seguendo: se Donghae decidesse di mollare la presa e prendere una strada tutta sua, perdendosi, lui si perderebbe allo stesso modo, poiché neanche se ne accorgerebbe e si limiterebbe a seguire Donghae ovunque vada.
Non gli piace questa cosa.
Non gli piace per nulla.
Non vuole dipendere da Donghae e non gli piace stargli vicino.
Non gli piace sentire il suo odore né, tanto meno, toccare i suoi vestiti.
Non gli piace parlargli o guardare i suoi bei capelli.
E neanche sentirlo sospirare di tanto in tanto quando i compagni accelerano il passo e lui è costretto a tirarlo leggermente per non mollare la presa.
Non gli piace Donghae.
Punto.
E perché, poi, dovrebbe piacergli?
Con Donghae non si trova bene.
Se gli parla non riesce a sentirsi a suo agio e non sa, sinceramente, cosa dire.
Per questo infatti non gli ha mai parlato. O ha deciso di non farlo.
Se lo guarda non riesce a non invidiare quel suo viso perfetto e la cosa lo innervosisce.
Se gli è vicino si sente agitato, il suo cuore comincia a fare “tum tum tum tum” come un tamburo impazzito e l’aria gli manca.
Se lo sfiora avverte un fastidiosissimo solletico sotto le mani e queste restano come intorpidite, formicolanti.
Se lo scopre a guardarlo, o sorridergli, non può fare a meno di arrossire ed avere caldo.
Donghae non gli piace per nulla.
E questi sono tutti chiari segnali che dimostrano questa ineluttabile realtà.
Come potrebbe mai piacerti una persona che non ti trasmette sensazioni positive?
Che ti fa stare male? Agitare e spaventare?
Con Junsu si diverte, riesce a parlare liberamente e dire di tutto.
Con Junsu si sente tranquillo e rilassato, si sente bene e felice.
Può abbracciarlo e gettarsi su di lui senza pensare a nulla che non sia il volergli stare vicino, può guardare il suo viso e sentirsi rassicurato, sorridergli di rimando e farsi fissare senza imbarazzarsi affatto.
Questo.
Questo è quando ti piace qualcuno.
E Junsu gli piace davvero tanto, per questo è il suo migliore amico.
Donghae no, lui non gli piace affatto.
 
Una volta superato il cancello di ingresso, il parco verdeggiante e provvisto di mini area giochi viene completamente preso d’assedio dalla tenera scolaresca di pulcini.
Alcune mamme li osservano intenerite sedute sulle vicine panche in legno, due ragazzine più grandicelle li guardano sorridendo e commentando con una serie infinita di “Kyeopta!” e, infine, le maestre li seguono passo passo attente che non si facciano male o si perdano.
In tutto ciò, Junsu ha invitato HyukJae a giocare con lui e YooChun.
Donghae è intento a parlare con Kibum, seduto anche lui sull’altalena, mentre Siwon si alterna spingendo piano prima l’uno e poi l’altro.
Hyuri è intenta a litigare con HeeChul che non le vuole più ridare la sua bambola e, Yesung se ne sta accovacciato a terra scavando piccole buche con un bastoncino ed osservando le formiche laboriose che raccolgono provviste.
Insomma, come le due splendide maestre avevano previsto, tutti i bimbi si stanno divertendo e socializzando tra loro. O almeno stanno imparando qualcosa sul “mondo reale”.
“Ju’! Aspetta! YooChun! Fermati!”
HyukJae ansima mentre rincorre i due che sono a pochi metri di distanza da lui; la gara è: “Chi arriva prima alla casetta di legno di vince!” e ovviamente HyukJae ce la sta mettendo tutta per non essere l’ultimo ma… ma YooChun è davvero troppo veloce per lui e, trascinandosi Junsu per mano, hanno finito col lasciarlo indietro.
“Aspett-“
Prova ancora HyukJae ma, inciampando in una radice sporgente, finisce con il perdere l’equilibrio e rovinare in avanti.
“Ahi!”
HyukJae si pone in ginocchio sollevando le mani da terra, i suoi occhi sono già coperti di nuvoloni temporaleschi ed i palmi, così come le stesse ginocchia, gli bruciano davvero tanto. Con lentezza e tirando su col naso, HyukJae si porta infine a sedere, recupera il suo pupazzo e lo stringe al petto, si poggia con la schiena all’albero “cattivo” che gli ha fatto fare la “bua” e, trattenendo le lacrime a stento, si guarda intorno.
Junsu e YooChun avranno già raggiunto la casetta e, coperto dall’albero, probabilmente non lo vedono neanche più.
O si sono dimenticati di lui, forse.
Gli altri bambini davanti a lui, invece, continuano a giocare tranquilli: non ha altri amici all’infuori di Junsu e, per questo, non si meraviglia se nessuno gli corre incontro per chiedergli come sta.
Questo fa un po’ male.
Un po’ tanto.
E HyukJae si stringe le ginocchia al petto appallottolandosi su se stesso: un ginocchio è sbucciato, sporco ma solo lievemente graffiato, dall’altro scorre invece un leggero rivolo di sangue ma nulla di seriamente preoccupante.
Perché nessuno lo aiuta?
A nessuno importa niente di lui?
Tutti lo hanno lasciato solo.
E nessuno, neanche, si è accorto di lui e della sua solitudine.
HyukJae scorre una volta ancora tutti i suoi compagni intenti a giocare, ignari del suo dolore e dispiacere, e poi, tra tutti, nota Donghae seduto sull’altalena che lo guarda con aria triste.
E’ triste anche lui?
Perché?
All’improvviso HyukJae si sente ancora più dolorante: non gli fanno male solo mani o ginocchia ma, dentro di lui, qualcosa brucia più di quei graffietti.
Abbassa la testa ed evita di ricambiare ancora il suo sguardo: a HyukJae non piace Donghae.
Non gli piace perché anche ora, solo guardando il suo viso triste, si è sentito triste anche lui.
 
“Tu-tutto bene?”
HyukJae solleva la testa, il volto adesso rigato da corposi lacrimoni.
Donghae è davanti a lui: piegato sulle ginocchia e con un’espressione preoccupata in viso.
“S-sì.”
Donghae è il solo che si è accorto di lui. Che gli è andato incontro.
“Brucia?”
“U-un po’.”
Ma Donghae non gli piace affatto.
Non gli piace neanche ora che, avvicinando troppo il suo viso al suo, lo guarda negli occhi e sorride debolmente.
“E’ solo un graffietto!”Esclama infine. “Sii forte, non è nulla!”
Non gli piace quella sua voce dolce che lo sta facendo tremare.
“Avanti, dammi la mano.”
Non gli piace quella mano tesa verso di lui, pronta a salvarlo.
E, soprattutto, non gli piace la sensazione di agitazione, imbarazzo, paura, calore e formicolio che prova nel momento in cui l’afferra.
“Ecco, vedi, ora va meglio.”
Donghae gli sorride.
Le guanciotte di HyukJae prendono colore.
Così come quelle di Donghae, del resto, nel momento in cui timidamente il castano ricambia il sorriso.
“Ce-ce la fai a camminare?”
“Mh”
Donghae non gli piace.
Quale persona potrebbe piacerti se ti fa sentire come appena uscito dalla lavatrice?
Oh, beh, certo, HyukJae non ci è mai finito in una lavatrice ma… ma spesso è rimasta a guardarla in funzione quando la sua mamma lava i panni e… e non dev’essere bello, finirci dentro. Ecco perché con lo sguardo cerca Junsu, dimentico di avere ancora la mano allacciata a quella di Donghae.
“Cerchi Junsu?”
“Mh.”
HyukJae annuisce ancora.
Donghae s’intristisce.
“Non-non posso essere anche io… tuo amico?”
Azzarda poi, con voce e testa bassa.
HyukJae è sorpreso, non sa cosa rispondere anche perché, come sempre, ora che guarda il volto di Donghae nessuna parola gli si forma nella testa, semplicemente resta incantato ed imbambolato e, oltre che arrossire e spaventarsi, non riesce a fare.
“I-io…”
“Non fa niente. Hyukkie.”
La voce di Donghae è rotta, triste, e quel “Hyukkie” che non aveva mai sentito –ma che gli suona così carino- allarma maggiormente HyukJae.
“So che non ti piaccio. Non-non devi essere mio amico se non vuoi.”
E l’intreccio di dita che li lega si spezza di netto.
Donghae si allontana di poco e HyukJae, benché si senta sollevato, avverte nel suo cuore un dolore ed un senso di colpa che non sa spiegarsi.
“A-aspetta.” Lo chiama. “P-perché?”
Donghae lo guarda.“Cosa?”
“Perché vuoi essere mio amico?”
Donghae ci pensa su, seriamente impegnato nel trovare una risposta che non è del tutto chiara neanche a lui.
Nel mentre, HyukJae lo guarda con attenzione: il suo viso bello e perfetto, i suoi occhi caldi e vivaci, le sue labbra sottili accartocciate in modo buffo mentre pensa e si guarda intorno.
Donghae non gli piace.
Ma perché, Donghae non gli piace?
Certo, con lui vicino si sente… strano, ma questo non vuol dire che non possa dargli un’occasione e conoscerlo meglio.
Certo, con lui balbetta e non sa cosa dire ma… gli basta anche solo guardarlo per far trascorrere il tempo.
E con lui, magari, non si sente proprio a suo agio ma…
“Perché così… quando ti fai male posso venire ad aiutarti!”
…ma al sicuro sì, con lui si sente protetto e, decisamente, per nulla solo.
“O-ok.”
“Sì?”
Donghae lo guarda speranzoso, sorridendo.
“S-sì.”
“Grazie Hyukkie!”
“P-prego.”
HyukJae abbassa il capo arrossendo, Donghae lo prende nuovamente per mano.
“Dai! Andiamo a giocare!”
Poi Donghae lo trascina verso l’altalena, lo fa sedere su, ed inizia a spingerlo ridendo.
Anche HyukJae ride e, si chiede, perché mai Donghae non gli sia mai piaciuto.
 
 
“Allora da oggi siamo amici, Hyukkie?”
“S-sì.”
Quando tornano in aula, in attese delle mamme, HyukJae e Donghae si tengono ancora per mano: Donghae non ha voluto lasciarlo solo per paura che il piccolo Hyukkie si mettesse a piangere e, HyukJae, non ha obbiettato oltre troppo preso ad imbarazzarsi, arrossire e tentare di fermare il suo cuore impazzito: “sta’ zitto!” gli ha perfino intimato.
Ma non è servito a molto.
Neanche dopo che si sono salutati e che Donghae lo ha abbracciato dicendogli che si sarebbero visti l’indomani e che… che gli voleva tanto bene!
Neanche allora il suo stupido cuoricino ha voluto lasciarlo in pace!
“Hai fatto nuove amicizie, amore?”
“Ah? N-ne omma.”
“Mh. Donghae mi sembra davvero un bravo bambino, sono felice che ti sia vicino.”
Donghae non gli è mai piaciuto.
Eppure, Donghae, è davvero un bravo bambino, ora che ci pensa.
“Sì omma, è vero!”
HyukJae sorride in direzione della mamma.
Arrossisce appena ma non gli importa.
Forse può dargli una possibilità e… chissà, magari prima o poi Donghae gli piacerà tanto quanto Junsu o, magari, molto, molto di più.

   
 
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