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Autore: nuttyshake    02/04/2013    2 recensioni
Una lettera di Will a Jem. [SPOILER PER CP2]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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James,

inizio col precisare che non ti spedirò mai questa lettera, né quelle a venire, semplicemente perché non potrei in ogni caso. So che dove ti trovi adesso non puoi accettare regali, ma voglio scriverti lo stesso. I libri mi hanno sempre aiutato a fare chiarezza nella mia mente, a farmi sentire meno solo, ma ho quasi rivoltato la biblioteca dell'Istituto e stavolta nessun libro è riuscito a farmi sentire meglio. Ho pensato che forse, in questo caso, scrivere quello che provo mi sarebbe stato più utile.

Ci sono così tante cose che non ho avuto il tempo di dirti, Jem. Così tante cose che ci restavano da fare insieme. A volte, quando sento una battuta che so che avresti apprezzato o vedo qualcosa di divertente, mi giro verso qualcuno che non c'è per osservare la tua reazione. Poi ricordo che non sei più con me, e devo dissimulare il mio dolore, perché Tessa sta facendo del suo meglio per non farmi sentire la tua mancanza e non voglio farla preoccupare inutilmente.

Ma come posso venir meno alle abitudini di anni? Come faccio a non svegliarmi la mattina e correre nella tua stanza per prima cosa per controllare come stai, solo per trovarmi di fronte una camera vuota e spoglia come tante? Come faccio a reprimere l'istinto di correre da te ogni volta che ho bisogno di conforto? Come posso non fare caso al vuoto che mi si è aperto nel petto, come se metà della mia anima fosse stata strappata da me? Eppure ti sento ancora dentro di me. Sento ancora la tua presenza, solo che non ci sei. Provo in continuazione a raggiungerti, come mi è sempre riuscito naturale, ma è come se stessi salendo le scale e mi fossi poggiato su uno scalino che non c'è, o come passare la lingua sullo spazio occupato da un dente che è caduto molto tempo fa. Tu eri parte di me, James, come lo sarebbe stato un braccio, una gamba, o il mio stesso cuore. Come posso pensare di vivere senza un cuore?

Per cinque anni, sei stato tutto quello che avevo. Tutto quello che c'era di vero, buono e stabile nella mia vita.  Ho sempre pensato che, anche se avessi perso tutto, almeno avrei avuto te. Che se una persona gentile, onesta e onorevole come te aveva visto del buono in me, se aveva trovato una ragione per starmi accanto e volermi bene, allora forse non dovevo essere così irrecuperabile. Dovevo aver fatto almeno qualcosa di buono, nella mia vita, per essermi guadagnato la tua amicizia. E tu, pur non conoscendo la natura del mio problema, pur sapendo che ti mentivo, pur non avendo alcuna ragione per continuare a fidarti di me, hai scelto di aiutarmi senza mai pretendere una spiegazione riguardo al mio comportamento. Ma, in fondo, era davvero necessaria?

La tua esperienza ti ha insegnato tanto a soli dodici anni. Sapevi già che le persone non sono solo buone o cattive, ma che le loro azioni sono influenzate da ciò che la vita ha avuto in serbo per loro. E, guardandomi, ti sei chiesto cosa fosse successo di tanto grave a un ragazzo così giovane per portarlo a una tale disperazione, a un tale odio verso il resto del mondo. Hai scelto di avere fede in me pur non avendo alcuna prova che in me ci fosse ancora qualcosa che meritasse di essere salvato, e per questo non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza.

Grazie, James. Grazie per avermi salvato la vita. Se non te l'ho mai detto prima, te lo dico ora. Grazie per avermi amato anche quando ero convinto che farlo ti avrebbe ucciso. Grazie per aver creduto in me quando tutti avevano perso la speranza. Grazie per non esserti mai arreso, per avermi dimostrato di poter essere felice anche nei momenti peggiori.

Vorrei solo che adesso fossi qui a condividere la mia gioia; so che è quello che desideravi per me. Tessa è fantastica, e la amo, ma non potrà mai prendere il tuo posto. Ci sposeremo l'anno prossimo, sai. Ho finalmente trovato il coraggio per chiederglielo. Ricordi quando, da piccoli, pensavamo che non ci saremmo mai sposati, semplicemente perché non avremmo vissuto abbastanza a lungo? Sapevamo già da allora di non avere molto tempo, che a un certo punto saremmo stati separati, ma speravamo che la morte ci lasciasse ancora qualche anno. Mai avrei pensato che saremmo stati divisi da qualcosa di così ordinario come la vita.

Sei vivo, ma non sei con me e non sei più tu. E' come se mi stessi aggrappando a un fantasma, invece del ragazzo sorridente e gentile e fragile che ho avuto accanto per tutti questi anni. Sto cercando di conservare tutto quello che mi resta di te, di trovare un po' del mio Jem nella figura sfregiata di un Fratello Silente. A volte mi chiedo perché tu abbia scelto questa vita, come tu possa sopportare di vivere nell'oscurità, senza la musica che tanto ami, senza poter mai ridere… senza di me. Forse per te non è così difficile; non so neanche se in te sia rimasto qualcosa di abbastanza umano da sentire la mia mancanza, anche se Tessa continua a ripetermi che è così. Probabilmente ricordi tutto quello che abbiamo fatto insieme, ricordi di avermi voluto bene, ma è tutto qui: un ricordo. Come guardare la vita di qualcun altro attraverso delle diapositive. Vorrei che fosse così facile anche per me. Vorrei che ricordare non facesse così male, ma i ricordi sono tutto quello che mi rimane del ragazzo dai capelli e gli occhi argentei che per cinque anni è stato il centro attorno al quale gravitavo. E ora che quel centro è scomparso non so più chi sono, né attorno a cosa gravitare, come un girasole bloccato in una notte perenne.

Mi chiedo se valga davvero la pena di sopportare tutto questo solo per allungare la tua vita, soprattutto dopo avermi detto che preferivi brillare anche solo per un secondo, piuttosto che vivere per sempre in una grigia illusione della realtà. Ma so che, se tu morissi, non potrei sopportarlo. Quelle ore in cui ho creduto che tu fossi morto sono state le peggiori; il dolore, l'agonia, l'orribile senso di vuoto, la consapevolezza che, per la prima volta da quando ero arrivato all'Istituto, ero davvero, completamente solo. Non avrei potuto andare avanti sapendo che non avrei più sentito la tua voce, che non mi avresti più consolato, che non avresti mai avuto la vita che ti meritavi. Ora, invece, vedo un barlume di speranza. Arriverà il giorno in cui troverai la cura, guarirai, e tornerai da me. Per il momento, non si può fare altro che aspettare; e se è vivere che vuoi, ti lascerò vivere, anche se lontano da me. Te lo devo.

Mi dispiace, Jem. Mi dispiace di averti deluso. Mi dispiace di non essere riuscito a trovare quella cura in tempo. E' tutta colpa mia. Ti avevo promesso che l'avrei trovata, e la troverò, dovessi morire cercandola. Resisti ancora un po' per me, ti prego. Non posso sopportare di perderti completamente.

Nonostante tutto, spero che tu stia bene. Io sto imparando ad abituarmi a non avere un parabatai, anche se è davvero strano, e ad andare in missione con i fratelli Lightwood, anche se non sono te. Nessuno sarà mai te. Ma l'unico motivo per cui me la sto cavando è perché tu mi hai insegnato che c'è sempre una ragione per andare avanti. So che non devo lasciarmi abbattere dallo sconforto, perché non è quello che tu vorresti. Non è quello per cui ti stai sacrificando. Ti ho ripetuto decine di volte che sarei morto per te, ma mai che avrei vissuto per te. Ed è quello che sto facendo adesso.

Quindi grazie per avermi reso quello che sono oggi. Grazie per avermi amato. Non lo dimenticherò mai, e non dimenticherò mai te, anche se non dovessimo rivederci mai più. Il discorso che ho fatto in quella radura, quando credevo che fossi morto, davanti al tuo coltello bagnato del mio sangue, rimane. Tu sei sempre con me, in ogni mio respiro e in ogni mio sorriso. La runa sbiadita che mi ritrovo sul cuore non ha cambiato quello che ci lega, come non lo farà neanche la morte, quando arriverà.

Ti aspetterò, fratello, per tutto il tempo necessario. Ci vediamo sulle rive del Grande Fiume.

Il tuo parabatai
  
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