High
School of Teignmouth, anno 1993. Dominic James Howard
era seduto nel suo banco,nell’aula di Storia quando improvvisamente il
suo
cervello riuscì ad elaborare un interessante variazione di batteria per
il
nuovo pezzo della sua band. L’istinto di provare era talmente forte che
si
ritrovò a tamburellare il ritmo che aveva in testa con due matite
contro il
banco,dapprima in maniera discreta,poi quando fu troppo,la
professoressa decise
di sbatterlo fuori dalla classe. << Stai intralciando
l’apprendimento dei
tuoi compagni,e mi stai dando sui nervi. Esci da quest’aula,e torna
quando ti
sarai schiarito le idee. >>
“Vecchia stronza” , pensò il biondo
alzandosi di scatto dalla sedia per andarsene. Quando si chiuse la
porta alle
spalle cacciò uno sbuffo liberatorio e sorrise tra sé e sé.
Si
diresse a passo svelto e con le mani in tasca verso l’aula
di musica,incurante del fatto che probabilmente con il beat che aveva
in testa
avrebbe fatto crollare quella stramaledettissima scuola:doveva
provare,o si
sarebbe scordato tutto!
Aprì la porta,e fu sorpreso di notare che c’era già qualcuno dentro.
Era un
ragazzo che aveva già incontrato per i corridoi,lo ricordava
bene:profondi
occhi celesti,celati da quella cascata di capelli castani,naso da
suricato e un
alquanto discutibile modo di vestire. Se ne stava lì su quello sgabello
ad
accordare la sua chitarra acustica color castagno. Il ragazzo si
accorse della
presenza di Dominic,ed alzò lo sguardo interrompendo ciò che stava
facendo.
<<
Ti serve l’aula di musica? >> domandò. Howard
si strinse in spallucce.
<< Mi hanno sbattuto fuori dalla mia classe e avevo pensato di
fare una
capatina…ma posso passare dopo,non fa nulla >>. All’improvviso
gli sembrò
scortese interrompere ciò che il ragazzo stava facendo. Il riff di
batteria gli
sarebbe tornato in mente,anche se non avesse provato…o almeno così
sperava.
Il moro sorrise mestamente e dopo aver dato un’ultima strigliata alle
corde
della sua chitarra,sì alzò in piedi e fece per uscire.
<< No,dico sul serio! >> esclamò Howard mettendo
le mani avanti. Il ragazzo lo guardò stranito, e poi lo studiò per un
millesimo
di secondo.
<< Io ti conosco. >> disse puntandogli l’indice
con fare investigativo. Dopo un secondo di esitazione schioccò le dita.
<< Ma certo,sei il batterista dei Carnage Mayhem. So che provate
spesso a
scuola >>. Dominic non capì perché,ma quel ragazzo lo metteva in
soggezione. Scosse la testa stupìto.
<< Wow,mi sento quasi una celebrity! >> scherzò
il biondo,sorridendo. << Ad ogni modo mi chiamo Dominic,Dominic
Howard. >>
disse,e porse la mano al ragazzo che la afferrò volentieri. La sua
presa era
salda e ferrea,nonostante fosse piuttosto gracilino. <<
Piacere,sono
Matthew Bellamy,ma puoi chiamarmi Matt >> mormorò,e sorrise. Dom
non lo
avrebbe mai detto,ma quel Matt era anche un tipo piuttosto socievole.
<< E così sei un chitarrista,Matt? >> domandò
Howard nel tentativo di fare conversazione.
<< Beh,così pare >> scherzò Bellamy. << Posso sapere
come mai
ti hanno cacciato fuori dalla classe? >> domandò curioso.
<< Stavo tamburellando un nuovo pezzo che mi è venuto
in mente,è visto che la mia prof di storia è una frigida stronza non mi
sopportava e mi ha sbattuto fuori. >>
<< Proprio una stronza >> ironizzò Matthew.
<< E quindi sei venuto qui di corsa nel tentativo di ricordarti
il pezzo
e riuscire a riprodurlo…ah ehm…ed io sono in mezzo ai coglioni,giusto?
>>
<< No!No,no. Cioè sì,ero venuto a provare,ma non sei
in mezzo ai coglioni,tranquillo. >>
I due scoppiarono a ridere sommessamente; chissà se
sarebbero mai diventati amici.
<< Beh,allora vado… >> disse Bellamy,e si
diresse verso l’uscio,quando Dom lo fermò.
<< Ehi,se ti va un giorno potremmo suonare qualcosa
insieme! >> azzardò il biondo.
Matt sorrise,contento di quelle parole. In fondo l’idea di
mettere su una band gli era sempre piaciuta. Chissà,magari quel Dominic
Howard
poteva anche andargli a genio.
<< Sì, mi farebbe piacere. Ci si vede! >> disse
ed uscì dall’aula portandosi appresso la sua bella chitarra tirata a
lucido.
Il biondo rimase lì imbambolato,consapevole del fatto che ormai il suo bel riff di batteria era andato a farsi fottere.