SofiaC
Introduzione:
Un racconto in cui l’amore si rivela
veleno.
In questa storia ho voluto trattare le due
facce con cui l’amore si può rivelare, di come possa prendere sembianze
sbagliate e come può indurre una ragazza a fare passi falsi. Un racconto che
spero aiuterà a introdurci un altro aspetto di questo grande sentimento che non
sempre porta a un lieto fine.
Prologo
Avete mai pensato
come l’amore può rivelarsi veleno? Quando si ama si può diventare folli, persi,
ma poi cosa ci rimane? Il dopo, è solo veleno.
Il mo nome è Seyla
Smith;
E questa è la mia
storia .
“In quella notte i miei occhi
videro solo l’orrore”.
<< Voglio raccontarti una storia >> dissi a Zayn.
Ti sembro un bambino di 5 anni, fu questa la sua risposta.
Se io vi dicessi che quella mattina….fu la più bella della mia vita, ma
anche la più brutta. Sono convinta che replichereste, Bè questo non ha senso, e
a volte riderei anche di me stessa, dandovi ragione, ma la verità è in quello
che ho affermato, quella mattina fu al tempo stesso la migliore e la peggiore,
della mia vita. Questo mio discorso ricade su un fatto avvenuto tanto tempo
prima, ma da allora queste mie memorie rimangono impresse e il ricordo di ogni
singolo minuto riporta in me emozioni provate solo allora.
Ricordo quel giorno, di molti anni fa, come se fosse ieri, il suo
profumo e il silenzio che incombeva su di noi, Zayn era appena sveglio e io ero
affianco a lui come ogni mattina, l’aria fredda che si insinuava dalle finestre
e il sole già alto nel cielo; era il primo giorno di primavera, il 21 marzo; il
giorno in cui chiesi a lui di chiudere gli occhi e provare, insieme a me, a far
diventare realtà quello che non ci era concesso.
<< IMMAGINIAMO >> iniziai << di essere soli, solo tu
ed io…immagina di essere in un posto lontano, lontano da qui e dalla tua
malattia, lontano da tutti e dai nostri problemi; immagina di essere seduti, magari
in un prato verde, con tanti fiori… perché è qui che avrà inizio la nostra
storia, un storia che non avrà fine >>
In quel periodo ero solo una ragazza di 17 anni e niente poteva lasciar
pensare che da lì tutto avrebbe avuto un’unica svolta, dopo tutto sono nata e
cresciuta in un piccolo orfanotrofio e nessuno può sostenere che sia realmente
un bel posto in cui abitare. Zayn, il mio unico amico, aveva due anni in più di
me, ma era costretto a stare in ospedale per una grave malattia, fu proprio in
quella stanza che lo incontrai per la prima volta, stanza 211, ma fu anche lì
l’ultima in cui lo rividi.
1
L’orfanotrofio in cui sono cresciuta si trovava nelle vicinanze Perth,
in Scozia, era una piccola catapecchia, cioè, io la consideravo tale essendo
troppo piccola per essere un’abitazione di tanti bambini, sorgeva lontano dal
caos della città ed era immersa tra campi. Quand’ero bambina ero convinta che
quei campi non gradissero affatto la nostra presenza, perché in primavera era
raro vedere in loro un fiore germogliato, erano campi spogli che rendevano
incolore tutto ciò che si trovava attorno a loro e questo mi ricordava tanto il
racconto del mago di OZ che Miss White abitualmente ci raccontava, io ero
Dorothy immersa in quei campi senza colori, era un mondo grigio come i miei
occhi. Solo nel fine settimana quei colori sarebbero riemersi; Miss White, ci
portava nel parchino poco distante, che, possedeva solo un unico sentiero
attorno ad un laghetto, era un parchino poco frequentato essendo piccolo e
lontano dalla città, infatti lo consideravo come nostro, nessuno poteva
comprendere l’importanza che aveva per noi, era l’unico luogo in cui i colori
riprendevano le loro sembianze e faceva tornare in tutti noi il sorriso. In
quel periodo, quando avevo 6 anni, eravamo un piccolo gruppo di soli 5 bambini,
di quei 5 solo io rimasi, ma con il tempo ne arrivarono altri, sempre più, ma
la differenza di età era evidente, avevo 13 anni, stavo diventando signorina
mentre loro ne avevano poco più di 4, era un mondo diverso per me, ed io iniziai
a diventare anche un problema, dovevo andare a scuola, essere istruita, ma
essendo orfana di certo non avevo genitori con il bisogno di pagare tasse
scolastiche e per l’orfanotrofio era una spesa troppo grande, quindi in quel
periodo non mi fu concesso frequentarla, Miss W. era affezionata a me e cercò
d’insegnarmi ciò di cui lei era a conoscenza; Era una donna, colta ed istruita,
di mezza età, in cui il tempo gli aveva giocato un brutto scherzo, il suo volto
era cosparso di rughe, in ognuna delle quali si nascondeva una sua storia; da
giovane doveva essere stata una donna molto attraente difatti si era sposata
poco più, al compiere dei suoi 18 anni, mi raccontava storie su di lui, sul
loro amore, ma in quella storia l’amore si arreso poco dopo, lui è morto solo
dopo 10 anni di matrimonio, lasciando Miss W. da sola. Lì, in quel periodo
decise di aprire l’orfanotrofio ed è grazie a lei se avevo un posto in cui
dormire. In poco tempo imparai a leggere e scrivere, quando compì 14 anni mi fu
regalato un libro, io apprezzai quel regalo con grande entusiasmo; era un
periodo in cui l’orfanotrofio aveva perso fondi, c’era povertà e le famiglie
non adottavano più bambini orfani, questo portava solo dolore in noi, Miss W.
perse il sorriso e con il passare degli anni non portò più i bambini a giocare
nel parco, iniziò a trascurare sia me che loro, non aveva più tempo per noi,
ogni giorno contava tasse, bollette, dovette licenziare gran parte del
personale, non aveva soldi ne per se ne per noi, avevo 16 anni quando poco più
in là lei si ammalò e fu costretta a rimanere a letto, nei giorni a seguire
venne trasferita in ospedale e fu lì, dove lo incontrai per la prima volta,
nella primavera del 1999, il 17 Aprile.
Stanza 211 io, lì conobbi Zayn.
***
Mi venne dato il permesso per andar a trovare ogni mattina Miss W. il
che rendeva ciò un’esperienza nuova per me, non ero mai andata da sola al parco
e altrettanto non avevo mai oltrepassato l’uscita la quale mi avrebbe portato
all’entrata secondaria dell’ospedale in cui Miss W. era stata ricoverata con
urgenza.
A quei tempi, ero ancora un uccellino che non era ancora uscito dal
proprio guscio e niente poteva lasciar pensare che io, a Zayn, avrei rivolto la
parola, mi piaceva osservarlo di tanto in tanto, quando Miss W. riposava,
cercavo di accogliere ogni dettaglio su di lui; era un ragazzo molto colto,
durante il suo soggiorno in ospedale, leggeva in continuazione credo che
cercasse di non rimanere indietro con il programma scolastico, riguardo all’aspetto
fisico aveva una piccola bocca corrucciata e una mascella larga, i suoi
deliziosi occhi scuri, erano circondati da ciglia folte il che gli rendevano lo
sguardo misterioso, quanto a suoi capelli mori, erano molto folti e mossi e
tralasciavano la sensazione di essere curati e incredibilmente morbidi, questo
era lui e io in quella stanza, mi sentivo davvero ridicola quasi pacchiana.
Miss W. soggiornava in ospedale da più di una settima e io tutte le
mattina andavo a farle compagnia, le raccontavo di cosa accadeva
all’orfanotrofio, delle liti tra i bambini e tutto ciò che potesse passarmi nei
miei pensieri.
Era un lunedì mattina e il sole era da poco alto nel cielo, Miss W. al
mio arrivo riposava ancora, lei aveva già da prima fatto conoscenza con Zayn,
ma fino a quella mattina io non ebbi l’occasione di parlargli; ricordo, di
essermi seduta sulla sedia, intenta a cercare di leggere il libro, che da
giorni avevo trovato a terra nel sentiero del parco, era un libro quasi
ridicolo per bambini, con protagonisti, cani, gatti e altri animali che
parlavano. Il silenzio era calato nella stanza, ero davvero presa da quel libro
non mi rendevo conto del suo sguardo impresso su di me, poi la sua voce ruppe
il silenzio:
<< hai davvero dei capelli stupendi >> iniziò.
Da parte mia non ci fu una risposta
<< mi chiamo Zayn, …. >> continuò << penso che tu sia
davvero bella sai…..i tuoi capelli sono tendenti al gagio chiaro, alta, magra e
sei molto pallida, i tuoi occhi sono grigi, hai qualche lentiggine che irrompe
negli zigomi, sembra che tu abbia fatto il bagno nella candeggina, sembri
sbiadita….. >> iniziò a ridere divertito.
Da quel momento non riuscii più ad ascoltarlo, era come se udissi nelle
mie orecchie un rumore simile ad un uccellino spaventato, in preda al panico e
ed era cosi anche per me. Non avevo mai sperato che lui mi parlasse, eppure
quel giorno lui riuscì a rivolgermi la parola.
<< spero che riuscirai a parlarmi un giorno di questi… >>
finì col dire, prima che io me ne andassi.
***
Miss W. fu dimessa, dall’ospedale, vari giorni dopo, andai ad aiutarla
cercando di rendermi utile portandole i suoi bagagli; lei saluto Zayn
augurandogli di rimettersi, quel suo gesto mi rimase impresso, lei aveva fatto
molto conoscenza con lui, e lo capì solo da come gli si era rivolta, gli aveva
dato del Tu chiamandolo anche per nome, non era qualcosa che faceva
abitualmente e lì, io provai nostalgia, desideravo davvero aver avuto più tempo
per conoscere quel ragazzo e imparare qualcosa in più del suo mondo. Miss W.
lasciò la stanza prima di me, dovette andare al piano di sotto per firmare
alcuni moduli, ricordo che in quel momento io mi sentì davvero imbarazzata, ero
da sola in quella stanza con lui; cercai velocemente di raccogliere gli ultimi
averi di Miss W. e mi diressi alla porta quando la sua voce torno al colmare il
silenzio.
<< Mi verrai a trovare ? >> mi si rivolse << Tu …
tornerai da me ? >>
Non ricordo di aver fatto alcun cenno, ne avevo espresso alcun suon
eppure mi ringraziò.
<< grazie >> furono le sue ultime parole, la voce era calma
al quanto calda.
Lui ne era consapevole, lo sapeva anzi ne era certo, io sarei tornata
da lui.
Continua----->
SofiaC
Ciao a tutti, inizio ringraziando chi ha letto o
almeno dato un’occhiata alla storia.
Poison, come si può pensare è una storia
drammatica al quanto romantica.
Come inizio può sembrare lento, ed effettivamente lo
è ma è una storia in cui non si può tralasciare niente.
Da mesi a scuola stiamo trattando l’argomento sulla
violenza sulle donne ed è qui che ho voluto parare, è una storia in cui ci
possono essere descritti atti violenti per questo il Rating è arancione.
Questa mia prima storia, parla del percorso che la
nostra protagonista affronterà, delle sue riflessioni e del suo amore che non
ha un lieto fine.
Grazie di tutto.