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Autore: Sofia C    02/04/2013    3 recensioni
Un racconto in cui l’amore si rivela veleno.
In questa storia ho voluto trattare le due facce con cui l’amore si può rivelare, di come possa prendere sembianze sbagliate e come può indurre una ragazza a fare passi falsi.
Un racconto che spero aiuterà a introdurci un altro aspetto di questo grande sentimento che non sempre porta a un lieto fine.
Prologo....
Avete mai pensato come l’amore può rivelarsi veleno? Quando si ama si può diventare folli, persi, ma poi cosa ci rimane? Il dopo, è solo veleno.
Il mo nome è Seyla Smith;
E questa è la mia storia .
< voglio raccontarti una storia > dissi a Zayn.
Ti sembro un bambino di 5 anni, fu questa la sua risposta.
Se io vi dicessi che quella mattina….fu la più bella della mia vita, ma anche la più brutta.....
Ero un piccolo uccello che si era perso al suo primo volo e ora cercava di ritrovare la sua casa
nella primavera del 1999, il 17 Aprile. Stanza 211 io, lì conobbi Zayn.
< Mi verrai a trovare ? > mi si rivolse < Tu... tornerai da me ? >
io sarei tornata da lui.
continua--->
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
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poison

SofiaC

Introduzione:

Un racconto in cui l’amore si rivela veleno.

In questa storia ho voluto trattare le due facce con cui l’amore si può rivelare, di come possa prendere sembianze sbagliate e come può indurre una ragazza a fare passi falsi. Un racconto che spero aiuterà a introdurci un altro aspetto di questo grande sentimento che non sempre porta a un lieto fine.

 

Prologo

Avete mai pensato come l’amore può rivelarsi veleno? Quando si ama si può diventare folli, persi, ma poi cosa ci rimane? Il dopo, è solo veleno. 
Il mo nome è Seyla Smith;
E questa è la mia storia .

“In quella notte i miei occhi videro solo l’orrore”. 

<< Voglio raccontarti una storia >> dissi a Zayn.
Ti sembro un bambino di 5 anni, fu questa la sua risposta.
Se io vi dicessi che quella mattina….fu la più bella della mia vita, ma anche la più brutta. Sono convinta che replichereste, Bè questo non ha senso, e a volte riderei anche di me stessa, dandovi ragione, ma la verità è in quello che ho affermato, quella mattina fu al tempo stesso la migliore e la peggiore, della mia vita. Questo mio discorso ricade su un fatto avvenuto tanto tempo prima, ma da allora queste mie memorie rimangono impresse e il ricordo di ogni singolo minuto riporta in me emozioni provate solo allora.

Ricordo quel giorno, di molti anni fa, come se fosse ieri, il suo profumo e il silenzio che incombeva su di noi, Zayn era appena sveglio e io ero affianco a lui come ogni mattina, l’aria fredda che si insinuava dalle finestre e il sole già alto nel cielo; era il primo giorno di primavera, il 21 marzo; il giorno in cui chiesi a lui di chiudere gli occhi e provare, insieme a me, a far diventare realtà quello che non ci era concesso. 

<< IMMAGINIAMO >> iniziai << di essere soli, solo tu ed io…immagina di essere in un posto lontano, lontano da qui e dalla tua malattia, lontano da tutti e dai nostri problemi; immagina di essere seduti, magari in un prato verde, con tanti fiori… perché è qui che avrà inizio la nostra storia, un storia che non avrà fine >>

In quel periodo ero solo una ragazza di 17 anni e niente poteva lasciar pensare che da lì tutto avrebbe avuto un’unica svolta, dopo tutto sono nata e cresciuta in un piccolo orfanotrofio e nessuno può sostenere che sia realmente un bel posto in cui abitare. Zayn, il mio unico amico, aveva due anni in più di me, ma era costretto a stare in ospedale per una grave malattia, fu proprio in quella stanza che lo incontrai per la prima volta, stanza 211, ma fu anche lì l’ultima in cui lo rividi.

Da ragazza non ho mai avuto molto da offrire, non avevo una casa di cui vantarmi, amici con cui uscire ne una scuola in cui studiare, ero un piccolo uccello che si era perso al suo primo volo e ora cercava di ritrovare la sua casa, ad ogni mio compleanno esprimevo un semplice desidero, volevo davvero che mamma e papa tornavano a prendermi per portarmi via con loro, ma all’età di 10 anni capì che non sarebbero mai tornati, fu lì in cui mi resi conto di ciò che avevo desiderato realmente ogni singolo anno, ma proprio in quel momento l’idea di rimanere iniziò a cambiare prospettiva, mi sarebbe piaciuto restare…. Davvero, perché è proprio qui che la mia storia ha avuto inizio. 

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L’orfanotrofio in cui sono cresciuta si trovava nelle vicinanze Perth, in Scozia, era una piccola catapecchia, cioè, io la consideravo tale essendo troppo piccola per essere un’abitazione di tanti bambini, sorgeva lontano dal caos della città ed era immersa tra campi. Quand’ero bambina ero convinta che quei campi non gradissero affatto la nostra presenza, perché in primavera era raro vedere in loro un fiore germogliato, erano campi spogli che rendevano incolore tutto ciò che si trovava attorno a loro e questo mi ricordava tanto il racconto del mago di OZ che Miss White abitualmente ci raccontava, io ero Dorothy immersa in quei campi senza colori, era un mondo grigio come i miei occhi. Solo nel fine settimana quei colori sarebbero riemersi; Miss White, ci portava nel parchino poco distante, che, possedeva solo un unico sentiero attorno ad un laghetto, era un parchino poco frequentato essendo piccolo e lontano dalla città, infatti lo consideravo come nostro, nessuno poteva comprendere l’importanza che aveva per noi, era l’unico luogo in cui i colori riprendevano le loro sembianze e faceva tornare in tutti noi il sorriso. In quel periodo, quando avevo 6 anni, eravamo un piccolo gruppo di soli 5 bambini, di quei 5 solo io rimasi, ma con il tempo ne arrivarono altri, sempre più, ma la differenza di età era evidente, avevo 13 anni, stavo diventando signorina mentre loro ne avevano poco più di 4, era un mondo diverso per me, ed io iniziai a diventare anche un problema, dovevo andare a scuola, essere istruita, ma essendo orfana di certo non avevo genitori con il bisogno di pagare tasse scolastiche e per l’orfanotrofio era una spesa troppo grande, quindi in quel periodo non mi fu concesso frequentarla, Miss W. era affezionata a me e cercò d’insegnarmi ciò di cui lei era a conoscenza; Era una donna, colta ed istruita, di mezza età, in cui il tempo gli aveva giocato un brutto scherzo, il suo volto era cosparso di rughe, in ognuna delle quali si nascondeva una sua storia; da giovane doveva essere stata una donna molto attraente difatti si era sposata poco più, al compiere dei suoi 18 anni, mi raccontava storie su di lui, sul loro amore, ma in quella storia l’amore si arreso poco dopo, lui è morto solo dopo 10 anni di matrimonio, lasciando Miss W. da sola. Lì, in quel periodo decise di aprire l’orfanotrofio ed è grazie a lei se avevo un posto in cui dormire. In poco tempo imparai a leggere e scrivere, quando compì 14 anni mi fu regalato un libro, io apprezzai quel regalo con grande entusiasmo; era un periodo in cui l’orfanotrofio aveva perso fondi, c’era povertà e le famiglie non adottavano più bambini orfani, questo portava solo dolore in noi, Miss W. perse il sorriso e con il passare degli anni non portò più i bambini a giocare nel parco, iniziò a trascurare sia me che loro, non aveva più tempo per noi, ogni giorno contava tasse, bollette, dovette licenziare gran parte del personale, non aveva soldi ne per se ne per noi, avevo 16 anni quando poco più in là lei si ammalò e fu costretta a rimanere a letto, nei giorni a seguire venne trasferita in ospedale e fu lì, dove lo incontrai per la prima volta, nella primavera del 1999, il 17 Aprile.      

Stanza 211 io, lì conobbi Zayn.

***

Mi venne dato il permesso per andar a trovare ogni mattina Miss W. il che rendeva ciò un’esperienza nuova per me, non ero mai andata da sola al parco e altrettanto non avevo mai oltrepassato l’uscita la quale mi avrebbe portato all’entrata secondaria dell’ospedale in cui Miss W. era stata ricoverata con urgenza.

A quei tempi, ero ancora un uccellino che non era ancora uscito dal proprio guscio e niente poteva lasciar pensare che io, a Zayn, avrei rivolto la parola, mi piaceva osservarlo di tanto in tanto, quando Miss W. riposava, cercavo di accogliere ogni dettaglio su di lui; era un ragazzo molto colto, durante il suo soggiorno in ospedale, leggeva in continuazione credo che cercasse di non rimanere indietro con il programma scolastico, riguardo all’aspetto fisico aveva una piccola bocca corrucciata e una mascella larga, i suoi deliziosi occhi scuri, erano circondati da ciglia folte il che gli rendevano lo sguardo misterioso, quanto a suoi capelli mori, erano molto folti e mossi e tralasciavano la sensazione di essere curati e incredibilmente morbidi, questo era lui e io in quella stanza, mi sentivo davvero ridicola quasi pacchiana.
Miss W. soggiornava in ospedale da più di una settima e io tutte le mattina andavo a farle compagnia, le raccontavo di cosa accadeva all’orfanotrofio, delle liti tra i bambini e tutto ciò che potesse passarmi nei miei pensieri.

Era un lunedì mattina e il sole era da poco alto nel cielo, Miss W. al mio arrivo riposava ancora, lei aveva già da prima fatto conoscenza con Zayn, ma fino a quella mattina io non ebbi l’occasione di parlargli; ricordo, di essermi seduta sulla sedia, intenta a cercare di leggere il libro, che da giorni avevo trovato a terra nel sentiero del parco, era un libro quasi ridicolo per bambini, con protagonisti, cani, gatti e altri animali che parlavano. Il silenzio era calato nella stanza, ero davvero presa da quel libro non mi rendevo conto del suo sguardo impresso su di me, poi la sua voce ruppe il silenzio:

<< hai davvero dei capelli stupendi >> iniziò.
Da parte mia non ci fu una risposta
<< mi chiamo Zayn, …. >> continuò << penso che tu sia davvero bella sai…..i tuoi capelli sono tendenti al gagio chiaro, alta, magra e sei molto pallida, i tuoi occhi sono grigi, hai qualche lentiggine che irrompe negli zigomi, sembra che tu abbia fatto il bagno nella candeggina, sembri sbiadita….. >> iniziò a ridere divertito.
Da quel momento non riuscii più ad ascoltarlo, era come se udissi nelle mie orecchie un rumore simile ad un uccellino spaventato, in preda al panico e ed era cosi anche per me. Non avevo mai sperato che lui mi parlasse, eppure quel giorno lui riuscì a rivolgermi la parola.
<< spero che riuscirai a parlarmi un giorno di questi… >> finì col dire, prima che io me ne andassi.

***

Miss W. fu dimessa, dall’ospedale, vari giorni dopo, andai ad aiutarla cercando di rendermi utile portandole i suoi bagagli; lei saluto Zayn augurandogli di rimettersi, quel suo gesto mi rimase impresso, lei aveva fatto molto conoscenza con lui, e lo capì solo da come gli si era rivolta, gli aveva dato del Tu chiamandolo anche per nome, non era qualcosa che faceva abitualmente e lì, io provai nostalgia, desideravo davvero aver avuto più tempo per conoscere quel ragazzo e imparare qualcosa in più del suo mondo. Miss W. lasciò la stanza prima di me, dovette andare al piano di sotto per firmare alcuni moduli, ricordo che in quel momento io mi sentì davvero imbarazzata, ero da sola in quella stanza con lui; cercai velocemente di raccogliere gli ultimi averi di Miss W. e mi diressi alla porta quando la sua voce torno al colmare il silenzio.
<< Mi verrai a trovare ? >> mi si rivolse << Tu … tornerai da me ? >>  
Non ricordo di aver fatto alcun cenno, ne avevo espresso alcun suon eppure mi ringraziò.
<< grazie >> furono le sue ultime parole, la voce era calma al quanto calda.
Lui ne era consapevole, lo sapeva anzi ne era certo, io sarei tornata da lui.  

                                                                                                            Continua----->     

 

SofiaC

Ciao a tutti, inizio ringraziando chi ha letto o almeno dato un’occhiata alla storia.

Poison, come si può pensare è una storia drammatica al quanto romantica.

Come inizio può sembrare lento, ed effettivamente lo è ma è una storia in cui non si può tralasciare niente.

Da mesi a scuola stiamo trattando l’argomento sulla violenza sulle donne ed è qui che ho voluto parare, è una storia in cui ci possono essere descritti atti violenti per questo il Rating è arancione.

Questa mia prima storia, parla del percorso che la nostra protagonista affronterà, delle sue riflessioni e del suo amore che non ha un lieto fine.

Grazie di tutto.  

  

  
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