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Autore: BeeMe    02/04/2013    1 recensioni
Mi vedo dire ad uno che è bello, senza pensare che è il ragazzo di una mia cara amica e pensare che la mia migliore amica è proprio sulla mia stessa linea d’onda.
Mi immagino dire al mio migliore amico che è veramente carino e ad un mio amico che la sua voce è bellissima.
Mi sento dire tutte quelle cose che non ho mai detto a nessuno.
E mi sento bene.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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A volte mi immagino come sarebbe se per caso finissi sotto una macchina, davanti a tutti.

Mi immagino un urlo e poi qualcuno che corre a vedere come sto e vede che sono lì, ma anche in un posto dove nessuno di loro mi può raggiungere.

Nella mia mente vedo tutti in preda al panico e qualcuno che chiama disperatamente il 118.

Osservo i medici mettermi di corsa su una barella e annunciare a tutti che c’è ancora speranza. Li sento illudere delle persone a cui tengo.

Vedo un ragazzo fissare scioccato l’ambulanza che parte a sirene spiegate e mia sorella tenermi la mano.

Sento delle scosse sul petto e li osservo mentre mettono il mio corpo su un letto bianco in una stanza anch’essa bianca e collegarlo ad una flebo.

Vedo mia sorella tornare da tutti e digli piangendo che sono in coma.

Sento una lacrima cadere su una maglietta e vedo i miei occhi riaprirsi.

Mi immagino di non ricordarmi di nessuno dei miei amici.

Mi vedo dire ad uno che è bello, senza pensare che è il ragazzo di una mia cara amica e pensare che la mia migliore amica è proprio sulla mia stessa linea d’onda.

Mi immagino dire al mio migliore amico che è veramente carino e ad un mio amico che la sua voce è bellissima.

Mi sento dire tutte quelle cose che non ho mai detto a nessuno.

E mi sento bene.

Poi mi vedo raggiungere Lui. Il ragazzo più bello sulla terra e digli in faccia tutto quello che penso, infischiandomi di tutte le conseguenze.

Lo immagino ricambiarmi e baciarmi. E in quel bacio mi vedo ricordare tutto.

E poi ritorno sulla strada dove la macchina su cui stavo fantasticando è passata da un pezzo, da sola, sotto la luce di un lampione e ricomincio a camminare.

Ma quella storia che ho appena ideato è dentro di me e riesco a sentirla camminare felpata alle mie spalle.

E resterà sempre con me, perché è uno dei tanti futuri che sarebbero potuti accadere. Un passo compiuto troppo presto, una spinta data nel momento sbagliato e tutto tornerebbe come nella mia storia. 

Però, mentre cammino, penso anche che ci sono altri futuri possibili, che non sempre la mia mente vince su tutto e allora ritrovo la voglia di restare attaccata alla realtà.

All'improvviso mi fermo sotto un lampione: c’è qualcuno che sta camminando verso di me.

La sua silhouette scura si colora mentre anche lui si ferma vicino a me.

E’ Lui.

Mi guarda negli occhi e io mi perdo in quegli oceani infiniti.

Sto ancora pensando alla mia strana fantasia e, senza rifletterci, gli dico tutto quello che non ho mai avuto il coraggio di digli.

Lui mi guarda stupito, poi si avvicina e mi bacia.

Mi sento al settimo cielo. 

Poi si allontana e io gli sorrido.

Lui ricambia e io capisco che a volte non bisogna guardare quanto è profondo l’abisso perché c’è sempre un modo per tornare su, che bisogna tuffarsi senza guardarsi indietro, saltare nel baratro senza rimorsi e sorridere quando si tocca il fondo, perché, nel buio, c’è sempre una luce ad indicarci la via d’uscita e la mia era lì, davanti a me.

  
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