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Autore: Cyborg18 Fanning    02/04/2013    3 recensioni
"Avanti, facciamo a chi arriva primo al fiume. Come al Distretto 2, ti va?
Certo che ti va, in fondo questo è il mio paradiso."

Clove è morta, ormai è nell'Aldilà.
L'unica cosa che le riesce è ricordare Cato.
Il loro essere soli, anche quando erano insieme.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che sciocchezza la morte.







Non credevo che morire fosse così facile. 
Che vergogna, che squallore, andarsene via così: sbattuta per terra da un paio di mani.
Eppure non riesco ad essere arrabbiata o delusa, mi sento così bene qui, nelle braccia della morte.


"Clove. Clove non mi abbandonare."
 
 
Cato.
Mi dispiace così tanto, Cato. Che sciocchezza, neanche il tempo di un saluto.
Che sciocchezza la morte.
Lasciami andare ora, Cato, e vinci anche per me.
Forse piangerei, se avessi lacrime da piangere. 
 
C'è profumo di crostata. E l'odore della pella di Cato.

 
 
Ricordo che quando ero la Clove del Distretto 2 e le mie unghie non erano costantemente incrostate di sangue non mio, amavo fare colazione da sola.
Uscivo all'alba e mi compravo qualcosa dal panettiere, poi mi dirigevo verso l'Accademia e mangiavo nel mio nascondiglio segreto.
Era l'armadio vecchio di un ancor più vecchio spogliatoio. 
Mi ci ficcavo dentro e chiudevo le ante. Lì nessuno poteva vedermi. 
Nè mia madre, nè mio padre, neppure i miei addestratori.
Ero sola e mi piaceva da morire.
Una  volta, mentre stavo finendo di mangiucchiare un dolce alla fragola, nascosta dentro al mio armadio, sentì qualcuno entrare. A giudicare dal rumore la porta doveva essere stata aperta con un calcio.
Fissai il ragazzo che era appena entrato da un buco del mio nascondiglio.
Era biondo, alto e muscoloso.
Era Cato a 15 anni.
Tirava calci a tutto quello che trovava e continuò così per almeno una decina di minuti, poi poggiò la schiena al muro e lentamente si lasciò scivolare.
Non ho idea del perché si trovasse lì, o perché era tanto arrabbiato e in realtà non avevo neanche voglia di saperlo. Mi dava fastidio che qualcuno fosse entrato nel mio nascondiglio.
Aprì lentamente una delle ante dell'armadio, lui scattò nell'udire il cigolare del mio movimento ma si rilassò quando capì che ero io.
Il suo sguardo chiedeva silenzio, non cercava domande nè risposte. Solo il permesso di rimanere ancora un po' nel suo gelido tormento.
Gli lanciai quel che rimaneva della crostata alle fragole e richiusi le ante dell'armadio. 
Tornando al mio buio.
Qualcuno direbbe che ci stavamo facendo compagnia, che ci davamo forza l'un l'altro. 
Ma non è così.
Là dentro, in quella stanza ammuffita e dimenticata, eravamo soli.
Eravamo soli insieme.



 
Avanti, Cato, facciamo a chi arriva primo al fiume.
Come al Distretto 2, ti va?
Certo che ti va, in fondo questo è il mio paradiso.




 
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N/a
Mha, non so davvero cosa dire.
Era da tanto che volevo scrivere su di loro è alla fine ho optato per una flash introspettiva e malinconica (che poi sono i miei generi preferiti).
Spero vi sia piaciuta, nient'altro.
Un bacio,
C18 Fanning. 
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