Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: firephoenix    02/04/2013    11 recensioni
Hola a tutti! Questa è una ff un po' particolare che mi è venuta fuori dopo aver fatto un disegno dove Maka sembrava Cappuccetto Rosso! Dovrebbe essere una specie di reinterpretazione della favola con i personaggi di Soul Eater (non tutti) ma non aspettatevi la solita storiella :)
Dal testo:
"Sospirai e alzai il cappuccio rosso fuoco del mio mantello incamminandomi verso la casa di Tsubaki."
Fatemi sapere cosa ve ne pare! Buona lettura e recensite please :)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Spirit Albarn, Tsubaki | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questi sono i momenti strani della vita: starsene seduti in un prato a parlare con un chi avevi scambiato per un cucciolo di cane quando avevi 7 anni e che si era rivelato essere un licantropo il quale, al contrario di quello che ti aveva raccontato quello stronzo di tuo padre, era tutt'altro che morto.
Me ne stavo lì seduta nell'erba alta a fissarlo mentre mi parlava e stentavo a credere che non stessi sognando. Insomma alla fine quanto eravamo stati insieme? Mezzo pomeriggio e una serata quando io ero troppo piccola per sapere dell'esistenza di una specie come la sua e lui era troppo piccolo per riuscire a liberare la sua vera natura? Eppure mi sentivo legata a quello strano ragazzo come se fosse il mio migliore amico da sempre. Mi risvegliai dalla trance quando Soul mi accarezzò un codino.
«...perché io sarò cambiato, ma tu sei dannatamente uguale a quando eri piccola: con gli occhioni verdi e i codini biondi... sembri ancora una bambina» ghignò.
«Che? Non è vero! Sono passati 10 anni!» gli schiaffeggiai la mano che stava giocando con i miei codini tutti disfatti e sporchi a causa della corsa di prima e del fango «quello che mi chiedo è perché mio padre mi ha detto che eri morto»
«Probabilmente lo pensava davvero. Mi ricordo che mi ha gettato in mezzo alla strada e non ha fatto altro perché tua madre lo ha ritirato dentro casa»
«Stronzo...» serrai la mascella e strinsi un pugno facendo sbiancare le nocche «fosse stato per lui ti avrebbe anche ucciso»
«Lo avrebbe fatto per proteggerti, non incolparlo per questo»
«Lo stai difendendo! Ti ha lanciato per la strada!» urlai.
«Ricordati che stavo per ucciderti poco fa! No lo stimo certo, ma nemmeno lo biasimo!» i suoi occhi scintillavano.
«Se non lo avesse fatto non saresti così! Saremmo cresciuti insieme e...»
«...e saremmo stati la famiglia felice con papà, mamma, figlia e licantropo, certo!»
Scese il silenzio. Lo sguardo mi cadde sul cestino che avevamo ritrovato grazie al fiuto di Soul e il mio pensiero toccò Tsubaki. Chissà da quanto mi aspetta...
«Forse è meglio che vada. Senti... d'ora in poi ti porterò io il cibo così non dovrai più aggredire le ragazze indifese» sorrisi cercando di sdrammatizzare.
«Ok... bé... grazie» mi guardò mentre mi alzavo dopodiché si alzò anche lui.
«Ci vediamo allora, grazie ancora per non avermi mangiato» mi avvicinai lentamente, mi alzai in punta e, appoggiandomi alle sue spalle muscolose, posai le mie labbra sulla sua guancia... solo per salutarlo.
Lui diventò rosso fuoco e si mise una mano sulla guancia dove lo avevo baciato.
Io mi diressi felice verso casa di Tsubaki.

 

Bussai alla porta di legno di quella che un tempo era la casetta della nonna di Tsubaki.
«Chi è?» la voce della mia amica mi arrivò assonata dall'interno dell'abitazione.
«Cappuccetto rosso!» risposi sorridendo con il soprannome che mi aveva dato quando ero piccola per via del mio mantello. Alla morte di sua nonna il nomignolo era diventato anche una sorta di lasciapassare segreto, che conoscevamo solo noi, in modo che Tsubaki avrebbe potuto sapere che ero io senza venire ad aprire la porta; le circostanze della morte della vecchia erano ancora misteriose e la prudenza non era mai troppa così, quando lei mi chiedeva chi era, non rispondevo mai “Maka” ma “Cappuccetto rosso” e lei sapeva che ero io.
«Vieni pure Maka!» entrai nella casetta pensando ancora una volta che fosse piccola, ma graziosa. Di fronte a me, in fondo alla stanza, si trovava il letto matrimoniale a baldacchino che si intravedeva in trasparenza dietro delle tendine leggere, alla mia destra stava la cucina e a sinistra un piccolo salottino con un divanetto e una poltrona. Potevo scorgere la figura della mia amica dietro il velo delle tendine del letto «sei in ritardo» mi disse la ragazza alzandosi dal giaciglio e sistemandosi la lunga chioma nera in una coda alta.
«Lo so... ho... preso la strada» non me la sentivo di parlarle di Soul, non ancora per lo meno.
«Com'è il tempo fuori?» sorrise dolcemente.
«Uh, ha smesso di piovigginare finalmente» mi si avvicinò e mi squadrò dal capo ai piedi.
«Santo cielo, Maka! Mi sembri un po' troppo fangosa per una che è passata dalla strada!»
«Ehm... è una storia lunga posso usare il bagno?» lei acconsentì, io le porsi il cestino e mi diressi verso la piccola stanzetta alla destra del letto. Dopo essermi lavata alla belle e meglio e essermi rifatta i codini, tornai dalla mora e la trovai in cucina a preparare pane e marmellata alle pesche per entrambe.
Trascorremmo un bel pomeriggio mangiando e parlando del più e del meno fino a che il sole non iniziò a tramontare e io ripresi le mie cose per tornare a casa.
«Mi raccomando Maka passa anche adesso dalla strada. Ieri sera ho sentito degli strani ululati e non vorrei che...» sorrisi sincera.
«Certo Tsu» uscii dalla casetta e, notando la mia amica sbirciarmi dalla finestra, mi costrinsi contro voglia a prendere davvero la strada.

 

Me ne stavo sdraiata a pancia in giù sul mio letto. Il sole non doveva essere sorto da molto, ma non ero mai stata così sveglia in vita mia. Appena avevo aperto gli occhi quella mattina avevo percepito che c'era qualcosa di diverso e i miei sospetti si erano rivelati esatti quando avevo sentito una voce maschile provenire dal piano di sotto: Spirit. Come aveva osato quello sporco ubriaco mettere piede qua dentro! La mia collera non aveva fatto altro che aumentare da quando il giorno prima Soul mi aveva raccontato cosa quell'uomo gli aveva fatto. Giurai a me stessa che non lo avrei chiamato “padre” mai più in vita mia.
Sentivo i miei genitori bisbigliare di sotto. Volevo alzarmi per sentire cosa dicessero, ma non ne avevo il coraggio. Mi sentivo come la bambina di 10 anni fa. Maledizione! Alzati codarda! Non sei più quella bambina indifesa e lui non si deve permettere di entrare in casa tua! Scalciai le coperte e, rimanendo in vestaglia, mi avvicinai alle scale senza fare rumore poi, accostandomi al muro per non essere vista, iniziai a scendere i gradini. Cominciavo a capire qualche parola.
«Te lo avevo detto di ... era … »
«Non … »
«Kami, tesoro ascoltami, devi … »
«Non chiamarmi tesoro e non azzardarti a darmi ordini su mia figlia!» mia madre aveva alzato la voce e, come immaginavo, stavano parlando di me.
«Aspetta ti prego! Puoi fare quello che vuoi con lei, ma non lasciare che si avvicini ai boschi per nessun motivo!» Spirit sembrava serio per una volta.
«Maka è grande! Sa da sola quello che deve fare!» scesi un altro gradino.
«Ma non capisci! Lo ho visto stanotte! È tornato e chissà che intenzioni ha! Avrei dovuto ucciderlo!» mi tappai la bocca con una mano per non gemere troppo forte dallo stupore. Merda! Soul!
«Magari non è nemmeno lui! Non sai quel che dici!»
«È lo stesso ne sono sicuro! Dobbiamo disfarcene una volta per tutte di quell'animale o la mia Makina...» ora basta! Non ascoltai oltre.
«Io non sono più la tua Makina» scesi gli ultimi gradini e fissai Spirit con occhi di fuoco «Vattene da questa casa. Adesso» lui mi fissò sconcertato, ma ebbe la decenza di non dire altro e di ubbidire. Appena uscito mia madre si voltò a guardarmi.
«Da... da quanto eri lì tesoro?»
«Abbastanza» soffiai e me ne tornai di sopra.

 

Mi stavo pettinando i capelli, decisa di lasciarli sciolti, quando mia mamma mi arrivò alle spalle.
«Vai da Tsubaki anche oggi?»
«Si. Ho scoperto di aver dimenticato la tovaglietta del cestino da lei ieri» bugia. La tovaglietta mi era servita per creare il doppiofondo che mi consentiva di trasportare la carne che avevo avanzato a pranzo per portarla a Soul e in più avevo bisogno di dire al mio lupo di stare attento d'ora in poi. A dire la verità mi sentivo un po' in colpa ad usare la mia amica come scusa e poi non passare neanche a salutarla, ma era per una buona causa.
Mia madre annuì. Sembrò voler aggiungere qualcosa, ma poi si limitò a passarmi il mantello e a salutarmi.
Non mi aveva detto di non passare dal bosco. Probabilmente sapeva che lo avrei fatto comunque.
Mi addentrai nella vegetazione a passo sostenuto con il cappuccio alzato per evitare sguardi indiscreti e mi avviai verso il luogo dell'incontro con Soul. Stavo camminando da qualche minuto quando:
«Buu!» un ragazzo albino con le orecchie da lupo saltò fuori da dietro un albero facendomi perdere qualche decennio di vita.
«Ma sei scemo!» strillai tirandogli il cestino in testa.
«Auuu» uggiolò lui dolorante, massaggiandosi il cranio.
«Devo dirti una cosa importante smettila di fare l'idiota» lui mi guardò storto, poi ghignò.
«Sai Maka, non è che se ti sciogli i codini sembri più grande... sei sempre la solita bambina tappetta» disse poi tirandomi scherzosamente una ciocca di capelli che erano rimasti scoperti dal cappuccio rosso, caduto indietro quando Soul mi aveva spaventata.
«La vuoi piantare! Sei in pericolo, non capisci!» urlai guardandolo farsi serio «dov'eri ieri sera?»
«Dove vuoi che fossi? Nel bosco!» alzai gli occhi al cielo.
«Dove di preciso?» lo vidi riflettere.
«Bé quando il sole è calato mi sono stupito di non vederti tornare e mi sono avvicinato al confine con il paese per vedere se eri a casa poi...»
«Tu cosa? Devi essere scemo! Magari eri anche in forma di lupo eh?» ero fuori controllo quando lo vidi accennare un sorriso sghembo come assenso.
«Sei un deficiente!! Un pazzo! Un cretino!» feci per prendere di nuovo il cestino per lanciarglielo addosso, quando lui mi bloccò il polso dicendo:
«Credo di aver afferrato il concetto! Arriva al punto!» sospirai rassegnata.
«Ti hanno visto. Spirit... ti ha visto.»
«Spirit?»
«L'uomo che ti ha abbandonato per strada» sibilai.
«Tuo padre?» lo guardai male.
«Non è più mio padre ormai» lo vidi sospirare. Appoggiò una mano sulla mia spalla.
«Qualsiasi cosa succeda è comunque tuo padre Maka...» gli schiaffeggiai la mano.
«No invece! Tu non capisci, lui...»
«Io capisco benissimo!» questa volta fu il suo turno di incazzarsi «Forse anche meglio! Secondo te perché 10 anni fa mi trovavo abbandonato nella pioggia, lasciato a morire sotto un albero! Mio padre era il capobranco, mia madre una puttana e io un bastardo» una lacrima mi rigò la guancia e lui si addolcì cambiando tono di voce «il giorno prima di trasferirci insieme al branco in un altro territorio più favorevole, quello che credevo mio padre scoprì che ero figlio di un altro... e invece di accogliermi lo stesso, uccise mia madre e il mio vero padre, prese sotto la sua ala il mio fratellastro, Wes, dicendo che lui era veramente degno di far parte del branco e mi abbandonò al mio destino. Allora ero troppo piccolo per cavarmela da solo... stavo per morire quando, pochi giorni dopo l'accaduto, mi trovasti e mi accudisti, salvandomi la vita»
Lo guardai intensamente.
«Mi dispiace...»
«Non devi scusarti» si avvicinò piano al mio viso facendomi partire il cuore a mille e appoggiò delicatamente la sua lingua sulla mia guancia, leccandomi via una lacrima. Non mi accorsi di essere in apnea fino a quando Soul non mi guardò in modo strano.
«Che c'è?» ma davvero lui pensa che leccare la gente sia una cosa normale?! Bé giusto... è un lupo. Mi schiarii la voce imbarazzata.
«E-ehm... niente, solo... non farlo mai più senza avvisare» brontolai, lui ghignò.
«Agli ordini capobranco!»
«Idiota» sorrisi.

 

Porsi a Soul la bistecca che avevo tenuto nel cestino e lo vidi mentre la mordeva soddisfatto emettendo strani versi.
«Più che un lupo sembri un maiale!» esordii.
Lui ringhiò guardandomi male dalla sua posizione seduto nell'erba.
«Vabbé ti lascio alla tua carne! Torno a casa... dovrei arrivare giusto in tempo come se fossi andata da Tsubaki»
«Ci she Tsuashi?» fece lui con la bocca piena.
«Che?» deglutì rumorosamente.
«Chi è Tsubaki?» ripeté poi.
«Una mia amica che abita dall'altra parte del bosco» lui non rispose, ma corrucciò la fronte «nella casa di legno...» lo vidi leccarsi le labbra e dare un altro morso alla bistecca.
«Bé allora ci vediamo, mi raccomando stai attento... penso che Spirit abbia intenzione di indire una battuta di caccia per cercarti quindi... confido che tu non ti avvicini più al confine del bosco, ok?» annuì «ciao ciao lupo»
«Shiao» fece lui mentre mentre masticava la carne con i suoi potenti canini.

 

 

 

Contemporaneamente, dall'altra parte del bosco, una figura si avvicinò alla porta di una casetta di legno, piccola, ma graziosa e bussò piano.
«Chi è?» la voce di una ragazza arrivò insicura dall'interno.
«Maka»

 

 

 

 


Salve salvinoooo

 

Eccomi, come promesso, con il secondo capitolo!! Allora che ne pensate? Non vedete l'ora di sapere chi ha bussato da Tsubaki eh? Lo scoprirete solo nel prossimo capitolo........... forse! Muahahahahahah (faccia sadica). A parte gli scherzi, dovrei pubblicare non tanto tardi perché sono a buon punto con la scrittura :) quindi... alla prossimaaaaaaaaa!
Recensite in tanti mi raccomando ;)
XOXO
bakaaa 

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