Tutto è iniziato come iniziano i grandi libri, le grandi leggende…
Quel genere di cose che affascinano tanto bambini e ragazzi che non hanno ancora scoperto la connessione internet.
Tutto è iniziato un anno fa.
Sì, questo implica che sono ancora vivo per raccontarlo e che ho a disposizione un pc per scrivere: è un vecchio Windows 98, perciò non sono sicuro di riuscire a salvare tutte le follie che sto andando a raccontare, questo coso potrebbe spegnersi o cancellare tutto da un momento all’altro, soprattutto se qualcuno continua a far andare televisore, asciugacapelli e forno nello stesso momento.
Bleah, la tastiera è tutta appiccicaticcia, colpa di quelle schifezze che lo stesso qualcuno di prima si diverte a mangiare mentre naviga su internet.
Non fatevi ingannare, ha un Windows 7 nuovo di pacca, ma usa la mia stessa tastiera da quando ha rotto la sua cercando di usarla per schiacciare una mosca.
Idiota, e pensare che è un miracolo se torna a casa tutti i giorni.
Vado a farmi un panino, torno subito… Sarà meglio salvare, prima di perdere tutto.
Quello che vedete scritto qua sopra è di due settimane fa, dato che non sono riuscito a scrivere niente perché qualcuno ha deciso che il mio vecchio computer dovesse morire e l’ha fatto cadere spostando una sedia di scatto.
Per vendicarmi, perciò, sto usando il suo pc.
La tastiera, mio malgrado, è sempre la stessa, ma “pulirla con il detersivo o metterla in lavatrice”, come qualcuno ha suggerito, non è una buona idea e… no: non ho voglia di uscire e comprarne una nuova.
Perfetto, ora anche il mouse fa le bizze, deve averlo usato per aprire le noci come aveva fatto con la mia lava lamp.
Ma mangia sempre?
Il tempo come al solito è splendido e ci sono 40 gradi all’ombra, perciò me ne sto tappato qua a scrivere le mie memorie come un novantenne dimenticato in un ospizio.
Dov’ero rimasto? Ah, sì.
Tutto è iniziato un anno fa.
 
*Un anno prima*
-E’ da sei mesi che la cerco, non può essere sparita nel nulla.- A queste parole, l’uomo non batté ciglio. –Non sono affari miei; sono un ricettatore, non un ufficio oggetti smarriti.-
-Un oggetto del genere sarà di sicuro passato per mano vostra, tua o di qualcuno dei tuoi compari dietro quelle tende che mi puntano delle armi addosso…-. Erano ore che stava in piedi dentro quel buco, e tutto ciò che aveva trovato era una pessima accoglienza. Ma era nei bassifondi, come poteva aspettarsi altro?
-Descrivimi di nuovo questa cosa che stai cercando.- sbuffò il ricettatore appoggiando le grosse mani sudaticce al bancone.
-Si chiama Reliquiario del Sangue Benedetto, un alto piedistallo d’oro decorato con una mano benedicente, so che è qui in Giappone.-
-Mmh, capisco. Non ho visto nulla del genere, e in ogni caso non lo direi ad un ragazzino mai visto prima che fa l’arrogante anche con sei pistole puntate addosso!-
-Sei dici?- il ragazzo estrasse un grosso coltello da macellaio inciso con motivi barocchi.
Il ricettatore rise, -Sparate a questo idiota-
I sei uomini aprirono le tende che li stavano nascondendo e aprirono il fuoco, ma il ragazzo era scomparso, lasciando spazio all’aria vuota. Due degli uomini caddero per i colpi dei compagni che erano davanti a loro.
-Dov’è?!- ringhiò l’energumeno, -Non vi pago per spararvi a vicenda!-
-Sono proprio qui, non mi vedi?- Il ragazzo era appollaiato su un tavolo, e aveva appena steso altri due dei sicari facendo cozzare le loro teste una contro l’altra.
-Chi sei? Come fai ad essere così veloce?!- Pianse l’uomo, poi lanciò un’occhiata ai suoi uomini, gli ultimi due stavano scappando, raccattando qualche oggetto di valore. –Tornate indietro! Avrò la mia vendetta! Vi troverò!- Gli gridò dietro, ma quelli scomparvero.
-Avrai la tua vendetta, ma un altro giorno. Ora mi dirai la verità su quel Reliquiario.- mormorò il ragazzo puntandogli il coltello alla gola.
-Io non so nulla! Te l’ho detto! Non ho visto mai nulla del genere.- Il ricettatore stava frignando, e a giudicare dall’odore se la doveva essere fatta addosso.
-Sì, sì, dite sempre così! Dimmi qualcosa che non mi avete già detto…- sbuffò l’altro.
-Te lo giuro! Risparmiami!- l’energumeno si mise le mani sul cranio pelato.
-Okay, okay, non piangere. Ora me ne vado, ma se dici qualcosa a qualcuno sei morto.-
-O…ok-
Il ragazzo uscì dal negozio, lasciando il ricettatore solo con due cadaveri e altrettanti uomini svenuti.
-Troverò mai quel dannato coso?- sbuffò il giovane tirando un calcio ad una lattina, che finì addosso ad un gatto bianco con un disegno rosso sulla schiena.
-Scusa, gatto- disse.
-Figurati-