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Autore: xsheneedsjonas    02/04/2013    2 recensioni
Cosa hai fatto a chi credeva nella favole?
A chi credeva che l’amore c’è, e può cambiare le persone?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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INTRODUZIONE:
non badate minimamente alla quantità immane di stronzate che ho scritto.
Era il mio modo per sfogarmi dopo un paio di giorni che definire "difficili" sarebbe poco.
Grazie a chi legge e recensisce, davvero. xx
-Ronnie



Forse è finita davvero.
Forse dovrei smetterla di credere che alla fine le cose andranno secondo copione.
Magari questa volta no.
Magari l’hai trovata, finalmente.
Magari vedi in lei ciò che io non sono.
Magari sei felice davvero.
Perché con me non lo sei mai stato, non aveva senso: il nostro era un niente buttato lì, un modo per passare il tempo quando il resto diventava troppo noioso.
Ma mi sei entrato nell’anima, me l’hai rubata.
Avrai mai intenzione di ridarmela? La voglio indietro, mi serve.
Spetta a chi la merita davvero, perché so che per quanto il mio cuore cerchi di convincersi che è tutto giusto, tu non sei mai stato degno.
Ma non perché io sia qualcosa di incredibilmente speciale…
Semplicemente sono sbagliata per te.
Semplicemente tu sei sbagliato per me.
Eppure ciò che siamo insieme sembra immensamente giusto, intenso.
Sa di felicità, in quel momento: una felicità che si consuma in un secondo, lasciandomi lacerata, spezzata e illusa esattamente come prima, rinchiusa in una realtà che non c’è.
Una felicità che crolla nel momento in cui la mia mente si mette ad urlare, svegliando il mio cuore dal sogno in cui cade mentre sono con te: il mondo che immagino non esiste.
Il mondo in cui ci siamo io e te è un falso.
Tu sei cose sei, e non la persona che vive nella mia testa e nel mio cuore.
Sarebbe tutto troppo facile, se no: io sarei tua, e tu saresti mio.
Mio, mio e basta: camminerei libera per strada, a testa alta, con te al mio fianco.
Sorriderei a tutti quanti, consapevole del fatto che saprebbero di me e te.
Ciò che sei davvero mi piomba davanti agli occhi con la velocità di un uragano, ed è lì che mi sento morire, nell’accorgermi che ciò che io credo, ciò che io voglio, non può essere.
Ti vedo con lei, con altri, o da solo: sei diverso.
Solo con me vedo la persona che sono convinta ci sia, da qualche parte, dentro di te.
Ma non c’è, non davvero.
Devo svegliarmi.
Devo prendere un secchio di acqua gelida e buttarmelo addosso, così che tutto quel freddo mi penetri nelle ossa e nel cuore.
Ho bisogno di recuperare la mia mente, spersa tra i miei sentimenti, quelli sbagliati.
Perché mi devi rendere tutto così difficile, facendo in modo di sembrare così assurdamente perfetto ai mei occhi?
Nessuno lo è, eppure tu lo sei… O no.
No, non lo sei, per niente: i tuoi difetti non si possono contare su una mano, sono troppi.
Ma ti rendono chi voglio, chi volevo un anno fa e chi vorrò ancora.
Almeno finché esco da questo universo parallelo in cui tu sei con me ogni ora del giorno e torno sulla terra, dove giochi con il mio cuore, ferendolo ogni volta di più.
Ha troppi tagli, il sangue scorre a fiotti e le cicatrici non si rimarginano: che cosa mi hai fatto?
Cosa hai fatto a chi credeva nella favole?
A chi credeva che l’amore c’è, e può cambiare le persone?

Forse tu sei sempre lo stesso perché l’amore non c’è mai stato.
E io sono così stupida dall’essermene accorta e aver ignorato tutto.
Ho convinto me stessa di aver bisogno di tempo, di aver bisogno che tu vedessi chi ero veramente.
Ma non l’hai mai fatto, non mi hai mai guardata.
Mi sono nascosta dietro al tipo di persona che credevo tu volessi, qualcuno egoista come te, qualcuno che vive la sua vita senza pensare alle conseguenze.
Non è stato sufficiente nemmeno questo: tu sei là, probabilmente felice, e io sono qua, a torturarmi per non essere abbastanza, o troppo.
E adesso cosa ti aspetti che faccia?
Che ignori ogni goccia di sangue, fingendo che sia più forte di te?
Io sono debole, e lo sai: ci hai sempre giocato su, guadagnando centinaia di punti a tuo favore.
Siamo lontani anni luce, adesso.
Il mio punteggio è infinitamente inferiore al tuo e non c’è modo che tu me ne regali alcuni, anche solo per pareggiare i conti.
Non si pareggeranno mai.
Per farlo, tu dovresti cambiare, e io rimanere la stessa: un’altra cosa che non succederà.
Hai preso ogni parte di me.
Ridammi ogni pezzo.
Devo riassemblare il puzzle, e stavolta mi conviene sigillarlo, così che nessuno commetta più un simile e vile furto come il tuo.
Ma te lo lascerei fare ancora e ancora, finché mi consumerò completamente.
È ancora tutto tuo, se lo vuoi.
Puoi ancora averlo, o forse ce l’hai ancora nelle mani.
È come se riuscissi a vederlo: li stringi forte, senza lasciarli andare, perché sai che, una volta messa a posto, non avresti più il minimo controllo su ciò che sono, su ciò che provo.
È un gioco, un altro gioco nel quale mi spiazzi, partendo già in vantaggio.
Che sia perché io un cuore ce l’ho, e il tuo è nascosto?
Dove lo tieni?
Non mi hai mai permesso di arrivarci.
E mai me lo permetterai.

 
  
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