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Autore: germangirl    02/04/2013    9 recensioni
E’ il compleanno di Nathan, ma il destino sembra giocargli un brutto scherzo. O forse si tratta solo di un malinteso… e sul finale arriva un bel regalo.
[rating giallo causa linguaggio]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Oggi proprio non ci siamo. Non so cosa mi succeda, ma non riesco a concentrarmi. Non mi ricordo le battute, dimentico i movimenti, mi incarto sui tempi, insomma, sono un disastro. All’ennesimo errore, Andrew grida “stop” e si avvicina a me. Si vede lontano un miglio che sta cercando di trattenersi dall’urlarmi contro. Per mia fortuna, il suo autocontrollo vince la battaglia interiore e così, con un tono che risulta pacato, mi chiede: “Nate, tutto bene?”

Lo guardo senza rispondere, sembra una domanda banale ma accidenti, non so cosa dirgli. Non lo so se va tutto bene. Anzi, sto dicendo un’emerita cazzata. So perfettamente che non va per niente bene. Ieri sera il mondo mi è crollato addosso. Ero andato a casa della mia coprotagonista, pronto per dichiararle finalmente il mio amore, ma quando sono arrivato lì l’ho vista con un altro. Lui la stava abbracciando. Anzi, era appolipato a lei. E lei sembrava parecchio coinvolta, tanto che non si sono nemmeno accorti di me. Sono ripartito di corsa. Accidenti, ero convinto che anche lei provasse qualcosa per me: abbiamo sempre avuto un’intesa strepitosa sul lavoro ed ero sicuro che anche fuori dal set avremmo potuto fare scintille. Invece mi sono clamorosamente sbagliato. Diamine, mi sono fatto un regalo splendido per il mio compleanno….

“Nate, allora? Ci sei?”

“Oh, Andrew, scusa. Non so cosa mi succeda, ma oggi non carburo.” E’ una mezza verità, so perfettamente cosa mi succede. Il motivo del mio stato catatonico è proprio davanti a me e mi guarda, corrucciando la fronte. E’ lei la responsabile della mia totale inettitudine di oggi. E non posso fare a meno di pensare che è bellissima, anche con quell’espressione che non riesco a decifrare: preoccupata, incazzata, delusa…

“Ok, Nate, basta. Va’ a casa, riposati, rilassati, trovati una donna, sfogati, festeggia il tuo compleanno ma sparisci da qui. Domani ti voglio in perfetta forma, chiaro?”

“Grazie, Andrew, sei un amico”

Rivolgo uno sguardo di scuse alle altre persone presenti sul set e mi avvio verso il mio camerino. Entro, chiudo la porta e mi accascio sul divano, coprendomi il volto con le mani. Stana Katic, sei diventata la mia ossessione.

“Nate, posso entrare?” la voce di Andrew mi risveglia dai miei pensieri.

Mi alzo e vado ad aprirgli. Andrew entra nel mio camerino, si chiude la porta alle spalle e si piazza davanti a me.

“Allora, cosa succede? E non mi dire che non lo sai perché non ci credo. Ti conosco da troppo tempo. Chi è?”

“Chi è chi?”

“Oh, andiamo, Fillion, non prendermi in giro. Chi è la donna che ti ha ridotto così? In tutti questi anni ti ho visto frequentare tante ragazze, ma mai nessuna ti aveva messo KO in questo modo!”

Non posso fare a meno di sorridere: ha ragione, mi legge come un libro aperto. Ma non me la sento di dirgli che mi sono innamorato dell’attrice protagonista del suo programma. Non so come la potrebbe prendere: mescolare lavoro e vita privata non sempre funziona. Abbasso lo sguardo e mormoro: “Vedi, Andrew, è complicato….”

Improvvisamente lui mi prende per un braccio e mi dice: “Nate, non dirmi che si tratta di Stana….”

Cazzo, sono un attore davvero scarso. Sgamato al primo tentativo. Complimenti  Nathan, performance eccellente: ti meriteresti l’Oscar.

A questo punto, vuoto il sacco e gli racconto tutto. Che da qualche mese ho capito di provare qualcosa di profondo per lei. Che ho sempre cercato di negare questo sentimento perché temevo di rovinare la serie e perché sono un cazzone avariato (come il personaggio interpretato da Hugh Grant in Notting Hill). Che avevo ricevuto dei segnali, a mio parere inequivocabili, da parte sua, tanto da spingermi ad andare da lei ieri sera, pronto a mettermi in gioco per noi. E che l’ho trovata con un altro. A questo punto, Marlowe scoppia a ridere. Come, io gli racconto i fatti miei e lui reagisce con una sonora risata? Ma sono finito su Candid Camera? Mi verrebbe da spaccargli la faccia con un pugno, se non fosse per un piccolo particolare e cioè che lui – ops – è il creatore di questa serie.

“Oh, Fillion, sei proprio un bambino. Evidentemente non le hai chiesto chi era quell’uomo, né lo hai riconosciuto. Era Huertas”

Jon Huertas? Il tipo appolipato era Huertas? Cazzo, sono un imbecille. E di prima categoria. Me la faccio portare via da sotto il naso da uno dei miei amici. Ora lo prendo a pugni.

“Non pensare che lui te la voglia portare via e non farti venire in mente di prenderlo a pugni” – oh oh oh, fermi tutti. Quest’uomo mi legge nella mente?!?!? Creepy

“Ma… come fai a saperlo? Chi ti dice che fra quei due non ci sia qualcosa?”

“Jon e Stana si sono incontrati perché volevano organizzare una cosa insieme. Non c’è niente di romantico o compromettente fra loro, fidati. E se tu sapessi cosa stanno organizzando, ti daresti nuovamente del  - aspetta, come avevi detto prima? Ah sì, cazzone avariato”.

Mentre lo dice, Andrew ricomincia a ridere. Evidentemente, quella definizione gli piace. Io, di sicuro, me la merito. Lo pianto nel mio camerino, troppo impegnato a cercare di contenere l’attacco di riso che gli ho provocato per accorgersi che me ne sono andato, e mi fiondo da Stana. Devo capire perché Jon era da lei ieri sera e, più che altro, dirle che la voglio. Tutta per me.

Busso al suo camerino, ma nessuno risponde. Dai, non può essersene già andata. Metto una mano sulla maniglia e mi rendo conto che non è chiuso a chiave. Entro cautamente e in quel momento Stana esce dal bagno, intenta a frizionarsi i capelli con una salvietta, coperta solo da un micro asciugamano. Oddio, coperta è un parolone.

“Nate, ma che caspita ci fai qui? Non potevi bussare?”

La mia presenza la lascia così sorpresa che, probabilmente, non si rende conto di essere mezza nuda davanti a me. Lei non se ne rende conto, ma io sì. E il cavallo dei miei pantaloni pure. Il mio sguardo vaga dalle sue splendide gambe, quasi del tutto scoperte, a quelle gocce di acqua che scendono dal collo e si vanno a infilare proprio nell’incavo dei seni. Oh quanto vorrei essere una goccia d’acqua…

“Ehm… sì… io… ecco… insomma… io ho bussato, ma non mi hai risposto e, allora… ecco… vedi, la porta era aperta…”

“Stavo facendo la doccia, non ti ho sentito. Oh, caspita, aspetta che mi metto qualcosa addosso.” Cavolo, è deliziosa quando arrossisce. Sparisce di nuovo in bagno, mentre io cerco di ricordarmi come si respira. Dai, deve essere facile. Inspirare, espirare, inspirare, espirare. Lo sanno fare tutti. Ce la posso fare anche io. Stana Katic era mezza nuda davanti a me, ancora calda e profumata dalla doccia. No no no no no, non ce la posso fare.

“Allora, come stai? Prima mi hai fatto preoccupare”. Eccola che ritorna, adesso indossa un accappatoio che la copre del tutto. Forza Nate, non ti puoi distrarre: hai una missione da compiere. Prendo un bel respiro e mi avvicino a lei, guardandola in quei suoi meravigliosi occhioni verdi.

“Stana, c’è una cosa che ti devo dire. Avrei dovuto dirtela da tempo, ma finora non ci sono mai riuscito. Non avevo mai trovato il momento giusto o la situazione giusta, né tantomeno le parole adatte. Però adesso non posso più rimandare. In realtà ci avevo già provato anche ieri” Sto facendo un casino e lei, giustamente, mi guarda senza capire. “A proposito, che ci faceva Jon a casa tua ieri sera?”

“Come fai a saperlo?”

“L’ho visto. Anzi, vi ho visti. Allora, perché era da te?”

“Perché lo vuoi sapere? E poi cosa ci facevi TU davanti a casa mia?” e mentre lo dice, mi punta l’indice sul petto.

“Piantala di rispondere a una domanda con un’altra domanda. E comunque lo voglio sapere perché sono geloso. Ecco, contenta? Te l’ho detto. Sono geloso. Geloso marcio. Stana, sei bellissima e io mi sono innamorato di te. Era per questo motivo che ero davanti a casa tua ieri sera.” Oh cavolo, gliel’ho detto davvero? Sono riuscito a fare uscire quelle parole dalla mia bocca?

Sul suo volto si apre un sorriso, poi mi sussurra: “Seriamente?”

“Sì, accidenti. Ti voglio tutta per me. Penserai che sia patetico, lo so. Comunque, non mi hai ancora risposto. Cosa ci faceva Huertas da te?”

Lei mi guarda maliziosamente, mordendosi il labbro inferiore, poi si allontana, va verso la porta del camerino e la chiude a chiave. Voltandosi verso di me, mi dice: “Nate, sei un bambinone. Jon e io ti stavamo organizzando una festa di compleanno a sorpresa per stasera. Avevamo pensato di portarti al termine delle riprese in quel ristorante che ti piace tanto e lì avresti trovato anche tutti gli altri membri del cast. E comunque non sei patetico, sei la persona più dolce che io conosca. E, se la cosa ti interessa, anche io sono innamorata di te.”

Non faccio in tempo a metabolizzare le sue parole che questa donna favolosa si avvicina di nuovo a me, camminando sensualmente e slacciandosi l’accappatoio. Ecco che mi dimentico, di nuovo, come si respira… ma del resto, con questa visione, posso anche morire sereno.

“Tanti auguri, Mr Fillion” mi sussurra sulle labbra.

Le sorrido e la bacio. Sulla labbra, sul collo, seguendo il percorso che avevano fatto quelle gocce d’acqua. Le sue mani mi sbottonano la camicia e finalmente le sento su di me. Ho immaginato tante volte di averla fra le mie braccia, di accarezzarle quella pelle morbida e vellutata, di disegnare le curve del suo corpo perfetto con le mie mani, di stringerla, di farla mia. Ma la realtà supera di gran lunga le mie fantasie. Happy birthday to me!

Nota dell'autrice: lo so, il compleanno del povero Fillion era il 27 marzo, ma la mia testolina ci ha pensato solo adesso. Evidentemente, il centesimo episodio è stato stimolante!
Grazie a chi di voi ha dedicato il proprio tempo per arrivare fino qui.
Baci,
Germangirl



  
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