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Autore: naley3gwain46    02/04/2013    5 recensioni
Destiel of course ...Dean è un poliziotto un detective della omicidi di Ny si trova alle prese con un misterioso Killer si è portato via la madre di suo figlio..e come se non bastasse c'è un nuovo detective in città che sconvolgerà la sua vita...I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro... Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
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*un altro capitolo per voi in onore della Mishapocalipse speriamo che vi piaccia*
 
“Si sono quello, cioè sono papà, voglio dire il padre di Ben, sono Dean Winchester”Ma che diavolo faceva? Balbettava? Pensò. Gli occhi di quel tizio lo fissavano e sembrava lo trapassassero leggendo fin dentro la sua anima, destabilizzandolo. Per togliersi dall’imbarazzo fece quello che faceva sempre quando si trovava in difficoltà, si nascondeva dietro il suo distintivo. Prese il distintivo e quasi lo sbatté in faccia al nuovo vicino “Detective Dean Winchester. Dov’è mio figlio? Ben dove sei dobbiamo andare” sbraitò col suo tono da poliziotto cattivo che usava negli interrogatori, evitando accuratamente di guardare quell’uomo negli occhi, entrò nell’appartamento senza aspettare di essere invitato. “Almeno non sei un vampiro”* gli disse sorridendo il suo vicino e lui arrossì. Ma che diavolo gli succedeva? E che diavolo c’entravano i vampiri? “E un telefilm! I vampiri devono essere invitati per entrare nelle case altrui.” Esclamò Ben in risposta al suo sguardo interrogativo, e accentando la parola invitati gli fece capire di non essere stato affatto educato. Trovò suo figlio davanti alla tv con un joystick in mano che guardava il padre come fosse un alieno, di solito Dean era molto permissivo, e Ben non l aveva mai visto così agitato. Ok, quell’uomo era uno sconosciuto per lui, ma sembrava apposto ed era simpatico ,anche se un po’ eccentrico ma Dean non giudicava mai dalle apparenze che diavolo gli poteva essere preso? Ben proprio non riusciva a capirlo. “Scommetto che non credi nei vampiri e sono sicuro che se mai dovessi incontrarne uno gli taglieresti la testa e non perderesti certo tempo ad innamorartene giusto?”disse lo sconosciuto rivolto a Dean e gli sorrise di nuovo. Il poliziotto non poteva restare in quella casa un minuto di più, non gli piaceva l’effetto di quella risata su di lui, rispose un sarcastico “come no!” e aggiunse trascinando per un braccio Ben. “Grazie per l’ospitalità. Arrivederci.” salutò e corse via chiudendosi la porta alle spalle.
Quando entrò in casa Ben lo fulminò con lo sguardo: “ma che diavolo ti è preso?”disse rivolto verso il padre. “Che diavolo è preso a te? Te ne vai in casa del primo venuto che blatera su vampiri innamorati e stronzate simili?”rispose Dean. “Ok, forse non dovevo andarci da solo, ma già che eri li potevi provare a conoscerlo o lasciare almeno che si presentasse, è stato gentile con me e tu sei stato uno stronzo come al solito” continuò Ben.“Ehi giovanotto modera i termini”lo rimproverò il poliziotto. “Uso i tuoi stessi termini” rispose Ben arrabbiato “Si ma io sono l’adulto e tu sei un ragazzino” iniziò Dean “Questo è da vedere” rispose ben sarcastico, si era già voltato e si stava dirigendo in camera sua o meglio in quella che da palestra era stata trasformata in una parvenza di camera con un materasso e un comodino. Dean si sentiva incazzato col mondo. Con quel bastardo che aveva portato via Lisa ad entrambi, con Ben che rideva con uno sconosciuto e non con lui, con se stesso che non riusciva a far ridere Ben, ma soprattutto con quello sconosciuto che era riuscito a far ridere Ben mentre lui non ci riusciva e anche perché quei suoi dannati occhi blu gli avevano fatto fare la figura dello stupido e lui odiava sentirsi uno stupido. Ma più ci pensava e più si convinceva che Ben avesse ragione era stato uno stronzo, quel tizio era stato gentile con suo figlio, bisognava almeno concedergli il beneficio del dubbio per ora, lui invece si era comportato, beh, da coglione, diciamolo pure, non lo aveva neanche fatto presentare, non sapeva neppure il suo nome, e sapeva che se l’avesse chiesto a Ben per ripicca non glielo avrebbe detto. Voleva uscire andare a scusarsi ma aveva paura  dell’effetto che quegli occhi blu avevano avuto su di lui, era stato davvero strano, come se nell’istante in cui i loro sguardi si erano incrociati quel tipo avesse letto attraverso la sua anima e poi era arrossito anche ridicolo, Dean winchester non arrossiva mai. Magari era solo stanco. Ma non aveva voglia di riprovare ancora quelle sensazioni imbarazzanti. In quel momento i suoi pensieri vennero interrotti di nuovo dallo squillo del telefono, era la centrale, rispose,  Anna un'altra sua collega: “Dean il capo mi ha detto di ricordarti che stasera arriva quello nuovo, il sostituto di Rufus e sei di turno con lui, sai con tutto quello che è successo voleva sapere se te la sentissi di fare da Baby-sitter a un novellino.” Certo che non se la sentiva, non aveva la minima voglia di passare la serata a far da balia a uno sbarbato, maledetto Rufus e il suo pensionamento anticipato, sicuramente il suo sostituto sarebbe stato un idiota, ma sapeva che quello per Bobby era un maledetto test. 
Robert Singer, Bobby per gli amici, era il capo di Dean, Jessica, Anna e a quanto pare adesso anche di questo novellino, ed era uno che sapeva il fatto suo, le sue intenzioni non erano cattive, si preoccupava di Dean come a un padre e dopo tutto quello che il ragazzo aveva passato voleva solo che si riposasse e passasse del tempo con suo figlio. Ma Dean non poteva stare a casa con quel pazzo ancora in libertà, così Bobby, da quando c’era stato l’omicidio di Lisa, cercava sempre una scusa per metterlo da parte, e la storia del novellino era la scusa perfetta, perché sapeva quanto tutta questa faccenda fosse una tremenda seccatura per Dean. Così disse sarcastico ad Anna “No, non ti preoccupare sarò li puntuale, adoro fare il baby-sitter ai novellini”. E lei aggiunse “ Dai vedrai che questo ti piacerà non è un novellino ed è in gamba, ho già lavorato in passato con lui, prima che mi trasferissi qui ” E detto questo riagganciò. Alle parole di Anna si senti ancora peggio, perché peggio di un novellino incompetente, c’è solo, uno spocchioso, so-tutto-io, che si crede Dio. Beh sarebbe stato  meglio dormire un po’, tanto prima di pranzo Ben non sarebbe uscito dalla sua stanza, sperando che al suo risveglio le cose non fossero peggiorate si buttò sul letto vestito e si addormentò.
Al suo risveglio le cose erano un po’ cambiate ma decisamente non peggiorate, i panni sporchi non erano più ammucchiati in un angolo, la lavatrice era stata avviata, il frigo era pieno e soprattutto sui fornelli c’era qualcosa di diverso dai soliti cartoni di pizza,la tavola era apparecchiata e su un piatto c’era un post-it con su scritto: “Sono passato nella pausa pranzo per vedere come stavi ma dormivi, quindi non ho voluto disturbarti. Ho fatto i piatti, e ho messo in moto la lavatrice, appena termina tu o Ben mettete i panni ad asciugare, altrimenti poi puzzerà tutto, ho cucinato un po’ di ragù l’acqua è sul fornello, devi solo aspettare che bolla e buttarci la pasta dentro, ho fatto la spesa e risistemato un po’ in giro, sul serio Dean non puoi far vivere un ragazzino in questa maniera (veramente nessuno dovrebbe vivere in questa maniera), prendi qualcuno se non vuoi pulire tu. Torno in ufficio ho del lavoro da finire. SAM. Ps: Ben mi ha raccontato del vicino, davvero non gli hai permesso neanche di presentarsi? Sul serio, hai bisogno di una pausa.” Dean pensò che sicuramente in un'altra vita Sam era stato una Samantha, era troppo pignolo, preciso ed ordinato per essere sempre stato un uomo. Comunque doveva ricordarsi di ringraziarlo, Sam non era tenuto a farlo, ma loro si erano sempre presi cura l’uno dell’altro, erano una famiglia, e adesso Sam sapeva che era il suo turno di prendersi cura di Dean e lo faceva a suo modo. Così pensò Dean adesso anche Sammy sapeva della sua scenata a occhi-blu, se non altro di positivo c’era che almeno con lo zio Sam Ben ci parlava, e Dean poteva contare sul fatto che Sammy gli avrebbe confidato quello che si erano detti.
Chiamò Ben e si sedettero a tavola, mangiarono in silenzio, fino a quando Ben si decise a rompere il ghiaccio dicendo: “Domani torno a scuola”. Ben ormai non andava a scuola da quando Lisa era morta e Dean non voleva fargli pressioni, sarebbe tornato quando si sarebbe sentito pronto, però stava iniziando a pensare che questo giorno non sarebbe più arrivato. Pensò che forse anche questa decisione di Ben era merito di Zio Sammy. “Se non ti senti pronto non devi andarci per forza” rispose Dean. “Lo so”disse Ben.“Ti ha convinto lo zio Sam?”gli chiese. “No, veramente non è stato lui” ammise il ragazzo “E chi è stato?”domando allora il poliziotto. “È stato ..il nostro vicino” disse guardandolo con aria di sfida, ma non con il solito sguardo strafottente, sembrava divertito in realtà, probabilmente era davvero sembrato uno stupido. “Non vuoi dirmi come si chiama vero?” l’aveva immaginato, anche se non era il suo padre biologico loro due si somigliavano caratterialmente come se lo fosse. “No, avresti dovuto farlo presentare tu.”gli rispose. “Già avrei dovuto” gli costava ammetterlo ma era vero. “È una persona apposto se lo conosci” disse Ben e a quanto poteva percepire il ragazzino ci credeva sul serio. “E tu lo sai perché c’hai fatto una partita alla Pes?” gli chiese Dean. “Ti sorprenderebbe scoprire quante cose si imparano di qualcuno giocando a Pes.” “Ma se è una schiappa!”protesto Dean “Appunto!”concluse Ben e gli fece una boccaccia. Era la prima vera conversazione che avevano da non so quanto tempo a questa parte, anche da prima della morte di Lisa, e lo doveva ad uno sconosciuto dagli occhi blu del quale non sapeva neanche il nome. “E come ha fatto a convincerti?”chiese curioso Dean “Non te lo dico.”ribadì Ben “Ehi Ben, non puoi tenere segreti con un tizio di cui non so neanche il nome!”si lamentò il poliziotto “Lo sapresti se lo avessi fatto presentare”lo rimproverò il ragazzo, si alzò e tornò in camera sua. Accidenti a quanto poteva essere testardo quel ragazzino. Comunque non voleva insistere, si era appena aperta una breccia nel muro di silenzio e non voleva fare di nuovo qualcosa di sbagliato e richiuderla. Dannazione se era difficile fare il padre.
Arrivò la sera e doveva uscire per andare a lavoro, così disse a Ben che da lì a qualche ora sarebbe arrivato Sam e sarebbe rimasto con lui per la notte nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa. Prese le chiavi dell’Impala il cappotto e uscì, sul pianerottolo però fece una deviazione, voleva chiedere scusa ad occhi-blu ormai nella sua testa lo chiamava così. Perciò si fece coraggio mentre pensava a quei suoi occhi per lui così destabilizzanti, e suonò al campanello, nessuna risposta, probabilmente non era in casa o magari aveva visto chi era e si rifiutava di aprire, come biasimarlo? Era stato un grande stronzo maleducato. Cosi iniziò a chiamare:“Ehilà.. C’è nessuno in casa?..Sono Dean Winchester.. volevo scusarmi per stamattina sono stato un po’ scortese, sa non è un buon momento per me..”Nessuna risposta, iniziò a sentirsi un stupido a scusarsi con una porta così se ne andò buttando un occhio alla cassetta della posta, magari c’era scritto il nome, ma non era ancora stata aggiornata. Salì in auto e si diresse in centrale, cercando di non pensare a quanto sarebbe stato spiacevole passare tutta la serata con uno spocchioso detective che veniva dalla periferia. Del resto non che pretendesse un altro Rufus, ma almeno un pivello da poter prendere in giro, già si immaginava un panzone baffuto pieno di se, che non avrebbe riso alle sue battute e non era davvero il momento di occuparsi anche di questa seccatura nella sua vita. Ma doveva farlo se voleva continuare a lavorare sul caso di Lisa, perciò si fece coraggio scese dall’auto e entrò in centrale. Appena entrò in centrale si senti a casa, perché anche se adesso nella sua vita c’era Ben, i suoi colleghi erano la sua famiglia adottiva. Il detective Anna Thorne** una tipa dai capelli rossi, priva di senso dell’umorismo e stracolma di senso del dovere, ma molto brava a sparare e dopo qualche bicchierino anche simpatica, una sera erano finiti anche a letto insieme ma questa è un'altra storia. Poi c’era il detective Jessica Clark, bionda, carina, magrolina, ma con un carattere di ferro e un asso nei computer, che per lui erano un vero mistero, davvero una tipa sveglia comunque. E poi c’era Bobby il capo. Era stato un amico di suo padre da sempre e quando poi John Winchester era morto lui si era preso cura di Dean e di Sammy. Era un tizio scorbutico e barbuto, l’avrebbe definito suo padre adottivo. Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, su come fare il poliziotto e lui aveva seguito le sue orme, e anche se non l’avrebbe mai ammesso, aveva sicuramente mosso qualche filo per far lavorare lui e Sammy nello stesso dipartimento, poiché sapeva quanto per loro fosse importante rimanere uniti. Il suo lavoro era stato per tanto tempo tutta la sua vita perché non aveva niente altro, e continuava ad essere importante anche se adesso c’era Ben. Bobby era sepolto dietro una pila di documenti e strillava al telefono con qualcuno come al solito, Jessica era al computer sicuramente impegnata in chissà quale ricerca e Anna era nella sala degli interrogatori con una donna bionda che riconobbe come la sorella di Ruby, la ragazza uccisa dal “Killer degli angeli”, cosi avevano chiamato in centrale quel pazzo omicida. La donna era già stata interrogata da Dean ma la ragazza era incensurata, a detta della sorella non frequentava nessuno e non aveva nemici, una pista morta praticamente. Però Anna era una pignola e aveva voluto rinterrogarla di nuovo e chissà che non fosse più fortunata di lui. Si sedette alla sua scrivania, fissando la scrivania di Rufus ormai vuota. Se gli piaceva pensare a Bobby come a un padre adottivo, indubbiamente Rufus Ross era per lui come uno zio, competente preciso, divertente e intuitivo, uno che sapeva coprirti le spalle, ma adesso diceva di essere troppo vecchio, e di volersi dedicare ai nipoti e al meritato riposo ma la sua assenza si faceva sentire. A quanto pareva il novellino ancora non era arrivato, si rivolse a Jessica: “Ehi Jes” e indicò la scrivania vuota accanto alla sua, “che fine ha fatto questo novellino?” “Il detective Novak” iniziò Jessica e pronunciò la parola detective come un rimprovero “è andato alla scientifica a ritirare i risultati dei rilevamenti sulla scena dell’omicidio di Ruby Greyson, dagli una possibilità Dean, non è così male, mi ha aiutato con un paio di ricerche è in gamba e sai che ti dico? È anche carino, ha due splendidi occhi blu.”Ma cos’era una persecuzione? Occhi blu ovunque pensò.  “Dovrei essere geloso di un uomo di mezz’età con la pancia?” Chiese sarcastico. “Non so perché tu ti sia fatto quest’idea ma Castiel non è affatto un uomo di mezza età e non ha la pancia, anzi è in splendida forma aggiungerei, quindi credo di si, dovresti iniziare a preoccuparti della concorrenza!” aggiunse Anna che finito l’interrogatorio si unì al discorso. “Castiel Novak?” ripete ad alta voce. “Andiamo –Castiel-? Ma che razza di nome è?” “E’ il nome di un angelo!” gli rispose una voce profonda, sconosciuta ma per qualche motivo familiare, alle sue spalle. “Mi lascerai presentare stavolta o fuggirai di nuovo?”. Per poco non cadde dalla sedia, la voce proveniva da un uomo in trench, con due penetranti occhi blu, che lo stavano fissavano divertiti per il suo imbarazzo. Non poteva crederci che potesse accadere anche in una città come New York, ma il suo nuovo vicino alias occhi-blu era anche il suo nuovo collega. Castiel gli porse la mano e disse: “Piacere Dean Winchester papà di Ben sono Castiel.” e mostrandogli il distintivo aggiunse sorridendo imitando la voce che lui aveva usato la mattina: “Detective Castiel Novak, ai suoi ordini o come tu preferisci definirmi -il novellino-.”
 
*riferimento alla serie tv The Vampire Diaries in questo telefilm un vampiro non può entrare in casa se il proprietario di suddetta casa non lo invita ad entrare 
 
**ho dato un cognome diverso ai personaggi secondari. In qualche modo sono legati se volete scoprire come buon divertimento piccoli detective :D
  
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