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Autore: Billie_LoveLove    03/04/2013    0 recensioni
"L’esperienza più importante e significativa per la mia carriera? Quando venni ingaggiata da una famosa band per scrivere un libro sul tour e sulla vita dei componenti. Si trattava di un tour mondiale e sarei stata via per circa sei mesi. Di che band si trattava? Dei 30 Seconds to Mars. Jared Leto. Shannon Leto. Tomo Milicevic. [...] Avrei condiviso con loro sei mesi e avrei potuto scoprire se l’immagine che avevo di loro era veritiera. Ci si fanno sempre molte idee sul carattere e sulla vita dei personaggi famosi, ma in genere rimangono solo idee non verificate."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Elena McFly e sono una giornalista di musica. L’esperienza più importante e significativa per la mia carriera? Quando venni ingaggiata da una famosa band per scrivere un libro sul tour e sulla vita dei componenti. Si trattava di un tour mondiale e sarei stata via per circa sei mesi. Di che band si trattava? Dei 30 Seconds to Mars. Jared Leto. Shannon Leto. Tomo Milicevic.
Era un gruppo che mi piaceva molto, li ascoltavo spesso ed ero anche stata ad alcuni dei loro concerti. Quando seppi che loro erano la band su cui avrei dovuto scrivere, fui doppiamente felice. Non solo sarebbe stata una svolta per la mia carriera, data la loro fama, ma avrei conosciuto Jared, Shannon e Tomo. Li avrei conosciuti davvero. Avrei condiviso con loro sei mesi e avrei potuto scoprire se l’immagine che avevo di loro era veritiera. Ci si fanno sempre molte idee sul carattere e sulla vita dei personaggi famosi, ma in genere rimangono solo idee non verificate. Sarebbe stato curioso stare a stretto contatto con loro. Inoltre, la bellezza di Jared era inopinabile. Non sarebbe poi stato tanto male passare del tempo con lui.
Così mi ritrovai sull’aereo per Los Angeles, dove avrei avuto il mio primo incontro con la band e il loro manager.
Fu un volo molto lungo, ma fortunatamente riuscii a dormire per la maggior parte del tempo, grazie a dei tranquillanti di cui mi ero fornita. Non credo che avrei resistito per tutto quel tempo in aereo altrimenti. Mi piace volare, ma probabilmente diventerei un tantino isterica stando su un aereo per ore e ore e ore…
Quando atterrai ero piuttosto stordita sia dalla stanchezza sia dal fuso orario (circa nove ore di differenza) e l’unica cosa che desideravo era farmi un bagno caldo e dormire ancora. Ma sorpresa, sorpresa! Chi si presentò in aeroporto per portarmi al mio appartamento? Ovviamente il manager della band e insieme a lui anche Jared. Avrei preferito non fosse così il nostro primo incontro: io che goffamente e con fatica mi trascinavo dietro due trolley, con i capelli legati alla bell’e meglio e gli occhi circondati da profonde occhiaie. In più, quando sono molto stanca, mi innervosisco e tendo a mordere.
Jared, invece, stava lì con i capelli perfettamente pettinati, dei magnifici occhiali da sole che si adattavano ai lineamenti del suo volto angelico, una giacca di pelle che evidenziava il suo fisico scultoreo e un sorriso da togliere il fiato. Lui non aveva appena passato non so più neanche quante ore in volo. Non sarebbe di certo stato così fresco altrimenti!
Non appena Irving, il manager, mi vide, mi salutò facendomi cenno di avvicinarmi a loro. Furono entrambi molto gentili: mi baciarono, mi chiesero come fosse andato il viaggio e se fossi stanca.
“Io sono Jared, molto piacere. Irving mi ha parlato molto di te, delle tue capacità e non vedevo l’ora di incontrarti. Lascia che ti aiuti a portare la borsa”. Il suo sorriso era davvero assassino. Perfetto, dolce, ipnotizzante. Ma io ero lì per lavoro.
“Io sono Elena, il piacere è mio. Sono lusingata da ciò che dici, spero di essere all’altezza delle vostre aspettative”. Molto bene, Elena, molto curricolare. Si trattava di lavoro, dopotutto.
“Le hai già superate”. Era la mia immaginazione, o in quella frase si percepiva aria di flirt?
“Ecco, quella è la nostra limousine”. Irving mi indicò una lucente limousine nera, con un autista che aspettava proprio noi. Prese le valigie e Jared, molto galantemente, mi aprì la portiera per farmi salire.
“Non pensavo che vi avrei incontrato in aeroporto”. Credevo che avrei dovuto prendere un bus o un taxi per arrivare al mio appartamento.
“Dovere. Non sarebbe stato carino lasciarti sola in una città per te nuova”. Era davvero un gentleman quel Jared.
Notai però che, mentre pronunciava queste parole, Irving alzò un sopracciglio assumendo un’espressione un po’ scettica e scocciata. Probabilmente avrebbe preferito che prendessi l’autobus. Evidentemente non erano soliti andare ad accogliere personalmente e in limousine un “incontro di lavoro”. Perché alla fine di questo si trattava.
“Avrai un paio di giorni per sistemarti e riposarti, Elena” iniziò a dire Irving quando ci fummo accomodati nella limousine. “Dopodiché, mercoledì, definiremo i dettagli del contratto e…” Il manager fu interrotto da Jared che, togliendosi gli occhiali da sole, mi accecò con quel suo sguardo penetrante e quegli occhi azzurri come il cielo del Paradiso. Perché cavolo io non indossavo degli occhiali da sole per camuffare le occhiaie e la stanchezza?
“Irving, non cominciare a stressarla. E’ appena atterrata, facciamola rilassare, facciamo in modo che si senta a suo agio”, esclamò in tono provocante e facendomi l’occhiolino. Irving sospirò, probabilmente abituato a quel comportamento.
Arrivammo al mio appartamento e, dopo che l’autista ebbe scaricato i miei bagagli, Jared insistette per vederci il giorno dopo a pranzo.
“Qualcosa di tranquillo. Così ti farò vedere i posti migliori della città, quelli che devi per forza conoscere e di cui non potrai fare a meno”.
Intanto io non potei fare a meno di accettare.

  
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