We’ve got tonight
“E così te ne vai.”
“Già.”
Buffo.
Ripenso
ancora al dialogo avuto con te qualche giorno fa.
Non
credevo che un caffè potesse dire così tanta verità. Soprattutto, non avrei mai
detto che ci saremmo divisi a 20 anni, dopo tutto
quello che abbiamo passato.
Che
tu mi avresti comunicato questa repentina decisione di partire in extremis.
Eppure…Il
destino ha deciso così.
Tu hai
deciso così.
“Perciò credo che, questione ormai di pochi giorni,
organizzeremo una ‘festa d’addio’…”hai mormorato piano, evitando accortamente
il mio sguardo.
Sapevi
che ti convincerei a restare.
“Alla
festa, allora.”
Tu non
hai detto nulla.
Ok, so
benissimo che non avrei dovuto reagire così.
So che è
normale, che ormai siamo adulti e che ognuno ha il
diritto di vivere la propria vita.
Ma ho
sempre sperato che la tua fosse accanto a me.
Taichi
Yagami e Sora Takenouchi. Un tempo suonava perfetto.
Ora c’è
un’altra armonia che domina la scena.
Yamato
Ishida.
Apro
piano la porta della mia stanza, forse troppo delicatamente per come sono fatto
io.
“Tai?”
chiede al vuoto premurosa mia sorella Hikari,
dall’alto di una tazza di the.
“Sì,
certo. Chi credevi uscisse dalla mia stanza?”
Ora che
ci penso è un po’ che non voglio mangiare.
“Non si sa mai,magari
ti dai una mossa e cerchi di chiarire le cose. Dopotutto, sono i tuoi migliori
amici.”
Odio
l’intuito femminile.
Annuisco
meccanicamente alla domanda silenziosa che gli occhi di Hikari implacabilmente
mi sottopongono, spiluccando qualcosa dal frigo.
Ma…Notizia
da prima pagina!Non ho fame.
“Se non te l’aveva detto prima è stato perché…”
“Hika, ti
dispiace se resto da solo?” la interrompo un po’ bruscamente. Non ho voglia di
sentire cose sagge.
“No,
affatto. Pensa solo una cosa, Tai: se lei e Yamato vanno a vivere in un’altra
città, non è perché ti odiano, lo sai.”
Così
dicendo, da un ultimo sorso e si allontana per finire di studiare.
Per
carità, adoro mia sorella, ma ho davvero bisogno di solitudine.
Non avrei
mai detto nemmeno questo.
Vediamo…
poco più di 24 ore e voi ve ne andrete.
Dove sono
finiti i buoni propositi infantili?! ‘Non ci lasceremo mai, qualunque cosa succeda saremo sempre
amici…Insieme’…Tutti al vento, eh?
Prendo in mano il cellulare, il display è illuminato.
Due tue
chiamate perse e un messaggio di Yamato, che cestino senza nemmeno leggerlo.
Non potrò
mai odiarvi, però avreste potuto avvertirmi prima di questa
decisione!Dopotutto, siete i miei migliori amici!E pensare che lo sapeva prima mia sorella…
Non è il
trasferimento in sé e per sé che mi da fastidio…Quanto il gesto.
Ma a
chi cerco di darla a bere…
La verità
è che io ti amo ancora, e non mi sono mai rassegnato.
Che
ho tentato di tutto, ma che non te ne sei mai andata dal mio cuore.
Forse, in
un recesso della mia mente, credevo che se fossi rimasta
qui io avrei avuto ancora speranze.
Domani
segnerà la fine di tutti i miei sforzi.
È proprio
questo che non voglio accettare.
****
Uh, mi
ero addormentato.
Ora sono
le otto di sera…
Altri
squilli di Yamato.
Un
messaggio da parte tua.
‘Dove
sei finito?Ho bisogno di parlarti’ recita laconico lo
schermo del telefonino.
Hikari
bussa alla mia porta.
“So che
non dovrei disturbarti, e credimi, non lo volevo
nemmeno fare, ma c’è Sora fuori alla porta. Non fare lo stupido, parlale!” m’incita, trascinandomi per un braccio.
Non-voglio-non-voglio-non-voglio.
“Tai!”
Tu.
La tua
voce è spaventata, preoccupata, con un lieve accenno a dei sensi di colpa.
Non posso
fare a meno di sentirmi improvvisamente un verme.
“Sora…”
“Ho
assolutamente bisogno di parlare con te.” Fai ansiosa.
“Certo,
accomodati.” Recito.
“Da soli
sarebbe meglio.”
Ti
schiarisci la voce.
“Oh, sì,
certo, tanto devo andare da Takeru!” replica Hikari.
Sparisce
nel buio della sua camera, lasciandomi il conto del destino.
“Mi
dispiace di avertelo detto così. Ma sei scomparso in questi giorni e…”
”Sora, non me l’avresti nemmeno detto se non ci fossimo incontrati in un bar,
per caso.”
“Non è
vero! È solo che dirlo a te…è stato tremendamente difficile.”ammetti,
arrossendo di colpo.
Se
non ti conoscessi così bene, direi che sei innamorata di me.
“Sono
stato duro, lo so.”è il mio freddo commento. “Ma tu come ti saresti sentita se
la persona che ami tutt’a un
tratto ti dicesse:’Sai, tra due giorni io e il mio fidanzato ci trasferiamo?’”
Alzo la
voce, conscio che mi sento ancora preso in giro.
“La
persona che ami?” ripeti , attonita. “Tai, non sarai
ancora…”
Ti
zittisci di colpo, sospirando.
Oh no.
“Credevo
ti fosse passata.”
”Lo credevo anche io.” Noto.
“Questo
non migliora le cose.”arrischi.
“Sora,
non ci puoi fare niente. Sono io l’egoista che ancora sogna di averti con sé!”
Oh, no,
non volevo che piangessi.
“Non fare
così…”
Ti
abbraccio protettivo, ben consapevole di quale sia il
limite tra amicizia ed amore.
È così
labile.
Mi
ricordo tu che me ne parlavi tempo fa, in relazione a
come ti fossi scoperta innamorata del mio migliore amico.
E mi
ricordo, come un marchio impresso a fuoco nella mia mente, la mia reazione.
Ti ho lasciata andare. Perché sapevo che
fosse la cosa giusta da fare.
Adesso
che ti stringo, però, non sono più tanto certo di aver avuto ragione.
Ti
asciughi le piccole stille salate che ti rigavano le guance.
“Scusami, non dovevo dirti queste cose.” Mi colpevolizzo.
Scuoti la
testa, tranquillizzata.
“Sono io
la sciocca, non avevo previsto…E sia io sia Yamato avremmo dovuto trovare il
coraggio di dirtelo prima.”
Abbozzi
un sorriso, mentre controllo l’ora.
Per farmi
perdonare e non rovinare il nostro splendido rapporto ho un asso nella manica.
“Sora, tu
devi andare da Yamato ora?”
“No…” dici
pensierosa. “Oggi doveva salutare la band…Perché?”
“Allora
vieni con me.”
Ti faccio
indossare il suo soprabito azzurro e mi chiudo la porta dietro, senza lasciarti
il tempo di riflettere.
****
“Mi
spieghi dove mi stai portando?!” mi domandi stupefatta, al mio fianco in macchina.
“Da
nessuna parte in particolare!”
Ecco…Ora
si esce da Tokyo.
Parcheggio
la macchina in una radura isolata. Perfetto, alberi e nessuno scocciatore.
La luna
inizia a sorgere.
“Ma siamo in campagna!”
“Oh, no!
Guarda!”
La linea
gialla di demarcazione del territorio di Tokyo ci vede
l’uno da una parte, l’una dall’altra.
Fai per
avvicinarti, ma io ti allontano.
“Taichi,
non giocare!”
”Non sto affatto giocando!” rispondo.
Mi guardi
in cagnesco al di là della linea, sospirando
divertita.
“Non
crescerai mai.”
Io ti
prendo le mani fredde. Certo che per essere fine primavera, il tempo non è ancora dei migliori.
“Guarda
in basso, Sora. Io sono a Tokyo e tu no.”
“Come? Ma
se siamo entrambi fuori città!” è la tua esasperata
replica.
Poi guardi
giù.
Io sono a
Tokyo e tu no.
Eppure
ci parliamo.
Eppure
ti stringo le mani.
“Tai…”
Sorridi.
Era
questo che volevo ottenere.
“Con
questo ti voglio dimostrare che saremo uniti sempre, qualunque cosa succeda.
Scusami se ho pensato che avresti potuto dimenticarmi.”
Una mia
mano si nasconde dietro la nuca, mentre penso che in quanto a latin-lover non sarei male!
Tu mi
stringi forte.
“Non ti
potrò mai dimenticare. Ma…Chissà, se avessi detto queste cose molto tempo fa,
domani saremmo andati a vivere insieme…”
“Cos’è,
un rinfacciarmi qualcosa?”
“No, una
semplice riflessione.”
****
Ti
aggrappi a me spaventata.
“Non ce
la farò mai!”
”Sora, si tratta di arrampicarsi su un albero!!”
Ma
perché voi donne siete così impedite?
”Sì, ma tu non hai i tacchi!”
Sospiro paziente, mentre tu mi tiri violentemente e finalmente giungi
sull’albero.
“Al
diavolo, il sopratacco è andato!”compiangi,guardando
lo stato dei tuoi vestiti e specialmente delle tue scarpe.
“Io ti
porto su un albero a vedere Tokyo al chiaro di luna e tu ti lamenti per un
sopratacco?!”
“Dovevi
proprio fare tutta questa sceneggiata per salutarmi…Dai, scherzavo!”aggiungi,
notando il mio muso.
“Devo sempre distinguermi, lo sai.”
“Oh,
sì…Chi ti conosce meglio di me?”ironizzi.
Ma non sai
quanto sia vero.
Non
piangerò, promesso.
Mi gusterò
soltanto questa sera meravigliosa.
Perché
tu questa notte sei solo mia.
“Sai, fa
freddo…”balbetta.
E
mentre io ti copro le spalle con un braccio, ti accoccoli vicino a me.
“Non
diremo nulla a Yamato.”sussurri.
“Per oggi, per questa notte, siamo solo noi due.”
“Questo
mi potrebbe autorizzare a provarci!”
“Taichi!”
“Su che
non è vero!”
Ma
dal tuo volto parzialmente scandalizzato capisco che hai compreso che io non
stavo affatto scherzando.
Solo che
mi basta averti qui, per sentirmi felice.
Mi basta
sentire il tuo respiro accanto al mio.
E
vorrei solo che stanotte non finisse mai.
Anche
se lo so che è questo il destino degli amori.
Ci si
rincorre, ci si scontra, ci si trova, ci si perde…
Ma io
non ti perderò mai.
Sebbene
tu sia di un altro.
“Guarda,
Taichi, una stella cadente!!”
Un fascio
di luce taglia il cielo, e strilli come una bambina impazzita di gioia.
Cadrai,
se non stai attenta!
“Io ho
espresso il mio desiderio, tu?”
Arrossisco.
“No, non
ho desideri. O meglio, non realizzabili.”
“Taichi…”
Mi
stringi la mano, con quel tuo sorriso dolce.
“Sora, è
inutile mentirci. Ti amo e tu no, ed una stella non cambierà
le cose…Però, almeno per stanotte, fammi vivere in quest’illusione.”
Mi regali un bacio a fior di labbra, e so quanto ti sarà costato.
“Ti
voglio bene.”
Non era
questo che speravo.
Ma
non m’importa, meglio di niente.
Per
stanotte, però, fammi sognare.
Ooooooooh! Una Taiora un
po’ sui generis tutta per Kari 89!Scusami per il
ritardo, carissima…Ma scuola e il sorato potentemente
radicato in me certo non hanno contribuito! In realtà, non vado molto fiera di questa fic, sento
che avrei potuto dare molto di più…Ma per non lasciar correre le ere geologiche
dietro i miei aggiornamenti, ho deciso di pubblicarla lo stesso…Al momento, è
il meglio che so dare, una semplice oneshot sui
pensieri di Taichi! Il titolo l’ho preso da una canzone di Giorgia e Ronan Keating che personalmente adoro...Spero vi piaccia!=)
HikariKanna