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Autore: Essemcgregor    03/04/2013    3 recensioni
A Thor manca Jane e non solo. Il dolore provocato dalle gesta del fratello, lo spingono ad elaborare un piano, folle forse. Se l'amore è riuscito a cambiare lui, perchè non deve riuscirci con Loki?
Il suo piano però verrà intralciato non solo dallo S.H.I.E.L.D. che non si può ritenere contento di vedere di nuovo Loki sulla terra, ma da un'altra forza misteriosa, che ha tutte le intenzioni di mantenere una promessa, o minaccia, fatta poco tempo fa.
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jane Foster, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Back to Midgard


- Che vuoi dire con “Bloccati su Midgard”?-
La voce di Loki fece quasi tremare il fratello, che nel frattempo cercava un modo per giustificarsi. Non erano passati che pochi mesi dalla loro partenza dal pianeta Terra, avevano recuperato il Tesseract e l’avevano riportato al sicuro su Asgard, sotto la custodia e la supervisione del padre Odino.
-  A quanto pare ho fatto male i miei calcoli. Il Tesseract non ci ha seguiti come avrebbe dovuto.-
Proprio grazie al Tesseract erano riusciti a tornare ad Asgard, e sempre grazie ad esso, erano ritornati su Midgard.
Thor non riusciva a capire cosa fosse andato storto, era sicuro di poter controllare il potere del Tesseract, era sicuro di poter riaprire un portale per tornare indietro, tentativo che era fallito miseramente.
- Lo sai che domani è per me il giorno del Giudizio. Vero?-
Thor guardò il fratello con una scrollata di spalle, non era il suo primo pensiero in quel momento: erano sul pianeta della sua amata Jane e niente aveva importanza. Si trovavano in un vicolo cieco e per loro fortuna erano atterrati in piedi, potevano finire dritti in un secchio della spazzatura.. Loki si aggirò per il vicolo, prendendo a calci un paio di bidoni e rovesciandoli a terra, mentre l’altro guardava il cielo stellato con una smorfia sul volto.
- Bè l’idea era proprio quella di scappare.-
Loki non poteva credere alle sue orecchie: suo fratello era tornato sulla Terra qualche mese prima proprio per fermarlo e riportarlo su Asgard, con tutta l’intenzione di farlo giustiziare secondo le leggi del suo pianeta natio, non avrebbe mai pensato che lo avrebbe aiutato a scappare, sebbene Midgard fosse l’ultimo regno dove avrebbe pensato di trovare rifugio.
Thor incrociò le braccia al petto, issò sulla spalla Mjolnir l’espressione beata, mentre il fratello continuava a prendere a calci la spazzatura rovesciata a terra.
- Io non ti capisco. Mi catturi con l’intenzione di riportarmi su Asgard e sottopormi al giudizio di Padre Tutto e ora, di colpo, cambi idea? Sei pazzo, o cosa?-
Il semi dio ignorò le parole del fratello, mosse due passi verso l’altro, posando le mani sulle sue spalle.
- Volevo solo tentare un’ultima volta di farti ragionare. Nostro padre…-
L’altro si scostò da lui in modo brusco, emettendo un sibilo minaccioso sentendo nominare Odino.
- Nostro? Tuo, vorrai dire. Mio padre è morto.-
Entrambi si fissarono l’un l’altro, fu Loki il primo a distogliere lo sguardo, non riuscendo a sopportare l’espressione ferita sul volto dell’altro. Da quando Thor era stato sulla Terra, da quando si era innamorato, era cambiato: era diventato più sensibile, più umile, più responsabile. Un rammolito, detta in parole povere.  
- Smettila di guardarmi in quel modo, sei ridicolo.-
Il moro lo guardò irritato per un’ultima volta, prima di voltargli le spalle e incamminarsi. Non sapeva dove andare, certo, ma doveva pur trovare un modo per tornare ad Asgard. Una volta scoperta la sua fuga, Odino avrebbe mandato i suoi guerrieri migliori a cercarlo, perciò non doveva fare altro che aspettare.
Non si era accorto della presenza del fratello, che nel frattempo lo seguiva qualche passo più indietro, sorridendo.
Entrambi uscirono dal vicolo cieco, ritrovandosi sul marciapiede che costeggiava una delle tante strade della grande metropoli. La periferia di New York era un agglomerato di palazzi e strade trafficate anche di notte: rumori e odori di ogni tipo, colpirono i sensi dei due fratelli, provocando nel primo una smorfia di disgusto e nell’altro un ghigno divertito.
- Benvenuto a New York fratello!-
Thor posò il suo braccio sulle spalle dell’altro, che dovette trattenersi dall’impulso di tirargli un pugno in piena faccia. Che alternative aveva? Doveva sopportare il fratello almeno fino a quando non sarebbero venuti a prenderlo oppure, poteva trarre vantaggio da quella piccola vacanza forzata su Midgard. Non sapeva come, ma di certo era meglio che marcire in una delle celle della prigione reale.
Sospirò, non c’era altra soluzione, almeno per il momento e suo fratello lo sapeva.
- D’accordo. Asseconderò questo tuo piano folle.-
Lanciò lui uno sguardo assassino, sguardo che non scalfì affatto il buonumore del dio.
- Sappi però, che continuo ad odiarti con tutto me stesso.-
Scandì quelle parole spostando il suo sguardo su una coppietta che passeggiava poco distante da loro, li vide poi scambiarsi un tenero bacio, scena che provocò in lui un conato di vomito.
- Disgustosi.-
Thor tirò il fratello per un braccio, alcuni passanti avevano cominciato a notare la loro presenza ed additarli a causa del loro abbigliamento insolito e non era il caso di attirare troppo l’attenzione dei Newyorkesi.
Nessuno sapeva del loro arrivo, nemmeno l’amata di Thor o gli Avengers, ed era intenzionato a nascondere quella loro visita fuori programma, il più a lungo possibile.
- Sai almeno dove andare?-
La domanda di Loki suonò quasi esasperata, il dio del tuono aveva preso a camminare a passo spedito e dalla sua andatura era chiaro che sapesse perfettamente qual’era la loro meta. Il suo sorriso gliene diede conferma.
- Lo scoprirai presto.-
 

 

La loro passeggiata durò quasi tutta la notte, Thor si era rifiutato di prendere un qualsiasi mezzo pubblico, anche a causa della mancanza di soldi terrestri e volare aggrappato a Mjolnir era fuori discussione.
Quando giunsero a destinazione avevano entrambi il fiatone: Loki era sempre più furioso con il fratello, aveva i piedi doloranti e una fame da lupi, non capiva cosa ci fosse di così interessante nel grande palazzo sotto il quale si erano fermati.
Thor si era soffermato a fissare l’apparecchio pieno di pulsanti accanto il portone d’ingresso, pigiandone poi uno un particolare. Quando sentì una voce provenire dall’apparecchio, capì al volo le intenzioni del fratello.
- Ti prego dimmi che non è vero.-
L’espressione inorridita di Loki fece sorridere l’altro, che lo trascinò dentro il palazzo. Il dio del caos incrociò le braccia al petto quando i suoi sospetti furono confermati: una Jane stupita aprì una delle tante porte di legno all’interno del palazzo, fissò entrambi esterrefatta quasi incredula, per poi gettarsi al collo del dio del tuono. Loki sbuffò, stava seriamente prendendo in considerazione un ritorno repentino ad Asgard, meglio essere giustiziato che assistere allo scambio di effusioni del dio e della mortale, effusioni che secondo lui, stavano durando un po’ troppo.
Prima di farsi prendere da un attacco di crisi isterica, diede un piccolo colpo di tosse, per ricordare al fratello la sua presenza.
- Jane, ti presento Loki, mio fratello.-
La ragazza si scostò una ciocca di capelli dal viso, indossava una canotta e un paio di pantaloncini corti, guardò il dio con aria interrogativa.
- Loki? Tuo fratello? Il tipo che ha mandato quel robot gigante ad ucciderti?-
Il moro sbuffò scocciato, Thor invece si aprì ad una piccola risata.
- Sì, dimostra il suo affetto in questo modo.-
Jane fissò Thor inarcando un sopracciglio.
- E tu mi vuoi portare in un mondo dove la gente dimostra affetto, cercando di uccidere le persone che amano? Buono a sapersi. Entrate.-
Thor sorrise ignorando il tono ironico della sua amata entrò con il fratello in casa, seguendo Jane nel piccolo salotto del suo appartamento. Thor sapeva che Jane si era trasferita a New York insieme al dottor Selvig, e che entrambi avevano cominciato a lavorare come scienziati per lo S.H.I.E.L.D.
Dopo la piccola disavventura causata da Loki, il dottore aveva accettato di collaborare con l’organizzazione, questa volta per davvero, chiedendo espressamente di poter avere Jane come sua assistente.
Thor le spiegò il motivo per il quale era tornato velocemente ad Asgard, oltre a Loki, doveva portare al sicuro il Tesseract, poiché era chiaro che in mano agli esseri umani era un’arma pericolosissima.
Jane ascoltò il racconto lanciando di tanto in tanto un’occhiata a Loki, non capiva ancora il motivo della sua presenza sulla Terra, e soprattutto il motivo per cui Thor lo aveva aiutato a fuggire.
Non poteva dimenticare il duro scontro avvenuto in New Mexico, quando lui e i suoi amici guerrieri, avevano cercato di contrastare l’attacco del dio del caos.
La loro conversazione fu interrotta da un assonnato Selvig, che era entrato nell’appartamento della ragazza, usando le seconde chiavi.
- Jane, sei pronta? È tardissimo. Stamattina non è neanche suonata la sveglia.-
Quando entrò nel salottino, rimase impietrito: non si aspettava di trovare Jane in compagnia, soprattutto non in compagnia di Thor e di Loki.
Indicò il dio del caos balbettando parole senza senso, guardò poi Jane e Thor, entrambi seduti sul divano. Il silenzio scese rapidamente, Jane cominciò a guardare i presenti, indecisa su cosa fare. Fu proprio il moro a parlare per primo.
- Chiuda la bocca dottore. O ci entrano le mosche.-
Jane fulminò Loki con lo sguardo.
- Calmati Eric. Thor ti spiegherà tutto.-
Prese Loki per il braccio e lo trascinò in cucina senza tante cerimonie, lasciando Thor con Eric. Decise perciò di interrogare il dio del caos per cercare di capire il motivo della loro visita, poiché era chiaro che non si trattava di una visita di cortesia.
Mise il bollitore pieno d’acqua sul gas, alzò la serranda della finestra permettendo alla luce del sole di illuminare la piccola cucina, poi si voltò verso Loki, guardandolo con attenzione. Il dio socchiuse gli occhi, mentre seguiva attentamente ogni singola mossa di Jane.
- Perché siete qui?-
La domanda arrivò rapida come una fucilata.
- A me lo chiedi?-
Jane si voltò di scatto inarcando un sopracciglio.
- Vedi qualcun altro in questa stanza?-
Loki sorrise ironico.
- Perché non lo chiedi a quel rammollito di mio fratello?-
Jane sorvolò sull’appellativo affibbiato al suo amato, incrociò le braccia al petto e sostenne lo sguardo dell’altro.
- Lo sto chiedendo a te e mi aspetto una risposta.-
Altro sorriso.
- Piccola e impertinente. Se proprio lo vuoi sapere, non lo so.-
Jane sbuffò spazientita, cosa che Loki trovò molto divertente.
- Qualcuno sa che siete qui?-
Il moro scosse la testa.
- Non credo.-
I due rimasero a fissarsi a lungo, Jane cercava di capire se Loki stesse mentendo, Loki invece trovava divertente vedere la ragazza in difficoltà. A quanto pareva nessuno sapeva cosa Thor avesse in mente.
Entrambi sussultarono quando il bollitore prese a fischiare, Jane infilò una bustina al suo interno e portò il tutto in salotto, insieme ad un’altra caraffa con del liquido marrone scuro e delle tazze in ceramica.
Loki seguì la ragazza docilmente, il dottor Selvig si era calmato, stava parlando con Thor che rapidamente lo stava aggiornando sugli ultimi avvenimenti. Quando Jane e il dio entrarono nella stanza, Eric rivolse loro uno sguardo apprensivo.
- Fury non ci metterà molto a rintracciarvi. Mi è arrivata una comunicazione da parte dello S.H.I.E.L.D. e questo mi lascia dedurre che sappiano benissimo che voi siete qui.-
Jane fissò il dottore versando del liquido marrone in due tazze, una la porse al suo amato l’altra a lui. Entrambi sollevarono la tazza portandola alle labbra, sorseggiarono la bevanda ed emisero all’unisono un suono soddisfatto. Jane si protese rapidamente verso Thor posando una mano sul suo braccio, Thor rispose alla sua espressione allarmata con un grosso sorriso.
- Sta tranquilla, ho imparato la lezione.-
Loki fissò la bevanda contenuta nella brocca trasparente, lasciò che Jane gliene versasse un po’ nella tazza, dal sospiro del dottore e di Thor, doveva essere molto buona.
Annusò dapprima il liquido marrone per poi assaggiarlo: era amaro e disgustoso. Non riuscì a nascondere un’espressione disgustata, che non sfuggì ovviamente a Thor.
- Pensi che la nostra presenza possa essere un problema?-
Loki ricambiò lo sguardo di Thor, neutro.
- Non lo so. Sei ancora considerato una minaccia, qui.-
Le parole del fratello fecero gongolare il dio del caos, provocarono invece una smorfia sul volto del dottore. Jane strinse tra le mani una tazza contenente del thè caldo, guardò prima Eric, poi Thor, poi Loki.
I suoi studi sui portali, non erano ancora giunti a nessuna conclusione, aveva studiato il Tesseract, perlomeno aveva studiato gli appunti del dottore al riguardo, ma non ancora era stata capace di riprodurre quel tipo di energia.
- Sapete cosa significa?-
Gli altri si voltarono a guardare Jane, che si era alzata in piedi e si era avvicinata alla finestra. La sua figura si stagliava contro la luce del sole, rendendola simile ad un ombra. I suoi occhi presero a perlustrare la strada sottostante, la tazza fumante ancora stretta tra le mani.
- Che manderà gli altri Avengers a cercarvi. E non credo saranno felici di rivedere Loki.-
 

 
 
Gli Avengers, ci mancava solo che quel gruppo di squilibrati si mettesse sulle sue tracce. Non era riuscito a dimenticare facilmente il suo ultimo incontro con quel bestione tutto verde che non si era fatto scrupoli a sbatterlo a terra come una bambola di pezza. Sbuffò mentre Eric posò di fronte a lui, un piatto con una pila modesta di pancakes, Jane era scappata in laboratorio e aveva lasciato i due sotto la custodia del dottore. Eric aveva pensato di preparare la colazione per entrambi, gesto che Thor apprezzò, gli erano mancati i manicaretti di Midgard. Loki non aveva mai mangiato cibo umano e non ne aveva mai sentito il bisogno, ma in quel momento, con lo stomaco che urlava dalla fame, poteva fare un’eccezione. Inforcò un boccone che portò subito alla bocca: non capiva che tipo di sostanza fosse quella che l’uomo aveva versato prima di servire il piatto fumante al dio, ma era una delle cose più buone che avesse mai mangiato.
Thor sbocconcellava la sua porzione, osservando per lo più la casa del dottore, arredata nel modo più semplice possibile, gli ricordava quasi il camper dove lui, viveva insieme alla sua Jane, quella casa improvvisata vicino al loro laboratorio in New Mexico. Erano così lontani da quel posto caldo e accogliente.
La città di New York in confronto, era caotica e rumorosa, le stelle erano celate poi dalle luci artificiali della città, un dramma per due astro-fisici come loro.
- Siamo molto lontani dalla possibilità di aprire un portale come quello che Loki ha aperto qualche mese fa.-
Il solo pensiero fece rabbrividire il dottore.
- Dubito che Jane in una giornata, possa trovare una soluzione al problema.-
Thor guardò l’amico, dubbioso. Era sicuro che Jane sarebbe stata felice di rivederlo e in un primo momento sembrava fosse così, ma la presenza del fratello aveva cambiato il suo umore. Loki dal canto suo non aveva così tanta fretta di andarsene, non dopo aver assaggiato quella delizia.
Ripulì il piatto fino all’ultima briciola, emise un sospiro soddisfatto e guardando il dottore, poi gettò il piatto a terra. Il rumore della ceramica infranta contro il pavimento, fece trasalire Selvig, che guardò prima lui poi Thor, spaventato.
- Ne voglio ancora!-
Thor guardò prima Loki, poi l’espressione sul viso del dottore e non riuscì a non scoppiare a ridere.
- Pensavo che fossi l’unico pazzo che apprezza pietanze e bevande in questo modo.-
Selvig scosse la testa incredulo, entrambi si persero nei ricordi, ritornarono indietro nel tempo a quando portarono Thor in quella piccola caffetteria di paese, dove sconvolse tutti i presenti distruggendo la tazza contente caffè, come segno di apprezzamento.
- Siamo tutti così.-
La loro chiacchierata fu interrotta dall’arrivo di Jane, aveva sul viso un’espressione addolorata, Thor le andò incontro stringendola tra le braccia, non capiva il motivo di tanta tristezza.
Eric si alzò in piedi allarmato, l’espressione di Jane non prometteva nulla di buono. Solo Loki era rimasto al suo posto, con i resti del piatto infranto, accanto a lui.
- Mi dispiace Thor, ma Fury ha scoperto del vostro arrivo e…-
Non fece in tempo a finire la frase, che due figure vestite di nero, comparvero dietro Jane, le braccia incrociate al petto e l’espressione tutt’altro che amichevole.
Thor li guardò con un piccolo sorriso, non era certo quello il modo in cui sperava di rivedere vecchi amici. Rassicurò la sua amata con uno sguardo, per poi oltrepassarla e accogliere due venuti. Erano un uomo e una donna: lei dalla sfavillante capigliatura rosso fuoco e gli occhi color verde acqua, lui invece dai corti capelli castani e gli occhi azzurri come l’oceano, immancabile la sua espressione corrucciata, così come erano immancabili faretra e arco.
- Natasha, Clint, è un piacere rivedervi.-
Il dio allargò le braccia in segno di saluto, saluto che entrambi ricambiarono con un piccolo sorriso, non si dimentica facilmente qualcuno, soprattutto se veste in modo bizzarro e porta attaccato alla cintola, un grosso martello. I loro occhi si posarono su Loki, ancora seduto al suo posto in attesa di un’altra porzione di pancakes, ignorò largamente i due e puntò il suo sguardo in un punto morto della stanza.
Jane osservò la scena interdetta, affiancò poi Thor sorridendo ai due agenti.
- Non pensavo vi conosceste.-
Natasha guardò Thor con un debole sorriso, poi spostò il suo sguardo verso Jane.
- Abbiamo combattuto insieme quando il vostro “ospite”, mesi fa ha sguinzagliato un esercito di mostri in giro per la città.-
La frecciata di Natasha colpì un Loki visibilmente annoiato, che rispose con un sorriso ironico per poi tornare a guardare altrove. Clint serrò la mano sul suo arco, pronto ad incoccare una freccia, Thor notato il suo gesto, coprì il fratello dalla sua visuale, parandosi tra lui e l’arciere, Eric si alzò rapidamente alzando le mani e cercando di calmare i bollenti spiriti. Capiva perfettamente il punto di vista dei due agenti, Loki aveva provocato un bel po’ di guai, ma non era il caso che ingaggiassero battaglia nel suo salotto.
- Agente Barton, capisco benissimo il vostro punto di vista, Loki è una minaccia e come tale va tenuta sott’occhio, ma è innocuo.-
Indicò il dio che in quel preciso istante, aveva poggiato il mento sul tavolino, concedendosi un enorme sbadiglio. Natasha si sporse oltre la spalla del dottore, lanciando un’occhiata scettica all’Asgardiano.
- Forse, ma Fury ci ha chiesto espressamente di portarlo al quartier generale e non possiamo di certo tornare a mani vuote.-
Eric non oppose resistenza, si fece da parte e lasciò che i due raggiungessero Loki.
- Thor devi venire anche tu.-
Barton lo guardò con la sua solita espressione seriosa, il dio annuì promettendo poi a Jane che sarebbe tornato da lei il prima possibile.
Loki non oppose resistenza, si alzò docile e seguì i due agenti fuori la porta di casa, dopo tutto che senso aveva ribellarsi? 
   
 
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