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Autore: yolima90    03/04/2013    3 recensioni
Anno 1930 , Emma Swann è una giovane fanciulla che passa le sue giornate in mezzo alla natura, a seguire con lo sguardo le nuvole che le passano sopra le teste ponendosi delle domande, a guardare lupi, cerbiatti che corrono senza badare a lei e assaporare l'aria di campagna inglese.
Ma qualcosa sta' cambiando nella vita della giovane Emma Swann , uno straniero , un viaggiatore è appena sbarcato in casa sua, si chiama : Signor Gold.
Chi è costui? E come mai per la prima volta Emma sente le farfalle nello stomaco?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La campagna inglese non era stata mai bella come quel giorno di primo settembre, l’estate era andata via in punta di piedi ridendo sotto i baffi come una giovane fanciulla che ha appena fatto una birichinata tralasciando alcuni segni del guaio come qualche fiore appena sfiorito, qualche foglia colorata di un verde vivo, e uccellini che lanciano il loro ultimo canto prima di andare in letargo.
Emma Swann amava tutto ciò.
Difficile da dire visto che era una donna di città, una londinese cento per cento, ma la giovane fanciulla dai capelli d’oro e dalle labbra rosse si sentiva una cosa sola con la natura.
Amava sedersi e guardare la campagna londinese, sentire un’aria diversa e amava avvolgersi in quella pace che in città non c’era. Più di una volta aveva visto un branco di cerbiatti che dopo averla fissata a lungo erano corsi via facendo rumore con i loro zoccoli duri.
Forse aveva visto pure un lupo solitario che trotterellava a testa alta senza badare a lei,ma questo forse ..non si era fermata ad affermare il suo dubbio, i lupi non erano pericolosi ma era meglio tenere le distanze.
La famiglia Swann aveva una casa di campagna  non molto distante dalle grande praterie che apparteneva al signor Thompson.
Emma arrivava da una famiglia benestante, suo padre David Swann aveva la più grande fabbrica di legna in tutta londra che riscaldava ogni cammino di buon uomo anche di quelli più poveri, sua madre Mary Margaret Swann dava lezioni di pianoforte alle più giovani fanciulle benestanti di Londra e non .
Quindi non rischiavano di ritrovarsi poveri da un giorno all’altro anche perché la sua famiglia arrivava da una lunga dinastia di principi e principesse, i soldi gli uscivano pure dalle orecchie come si diceva di solito a quell’epoca e ancora adesso a volte per dire quanto uno è ricco.
Ma se diversamente dalla famiglia, Emma non era interessata a essere considerata una borghese , una nobile, una benestante o altri termini che la dividevano dal popolo , lei si considerava prima di tutto una donna. Una donna con la D maiuscola che avrebbe fatto grandi cose come per esempio aprire delle scuole nei vicoli più poveri o degli ospedali con la porta sempre aperta a chiunque avesse bisogno.
 
La sognatrice alzò lo sguardo e vide le nuvole che prima non c’erano, erano belle, leggere e veloci come il vento anche se all’inizio potevano apparire all’occhio umano lenti e grosse come donne in carne che vagano per le vie di buon costume di Londra, la ragazza sorrise e si domandò di cosa fossero fatte le nuvole, avevano un buon gusto? Sapevano di miele? Di zucchero? O di aria?
E più le fissava  e più si sentiva leggera come esse che vagano per il mondo visitando migliaia di occhi che li guardavano incuriositi che si ponevano la stessa domanda.
Allungò la mano come se bastasse per prendere una nuvola,  a volte arrivava a pensare alla morte, se fosse morta in quel momento sarebbe potuta diventare un fantasma e volare tra esse senza il timore di cadere e morire di nuovo.
Ma era ora di cena e tra poco il sole sarebbe sparito dietro alle colline e suo padre avrebbe liberato i cani per cercarla, si tirò su pulendosi il vestito e corse tra la prateria mentre un cerbiatto alzava la testa e guardava la strana creatura correre verso la civiltà.
 
<< Emma!  >>
<< Salve Giusy >>
baciò l’anziana donna che teneva tra le braccia la verdura appena accolta, la vecchia cuoca sorrise alla bionda mentre lei si chinava su di essa per regalarle un bacio troppo lento per una donna come lei che era sempre persa nel suo mondo
<< Dov’eri? Tuo padre ti stava cercando  >>
<< Come sempre >> disse lei ridendo e scappando dentro alle cucine dove i domestici erano gia’ ai fornelli.
Tutti conoscevano la figlia unica di David Swann , la bella Emma che non stava mai ferma  e che aveva la lingua troppo lunga per una donna della sua età.
Ma era Emma, e tutti le volevano bene .
 
<< Emma!   >>
questa volta a chiamarla non fu una voce allegra e spensierata come quella della vecchia Giusy ma fu una voce più dura e autoritaria, era sua madre : Mary Margaret
<< Madre  >> fece un inchino nascondendo un sorriso
<< Dove sei stata? Tuo padre ti sta’ cercando  >>
<< Giusy me l’ha appena detto. Stavo correndo da lui , madre >>
Mary Margaret guardò sua figlia , aveva il vestito sporco d’erba
<<  E’ nel suo studio, vai  e fatti perdonare per il tuo ritardo  >>
<< Si madre >>
Emma riprese a correre, dovette salire al terzo piano dove vi era lo studio di David Swann , quando vi arrivò si fermò a qualche passo dallo studio, per ripulirsi dalla terra e dai ciuffi d’erba che imprigionati non volevano lasciare andare quel vestito assai grazioso che mettevano in risalto gli occhi della giovane.
Poi bussò e attese.
 
<< Avanti  >>
una voce fredda accolse la giovane che in punta di piedi entrò, suo padre era dietro il tavolo che fissava con sguardo vuoto delle carte di proprietà , Emma in silenzio si sedette e attese che l’uomo le rivolgesse la parola.
<< Sai che ore sono?  >> iniziò a dire lui con tono di un vecchio orso brontolone
<< Si padre. Perdonatemi, ho perso..la cognizione del tempo. >>
l’uomo sollevò lo sguardo, un tempo era stato un bellissimo uomo..ora il tempo gli aveva lasciato il fascino dell’uomo che era stato.
<<  Spero che questa cosa non accada più , Emma. >> sospirò
<< No padre, non accadrà più >> chinò la testa
<< Molto bene, ora puoi andare.  Di’ a tua madre di dire ai domestici di portarmi la cena qui, ho troppo lavoro da fare per scendere. >>
Emma si alzò e come prima , in punta di piedi abbandonò la stanza richiudendo piano la porta dello studio.
A mani congiunte attraversò il corridoio e lentamente scese le scale dove un giovane vestito bene l’attendeva, lei gli sorrise e lo superò prima di essere richiamata da Mary Margaret
<< Emma ti presento il signor  Lucas  >>
Emma si voltò e come di buon costume salutò il giovane che arrossii quando i loro occhi s’incrociarono per un istante
<< Il signor Lucas si fermerà a cena stasera >> continuò tranquillamente Mary Margaret
<< Oh . Sono felice che si fermi signor Lucas. Spero che troverà la nostra cena di suo gusto  >>
<<  C – certo ..signorina Emma >>
Emma fece un altro inchino e poi sparii nella sua camera.
 
 
La cena si svolgeva nella grande sala da ricevimento, un cammino scoppiettava allegramente quando Emma entrò, il signor Lucas e sua madre erano già seduti al tavolo, mentre suo padre avrebbe cenato nel suo studio quella sera.
Fuori vi era in atto una tempesta, la pioggia picchiettava con furia sui vetri della grande casa mentre i domestici facevano avanti e indietro con le portate di quella sera.
Emma indossava un vestito semplice color rosa con un fiocco davanti color rosso
<<  Signor Lucas mi stava raccontando della caccia che si è svolta l’altro ieri  >>
Emma guardò il giovane
<< Si,  è stata una bella caccia  >>
<< Cos’avete cacciato signor Lucas ?  >> domandò gentilmente la giovane con un mezzo sorriso
<< Cinghiale.  >> disse lui mettendosi nel piatto due costolette d’agnello bagnate da un ottimo vino rosso del duca di Scozia
<< Interessante. E che ha detto il cinghiale quando l’avete ucciso?  >>
Mary Margaret lanciò un occhiataccia alla figlia che non le badò, Emma non era vegetariana ma non considerava la caccia come un ottimo sport, anzi. La trovava barbara.
Ma era d’accordo con chi diceva che la caccia serviva per mangiare, quando non avevi nulla in mano e quando un cerbiatto poteva salvarti dalla morte, allora si ..che le andava bene.
<<  Non cacciamo sempre signorina Emma. Cacciamo una volta all’anno >>
Il signor Lucas chinò la testa mentre Mary Margaret versava altro vino nel suo bicchiere.
Il ragazzo non si trovava li’ per caso,  era un appuntamento organizzato dai genitori del ragazzo e della ragazza, se i due si fossero sposati le loro casate sarebbero diventate più forti anche negli affari.
Il padre del Signor Lucas possedeva le fabbriche di pelletteria e di lana di tutta l’Inghilterra, un ottimo..un ottimissimo partito per la famiglia Swann.
Ma non avevano fatto i conti con Emma, che non era una donna facile da domare.
La bionda aveva detto di no a tre ragazzi di famiglie benestanti ma questa volta non poteva rifiutare, i suoi genitori non l’avrebbero permesso, ormai si avvicinava ai diciott’anni e stava diventando una Donna, non era più una ragazzina che poteva fare i capricci.
Mentre stava per riaprire la bocca il Signor Lucas , qualcuno bussò forte alla porta, Mary Margaret guardò in quella direzione mentre un uomo anziano correva ad aprire.
<< Signora , c’è un uomo che chiede di lei , signora.  >>
<< Fallo entrare Josh >>
Josh annuii e andò a chiamare il misterioso ospite che sbucò dopo alcuni secondi accompagnato da Josh
<<  Il signor Robert Gold , signora >>
Mary Margaret si alzò sorridente e andò a salutare il misterioso ospite che rimaneva ancora più misterioso agli occhi di Emma mentre il  suo cervello esplodeva in mille domande :
Chi era?
Com’era arrivato qui?
Perché non l’aveva mai visto prima d’ora?
Un collega di papà?
Un cliente di papà?
Un amico di papà?
Un nemico?
Perché non si fermava a cenare con loro? Sicuramente era più interessante del signor Lucas che non smetteva di balbettare.
 
<<  Mi perdoni il disturbo Mary Margaret, ma avevo bisogno urgentemente di parlare con suo marito >>
<< Ma certo Gold, si sieda e mangi qualcosa con noi mentre mando la domestica a chiamarlo >>
l’uomo fece si e si sedette di fronte a un Emma che per la prima volta in tutta la serata aveva le guance arrossite, che fosse la sua presenza? Forse.
Il signor Gold era un viaggiatore di origini scozzesi, non molto alto , ne aveva sentito parlare del signor Gold ora che lo guardava di più , in città si parlava solo di lui e Sarah la sua migliore amica, una volta le aveva sussurrato  all’orecchio che il signor Gold era uno sciupafemmine.
Indossava vestiti normali ma che lo rendevano terribilmente interessante ai suoi occhi, aveva il viso magro ma dai lineamenti duri,  occhi color nocciola profondi come l’oscurità, capelli lunghi che arrivavano fino alle spalle tenuti con cura come le sue mani , lunghe e sottili.
Ma la cosa che metteva a disagio Emma era la sua voce e il suo sorriso , così da cattivo ragazzo, così da furfante, forse era vero..il Signor Gold era davvero uno sciupafemmine che passava e ti rubava il cuore senza chiederti il permesso prima.
E anche quella sera il Signor Gold aveva rubato un cuore  e quest’ultimo apparteneva a Emma Swann.
Per la prima volta trovò casa sua di una noia pazzesca in confronto a Gold.
   
 
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