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Autore: la luna nera    03/04/2013    1 recensioni
E se si fosse sbagliata sul suo conto?
E' facile restare schiavi dei pregiudizi, specie se si ha a che fare con i soliti raccomandati....
Conoscendo meglio il suo collega, Ely scoprì che dietro quell'incallito Casanova c'era molto, molto di più. Lei per prima cambierà e diventerà una donna forte, arrivando a capire che la forza dell'amore a volte fa miracoli.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LUCI E OMBRE
 
 
“Scusatemi….. Ho voglia di stare da sola……”
Dario l’abbracciò forte. Non l’avrebbe abbandonata per tutto l’oro del mondo.
E pure Gabriel.
“So che dovrei farmi forza… Che devo superare anche questa…. Ma quando è troppo è troppo…. Io non ce la faccio più…”
“Non dire così amore mio….” Gabriel le prese le mani. Le strinse forte e le baciò.
“Proprio tu mi dici questo?” Non sapeva più cosa pensare di lui.
“Senti Ely… Io non so cosa ti ha raccontato quel bastardo, ma so che posso aiutarti più di quanto immagini….”
“E chi sei tu per poterlo dire con questa sicurezza? Un mago?” Accennò un sorriso denso di tristezza. “Non mi hai mai detto un cavolo…..Cosa sono tutti i misteri degli ultimi giorni….”
“Lo so. E ti chiedo perdono. Ma non voglio coinvolgerti nella battaglia contro Rinaldi che sto portando avanti. Ti dirò tutto quando quel delinquente sarà dietro le sbarre.”
Dario si era tenuto in disparte, ascoltando con attenzione quanto si stavano dicendo. Aveva intuito che la presenza di Gabirel alla Golden non era solo una scappatoia dai suoi guai sessuali precedenti. Forse c’entrava anche quello, ma il vero motivo era un altro.
Ely si alzò. Li guardò entrambi, poi con voce fredda vuotò il sacco. “Sono stata accusata di aver creato un buco di trecentomila euro nei conti della società a causa di un mio errore nell’inserire un ordine. Nessuno se ne sarebbe accorto e Ombretta ha emesso le relative fatture contestate dal cliente. Per cui risulta una certa cifra in ingresso che in realtà non verrà mai pagata. E la colpa me la sono presa tutta io…. Mi ritiene ancora sotto choc per l’attentato, magari tutti i medicinali che secondo lui assumo mi hanno annebbiato il cervello… E chissà quali altri danni potrei fare! Mi considera una pazza. Per questo mi ha sbattuta fuori.” Si voltò verso la strada e fece qualche passo. “Questo è tutto. Io ora me ne vado a casa. Devo fare i conti con quanto mi è rimasto sul conto corrente. Senza liquidazione non posso sperare di andare avanti per molto….” E se ne andò asciugandosi una lacrima.
 
Gabriel e Dario rimasero lì, senza dire una parola. Rifletterono su quanto aveva raccontato Ely.
“Trecentomila euro….. La cifra non è casuale. E’ stato studiato tutto a tavolino.” Gabriel ne era certo.
“Tu lo sapevi?!” Ringhiò Dario.
“Di questa storia no! Ma sotto c’è molto più di quanto tu possa immaginare!” Strinse i pugni. “E se per colpa mia Ely ne paga le conseguenza, è ora di agire! Non posso più stare con le mani in mano!”
“Parla! Se c’è da spaccare il viso a qualcuno, io sono con te! E se la colpa è tua, non ti farò sconti! Se non ti hanno ammazzato i talebani lo farò io!”
“Calmati e siediti. Che non ti sto simpatico lo so, come so che non ti fidi di quello che provo per Ely. Però questa volta credimi, ti prego. E insieme risolveremo ogni cosa.”
“Va bene. Ora spara.”
“Sono venuto a lavorare alla Golden perché in alcune banche di proprietà della mia famiglia ci sono dei conti piuttosto consistenti…. Molti dei quali riconducibili a Rinaldi o persone molto vicine a lui. Ci sono dei movimenti di denaro troppo strani e da alcune indagini è emerso il fortissimo sospetto che sotto ci sia il traffico di stupefacenti.”
Dario rimase a bocca aperta.
“Erano solo sospetti, mancavano le prove. Perciò, approfittando del mio forzato allontanamento dalla banca in cui lavoravo, mi sono fatto assumere alla Golden per studiare la situazione più da vicino e trovare la prova schiacciante del coinvolgimento di quello stronzo nel traffico di droga dal sud America.”
“E ci sei riuscito?”
“Si. Sono riuscito a piazzare delle microspie nel suo ufficio. Con Elena non ho avuto problemi, un paio di scopate e ho scoperto dove custodisce la chiave della stanza di Rinaldi. Le ho fatto spifferare tutto quello che dovevo sapere su di lui. E poi ho scoperto dell’altro! Sapevi che Roberta è una delle sue amanti?”
“Cosa?!” Dario era incredulo! “Quello non ha mai tollerato relazioni lì dentro!!!”
“Eppure è così. E Ombretta, per arrotondare lo stipendio…… faceva degli straordinari soprattutto al sabato…. Incentrandosi sul sesso orale.”
“Ed Elena non ha mai scoperto nulla?!”
“Evidentemente no.” Fece una breve pausa. “Insomma la mia missione è stata un successo. L’unico imprevisto, per altro stupendo, è stato Ely. Non immaginavo potesse esistere una persona meravigliosa come lei. Non so se si possa considerare un errore l’essermi innamorato di lei, ma è successo. E lo rifarei senza esitazione.” La sua voce era ferma e decisa. “Ho quasi la certezza che sia rimasta vittima di un gioco più grosso di lei là dentro. E dimostrerò che quell’errore non l’ha mai fatto. Sono sicuro che hanno inscenato tutto questo per farla fuori per i sentimenti che nutro nei suoi confronti. ”
“Conta pure su di me.” Dario, sorridente e deciso, gli porse la mano in segno di alleanza.
“Grazie.”
 
 
Passarono un paio di giorni.
Gabriel era solo in ufficio. Tentava di chiamare Ely, ma era come se lei non volesse più sentirlo, né vederlo…. Temeva fortemente una sua ricaduta psicologica. L’unico gancio a sua disposizione era Dario che fra l’altro gli aveva consegnato il famoso anello. E che gli aveva consigliato di studiare per bene le mosse da fare prima di tornare di nuovo da lei.
Ma ancora non era giunto il momento.
Prima qualcuno doveva pagare il conto.
E per quello il momento era giunto.
Lavorando con il computer che era stato di Ely, Gabriel scovò finalmente la prova dell’innocenza della ragazza. Qualcuno aveva inserito l’ordine errato, ma di sabato! Giorno in cui lei non poteva trovarsi lì! A confermare la cosa, sapeva benissimo che al sabato mattina si recava dallo psicoterapeuta! C’era pure l’alibi! E grazie alle sue indagini, sapeva molto bene chi veniva in azienda con Rinaldi al sabato per fare gli straordinari…..
I conti iniziavano a tornare.
 
Squillò il suo cellulare, era il maresciallo dei Carabinieri. Stava venendo a mettere la parola fine a certe attività di Rinaldi.
 
“Gabriel…. Accomodati… Posso offrirti qualcosa?” Che faccia tosta!
Sfoderò un sorriso sicuro. “Voglio solo godermi lo spettacolo in prima fila.”
“Cosa vuoi dire?”
“Intanto ho le prove che hai licenziato Ely con uno sporco giochetto ordito da te con quelle zoccole di là per farla fuori.”
“Hai le prove, eh? E chi me lo garantisce,hm? C’è la mia parola contro la tua.”
“Oh no. Se ti dico che ho le prove, vuol dire che ce le ho. E tu ora ne pagherai le conseguenze. Hai sbagliato a metterti contro di me.”
“E chi saresti tu? Qui comando io se te lo sei dimenticato!”
“Comandi tu, ma ancora per poco.” Sogghignò. “Conosci il detto “Allevarsi la serpe in seno?” Lo conosci?”
Rinaldi si alzò. E in quel momento la porta del suo ufficio si apri, lasciando entrare i Carabinieri.
“Tu!!!! Eri tu la talpa!!!! Mi hai tradito!!!!”
“Ho solo svolto il compito che mi è stato assegnato. Dovevo fornire la prova che tu sei il “pesce grosso” del commercio di droga dal sud America e che usavi i conti della Golden per riciclare il denaro. Quei trecentomila euro scomparsi sono stati trovati in contanti a casa tua. Stavi per concludere un grosso affare…. Peccato sia saltato. E troppo facile far ricadere la colpa su Ely. Quello ti è stato fatale.”
“Ti sei scopato anche quella?!”
“Non sono affari tuoi.”
E i Carabinieri lo portarono via sotto lo sguardo esterrefatto degli altri dipendenti.
Con Rinaldi dietro le sbarre, che ne sarebbe stato della Golden?
 
 
Ely stava raccogliendo i cocci della sua vita.
Più che tentava di rialzarsi, più il destino sembrava remarle contro. Inoltre da quando aveva iniziato quella sorta di relazione con Gabriel, le cose erano ulteriormente precipitate. In un paio di anni  era riuscita a conquistare la sua indipendenza, si era comprata un appartamento, lo aveva arredato a modo suo,….. Si riteneva soddisfatta insomma! Purtroppo però la realtà ora stava cambiando: la sua solidità economica iniziava a sgretolarsi. I soldi per pagare il mutuo non c’erano più. L’unica soluzione era trovare velocemente un nuovo lavoro… Più facile a dirsi che a farsi!
Quindi non restava che una cosa da fare: vendere l’appartamento e tornare a vivere con la sua famiglia.
A trent’anni suonati, dopo aver acquistato la propria indipendenza, essere riuscita a farsi una vita per conto suo, in quell’ultimo gesto vide spegnersi l’ultimo bagliore dei suoi sogni.
Seppe poi da Dario gli ultimi risvolti giudiziari  del suo ex datore di lavoro. Il ragazzo non le raccontò nulla della seconda faccia di Gabriel, riteneva più opportuno che si chiarissero fra loro. Magari il momento ancora non era arrivato, era solo questione di tempo.
Ma quei due erano fatti per stare insieme.
 
Erano passati non più di due giorni dalla messa in vendita dell’appartamento, quando Ely apprese dall’agenzia che si era presentato già un acquirente. E incredibilmente offriva più di quanto richiesto! Non era interessato a vedere l’immobile, voleva solo concludere l’atto nel minor tempo possibile. Evidentemente ne aveva forte necessità. Ely non sapeva se gioirne o meno….. Avrebbe guadagnato un sacco di soldi in più, ma si sarebbe dovuta separare dal suo ambiente prima di quanto immaginasse….
Seppur a malincuore, accettò l’offerta.
 
 
Alle 18:00 di quel venerdì aveva l’appuntamento dal notaio per il rogito.
La sua casa, quasi ex, era già stata privata della maggior parte degli arredi. Restavano solo il letto, il divano e la cucina, che probabilmente sarebbe rimasta lì. Tutto era già sistemato negli scatoloni che entro un paio di giorni avrebbe portato via. In camera sua, alla parete, c’era quello specchio con il quale era solita parlare…. E che le era stato di provvidenziale aiuto nei primi momenti di psicoterapia. Il medico che l’aveva seguita le suggeriva di fermarsi ogni tanto a parlare con se stessa, le avrebbe fatto bene vedere la sua immagine per quel lavoro di auto convincimento….
Forse era il caso di riprovare quella tecnica prima di andare dal notaio… Anche solo per non sciogliersi in lacrime al momento della firma…..
“E’ strano…..  E’ strano trovarsi qui a parlare di nuovo con me stessa….. Forse… no, anzi, questa è l’ultima volta che posso farlo…. Mi mancherai specchietto mio….. Pensare che all’inizio non ti volevo! Non volevo vedere la mia brutta faccia!!.....” Sorrise con malinconia. “C’è stato solo un momento in cui la mia faccia non mi sembrava più così brutta….. E tu lo sai qual è, vero? ….si, esatto…. Quando pensavo a lui…. Non posso negare che mi manca…. Lo credevo uno stronzo, ma  è stato l’unico che mi ha amata per quella che ero….. per quella che sono….. E anche io lo amo, …nonostante tutto… Forse sono sempre stata troppo miscredente nei suoi confronti…. Però lui c’è sempre stato, anche se in fondo c’è una parte di lui che ancora non conosco…. E non ha mai preteso nulla da me…. Questo devo riconoscerlo….. E mi ha fatta crescere…. Ha tirato fuori da me una forza che non pensavo di possedere….. e non posso tornare indietro. Non posso tornare ad essere la persona che ero.” Respirò profondamente un paio di volte e si alzò in piedi. “Lo dimostrerò a tutti. Ho perso il lavoro per una cosa che non ho fatto? Bene! Farò valere le mie ragioni! Devo vendere la casa? Appena potrò, me ne comprerò un’altra! Devo essere forte!  E dopo questo grande passo, ne farò un altro…. Tu lo sai a cosa mi riferisco, vero specchietto delle mie brame?” Strizzò l’occhio alla sua immagine riflessa ed uscì.
 
Si era data la giusta carica per affrontare l’atto di compravendita, soffocando dolorosamente il senso di angoscia legato all’ultimo suo brandello di indipendenza.
Giunse davanti all’elegante portone dello studio notarile, entrò e scelse di fare le scale anziché usare l’ascensore…. Salendo di gradino in gradino, il suo battito cardiaco aumentava sempre di più. Ebbe l’istinto di rallentare…. Come se in quel modo potesse allontanare il momento della firma…..
 
Terzo piano.
Entrò.
La segretaria la accolse con un sorriso gentile e cortese.
La invitò ad accomodarsi nello studio del notaio.
Era tutto pronto.
L’acquirente c’era.
Mancava solo lei.
Fece un respiro profondo, afferrò la maniglia ed entrò.
 
 
 
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La vita di Ely sembra si stia sfasciando attimo dopo attimo.
Lo “specchio magico” le avrà dato la giusta carica per affrontare davvero quell’ultimo atto?
E soprattutto, chi sarà il misterioso acquirente?
Nel prossimo capitolo, che poi sarà l’ultimo, tutti i nodi verranno al pettine!
 
E se qualcuno ricorda la frase tratta da “Lost” dei Coldplay che ho menzionato alla fine del capitolo 5…….
 
 
Grazie infinite a tutti quelli che hanno seguito o inserito fra i preferiti questa storia e in particolare GRAZIE a change_your_life_  per le sue recensioni! 

 

  
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