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Autore: Elizabeth Forbes    03/04/2013    6 recensioni
‘’Caroline, figlia di contadini, vive in un piccolo villaggio, al confine, verso sud, un altro villaggio, guidato dai Mikaelson, fa valere i propri territori a nord. Tra questi due, un contratto di pace, voluto da i Mikaelson diceva : ‘’Ogni essere vivente, o non, sulle terre dei Mikaelson, sarà di nostra proprietà e viceversa.’’ Per giunta, nessuno aveva mai osato entrare in quelle terre o anche, avvicinarsi alla linea di confine. Tranne Caroline che, seppure non superando il confine, passeggiava dietro la linea del territorio dei Mikaelson. Niklaus l’aveva sempre scrutata da lontano, finché, un giorno, i Mikaelson, decidono di non rispettare il contratto e..''
Spero di avervi incuriosito almeno un po' così da poter leggere la storia.. Un bacione, Elizabeth.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Love Kidnapped.
L'amore rapito.


Nel villaggio di Caroline, quel giorno, si festeggiava il primo giorno di primavera con un ballo in maschera  e, come tutti gli anni, la ragazza, era l’organizzatrice, se così possiamo definirla, di quella festa alquanto sublime. Ogni anno, solamente lei, andava vicino alla linea di confine dei Mikaelson accompagnata dalla sua amica più fidata, Elena Gilbert, così per raccogliere i fiori. Anche quest’ultima, aveva più che paura dei fratelli Mikaelson ma, Caroline, la trascinava con lei.

La bionda, aveva un vestito verde smeraldo caratterizzato principalmente da un bustino stretto, da lacci e da maniche lunghe che si svasano a livello dell’avambraccio, aveva pochi abiti buoni che, grazie agli insegnamenti preziosi di sua madre, si cuciva da sola.
La ragazza, adesso, camminava per il piccolo villaggio, cercando l’abitazione della sua amica e trovandola, di già, fuori la porta.
La guardò  e sorrise, andandogli incontro, allargando le braccia, e avvolgendola in un soave abbraccio. Uno di quegli abbracci, in cui, ci si può perdere ore e ore perché, si sa, gli amici restano lì per sempre. Ed era questo quello che pensava, la bionda, ogni volta che si immergeva tra le braccia della mora che, con tanta foga, ricambiava quel abbraccio.
Si distaccò svogliatamente, prima di guardarla negli occhi e sorridere, ancora, come una bambina, emozionata per quella festa per poi, pronunciare parola.

‘’Sono così contenta, amo questa festa, Elena.’’ Caroline, sorrise, guardandosi intorno e notando i fiori che, pian piano,  cominciavano a sbocciare, poi, ritornò con lo sguardo verso Elena.

Elena, si aspettava, come ogni anno, questa reazione da parte di Caroline e, sorridendo anche lei, cominciò ad incamminarsi.
‘’Oh, amica mia, sei contenta ogni anno per questa festa.. Inutile ripeterlo, ogni volta.’’

Caroline, sbuffò come una bambina appena rimproverata. Non capiva. Perché solo lei amava quella stagione, più delle altre? Perché la gente non riusciva a capire la bellezza e la semplicità con le quali, le piante, rinascevano più forti e più belle? Erano le domande che si poneva spesso, troppo spesso. La distolse dai suoi pensieri la voce di Elena che, cercando di rimanere seria, pronunciava poche parole.

‘’Siamo uscite dal bosco.. Ecco la distesa.’’ Disse la mora, cercando di riportare Caroline alla realtà.

Caroline, sorridente, rivolse lo sguardo verso la distesa, quella stessa distesa che, prima, era piena di neve, adesso, era piena di fiori di tutti i generi. La ragazza, come ogni volta, non poté fare a meno di correre verso quella distesa che, sembrava infinita.
Portò le mani al vestito, alzandolo di poco, così da poter correre meglio verso i fiori da lei graditi. I capelli dorati si muovevano con il vento, il sorriso illuminava il viso insieme ai suoi occhi azzurri. Mentre il cestino che portava in mano, si riempiva sempre di più ma, qualcosa, attirò l’attenzione di Caroline. Un qualcosa che adorava, che le piaceva più di ogni altro fiore. Le rose. Rose di ogni colore, si esibivano non poco lontano da lei.
Lei, presa dalla foga, si avvicinò ad esse. Stava per sporgere la mano, ma una voce la fermò. Un urlo, più che altro, quella della sua amica.

‘’FERMATI, CAROLINE!’’ Furono le uniche parole pronunciate dalla mora. Ma bastarono quelle a Caroline per fargli capire dove si trovasse.

Abbassò lo sguardo. La linea tracciata dai Mikaelson era a pochi centimetri da lei e, sapeva, che sarebbe diventata di loro proprietà se solo avesse sorpassato quella linea. Sarebbe finita a fare la serva a quei viziati, o meglio , così li definiva lei.
Inutile, però, Caroline era troppo testarda.

‘’Ne prenderò solo una, non se ne accorgerà nessuno.’’ Disse, sorridendo verso la ragazza, per poi girarsi nuovamente verso le rose.

Non curandosi delle parole di Elena, Caroline, si allontanò dalla linea, prolungando la mano, fino a rimanere in equilibrio su una gamba sola. Sfiorò con le dita  una spina che, pungente, le procurò un piccolo taglio sulla mano. Emise un gemito di dolore, prima di riavvicinare la mano alla rosa, cercando di strapparla.
C’era quasi riuscita ma, due uomini, eleganti, passeggiavano per i giardini di villa Mikaelson, non accorgendosi di lei.
Cercò, quindi, di fare alla svelta ma, i due, si girarono velocemente verso di lei.
Un uomo, in particolare, sembrava non essere stupito di vederla, anzi, sorrideva divertito e borbottava con il ragazzo vicino.
Erano due ragazzi assai differenti, seppur affascinanti in diversa maniera.
Il ragazzo, quello un po’ più alto, aveva un portamento regale e rigido, i capelli lunghi , mori, mentre gli occhi erano di un color cioccolato.
L’altro, invece, aveva fin da subito affascinato Caroline, aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi erano di un azzurro profondo, e sembravano riuscire ad entrare nella mente di chiunque li guardasse. Aveva capito chi fossero quei due, erano la rovina del loro villaggio e , se non lo erano stati, Caroline ne era certa, che lo sarebbero stati in futuro.
I due fratelli Mikaelson, le sembrava si chiamassero .. Elijah e Klaus, o qualcosa del genere.
Caroline, dunque, scosse la testa, riportandosi alla realtà. Si mise su due piedi e si sistemò il vestito, cercando di non macchiarlo di sangue. Portò l’altra mano su quella ormai ferita e cercò di fermare il sangue, mantenendo lo sguardo fisso verso i due che, adesso, si erano fermati aldilà della siepe di rose.

‘’Sai, forse avresti dovuto dare ascolto alla tua amica.’’ Disse il più grande, accennando con lo sguardo, verso Elena.

Caroline rimase immobile, deglutendo di tanto in tanto, aspettando un’altra parola da quelle persone. Non doveva avere paura e, non doveva dimostrarlo, perché, lo sapeva, non erano altro che uomini viziati o, almeno, così li definivano in villaggio.

Klaus che, ogni mattina , passeggiava per quel giardino, l’aveva vista ogni volta passeggiare in quella distesa. Ogni mattina, ogni pomeriggio, da quando era piccola, ad adesso. Ne era così impressionato che, di tanto in tanto, l’aveva dipinta su alcune tele.
Era di una bellezza impareggiabile, la sua pelle sembrava fosse di porcellana, i suoi capelli erano dorati ed ondulati come onde di un mare troppo pregiato, forse anche per lui.. E i suoi occhi, quegli occhi che non riusciva neanche a dipingere, non riusciva a rappresentare, adesso se li ritrovava a pochi centimetri di distanza.
Si allontanò  da quei pensieri, e tornò sul suo volto, prima di proferire parola.

‘’So che nel tuo villaggio, oggi, si festeggerà la festa primaverile, puoi confermarmelo?’’ Furono le uniche parole che, fredde, uscirono dalla bocca del ragazzo seguite da un sorriso beffardo.

La bionda, di tutta risposta, annuì, prima di proferire parola.
‘’Sì, in effetti, ma voi non siete invitati.. Come ogni anno, d’altronde.’’ Aggiunse quelle parole, sorridendo beffardamente e inclinando la testa di poco, verso Klaus.

Il ragazzo, divertito e irritato dalla sua espressione, non poté fare a meno di ridere guardandola.
‘’Dovresti, mia cara, abbassare i toni..’’ Prese un sospiro, prima di avvicinarsi, di più, alla siepe, continuando a parlare. ‘’ In più, saresti diventata di nostra proprietà.. e lo sarai.’’ Aggiunse, infine, marcando le ultime parole.

Caroline, a quel tono di voce, rabbrividì. Il solo pensiero di appartenere a qualcuno, la fece più che innervosire e, preso il cestino da terra, rialzò lo sguardo verso di lui.
‘’Non sarò di nessuno, se non del mio futuro sposo.’’

Quelle parole, pronunciate con tanta freddezza, fecero rabbrividire Klaus che, estasiato da così tanta  bellezza e determinazione, si sentì quasi offeso ma, non poté ribattere poiché, la ragazza, si stava già incamminando con la sua amica, verso il bosco.

‘’Ti hanno già informato sul nostro piano, Niklaus? Quello che dobbiamo fare, questa sera..’’ Disse, il fratello maggiore, riportando alla realtà il biondo che, girandosi verso di lui, annuì freddamente ripensando, ancora, ai gesti della ragazza.

***

Il castello che ergeva nel villaggio di Caroline, non era mai stato così bello, o forse, lo era tutte le volte che la bionda lo ornava per feste come quella. Fin da piccola, si divertiva ad aiutare le signore anziane ad addobbare il castello, in caso di festa e , quella volta, non fu da meno.
Caroline rimase immobile, alla fine delle scale da dove scendevano le persone più nobili di quella città. Lo si poteva capire anche dai loro abiti, ornati da pietre preziose e chissà cos’altro.
Lei, invece, portava un vestito azzurro, a bretelle, regalato da Tyler Lockwood, un signorotto del villaggio che le faceva la corte. Non si pentiva di averlo indossato, in fondo, era bellissimo e, se voleva andare ad un ballo del genere, doveva per forza indossarne uno così bello e pregiato.
Scosse la testa, sistemandosi i capelli e calando la maschera sul volto. Anche quella maschera, con piume azzurre, era stata regalata da quest’ultimo e a Caroline, aveva fatto più che piacere.

Tra la folla, si diffondeva con le persone nobili lì presenti, non curandosi d’essere figlia di contadini. Ma, qualcosa, la distolse dai suoi pensieri. Delle voci che provenivano da un gruppo di persone che, come sempre, si erano riunite a spettegolare.
‘’Mi hanno detto, che saranno presenti anche i Mikaelson’’ Disse una voce femminile.
‘’Ne sei sicura?!?’’ Ne rispose un’altra, ancor più sorpresa di Caroline.
La bionda, dal canto suo, non diede peso a quelle voci e, sorridente, si divertiva con Elena che, da poco, l’aveva raggiunta nel bel mezzo del salone.

‘’Hai sentito!? I Mikaelson saranno qui.’’ Furono le uniche parole di Elena, che, stupita, si trovava di fronte all’amica.

Caroline, sorpresa da quell’affermazione, sorrise e si fece vicino a lei.
‘’Credi davvero alle voci di paese, Elena?’’ Disse, lei, ridacchiando divertita.

Elena, però, non rispose ma, bensì, fissava le scale alquanto terrorizzata. La bionda, si girò insieme a lei, notando una figura maschile dire il nome all’uomo che lo avrebbe annunciato a tutta la sala. Caroline, non si rese conto di chi era finché l’annunciatore, deglutendo, urlò quel nome.
‘’La famiglia Mikaelson, da nord!’’
Quelle parole fecero rabbrividire Caroline, come tutto il resto della gente presente. Le chiacchiere finirono, le risate cessarono, tutti si girarono verso le scale mentre quattro uomini ed una donna, scendevano insieme.
Le due amiche fecero qualche passo indietro, permettendogli di scendere tutte le scale.
La famiglia Mikaelson, si fermò davanti ad esse che, stranamente, o forse no, erano le uniche vicino alle scale.
Caroline li scrutò uno per uno a partire dalla ragazza, che, a quanto diceva la gente del villaggio, si chiamava Rebekah. Quest’ultima, aveva una chioma dorata, liscia e gli occhi azzurri quasi come quelli del cielo, ma difficili da penetrare.
Passò, poi, al ragazzo vicino a lei che, quasi sicuramente, sarebbe dovuto essere Kol.
Non era troppo basso, i capelli erano castani e gli occhi erano di un color nocciola ma anche lui era di una bellezza incontenibile.
Non ebbe il tempo di scrutare tutti gli altri perché, una voce, quella di Klaus, interruppe i pensieri di tutti i presenti.

‘’Non volevamo interrompere il ballo, miei cari..’’Disse, con un sorriso beffardo, portando le mani dietro la schiena. ‘’Volevamo unirci a voi, ridendo e , magari, ballando..’’ Marcò l’ultima parola, accennando a Caroline che, irritata da quel movimento, avrebbe voluto dirgli chissà cosa ma, la sua amica, la fermò accennando un’occhiata verso di lei.

La bionda, dal canto suo, sospirò sonoramente e, quando le persone iniziarono nuovamente a parlare e a ballare, quest’ultima, si allontanò dalle scale rivolgendo un ultimo sguardo a Klaus senza pronunciare parola, irritata, dal suo comportamento.
Prima le diceva che sarebbe stata sua, come se lei fosse un oggetto.. A Caroline, questo, non andava bene e se ne fregava di chi fosse quel uomo, nessuno poteva trattarla così.
Camminò tra i presenti, fino ad arrivare al salone centrale dove, molti ragazzi e ragazze, si erano uniti in un ballo tra questi anche il ‘’nobile viziato’’ Klaus Mikaelson, ballava regalmente con la sua compagna, Camille Howard. Anch’essa era una nobile, più che viziata, promessa sposa del suo compagno di ballo.
Non molto tempo fa, anche quest’ultima, viveva nel villaggio a sud, con Caroline ma, presa dalla lussuria e dai vizi, decise di corteggiare quel uomo e, senza alcun dubbio, riuscì in quell’impresa così tanto da essere, ormai, sua promessa sposa.
La bionda aveva sempre odiato Camille, aveva provato a capire tutti quei vizi che, ormai, giravano intorno alla sua vita, ma non c’era riuscita. Ogni tentativo era stato più che vano.
Caroline si distolse dai suoi pensieri poiché, Tyler Lockwood, le porse la mano prima di cominciare a proferire parola.

‘’La gentile donzella qui seduta..Vorrebbe concedermi un ballo?’’  Un sorriso né troppo sincero, né troppo beffardo, si fece avanti sul suo volto.

Caroline, alzando lo sguardo, annuì soltanto, portando la mano su quella di lui. Cosa ci sarebbe stato di male in un ballo?
In pochi secondi, si ritrovarono mano nella mano, in mezzo alla sala da ballo con tutte le coppie che, a tempo, seguivano il ritmo.

‘’Ti piace il vestito che ti ho donato, vero?’’ Disse Tyler, ricevendo da Caroline un sorriso e un piccolo cenno del viso. Egli, prendendo un sospiro, continuò sonoramente. ‘’Ne potresti avere quanti ne vuoi, se solo tu venissi con me..’’ Concluse, poi.

A quelle parole, Caroline, avrebbe voluto uscire dalla sala. Troppe cose, quel giorno, la stavano facendo innervosire.. Perché dovevano rovinargli la festa più bella che ci potesse essere? Sbuffò irritata, mentre, con una giravolta, si ritrovò nelle braccia di un altro uomo.
Non riusciva a guardarlo in faccia poiché, i passi del ballo, prevedevano che, adesso, l’uomo, avrebbe dovuto poggiare la sua mano e quella di lei sopra il  ventre della donna, fare qualche passo così, prima di girarsi nuovamente.
Non riusciva a vedere il volto del uomo, ed era quello che la infastidiva, era stata così distratta da non vederlo. Sentiva solo le mani sul suo ventre, il suo addome sulla sua schiena, il respiro di lui sul suo collo e il suo cuore che, stranamente, batteva forte, troppo. Sorrideva, al pensiero di un bel uomo, poiché, quello che riusciva a percepire era soltanto attrazione verso il calore che emanava quel corpo che, a detta di Caroline, sarebbe dovuto essere di un nobile grazie alla sua postazione.
In pochi secondi, neanche il tempo di immaginare chi ci fosse dietro di lei, la bionda si ritrovò di fronte a Klaus Mikaelson. Il suo sorriso mutò in una ‘’o’’ di stupore mentre, nella sua testa, si malediceva per aver provato attrazione verso un uomo come lui che, in più, era promesso sposo.
Il suo viso era coperto da una maschera che, però, lasciava trapelare gli occhi azzurri come il cielo, impenetrabili e di una bellezza assolutamente incontenibile,  anche le labbra rosee erano scoperte, e la ragazza, dovette stare attenta a non cascare con l’occhio su quelle labbra così invitanti.
Quegli occhi sembravano voler entrare nella mente della ragazza, leggerla e scoprire i suoi pensieri, facendole perdere il controllo e far così, cadere tutti i muri che si era sempre creata poiché, si ripeteva sempre, che non aveva bisogno di nessuno per andare avanti. La sua voce, anch’essa più soave della mattina prima, la distolse dai suoi pensieri.

‘’Caroline, se non sbaglio..’’ Chiese, con un sorriso beffardo, aspettando il cenno da parte della ragazza, prima di continuare. ‘’Mi hanno parlato di te.. Oggi, non abbiamo avuto il modo di presentarci. Sono Niklaus, anzi, Klaus Mikaelson. Niklaus è il nome affidato da mio padre.’’

Caroline, cercando di mantenere un tono serio, irrigidì le spalle e prendendo un respiro, lo guardò negli occhi, sorreggendo lo sguardo. ‘’Sì, sono Caroline.. Caroline Forbes. Non c’è bisogno di una vostra presentazione, è già conosciuto da tutti.. purtroppo.’’ Emise un piccolo sbuffò, marcando l’ultima parola.

Klaus ridacchiò, divertito, chissà cosa pensava la gente di lui anche se non gli dava molto peso, sarebbe stato divertente vedere la paura, di tutti, che nascondevano con una maschera, o meglio, chi riusciva a nasconderla. Decise di prendere parola. ‘’Beh, mia cara Caroline, le consiglio di stare attenta questa sera … Non vorrei che si facesse male.’’ Il sorriso del ragazzo si fece ancora più beffardo.

La bionda, quasi spaventata da quelle parole e dal suo sorriso, deglutì continuando a guardarlo negli occhi e cercando di rispondergli mantenendo un tono più che serio. ‘’Cosa vuole che succeda? Se non ci sarete voi, tutto andrà benissimo.’’

Klaus, a quelle parole, rimase ferito, anzi, non si può descrivere cosa avesse provato a quel, diciamo, altro rifiuto della ragazza. Non riesco a trovare aggettivo, io, che possa descrivere quello che Klaus avesse provato in quel momento, quello che sentiva dentro, come se qualcosa, nell’arco della sua vita immortale, l’avesse ferito per la prima volta. Ma, dopo tutto, doveva sempre dimostrarsi l’uomo alfa e, ritornando all’espressione di prima, continuò a parlare. ‘’Ed è questo, quello di cui vi dovrete preoccupare.’’

A quelle parole, la melodia cessò, Klaus, rivolgendole un ultimo sguardo e, con esso, anche un ultimo sorriso, le passò accanto, sfiorandola delicatamente, e avanzando verso Elijah, lasciando una Caroline impaurita e con il cuore in gola.

***
‘’Siete pronti?’’ Furono le parole di Elijah che, con fare regale, rivolgeva a molti dei loro sudditi che, in riga, sentivano i comandi dei tre padroni : Elijah, Klaus e Kol.
Klaus, per l’ultima volta, ripeté il comando che, più gli stava a cuore.

‘’Voi, non dovrete assolutamente toccare Caroline Forbes. Ci penserò io.’’ Furono le ultime parole ed i sudditi partirono a velocità sovrannaturale.
Forse, io, non vi ho ancora svelato quello che nascondeva la famiglia Mikaelson, un segreto così oscuro che, nessuno, poteva saperlo.. Bramavano sete di sangue, ormai morti da secoli, erano diventati vampiri ed è questo che macchiava il cuore di tutti e quattro.


***

Caroline, quella notte, non riuscì a dormire, bensì, si sentiva strana. Le ultime parole di quel uomo l’avevano messa all’allerta, tanto d’aver paura di dormire, anzi, d’aver timore che qualcuno potesse entrare e fare chissà cosa.
Ma forse, nella sua mente ripeteva, che fossero solo sue fissazioni e niente più.
Decise, così, di chiudere gli occhi, concentrandosi sul rumore dei grilli che, quella sera, non la smettevano di frinire.
Ma, pochi secondi dopo, rumori assordanti, cavalli che nitrivano e lo scalciare degli zoccoli sulla terra, la fecero sobbalzare e, chiudendosi la vestaglia, corse fino alla porta, aprendola e mettendo un piede fuori ma, la corsa dei cavalli, la spinse dentro casa e la madre, accorse subito in suo aiuto, alzandola da terra. Caroline si rese conto della situazione.
Osservò i cavalli correre, notando la bandiera dei Mikaelson con il loro stemma. Il cuore di Caroline, sobbalzò, ricordandosi delle parole di Klaus, poco prima.
Non ebbe tempo di pensare perché, dalla sua casa, poteva vedere Elena dimenarsi contro alcuni sudditi di quella famiglia. Caroline non perse tempo, poco dopo, corse vero la mora, cercando di allontanare quel uomo da lei.. Ma, quest’ultimo, aveva qualcosa di diverso, qualcosa di più forte d’ogni cosa. La spinse ,forte, verso un muretto e Caroline, svenne ignara di cosa potesse succedere dopo, preoccupata solamente per la sua amica.

Angolo autrice.
Ragazze, qui è Elizabeth che vi parla, sì, l'autrice malata di questa storia.. Non ci crederete ma ho preso spunto dal Ratto delle sabine, già, sono malata.. Il fatto è che, dopo aver letto il libro ''Il ratto delle Sabine'' ho sognato un romano (Klaus) che, veramente, si innamorava di una sabina (Caroline) ma questa, dopo averla privata della libertà, di vedere i suoi genitori, e di chissà cos'altro.. Potrà mai amarlo allo stesso modo?
Ecco, questi sono i miei pensieri malati... Beh, comunque, spero che vi piaccia e l'aggiornerò al più presto, in base al gradimento.
Un abbraccio.. Elizabeth. (Saluto alla Adam Kadmon.)
  
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