1302

Traditore, traditore, traditore

L'unica parola che risuona nelle tue orecchie è questa.

Fa male sentirla dire da altri. 

Ma vedere tuo fratello immobile, fissare il vuoto e non reagire è un vero colpo al cuore.

"Ti sei venduto al nemico, traditore!"

Ripetono.

La fune si stringe intorno al tuo fragile collo.

"Rimani nel fango, è quello il tuo posto."

La spada Nera sferra il suo colpo...

 

Tutti vennero cacciati, nessuno si salvò da Morte.

E Firenze, mio poeta tu non la vedrai più.

Firenze è Nera oggi.

Profetiche parole risuonano nella sua anima.

E nel fango rosso Feliciano, si chiede se sarà sempre così.

 

 

1303

Quanti mesi, quanti giorni passati ad aspettare il suo ritorno.

E dall' alto del colle la città è nuovamente sua. 

Il traditore ha Firenze nelle sue mani.

Nessun vessillo nero sventola tra i suoi bastioni.

Ma Bianco sarà il suo colore.

Bianco come il giglio.

Il suo giglio.

 

E sulla strada del ritorno per la città incontri quel Bianco.

Tuo fratello.

Lo vedi tra la folla.

Lì sul suo cavallo, a capo chino.

Lo chiami a gran voce e lui si volta.

Un cenno, un attimo, uno sguardo e addio.

Un doloroso saluto di rimpianti.

Di parole non dette, di azioni mai compiute. 

Firenze ora è Bianca.

Mai più la rivedrai.

Per secoli.

 

"Scusa!"

Il bicchiere di Feliciano scivolò a terra, rompendosi.

Romano guardò il fratello asciugare il vino dai vestiti, dalla tovaglia, dal pavimento.

Vino rosso sangue.

"Ah, non si leverà in lavatrice questa volta!" Replicò il nordico stizzito.

"Scusa!" Ripeté Romano.

"Oh, Romano sono stato io a far cadere  il bicchiere, non c'è bisogno di scusarsi!" 

"Scusa!" Sussurrò flebile il maggiore.

Feliciano abbassò il capo e continuò a pulire il pavimento, mentre Romano continuava a mormorare tra i singhiozzi quelle scuse sepolte nel passato.

Nessuno di voi due sarebbe stato mai abbastanza piccolo, per non veder scorrere il sangue fra le vie.

 

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, 

nave sanza nocchiere in gran tempesta, 

non donna di province, ma bordello! "

 

Salve ragazzi!
L'argomento da cui è tratto questo racconto è la lotta fra Guelfi Bianchi e Neri, che il principio nella lotta delle investiture. Come vedete non ho voluto approfondire il tema, perché da una parte ho voluto che il tutto fosse lasciato nella nebbia dei ricordi di Feliciano e Romano, che già da piccoli sono stati costretti a vivere con una spada in mano, quindi dal momento che ricordare per loro secondo me  è doloroso ho preferito lasciare un po' tutto al caso. Allora dopo la cacciata da Firenze nel 1302 i Guelfi Bianchi si alleano con i Ghibellini, per questo Feliciano è considerato un traditore. Molti furono i poeti che furono costretti a lasciare Firenze, tra cui lo stesso Dante, che non vi farà più ritorno!

Più che altro è una cicatrice interiore, che i due fratelli si sono inflitti a vicenda, probabilmente ritornerò sopra questo periodo storico però non so quando, sempre causa esami, però nel prossimo racconto vorrei affrontare un periodo storico diverso,quindi vi chiedo un aiuto, che mi consigliate? Spero che la storia vi sia piaciuta, come sempre mi rimetto al vostro giudizio!

Un grazie a Malice che mi ha aiutato con le date, (spero di averle azzeccate).

Dedico il racconto a Celine-chan che insieme a Malice ha recensito Rose Rosse!

Un caloroso saluto e a presto,

Sachi93.