Fanfic su artisti musicali > Oasis
Segui la storia  |       
Autore: Windofchange    03/04/2013    1 recensioni
A volte la vita non ti chiede il permesso, decide lei e basta, anche se tu non sei d'accordo. Entra senza bussare e cambia tutte le carte in tavola, carte sconosciute con le quali i fratelli Gallagher non hanno mai giocato...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Gallagher, Noel Gallagher
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
3.       Visite



NOEL
 
Noel e Paul camminavano fianco a fianco nel lungo corridoio dell’ospedale. Il reparto di rianimazione si trovava al primo piano,  dopo un atrio costituito da una specie di centro informazioni e di vari slogan salutistici appesi al muro. Lo sguardo di Noel si focalizzò sulla classica scritta “il fumo uccide”, e pensò come facesse ad essere ancora vivo, dopo tutte le sigarette e le varie droghe che aveva assunto fino ad oggi.

-Scusi, stiamo cercando Peggy Gallgher, ci hanno avvertito che è stata ricoverata qui stanotte-  disse Paul alla prima infermiera che vide passare nel corridoio.
-Ah, si eccovi… certo, seguitemi- la donna sembrò un attimo spiazzata e le sue guance diventarono leggermente rosse. Probabilmente non aveva a che fare tutti i giorni con delle rock star nel suo reparto.
Li guidò verso un corridoio più piccolo, dicendo che proprio per evitare l’assalto dei giornalisti avevano posizionato loro madre più lontano possibile dal corridoio principale. La stanza era la numero 6, ma l’infermiera disse loro che dentro potevano stare solo dieci minuti perché la donna non doveva affaticarsi.
A Noel tremavano le gambe, e si sentiva lo stomaco completamente sottosopra.

Entrarono, e subito si accorsero che Peggy era cosciente. Era immobile, pallida, ma appena vide i due figli entrare il sorriso di sempre le illuminò il viso.
-Noel, Paul, siete arrivati!- disse la donna con un filo di voce.
I figli si posizionarono subito uno da un lato e uno dall’altro lato del letto, stringendole le mani.
-Si mamma siamo qui. Come stai? Ci hai fatto morire di paura!- iniziò Noel abbassandosi sul letto e baciando la madre in fronte.
-Sto bene adesso, non preoccupatevi-
-No mamma, d’ora in poi tu non starai più a casa da sola, verrai a vivere a casa di uno di noi- proseguì Paul che nel frattempo prese una sedia e si riposizionò a lato del letto.
Noel penso che in quel “uno di noi” rientrava anche Liam: d’un tratto si immaginò la scena di suo fratello che rientrava a casa alle sei del mattino vomitando e sua mamma che appena sveglia faceva stretching  e si preparava il the per colazione... Sicuramente la convivenza non avrebbe funzionato.
-Ma figurati se io vengo a vivere da voi. Sarei soltanto un impiccio. E poi io voglio continuare a vivere come e dove ho sempre vissuto, lo sapete- rispose prontamente la donna.
 Eccola, non si smentiva mai mamma Peggy. Non avrebbe abbandonato Burnage e  la sua casa per nulla al mondo. Anche quando i figli le avevano proposto di trasferirsi in nuova casa pagata completamente con i soldi del loro successo, lei aveva scosso il capo testarda come sempre.  Forse era anche questo lato del suo carattere che la rendeva una donna tanto speciale.
-C’è anche Liam?-
-Arriverà mamma- disse Paul troncando sul nascere ogni possibile domanda. La madre soffriva molto della situazione che si era creata tra i due fratelli, ma nonostante avesse più volte cercato di fare da intermediaria come in passato, questa volta non ci era riuscita. La testardaggine era una delle cose che i suoi figli avevano preso da lei, ma non pensava fino a questo punto.
I dieci minuti passarono e l’infermiera entrò in stanza per ribadire che adesso la donna aveva bisogno di un po’ di risposo.
-Mamma siamo qui fuori, non ce ne andiamo. Tu ora dormi un po’, se hai bisogno basta che fai un fischio- disse scherzando Noel.
-Ok- acconsentì Peggy.
I figli si avviarono verso la porta, ma proprio quando erano sulla soglia la madre chiamò a sé il minore.
-Noel…-
Si voltò subito, lo sguardo attento e ancora un po’ preoccupato  -Dimmi mamma-
-Siccome dovrò stare qui ancora un po’, avresti voglia di passare poi da casa a prendere le mie cose? Avrei bisogno di lavarmi e di cambiarmi…è sempre tutto al solito posto-
- Certo mamma, più tardi passo e ti porto tutto-
Così anche Noel uscì e si sedette nella piccola sala d’attesa che c’era fuori dalla stanza della madre.


 
LIAM
 
L’agitazione aveva preso il sopravvento sulla ragione. Liam stava praticamente correndo fuori da casa sua, l’unica cosa che si era ricordato di prendere uscendo da casa erano i suoi soliti occhiali che per fortuna riuscivano a mascherare i suoi occhi azzurri preoccupati.
-All’ospedale. Subito!- comandò all’autista appena riuscì a fermare il primo taxi. Forse era stato un po’ sgarbato, ma non se ne preoccupò. In più aveva dormito poco, motivo che giustificava benissimo la sua poca voglia di fare conversazione o di essere forzatamente gentile.
Si accasciò sul sedile posteriore dell’auto, cercando di tranquillizzarsi un attimo.
Chissà se i suoi fratelli erano già lì. L’autista cercava di evitare le strade più trafficate per fare prima, ma a Liam sembrava di stare facendo il viaggio della speranza. Dopo un quarto d’ora l’autista accostò davanti all’ospedale, Liam pagò e uscì cercando di non dare troppo nell’occhio. L’ultima cosa che voleva era qualche fan scatenato che lo fermava per un autografo. Questa sarebbe stata un ottima motivazione per dare un calcio in culo a qualcuno.

Seguendo le indicazioni appese al muro, salì al primo piano. Il cuore gli martellava forte nel petto e non riusciva a calmarlo. Chiese alla prima infermiera che incontrò dove fosse la stanza di sua madre, e questa lo accompagnò gentilmente verso la stanza numero sei. Liam riconobbe a qualche metro da lui le due figure di Noel e Paul sedute su delle sedie arancioni, in quella che sembrava una piccola sala d’attesa. Loro non lo avevano ancora notato, erano intenti a chiacchierare a bassa voce e avevano due bicchieri in mano, probabilmente stavano bevendo il caffè del distributore automatico.

Ad un tratto si girarono e dopo tre anni gli occhi azzurri di Noel e Liam si incrociarono.
Entrambi si guardarono per qualche secondo, poi Noel abbassò gli occhi sul bicchiere che aveva in mano e diede l’ultimo sorso.
-Ciao- pronunciò Liam con la sua solita espressione strafottente, ovviamente più rivolta a Noel che a Paul.
-Ciao- rispose il più grande con un leggero movimento del capo - la mamma è lì, ti sta aspettando.
Noel non accennò neanche ad un saluto, ma Liam non ne rimase sorpreso: sapeva benissimo quanto fosse rancoroso e fottutamente orgoglioso il fratello.

Liam entrò, e il sorriso di Peggy si accese per la seconda volta. – Liam, sei arrivato anche tu, vieni qui-
Il piccolo dei Gallagher si commosse appena vide la madre. Le era sempre stato molto affezionato, e vederla pallida e fragile su quel letto gli spezzò il cuore.
-Mamma…- non riuscì a dire nulla perché sapeva che se avrebbe continuato a parlare sarebbe scoppiato in un pianto a dirotto. Si limitò a sedersi accanto a lei e a stringerle la mano.
- Stai tranquillo, i medici hanno detto che mi riprenderò -
Liam le strinse ancora più forte la mano – Scusami se sono arrivato tardi, non avevo sentito il telefono e ho risposto dopo se no  mi sarei precipitata qui lo sai..-
La madre lo interruppe- lo so, lo so, non preoccuparti…-
-Ho avuto tanta paura che fosse stato troppo tardi, che fosse come quando eri stata male tanti anni fa…-
-Ma per fortuna sono ancora qui, non vi libererete di me tanto facilmente- sdrammatizzò Peggy sorridendo e cercando di tranquillizzare il figlio.
Liam la guardò come se fosse la cosa più preziosa al mondo, e forse lo era davvero.
Stettero in silenzio qualche secondo, poi Liam, che sapeva quanto la sua voce piacesse alla madre, intonò sottovoce le note di una canzone.

Don’t go away, say what you say, say that you'll stay, forever and a day in the time of my life...
cause I need more time, yes I need more time just to make things right… 


-Allora vuoi proprio farmi piangere- disse Peggy con gli occhi lucidi-  e comunque queste frasi forse dovresti dirle anche a qualcun altro, non solo a me. Sarebbero proprio azzeccate in questo momento- accennò un mezzo sorriso, come  se volesse dirgli qualcosa senza essere esplicita.
-Sono qui per te, mamma, non per lui. E noi vogliamo solo che tu ti riprenda- Lo sguardo del cantante era serio e dolce, ma ad un tratto si mise a ridere – Che poi quello è talmente stronzo che se gli dovessi cantare quelle frasi come dici, due secondi dopo  mi chiederebbe come minimo i soldi per i diritti d’autore-
Anche Peggy scoppiò a ridere, Liam aveva davvero un gran senso dell’umorismo e riusciva a trasmetterlo alle persone che lo circondavano.
-Tornerò più in forma di prima, è una promessa. Però ho bisogno che tu mi faccia un favore-
-Dimmi-
-Siccome dovrò stare qui ancora un po’, avresti voglia di passare poi da casa a prendere le mie cose? Avrei bisogno di lavarmi e di cambiarmi…è sempre tutto al solito posto-
-Certo mamma, passo io-
-Grazie tesoro. Ora mi riposo un po’-  concluse la donna visibilmente soddisfatta. Liam baciò la madre e si avviò verso la porta. L’idea di vedere di nuovo Noel in sala d’attesa lo innervosiva un po’…lui avrebbe anche potuto continuare ad ignorarlo ma prima o poi avrebbero dovuto rivolgersi la parola. E allora si che sarebbero stati cazzi amari.
Aprì la porta…ma con sua grande sorpresa Noel non c’era più.
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Oasis / Vai alla pagina dell'autore: Windofchange