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Autore: Alishatorn    04/04/2013    2 recensioni
Due drabble a sé, ma al tempo stesso complementari: una proposta di matrimonio e un addio.
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[Huntbastian, drabbles, proposing!Hunter, fluff, angst]
Originale di Alishatorn, traduzione di Nymeriah.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hunter Clarington, Sebastian Smythe
Note: Missing Moments, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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MARRY ME

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“Sposami,” dice Hunter.
 
Ha ventisei anni, come Sebastian, e il sole filtra attraverso la finestra in un luminoso giorno d’estate.
Il loro appartamento è coperto di tracce delle loro vite: un biglietto strappato per un film splatter, una nota affissa sul frigorifero, l’equipaggiamento di Lacrosse di Sebastian (anche se non gioca più ormai). Hunter ha ancora addirittura uno dei loro vecchi blazer della Dalton gettato da qualche parte nel fondo del suo armadio.
Stanno insieme da anni e Hunter vuole assicurarsi che staranno insieme ancora per molto.
 
Non compra un anello perché non è nello stile di Sebastian. Lo sa, lo conosce abbastanza bene da saperlo, e invece intreccia le loro dita insieme e preme un bacio sul suo collo. È sabato e sono a piedi nudi, avvolti l’uno all’altro su un pouf imbottito e, se potesse afferrare questo momento nel palmo della sua mano e preservarlo per sempre, lo farebbe. Sebastian è il mondo per lui, lo è stato per lungo tempo ormai, e vuole che diventino una famiglia in ogni senso della parola. Solo loro due ora, ma forse qualcuno si aggiungerà alla lista; non hanno ancora parlato di bambini, ma qualsiasi sia il percorso, Hunter sa che tutte le strade portano a lui.
 
Sebastian si immobilizza tra le sue braccia, e Hunter coglie il preciso momento in cui decide. “Sposami,” dice ancora e Sebastian si volta, infilando le dita nei suoi capelli e tirandolo giù per un bacio.
 
“Sì,” dice, e c’è quello sguardo nei suoi occhi che riserva solo a lui, il tipo di sguardo che Sebastian spesso dice che non sapeva nemmeno di saper fare prima di incontrare Hunter.
 
“Fantastico.”

Quando Sebastian sorride, il mondo di Hunter diventa più luminoso e il suo cuore più grande.
 
È più felice di quanto non sia mai stato.
 
È a casa.





GOODBYE

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“Torna alla Dalton,” dice Hunter, la voce piatta. “Non dovresti essere qui.”
 
È in piedi al centro del campo di atletica leggera della USAFA, alto e forte, e vestito con la sua vecchia uniforme. Solo che non è la sua vecchia uniforme, non più, e vederla addosso ad Hunter fa risalire la bile nella gola di Sebastian.
 
“Torna indietro con me,” dice Smythe disperatamente, solo l’ombra di una breve supplica. “Ti prego.”
 
Hunter non esita nemmeno. “Sai che non posso,” dice. “È così che deve essere.”
 
Si volta per andarsene e Sebastian non riesce a fermarsi; gli afferra un braccio, avvolgendo le sue dita attorno al bicipite di Hunter. “Non vuoi più stare con me?” Anche alle sue stesse orecchie, la sua voce suona flebile, patetica. Debole.
 
Hunter rabbrividisce, anche se il sole è alto in cielo. “Sai che non è questa la ragione,” dice, e la sua voce si spezza, solo un po’.
 
Sebastian tuttavia non ne trae alcun tipo di soddisfazione. “Quindi che cosa?” chiede, passando alla rabbia ora. “Te ne torni in Colorado e finisce qui? Perché cazzo non combatti per noi due?”
 
“Che cosa vuoi che faccia?” sibila Hunter. “Scappare via di casa? Vivere sostentato dal mio non-esistente fondo fiduciario? Non sono come te, Sebastian.”
 
Libera il suo braccio dalla presa dell’altro ragazzo. “Il mondo là fuori non è come la Dalton,” dice. “È tempo di crescere. È tempo di essere un uomo.”
 
Qualcosa dentro Sebastian si tende fino a spezzarsi, e questo è il momento in cui capisce che qualsiasi cosa ci sia stata tra loro… ora è finita. “Mi sembra di sentire tuo padre,” dice con voce vuota.
 
Hunter indietreggia come se le sue parole l’avessero spintonato, ma si ricompone subito dopo. Alza il mento. “Bene,” dice. “Sarei felice di essere anche solo la metà di quello che è lui. Sono sicuro che tu possa trovare l’uscita da solo, Smythe. Io ho i corsi da seguire.”
 
Gira i tacchi e si allontana, chiaramente cercando di mettere più distanza possibile tra loro più velocemente possibile. Sebastian lo guarda camminare via, lo guarda finché non è un piccolo puntino distante che sparisce dietro alle porte dell’accademia.
 
Non una volta prova a contattarlo di nuovo.





Note della traduttrice:


Ehilà! Volevo solo fare un piccolo appunto; le due shot qui riportate chiaramente non fanno parte della stessa storia, le ho accoppiate perché erano molto corte e in qualche modo trovo che siano complementari, nel senso che in una si raggiunge il massimo livello di felicità e una promessa di non lasciarsi più, nell'altra... beh, c'è un addio. Una separazione perenne. 
Quindi, sì, ho pensato che in qualche modo potessero condividere lo stesso spazio qui, su questa pagina.
I prompt erano rispettivamente: Family e School Days.

La prossima volta pubblicherò la shot sviluppata sul prompt: "Prime volte" ;) (Quindi sì, rossa XD)

   
 
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