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Autore: Sbrecks    24/10/2007    6 recensioni
- Avanti un altro! Ventisette. Ventisei. Venticinque. Numeri rossi e catarifrangenti, scorrono l’uno dopo l’altro sul quadrante a cristalli liquidi, accompagnati da un cacofonico scatto.L’ambulatorio, grigio e puzzolente di chiuso, è un posto che, di primo acchito (e anche di secondo, di terzo, e di quarto..) pare tutt’altro che rassicurante. Ma perché non ho fatto sta’ benedetta cosa un anno fa?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryan Evans, Sharpay Evans, Troy Bolton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hyhh

BOOSTER (IL RICHIAMO)

- Avanti un altro!

Ventisette. Ventisei. Venticinque.

Numeri rossi e catarifrangenti, scorrono l’uno dopo l’altro sul quadrante a cristalli liquidi, accompagnati da un cacofonico scatto.

Ventiquattro. Ventitre. Ventidue.

-Ryan?

-Eh?

Mio fratello, sprofondato nella lettura d’un settimanale per crucchi, inarca le sopracciglia con aria interrogativa dopo che ho richiamato la sua attenzione, soffermandosi a fissare le mie unghie, smaltate di fresco, conficcate nella sua nuova giacca a vento color sabbia.

E’ evidente che la drammatica situazione, non solo non lo tocca minimamente, ma lo lascia assolutamente indifferente.

Egoista.

-Che numero siamo noi?- Domando tuttavia, con un fil di voce, disperata.

-Diciassette.

- Ah.

Mi guardo intorno.

L’ambulatorio, grigio e puzzolente di chiuso, è un posto che, di primo acchito (e anche di secondo, di terzo, e di quarto..) pare tutt’altro che rassicurante.  Poster alle pareti, ritraenti bambini in lacrime e ferite purulente, non sortiscono nient’altro che l’effetto contrario nei pazienti che, come me, sono già terrorizzati.

Avvolta in una pelliccia sintetica, color panna, sprofondo sino ai limiti del possibile nella mia poltrona di velluto, battendo i denti come una foglia.

-Eh rilassati, scema. Andrà tutto bene! – Mi esorta Ryan, battendomi la mano aperta sul ginocchio.

- Ahia..- Mi lamento. Tanto per dare un’idea di quanto, effettivamente, la mia soglia del dolore sia bassa.

- Ma perché non ho fatto sta’ benedetta cosa un anno fa, come te, e tutti gli altri ragazzi della nostra classe?- Domando, le lacrime agli occhi.

Ryan si inumidisce l’indice, per riuscire a voltare pagina più agevolmente.

-Semplice, Sharp..- Risponde, con un sorriso – perché tutte le volte che l’azienda sanitaria ha chiamato, ne hai inventata una diversa. Febbre gialla. Conati di vomito. Tour in giro per il mondo. Infezione del cavo orale. Finchè quei poveretti, giustamente, si sono stufati: e ti hanno saggiamente risposto di ritentare l’anno seguente, una volta esauriti i tuoi frequenti “impegni”. Ed ora, eccoci qua.

-Già..- Deglutisco, torcendomi furiosamente le mani in grembo.

Eccoci qua.

Diciannove. Diciotto. Di..

-Diciassette!

Una donna vestita di bianco, con paio di occhialini metallici sulla punta del naso, spunta dall’ambulatorio fino a qualche istante prima chiuso, scrutandoci curiosamente.

- Chi è il prossimo?- Chiede, guardandosi perplessa intorno.

Stringo fortissimo la mano di mio fratello, sussurrandogli all’orecchio un ‘accorata supplica.

-Non è troppo tardi, Ryan. Fingiamo di non parlare americano, o di aver sbagliato reparto, e diamocela a gambe.

-Siamo noi!- Come al solito perspicace, il mio gemello scatta comunque in piedi, trascinando anche me al suo seguito.

Complimenti, genio...

Cerco di appigliarmi alla parete in preda al panico, mentre la donna allunga a sua volta, del tutto deliberatamente, le mani su di me, spingendomi all’interno dell’ambulatorio.

-Su, andiamo! Una ragazza cresciuta e matura come te! Non è il caso..- Mi esorta, schiaffandomi a sedere presso una scrivania piena di cianfrusaglie e pile di documenti, per la verità piuttosto disordinati.

Piombo sulla sedia girevole a peso morto, gli occhi sbarrati.

Ebbene sì, gentile pubblico.

Sharpay Evans, la regina di ghiaccio, ha paura.

Paura dell’antitetanica.

- Bene bene. Iniziamo subito..-

Mentre Ryan se la ride beatamente, la donna si china in direzione di una sospetta ventiquattrore, estraendo qualcosa.

Oh no. Ora, quella pazza, come minimo, afferrerà una siringa da film horror, e mi dilanierà il braccio a suon di pizzichi. Non posso certo permetterglielo!

-Non mi avrete mai, mai!- Grido, isterica, prendendo a correre agitando le braccia per tutta la stanza – Ryan, scappiamo!

Il mio gemello, traditore, anziché spianarmi una via di fuga, si para dinanzi alla porta, con espressione scioccata.

-Sharp, smettila. Stai dando solo spettacolo..-

- Ma...io...ho paura...- Cerco di protestare sull’orlo del pianto, mentre due segretarie corpulente mi rimettono a sedere.

- Calma, Sharpay..- Riprende infatti la donna di poco prima, mostrandomi una comune penna a sfera – era questa, che cercavo. Devo solo farti firmare alcuni documenti..-

- Oh- Sospiro di sollievo, mentre un sorriso torna via via a disegnarsi sul mio viso.

Forse, questa, è soltanto la prima fase: e, per l’effettiva puntura, dovrò tornare tra qualche tempo.

Diciamo pure, tra mille anni.

- Per l’antitetanica, ci sarà sempre tempo. La stanza è ancora occupata..-

Ripiombo nel mio mood nero, decisamente delusa. Uffa. Ma non è corretto. Prima, questa donna crudele mi da false speranze, e poi non esita a mostrarmi quanto possa essere orribile e fantascientifica la realtà. Che mi attende, tra l’altro.

Con impazienza.

- Data di nascita?

Mentre, cercando di mantenere la calma, fornisco le mie generalità alla dottoressa, un grido di terrore proveniente dalla stanza attigua, mi fa sobbalzare, rendendomi ancora più nervosa.

-Lasciatemi in pace! Posso vivere anche senza quest’insulsa iniezione!- sta infatti gridando un ragazzo, probabilmente nelle mie medesime condizioni.

 -Su! Non farla tanto lunga!

A questa esclamazione, con tutta probabilità proveniente da un dottore, segue un rumore di passi rapidissimi, come se quel povero malcapitato stesse proprio correndo.

-Forse non ci siamo capiti..-

- Jessica, Bob.. tenetelo fermo!  

Si ode ancora uno strillo terrorizzato, mentre, con un balzo, gli sconosciuti Jessica e Bob si avventano presumibilmente sul fuggitivo, armati di siringa.

Incontro lo sguardo della dottoressa, terrorizzata.

Sto quasi per mettermi a piangere disperatamente: ma la donna, sorridendo, scuote la testa, come a lasciarmi intendere che non ne vale la pena.

-Tutto a posto, ora? Rilassati qui una decina di minuti!- Ripete la voce di poco prima, dopo aver, immagino, aperto una porta -E cerca di non replicare più quest’assurda esperienza, ok?

Un lieve sì mi rinfranca un poco, mentre la porta principale si apre, e riesco finalmente a vedere in faccia le persone che, sino a pochi istanti prima, ho solo sentito urlare.

Non sembrano cannibali.

- Allora, è questa bella signorina che dobbiamo vaccinare?

Annuisco, senza lasciare il braccio di Ryan: che, dopo un’iniziale riluttanza, mi viene dietro docilmente, avendo adocchiato la prestanza fisica dell’infermiera Jessica.

- Non hai paura, vero?

- Chi, io? Un po’..

Sistemandomi, tremando come una foglia, sulla poltrona, provo per la verità l’impellente desiderio di fuggire nella stanza attigua e barricarmi al suo interno, per poi cercare un’alternativa via di salvezza: ma la vista di un foglio ricoperto da una grafia famigliare, abbandonato ai piedi della sedia girevole, attira la mia attenzione, mentre mi chino per raccoglierlo.

Breaking free? Oh cielo. E’ uno spartito. E, che io sappia, non può che appartenere ad una sola persona.

Sorrido.

E, in un attimo, non ho più paura.

 

 

 

 

***

 

 

 

-Sedici. Avanti il prossimo!

Massaggiandomi delicatamente la spalla, esco dall’ambulatorio, soddisfatta.

Aveva proprio ragione per una volta, quel bietolone di mio fratello. Una vera sciocchezza.

Cercando un posto libero, presso il quale trascorrere i rituali dieci minuti d’attesa, esamino una dopo l’altra le persone accomodatesi in sala d’aspetto, fremendo d’anticipazione.

Donna con bambino. Coppia adulta. Ragazzi sulla ventina. Bingo!

Troy Bolton, campione dei Wildcats e stella della east high,  siede con espressione sconvolta in un angolo, ancora scosso: e, nell’attimo in cui mi nota, assume un’aria decisamente stravolta.

Colpo di grazia.

- Sharpay, Ryan!- Boccheggia infatti, nel panico – cosa ci fate qui?

- La stessa cosa che ci fai tu..- Rispondo calma, allungandogli con un sorriso lo spartito. Troy lo afferra con mano tremante, ringraziandomi flebilmente.

-Rilassati! Non sei l’unico ad aver paura degli aghi..- lo rassicuro prendendo posto accanto a lui, dopo aver lanciato a Ryan un’occhiata del terzo tipo (che, nel codice tra gemelli, vuol dire soltanto una cosa. Levati dai piedi!).

Mio fratello recepisce; e, discretamente, si invola verso la macchinetta del caffè, dopo aver salutato calorosamente Troy.  

-Con permesso..-

Bolton mi guarda per un attimo stupefatto, sbattendo le palpebre. Quindi, un’espressione di giubilo, compare sul suo bellissimo volto.

-E così eri tu quella pazza che urlava contro le segretarie, nell’anticamera? – Domanda, spanciandosi dal ridere – da non crederci! Sharpay Evans, la regina di ghiaccio, ha paura delle vaccinazioni! Incredibile..-

Inarco le sopracciglia, decisamente perplessa.

Ma allora è scemo, o mangia i sassi?

-Non è che tu sia messo meglio, fratello..- Gli faccio notare, infastidita – o devo forse ricordarti la scena..”lasciatemi in pace, lasciatemi in pace”! Credi per caso che io sia sorda?

Troy abbassa nuovamente lo sguardo, in difficoltà. E’ evidente che gli ho tolto le parole di bocca; e, detto tra noi, mi fa quasi piacere.

. Non- non lo dirai agli altri a scuola, vero?- Domanda di lì a poco, disperato.

Lo guardo per un istante in quei suoi occhioni azzurri tremendamente smarriti, e scuoto la testa.

- No, non dirò niente a nessuno..- Gli concedo, con un sospiro -.. ad una condizione.  

- Spara!

Fisso Troy dritto in viso, acchiappandogli, automaticamente, le mani. Lo vedo arrossire nell’accorgersi di questo mio gesto imprevisto, ma non respingere il contatto con le mie dita.  Mi faccio coraggio.

-Uscirai con me?- Chiedo tutt’a d’un fiato, mentre il cuore mi batte forte.

Troy si alza in piedi, dopo aver gettato una fuggevole occhiata all’orologio. Intuisco che i suoi dieci minuti di attesa sono terminati, e me ne rammarico.

- Se è questo quello che vuoi, va bene..- Sorride, scompigliandomi i capelli -.. preferisco non cacciarmi ulteriormente nei guai..-

Dopo avermi salutata, quindi, sparisce lungo il corridoio,  affollato di medici e pazienti, muovendo ancora la mano in segno di saluto.

Ricambio, indecisa sul da farsi. Dovrei sentirmi spregevole, per quello che ho appena fatto, o felice, perché Troy ha appena accettato, seppur costretto, di uscire con me?

Mah.

Ma proprio mentre medito il suicidio, sentendomi schifosamente cattiva, Ryan ritorna all’ovile masticando rumorosamente uno snack ai cereali, di cui mi offre generosamente un altro esemplare.

-Abbiamo shhfinito. .shhaliamo in mashina..- mi informa, la bocca piena di cibo.

Lo seguo lemme lemme, raccattando la mia borsa.

Il grande giardino disadorno, battuto dalla pioggia, ha un non so che di tremendamente angosciante, ed attraversarlo mi fa sentire ancor più stanca e sfiduciata.

Raggiungo lentamente la piccola coupè color panna di Ryan, per poi sobbalzare sorpresa.

Tra il tergicristallo ed il cruscotto della macchina, infatti, è stato infilato qualcosa: curiosa, mi avvento con velocità spaventosa sul foglio, bramando chiarimenti.

Lo spartito di breaking free: sul cui retro intravedo, tracciati con un pennarello blu, dei caratteri famigliari.

Troy.

“Con te uscirò più che volentieri, principessina. E non solo perché mi hai ricattato, ma perché ho capito che non siamo poi così diversi. Te l’avrei chiesto io, se non avessi avuto una paura folle di essere rifiutato; ma, ben conoscendo il mio terribile orgoglio, speravo con tutto il cuore che lo facessi tu. L’hai fatto, finalmente. Sono al settimo cielo!!!! E questo, lo dobbiamo solo ad una maledetta puntura? Non è buffo? A presto, piccola mia. P.s (certo che siamo una bella coppia di piagnucoloni!) ”

Depongo il foglio, ancora incredula, e mi volto lentamente verso Ryan, impegnato a studiare i parafanghi della sua auto.

Non ci credo. Non ci posso credere. E’ troppo bello, per essere vero.

-AAAAh!

Salto in collo a mio fratello; che, incredulo, sobbalza, acchiappandomi appena in tempo.

- Come mai tutto questo entusiasmo?

- Ho finalmente ottenuto un appuntamento con Troy!

Ryan ride, deponendomi a terra, per cercare di rintracciare all’interno delle proprie tasche le chiavi della macchina.

-Alla buon’ora- esclama, ridacchiando -Ancora un po’, e mi diventavi isterica.

-Ehi!

- Sai, Ryan: credo che le punture mi portino fortuna!- lo informo poi mentre mette in moto, trasognata -.. oltretutto, non fanno alcun male. Ed io, ho scoperto di non avere paura di niente..-

- Ah sì?- Mio fratello, che ha ormai percorso buona parte del vialetto d’entrata a ritroso, ingrana bruscamente la retromarcia, facendomi prendere un colpo.

- Ehi, ma sei impazzito?- Protesto, tirandogli un leggero scappellotto – che cosa stai facendo?

-Torno indietro- Mi risponde prontamente Ryan, soddisfatto del proprio humor discutibilmente divertente -.. così raddoppi la fortuna, con un’altra bella iniezione. C’è giusto un bel richiamo di...-

Senza pensarci due volte, mi avvento sul volante, spodestandolo dal posto di guida, e premo con forza l' acceleratore.

-Sai., Ryan, va bene essere impavidi..- è la mia giustificazione mentre, la nostra auto, macina terreno su terreno – ma a tutto c’è un limite.

Inoltre, vogliamo essere sinceri?

Non ho paura quasi di niente.

Ma, più tempo dovrò attendere prima della prossima tortura, emmh, puntura, meglio sarà.

 

 

 

 

 

*°*°*°

Zalve a tutte XD Questa one-shot è estremamente stupida, e non so dirvi come mia sia venuta in mente. Avevo voglia di scrivere una Troypay un po’ assurda, ed è venuta fuori una cosa del genere. Forse l’ispirazione è dovuta alla mia tremenda paura degli aghi e alla scena che feci l’anno scorso, alla veneranda età di 16 anni, macchiandomi di ridicolo davanti a pargole e ragazzine più piccole di me, e alla quale ho ripensato recentemente facendo un prelievo. Ho una dannata paura degli aghi. Ç.ç Enjoy it! xD  

 

  
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