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Autore: Echo90    04/04/2013    6 recensioni
Santana scrive a Rachel. Parla di Brittany, di Quinn, di cosa ne è stato della sua vita. Parla d'amore -del SUO amore- mentre stringe in mano una pistola.
"un giorno presi il primo volo per Lima. Senza dire nulla. Ma questo lo sai. Non sai che l’aereo sembrava aspettare me, perché non mi diede il tempo di ripensarci."
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIMA BEANS, OGGI, ORE 18.34
Uno sparo.
 
Aprì lo sportello dell’auto, rimanendo in ascolto.
 
Un altro.
 
Santana, scese dall’auto. Corse più veloce che poté, una pistola in mano.
 
IERI
Rachel,
Io non posso rimanere qui. Non posso stare con un piede sull’asfalto, l’altro in macchina. Il tempo non torna indietro, me ne rendo conto. Come si fa a capire quand’è giunto il momento di richiudersi a chiave nella propria stanza? Eppure so per certo che quegli attimi, i nostri, non li ho dimenticati: non si dimenticano i ricordi felici nei momenti tristi. I miei sono come una seconda pelle. Spero non li abbia dimenticati nemmeno tu.
 
Chissà se lei mi pensa ancora, o non mi pensa più.
Credo non vi sia su questa terra un posto che non sia stato nostro. Mio e suo. Ho fatto l’amore con lei mille volte, ho fatto l’amore con lei in ogni luogo e ciò che era mio è diventato suo. Come posso non pensare a lei?
 
È per questo che smisi di pronunciare il suo nome. Quasi come se esso avesse potuto farmi del male, come se non fossi più autorizzata.
Come se da quel giorno in cui avevo stretto fra le braccia una donna che non era lei io avessi perso anche il diritto di nominarla. Eppure il suo pensiero mi rincorre ancora tutte le notti, seguendomi, posandosi su di me quando il mio cuore sprofonda per aver visto qualcuna che le assomiglia.
 
Solo tu lo sapevi. Forse anche Kurt. Ricordi? A quei tempi vivevamo insieme e tu un giorno piombasti con la tua solita, uhm, solita grazia alla Rachel Berry, nella mia camera. Io piangevo, convinta che tu non potessi sentirmi.
Il tuo viso era serio. Mi chiedesti perché ed io non capii subito a cosa si riferissi. Tu addolcisti lo sguardo e mi dicesti Santana è passato un anno dal diploma e tu non hai mai portato una ragazza qui. Non sei stata con nessun altra dopo –esitasti a dire il suo nome- Brittany. Perché?
 
Ricordo solo che scoppiai a piangere più forte perché non era vero, perché non era vero che non ci fosse stata nessun’altra.
 
Quinn, dissi. Quinn al matrimonio e mi ritrovai a sperare che tu mi stringessi forte. Lo facesti, ma fui consapevole di averti derubata e sebbene, quando tu sentissi il mio pianto la notte, sgattaiolassi fuori dal tuo letto e ti infilassi sotto le mie coperte, un giorno presi il primo volo per Lima. Senza dire nulla.
 
Ma questo lo sai. Non sai che l’aereo sembrava aspettare me, perché non mi diede il tempo di ripensarci.
 
Giunsi da lei che era ora di cena, potevo vedere la luce accesa nella sala da pranzo. Mi chiesi se ci fosse qualcuno con lei... Sam, o un’altra persona. Quando per un attimo si fece buio, guardai l’orologio. Pochi secondi e la tv si sarebbe accesa: era l’ora dei cartoni. Io attesi immobile con la consapevolezza che la lampada della sua camera prima o poi si sarebbe accesa tracciando ombra del suo profilo al di là della finestra.
 
A te posso dirlo, Rachel, che quando la vidi svestirsi dietro la tenda ebbi una gran voglia di fare l'amore con lei.
 
Sperai che mi sentisse nella’aria, come succedeva nei film. Immaginai che sarebbe venuta e m’avrebbe preso per mano, portandomi nella sua camera e spogliandomi dopo avermi fatta stendere sul letto. Avremmo fatto l'amore tutta notte. Avremmo potuto, avremmo potuto godere di ogni istante del nostro tempo, sino alla morte. Ma non potesti e non potei.
 
Perché le hai detto di me e Quinn?
Non l’ho capito per tanto tempo.
 
Quando mi sono decisa a lasciarle un messaggio sul cellulare era ormai tardi, pensavo stesse dormendo. Eppure la luce della piccola lampada sul comodino si accese e, ad una ad una, si accesero le luci della sala da pranzo, poi quella dell'ingresso. In quel momento capii che lei stava venendo da me.
 
Aprì la porta, i suoi occhi erano assonnati ma blu come li avevo visti poche volte nella mia vita. Mi guardò e quando feci per sfiorarle la guancia con le dita, chiuse la porta a pochi centimetri dal mio naso.
 
Ricordi quando ero io ad asciugare le sue lacrime? Avrei dovuto almeno dirle che quella notte, in quel letto, avevo pensato tutto il tempo a lei, che semplicemente Quinn si era trovata lì, bellissima e... disponibile.
Vi siete amate e vi siete odiate Rachel, ma ti prego, non fare lo stesso errore che ho fatto io.
Lo dico a te perché ti ho scelta. Mi dispiace solo di averti detto poche volte che ti voglio bene e te ne ho voluto tanto, tanto che non immagini. E di averti chiamata Gayberry, anche se ho sempre saputo che era vero.
 
Sto sorridendo. Pensare a te mi fa sempre sorridere, sai?
 
Sono passati anni e mi chiedo ancora, in ogni momento, se Quinn è lì con te, se state insieme. Ho sempre sperato di sì. Sin da quando mentre facevo l’amore con lei pensando a Brittany,  sussurrò il tuo nome. Hai capito bene.Il tuo nome. Accadde una volta sola, ma io che ero tesa ad ascoltare ogni suo respiro, lo udii nitidamente.
 
Come si fa ad uccidersi, Rachel? Pensi che basti puntarsi una pistola alla testa? Come si fa ad uccidere chi è già morto?
Ho una pistola in mano, pesa, l’ho comprata con gli ultimi soldi. Ho imparato a togliere e mettere la sicura, a sparare solo quando non tremo troppo.
 
Quella notte, dopo che Brittany chiuse la porta… un attimo dopo, io ero su di essa e vi lasciavo pugni che mi ferivano le mani. Solo quando mi ricordai che non avrei dovuto svegliare la sua famiglia, che non avevo più il diritto di disturbare, crollai sulle ginocchia, guardai il cielo.
 
Abbassai lo sguardo e lei era lì, era tornata.
 
Non piangeva, ma lacrime scintillanti erano appese alle sue ciglia.
Rachel, credimi se ti dico che la osservavo aspettando che scivolassero sul suo viso per baciarle. Sono sempre stata una stronza Rach, anche con te. Ma ho dovuto, per... come si dice? Sopravvivere?
Sopravvivere.
 
Mi condusse nella sua stanza… non mi parve vero. Mi spogliò e indugiò sulla mia pelle più del dovuto. E lì, dove l’avevo presa la prima volta, dove tutto odorava di lei, facemmo l’amore. Per tutta la notte. Le sue labbra sapevano di caramelle.
 
Rach, pensai di non poter essere più felice. Lei era lì e io ero lì.
 
Aprii gli occhi. Dopo pochi attimi mi girai verso di lei e le dissi che l’amavo.
 
Non è vero disse soltanto e quelle furono le uniche parole che mi permise di ascoltare prima di spezzarmi il cuore. Vattene, aggiunse soltanto. Vattene.
 
Dio mio.
 
Mi rivestii e lei mi guardava, soffermandosi su ogni lembo di pelle che coprivo. Uscii senza guardarmi indietro. Improvvisamente lei piangeva. Io morivo.
 
Perdonami, Rachel. Per quello che ti ho fatto, per quello che sto per fare. Perdonami, almeno tu.
 
Sii felice,
Santana
 
LIMA BEANS, OGGI 18.35
 
Entrò di corsa. La pistola con cui avrebbe dovuto uccidersi stretta in mano. Tutti si voltarono a guardarla. Anche coloro che si erano nascosti sotto i tavoli, le cheerleaders con la stessa divisa che qualche anno prima lei stessa aveva indossato.
E là, stretta in un angolo con un bambino biondo tra le braccia c’era lei. La riconobbe prima ancora di vederla, non appena mise piede in quella stanza. Forse quando aveva udito il primo sparo: l’aria era carica di elettricità e la vita che si era fermata aveva ripreso a scorrere con violenza fra le sue dita. Le succedeva solo quando c’era lei.
Lei che stringeva quel bambino con i gli occhi disegnati, le labbra grandi e carnose, che aveva gli occhi serrati, e non la vide.
Intanto quel tizio col passamontagna che arraffava i soldi dalla cassa, si voltava verso di lei e Santana ebbe paura quando si accorse che lo sguardo di lui era rivolto alla pistola che teneva in mano.
Avrebbe dovuto sparargli in quell’attimo in cui lui era distratto. Avrebbe dovuto ucciderlo, avrebbe dovuto farlo per Brittany e per il suo bambino. Ma quando la vita aveva ripreso a scorrere anche l’attimo era passato e lui aveva alzato la pistola.
Lei fece lo stesso e il silenzio che seguì fu più forte di qualsiasi colpo di pistola.
Poi, Brittany aprì gli occhi, strinse più forte suo figlio e per un attimo si guardarono. Santana distolse lo sguardo solo per fare qualche passo avanti e in quel momento l’altra ragazza realizzò che quella giovane donna che non rivedeva da anni camminava incontro alla morte come se la sua stessa vita non le riguardasse.
Lui si guardò attorno: quando puntò la pistola sulla fronte di Brittany e lei trattenne a stento un singhiozzo, la latina non ebbe alcun dubbio: gettò l’arma a terra, la calciò lontano da sé e lontano da lui. E mentre lui abbassava un attimo la guardia, mentre superava Lei e il suo bambino, mentre facendo attenzione si chinava per prendere la pistola lanciato... si gettò su di lui. Finirono a terra.
 
Partì un colpo.
 
Il tempo che seguì, sebbene scorresse prepotente, parve dilatarsi all’infinito.
Nessuno si mosse. Solo Brittany corse da lei, stringendola a sé, mentre suo figlio guardava con gli occhi sgranati e non parlava, e le sue mani si tingevano di rosso e la polizia che era entrata ammanettò l’uomo che si stava svegliando. Poi presero la ragazza e la strapparono dalle sue mani. La strapparono dalle sue mani come se fosse una bambola finta, di pezza.   
Eppure il sorriso che aveva sulle labbra, quel sorriso era dolcissimo ed era vero.
Come se dormisse.






Ragazzi verranno tempi migliori, ne sono certa (?). Lasciatemi due paroline, tiratemi su! Grazie di tutto.  
   
 
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