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Autore: Ronnie Stregatto    04/04/2013    1 recensioni
"Tuo padre non è morto, Gon"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gon Freecss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Best Moments'
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"Una volporsa con il suo cucciolo" constató l'uomo. "Mi dispiace ma un animale che ha ferito un essere umano..." trapassó da parte a parte il corpo possente con la spada, "va eliminato!"
Lo sconosciuto si voltò verso il bambino che, seduto a terra, si teneva il braccio ferito. Grandi lacrime solcavano il suo volto minuto.
L'uomo non si impietosí e gli tiró un pugno in piena faccia. "Idiota! Di questa stagione, nessuno deve entrare in questi boschi" gli urló contro. "Guarda su quel tronco! La vista di quei segni farebbe scappare anche il più scemo tra gli animali!" sbraitó, indicando i segni lasciati dagli artigli della volporsa. "Tuo padre non ti ha insegnato niente?"
Sentendo quelle parole, il volto del piccolo diventò cupo. "Io non ho un padre... è morto in un incidente..."
Questo fece calmare l'uomo. "Mi dispiace... Non potevo saperlo"
Guardò quello scricciolo e gli fece tenerezza. Sospirò, armeggiando con la sua sacca. Ne trasse un barattolo e lo lanció al ragazzino. "Spalmalo sulla ferita. La disinfeterá"
Mentre il piccolo si curava le abrasioni, l'uomo osservava la carcassa della volporsa: il suo cucciolo stava cercando di risvegliarla.
Gli si avvicinò ed estrasse la spada. Con una velocità disumana, il ragazzino prese in braccio il cucciolo e lo protesse con il suo corpo. "Che hai intenzione di fare?" chiese con voce dura.
"Quel cucciolo non è stato ancora svezzato. Morirà di fame tra poco. E anche se sopravviverà attaccherà sicuramente gli umani che gli hanno ucciso la madre"
Quasi a dargli ragione, il piccolo volporso si divincoló tra le braccia del ragazzino, graffiandogli ogni centimetro di pelle che riusciva a raggiungere. Nonostante tutto, lo sguardo del bambino rimase fermo. "Lo alleveró io" disse con risolutezza.
Qualcosa nei suoi occhi fece scattare la memoria dell'uomo. "Per caso tuo padre si chiamava Ging?"
Il bambino lo fissò, sconcertato.

"Ora capisco tutto" disse Kaito quando il bambino ebbe finito di raccontare. "Tua zia deve aver avuto paura che tu seguissi le impronte di tuo padre e diventassi un cacciatore. Per questo ti ha fatto credere che fosse morto"
Osservò il piccolo Gon che teneva in braccio il cicciolo di volporso, ormai mansueto. "E direi che saresti un ottimo cacciatore" decretó.
Il ragazzino lo guardò interrogativo.
"Un bravo cacciatore sa farsi amare dagli animali" spiegò Kaito.
"Tu come fai a conoscere mio padre?"
L'uomo sorrise. "È stato il mio maestro, colui che mi ha insegnato i rudimenti del mestiere" rivelò. Si guardò intorno. "Ero venuto qui perché pensavo di poter trovare qualche indizio utile per rintracciarlo ma temo di aver fatto un buco nell'acqua"
Rimasero in silenzio per qualche istante, poi Kaito si alzò e voltò le spalle al piccolo. "Tuo padre non è morto, Gon" disse allontanandosi.

Il bambino rimase a lungo seduto su quel tronco abbattuto. D'un tratto vide tra l'erba una strana carta. Si alzò e la raccolse: era una licenza di Hunter. La strinse nel piccolo pugno.
Suo padre era vivo. Era vivo e lui l'avrebbe ritrovato.




NDA:
E per la serie 'A volte ritornano' eccomi qua!
Stavolta volevo rendere un tributo all'inizio di questa splendida avventura che è HunterXHunter.
Che ne pensate?
  
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