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Autore: Nitrogen    05/04/2013    3 recensioni
«Non credo sia un argomento di cui discutere con il cibo avanti, penso che la nostra sia quella che normalmente la gente chiamerebbe “cattiva educazione”. Forse dovrebbe venirci il senso di vomito, dopotutto queste cose fanno schifo a tutti, più o meno.»
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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~Senso di vomito.



«Diamine, perché leggo senza motivo storie di depresse che si tagliano le vene proprio quando sono a pranzo con voi?»
Ethan sorrise sollevando la testa dal piatto. Non era la prima volta che Feride se ne usciva con queste affermazioni a tavola, a nessuno avevano mai dato fastidio i suoi discorsi da perfetta paranoica.
«E' vero che per voi è normale parlare di queste cose e che nemmeno a me fanno più niente, ma sapete, non credo sia una buona cosa discuterne apertamente. Non credo sia un argomento di cui discutere con il cibo avanti, penso che la nostra sia quella che normalmente la gente chiamerebbe “cattiva educazione”.  Forse dovrebbe venirci il senso di vomito, dopotutto queste cose fanno schifo a tutti, più o meno.»
«Ognuno legge il genere di storie che più gli piace quando più preferisce.», le rispose lui a nome di tutti senza smettere di sorriderle.
«Ma questa non è proprio il mio genere.», dichiarò la ragazza agitando il coltello ben saldo nella mano sinistra. «A me piacciono quelle dove io prendo una lametta e la uso per grattarti via la cornea dell'occhio, non per tagliarmi un polso in preda alla disperazione, capisci?»
Lui la guardò sorpreso: era solita aprire questi discorsi da quando passava più tempo con loro, ma sembrava sempre la prima volta quando lo faceva. Non gli era facile abituarsi alla sua presenza nell’edificio, lei avrebbe dovuto sentire davvero un conato di vomito salirle in gola.
«Grattare via la cornea dell'occhio con una lametta? Sei violenta, ragazza.», commentò Zaiden seduto sul tavolo a gambe incrociate.
Era rivolto di spalle ai suoi compagni intento a fare zapping con l’enorme televisore al plasma della grande sala quasi vuota: alle tre e venti del mattino era raro trovare qualcuno nei dintorni anche lì dove la notte e il giorno erano invertiti e sembrava non si potesse mai dormire.
«Però dimmi,» intervenne Alistar che sorseggiava Vodka «lo faresti sul serio?»
Feride parve pensarci su per qualche istante: ne diceva tante di cose simili da quando aveva iniziato a frequentare il loro mondo fatto di sangue e torture, ma tutti loro sapevano che non avrebbe mai compiuto un gesto simile. Per quanto violenta ella potesse essere talvolta, non aveva mai fatto nulla che potesse danneggiare in modo permanente qualcun altro.
I tre presenti risero vedendola diventare rossa in viso per l’evidente imbarazzo causato da quella domanda; era raro per loro stare con qualcuno che non avesse il coraggio di sgozzare senza ripensamenti la testa di una persona. Ai loro occhi lei era così innocente.
«Non metterla in imbarazzo, Alistar.», disse Ethan togliendogli il bicchiere da mano con un gesto poco elegante.
Tracannò l’ultimo sorso del liquido e spostò una ciocca che gli impediva di osservare la persona dall’altro lato del tavolo, l’unica che era mai riuscita a farlo sentire normale.
«Senti, mocciosa.», iniziò Alistar avvicinandosi di più a lei alla sua sinistra. «Com’è arrivata la tua testolina a desiderare un racconto dove è presente qualcuno con abbastanza classe da commettere quest’azione che normalmente sarebbe considerata poco ortodossa?»
Nitro si voltò nella loro direzione: «Infatti, è una bella trovata la tua, Feri.»
La ragazza li osservò per un attimo in silenzio, poi iniziò a parlare posando il coltello nel piatto ormai vuoto.
«Avevo pensato che, se fossi arrabbiata come la ragazza del libro, non avrei usato quella lametta sul mio polso, ma su quello di qualcun altro.»
«Beh, sì, non ci vuole molto ad aprire un polso in due con delle lamette.», commentò Zaiden sovrappensiero.
«Sarebbe ancora più semplice con un bel coltello, però.»
Feride sbottò innervosita alla costatazione di Alistar e glielo fece notare: «Non c’era bisogno della tua puntualizzazione, un coltello è sempre meglio. Comunque, non ho finito di spiegare.»
I ragazzi tacquero per un istante, ed Ethan le lesse nel pensiero prima che continuasse a parlare e la precedette. Lui sapeva quanto lei desiderasse essere simile a loro.
«Hai pensato che non era abbastanza orrendo per persone come noi, vero?»
La sincronia tra i due ragazzi era evidente soprattutto in questi casi dove entrambi non avevano bisogno di parlare per capirsi. Erano così uniti da avere una chimica perfetta insieme.
Feride gli sorrise, amava l’alchimia che era nata tra loro due in tutti questi anni.
«Esatto, Eth. Allora avevo ipotizzato di tagliare i polsi a questo “altro” e poi di fargli mangiare la pelle tirata via ma…»
«Ah, che brutta cosa che hai detto.»
Alistar, che rispose con aria schifata, aveva sputato quelle parole come se fosse acido; si voltò altrove per non far leggere alla ragazza il suo viso disgustato senza apparente motivo. Era una reazione insolita, pensò Feride, per un uomo grande e grosso come lui: aveva sulla coscienza tanti di quei cadaveri da far invidia anche a uno dei più grandi latitanti della nazione, di cose orrende ne aveva fatte molte in passato.
«Non chiedere, Feride.», la precedette Zeiden. «Ci sono cose che è meglio non sapere. Continua pure.»
Normalmente lei avrebbe insistito, ma quando Zeiden mostrava quell’espressione tanto severa era meglio starlo a sentire; se lui ed Ethan sapevano qualcosa e lei ne era all’oscuro, c’erano sicuramente dei buoni motivi.
«Far mangiare la propria pelle è disgustoso, ma sembrava fosse privo di significato in quel caso, e so per voi come ogni azione debba sempre essere seguita da un movente ben chiaro. Allora ho pensato di grattare via la cornea dell’occhio.»
«L’idea è bella, mi piace.», disse Zaiden applaudendo.
Alistar si allungò sul tavolo e gli bloccò le mani. «Ma il movente? Perché attaccare proprio gli occhi?»
Feride si strinse nelle spalle. «La ragazza del libro ha paura di tutto, io l’ho odiata per questo. Se avessi dovuto far del male a qualcuno con quella lametta avrei scelto lei, e le avrei grattato via la cornea degli occhi perché… perché così non avrebbe più visto la paura.»
Ethan sorrise, e solo lei capì il pensiero che si nascondeva dietro quelle labbra.

 
 



Note dell'autore.
Chiedo perdono perché mi rendo conto di quanto possa essere incomprensibile e senzasenso questa one-shot. Era da tanto che non provavo a scrivere in terza persona, è solo una prova, si può dire.

[Nitrogen]
   
 
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