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Autore: Smeralda Elesar    05/04/2013    3 recensioni
"I Miserabili" ambientato nel XXI secolo: Durante la rivolta delle Banlieue dell'ottobre/novembre 2005 il latitante Jean Valjean raggiunge i quartieri della sommossa per proteggere Marie Pontmercy, la fidanzata della sua figlia adottiva Cosette, e lì incontra l'unico uomo in grado di riconoscerlo e denunciarlo, l'Ispettore Javert. Contro ogni logica e contro ogni legge Valjean e Javert si trovano legati da qualcosa di più che una caccia all'uomo nei sobborghi di Parigi o dal loro passato di guardia carceraria e di detenuto. Riusciranno a gestire questa strana situazione?
AVVISO: Capitolo 5 completamente riscritto.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Javert, Jean Valjean
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Banlieue

 

 

12 novembre 2005, quartiere di Neuilly sur Marne, Parigi

 

Javert ricordava che faceva male.

Si stava allargando un livido dove il pugno di quella pazza esaltata, Marie Pontmercy, lo aveva colpito, ed in bocca avvertiva il sapore del sangue che gli era uscito dallo spacco sul labbro.

Non che avesse molto senso preoccuparsi di un taglio sul labbro visto che stava per morire.

Valjean aveva chiesto di giustiziarlo.

Lo aveva trascinato in un vicolo con le mani legate dietro la schiena.

E Javert non ci pensava nemmeno a dargli la soddisfazione di sentirlo supplicare.

Voltato faccia al muro si era chiesto cosa stesse aspettando Valjean ad affondare il coltello e a farla finita una volta per tutte.

Aveva sentito  la lama sfregare contro qualcosa ma non aveva sentito alcun dolore, e si era chiesto se per caso non fosse entrato in uno stato di derealizzazione che lo rendeva insensibile al dolore delle pugnalate.

Poi Valjean lo aveva afferrato per una spalla e fatto girare di nuovo.

 

:-Siete libero, Ispettore Javert-:

 

Gli aveva detto.

Lontano echeggiavano le sirene della polizia, il crepitio degli incendi ed ogni tanto lo scoppio di una bomba carta.

Javert aveva abbassato lo sguardo sui polsi segnati da strisce rosse e poi a terra sulla corda che giaceva recisa ai suoi piedi.

 

:-Non capisco… tu…?-:

 

:-Datemi la vostra giacca-:

 

:-Perché?-:

 

:-Fate come vi dico io se volete uscirne vivo -:

 

L’Ispettore di polizia lo aveva guardato male, ma alla fine aveva obbedito un po’ perché curioso di vedere cosa ne avrebbe fatto ed un po’ perché stranamente si sentiva in dovere di obbedire.

C’era in lui una minuscola percentuale, diciamo uno su mille, che riconosceva Valjean come suo superiore,  e quell’unica parte stava agendo contro la volontà delle altre novecentonovantanove che gli imponevano di rifiutare la pietà dell’ex carcerato.  

Valjean gli aveva gettato sulle spalle il proprio giubbotto ed aveva indossato in fretta la giacca della divisa da poliziotto di Javert.

Il giubbotto di Valjean era caldo ed il contrasto tra l’aria fredda di novembre e quel calore aveva scosso profondamente l’Ispettore di polizia, come un contatto troppo intimo.

 

:-Bene, ora che non siete più in divisa faranno meno caso a voi e potrete oltrepassare la barricata senza che vi sparino-:

 

Gli occhi di Javert si erano dilatati per lo stupore.

Valjean lo stava proteggendo?

 

:-E poiché adesso avete la mia giacca, quando sarete lontano da qui guardate nella tasca destra, lì troverete il mio portafogli con i documenti. C’è il mio indirizzo. Venite ad arrestarmi quando volete-:

 

Javert aveva avuto un sussulto.

 

:-Stai attento!-:

 

Aveva ringhiato.

 

:-Io? No, Ispettore, state attento voi a non farvi ammazzare-:

 

Valjean gli si era avvicinato sempre di più.

 

:-Vi prego, non vi fate ammazzare-:

 

Aveva ripetuto di nuovo, stavolta con una nota roca nella voce, poi, contro tutte le evidenze, gli aveva preso il viso tra le mani ed aveva premuto le labbra sulle sue, incurante del sangue secco che vi era rappreso sopra,  in un bacio che sapeva di disperazione.

 

:-Non vi fate ammazzare… vi prego… vi prego, se moriste non lo sopporterei-:

 

Mormorava sulle sue labbra.

 

Lo aveva guardato fisso negli occhi mentre Javert era completamente immobilizzato, e non solo dal corpo di Valjean che premeva contro il suo.

Quel ladro avrebbe dovuto ucciderlo e invece lo stava aiutando a scappare, avrebbe dovuto odiarlo e invece lo baciava, avrebbe dovuto desiderare la sua morte e invece lo supplicava di non morire.

 

:-E adesso andatevene, Javert… quando mi arresterete potrete punirmi anche per quello che vi ho fatto ora-:

 

Poi Valjean era scappato via, scomparendo in un vicolo e lasciandolo addossato al muro con il sangue che gli martellava le tempie.

Javert era rimasto qualche istante a sfiorarsi  le labbra incredulo, poi anche lui era scattato di corsa dalla parte opposta, verso il centro di Parigi e più lontano possibile dalle banlieue.

 

 

Cantuccio dell’Autore

 

Sono immensamente orgogliosa di aver finalmente cominciato una fiction Valjean/Javert!

*Bandierina dello slash che sventola come la bandiera bianca sul ponte di Franco Battiato*

Che dire, è tutta colpa dei suggerimenti di You Tube che mi propone una cosa del genere  http://www.youtube.com/watch?v=DD7J28W8bGI mentre io cerco semplicemente i brani del musical.

Ah, dimenticavo, per me in questa fiction Valjean e Javert sono Hugh Jackman e Russell Crowe del video (versione belloccia), tanto dopo aver stravolto cronologia, epoca e tutto il resto credo che stravolgere età ed aspetto dei protagonisti sia il danno minore.

Comunque ho scoperto una nuova legge naturale, e l’ho chiamata “il principio di Makoto” l’enunciato è: più due personaggi sono antagonisti più hanno possibilità di finire shippati in una fanfiction.

Carino, no? Se siete a corto di argomenti per la prossima interrogazione di fisica provate a ripetere questo, così almeno se non prendete la sufficienza avrete la soddisfazione di ridurre la prof in stato di shock!

 

                                                            Makoto

 

   
 
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