Banlieue
12 novembre 2005, quartiere di Neuilly sur Marne, Parigi
Javert ricordava che faceva male.
Si stava allargando un livido dove
il pugno di quella pazza esaltata, Marie Pontmercy,
lo aveva colpito, ed in bocca avvertiva il sapore del sangue che gli era uscito
dallo spacco sul labbro.
Non che avesse molto senso preoccuparsi
di un taglio sul labbro visto che stava per morire.
Valjean aveva chiesto di giustiziarlo.
Lo aveva trascinato in un vicolo
con le mani legate dietro la schiena.
E Javert
non ci pensava nemmeno a dargli la soddisfazione di sentirlo supplicare.
Voltato faccia al muro si era
chiesto cosa stesse aspettando Valjean ad affondare
il coltello e a farla finita una volta per tutte.
Aveva sentito la lama sfregare contro qualcosa ma non aveva
sentito alcun dolore, e si era chiesto se per caso non fosse entrato in uno
stato di derealizzazione che lo rendeva insensibile al dolore delle pugnalate.
Poi Valjean
lo aveva afferrato per una spalla e fatto girare di nuovo.
:-Siete libero, Ispettore Javert-:
Gli aveva detto.
Lontano echeggiavano le sirene
della polizia, il crepitio degli incendi ed ogni tanto lo scoppio di una bomba
carta.
Javert aveva abbassato lo sguardo sui polsi segnati da strisce rosse e
poi a terra sulla corda che giaceva recisa ai suoi piedi.
:-Non capisco… tu…?-:
:-Datemi la vostra giacca-:
:-Perché?-:
:-Fate come vi dico io se volete
uscirne vivo -:
L’Ispettore di polizia lo aveva
guardato male, ma alla fine aveva obbedito un po’ perché curioso di vedere cosa
ne avrebbe fatto ed un po’ perché stranamente si sentiva in dovere di obbedire.
C’era in lui una minuscola
percentuale, diciamo uno su mille, che riconosceva Valjean
come suo superiore, e quell’unica parte
stava agendo contro la volontà delle altre novecentonovantanove che gli
imponevano di rifiutare la pietà dell’ex carcerato.
Valjean gli aveva gettato sulle spalle il proprio giubbotto ed aveva
indossato in fretta la giacca della divisa da poliziotto di Javert.
Il giubbotto di Valjean era caldo ed il contrasto tra l’aria fredda di
novembre e quel calore aveva scosso profondamente l’Ispettore di polizia, come
un contatto troppo intimo.
:-Bene, ora che non siete più in
divisa faranno meno caso a voi e potrete oltrepassare la barricata senza che vi
sparino-:
Gli occhi di Javert
si erano dilatati per lo stupore.
Valjean lo stava proteggendo?
:-E poiché adesso avete la mia
giacca, quando sarete lontano da qui guardate nella tasca destra, lì troverete
il mio portafogli con i documenti. C’è il mio indirizzo. Venite ad arrestarmi
quando volete-:
Javert aveva avuto un sussulto.
:-Stai attento!-:
Aveva ringhiato.
:-Io? No, Ispettore, state
attento voi a non farvi ammazzare-:
Valjean gli si era avvicinato sempre di più.
:-Vi prego, non vi fate
ammazzare-:
Aveva ripetuto di nuovo, stavolta
con una nota roca nella voce, poi, contro tutte le evidenze, gli aveva preso il
viso tra le mani ed aveva premuto le labbra sulle sue, incurante del sangue
secco che vi era rappreso sopra, in un
bacio che sapeva di disperazione.
:-Non vi fate ammazzare… vi
prego… vi prego, se moriste non lo sopporterei-:
Mormorava sulle sue labbra.
Lo aveva guardato fisso negli
occhi mentre Javert era completamente immobilizzato,
e non solo dal corpo di Valjean che premeva contro il
suo.
Quel ladro avrebbe dovuto
ucciderlo e invece lo stava aiutando a scappare, avrebbe dovuto odiarlo e
invece lo baciava, avrebbe dovuto desiderare la sua morte e invece lo
supplicava di non morire.
:-E adesso andatevene, Javert… quando mi arresterete potrete punirmi anche per
quello che vi ho fatto ora-:
Poi Valjean
era scappato via, scomparendo in un vicolo e lasciandolo addossato al muro con
il sangue che gli martellava le tempie.
Javert era rimasto qualche istante a sfiorarsi le labbra incredulo, poi anche lui era
scattato di corsa dalla parte opposta, verso il centro di Parigi e più lontano
possibile dalle banlieue.
Cantuccio
dell’Autore
Sono
immensamente orgogliosa di aver finalmente cominciato una fiction Valjean/Javert!
*Bandierina
dello slash
che sventola come la bandiera bianca sul ponte di Franco Battiato*
Che dire, è
tutta colpa dei suggerimenti di You Tube che mi
propone una cosa del genere http://www.youtube.com/watch?v=DD7J28W8bGI
mentre io
cerco semplicemente i brani del musical.
Ah,
dimenticavo, per me in questa fiction Valjean e Javert sono Hugh Jackman e
Russell Crowe del video (versione belloccia), tanto
dopo aver stravolto cronologia, epoca e tutto il resto credo che stravolgere
età ed aspetto dei protagonisti sia il danno minore.
Comunque ho
scoperto una nuova legge naturale, e l’ho chiamata “il principio di Makoto” l’enunciato è: più due personaggi sono antagonisti più hanno possibilità di finire shippati in una fanfiction.
Carino, no?
Se siete a corto di argomenti per la prossima interrogazione di fisica provate
a ripetere questo, così almeno se non prendete la sufficienza avrete la
soddisfazione di ridurre la prof in stato di shock!
Makoto