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Autore: Michelle92    05/04/2013    3 recensioni
Questa è la prima One shot che scrivo
Era stata pubblicata qualche giorno fa ma mentre la rileggevo avevo capito che non era quello che volevo scrivere realmente, mi aveva lasciato come un vuoto, così, trovandomi insoddisfatta, l'ho modificata e ora posto la nuova versione, a mio parere migliore
L'ultima parte è completamente diversa dalla precedente e anche alla prima è stato modificato qualcosa.
Spero vi piaccia!
Coppia McCartney-Lennon
-Si tu! Stupido stronzo! Chi ti credi di essere per rubarmi il cuore e poi lasciarmi solo e triste come un cretino?-
-Sempre insieme- affondai le mie labbra sulle sue, in un bacio che ci travolse in un mare di emozioni che sapevano di amore
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera :)
Come dicevo nell'introduzione, avevo già pubblicato questa one shot ma non mi soddisfava completamente, non conteneva esattamente quello che avrei voluto esprimere così l'ho modificata (l'ultima parte è completamente diversa e anche la prima ha subito parecchie correzioni) e l'ho ripostata!
Spero vi piaccia
Buona lettura <3 


Paul era concentrato a guardare la strada di fronte a sé mentre guidava, così io ne approfittai per osservare attentamente i suoi lineamenti che mi piacevano tanto
I  suoi tratti erano delicati: la pelle chiara,  gli occhi verde scuro contornati da folte ciglia e le labbra carnose leggermente socchiuse che mi facevano letteralmente perdere la testa
Mi sentivo ridicolo, perché stavo diventando così ossessivo nei confronti del mio amico? Perché era sempre tra i miei pensieri? Perché quando lui si faceva qualche ragazza al Cavern diventavo terribilmente isterico e nervoso? Non trovavo una valida spiegazione, o meglio non volevo trovarla
 
-Ehi John! Qualcosa non va?- Paul mi osservava attentamente e mentre teneva sollevato il sopracciglio destro scrutava i miei occhi cercando qualche risposta che l’avrebbe soddisfatto
Io intanto ero pervaso da brividi gelidi su tutto il corpo, il mio cuore  batteva all’impazzata come se volesse uscire dal petto e la mia bocca era asciutta; avrei voluto rispondere, ma non riuscivo a formulare nemmeno una  frase
-Allora? Sto parlando con te idiota!- rideva sotto i baffi, forse per l’espressione che si era stampata sul mio viso
-Q-quanto manca? Mi sta dando ai nervi stare in macchina-
-Siamo quasi arrivati John, calmati- nella voce di Paul compiaciuta, potevo sentire una nota sarcastica, come se avesse capito che la mia risposta era una stupida bugia
Mi voltai verso il finestrino per non continuare a mostrargli la mia espressione da ebete
“Sono proprio uno stupido, la prossima volta che lo fissi almeno stai attento cazzo! Chissà cosa starà pensando Paul adesso” ripetevo tra me e me  con agitazione mentre rivedevo nella mente il sorriso che mi aveva appena riservato, dolce e sensuale ai miei occhi
-John?-
-Si?- Non ebbi il coraggio di guardarlo ora
-Siamo arrivati- Mi voltai e incatenò i miei occhi con il suo sguardo magnetico, notai la sua espressione divertita e allo stesso tempo pungente
-Ah, di già?- Le parole, le poche parole che mi erano sfuggite potevano spiegare tutto il dispiacere che provavo nel dover lasciarlo, ma non avrei dovuto dirle a voce alta…almeno non davanti a lui
-Ma se poco prima non vedevi l’ora di arrivare! In questo periodo sei tutto strano John, che diavolo succede?-
-Niente Paul, niente- il mio viso ora ero imbronciato, deciso a mostrarsi così per scampare ad altre domande indagatorie del mio amico
-Allora ci vediamo! Ciao John- La voce di Paul  adesso era delusa, triste e nervosa; non aveva ottenuto le informazioni che voleva
-Ciao- risposi affettandomi a scendere dall’auto
Non avrei potuto sopportare un minuto di più il suo sguardo su di me; era terribilmente attraente e avrei potuto saltargli sopra da un secondo all’altro
Paul non doveva sapere che l’amavo
 
Non appena misi piede dentro casa mi precipitai in camera mia lanciandomi sul letto e affondando il viso sul cuscino
L’amavo? L’avevo ammesso a me stesso, e adesso era fatta... Questo era il massimo limite che avevo potuto raggiungere
Ero obbligato a convivere con questi sentimenti impossibili e proibiti che mi avrebbero distrutto, sicuramente, fino al midollo
 
La mattina dopo mi svegliai con gli occhi rossi e gonfi, chissà per quanto tempo avevo pianto in silenzio quella notte
La situazione mi faceva paura; avrei voluto confessargli tutti i miei sentimenti, ma non potevo perché mi avrebbe preso per una stupida checca e avrei perso per sempre  la sua amicizia
Ma io non ero gay, non avevo mai guardato un uomo in quel modo e mai l’avrei fatto in vita mia, ma lui era Paul
Era impossibile che lui ricambiasse i miei sentimenti, lui che si faceva almeno tre tipe a notte e che amava il sesso
Anche a me  piacevano le donne: i seni, i fondoschiena, le cosce lunghe e le labbra carnose…ma lui era Paul
Perché quel ragazzo era in grado di far oscillare tutte le mie sicurezze? Come riusciva a farlo? Da sempre ho avuto un debole per lui, un debole represso nel lato più nascosto della mia anima che ora chiedeva di uscire fuori alla luce
John Lennon, quello che poteva avere qualsiasi ragazza che avesse desiderato con uno schiocco di dita  è diventato un bamboccio a causa di un ragazzo, chi l’avrebbe mai detto?
Ma lui non era un semplice ragazzo… ora provavo un qualcosa che mi stava divorando, era come se lui fosse il nord della calamita ed io il sud, era la mia metà mancante, tutto ciò di cui avevo bisogno e di cui non potevo più fare a meno..
Vivevo per lui, per la sua voce, per i suoi occhi, per il suo profumo, per il suo sorriso
 
Dopo notti passate in bianco a pensare e giorni passati a godere della sua presenza, decisi di continuare a reprimere in un angolo nascosto del mio cuore i sentimenti che provavo per lui, perché i miei  capricci sarebbero svaniti sicuramente in poco tempo
Insomma era ridicolo! Forse un periodo di stress o un periodo di completa pazzia, ma non potevo essere realmente innamorato del mio amico
 
Così passarono ore, giorni e mesi…ma sentivo pulsare ancora il mio cuore per lui
Ogni volta che lo vedevo era un pugnale  nel cuore
Quando mi stava vicino dovevo far finta di niente, far finta che per me fosse solo un amico, e questo faceva male
E finché io potevo cercavo di evitarlo, ma il massimo tempo che riuscivo a stare lontano da lui erano tre-quattro ore al giorno, eravamo legati dalla band ma io mi sentivo legato anche al suo cuore
 
Avevamo appena finito di provare nel garage a casa di Paul, esausti da tutte quelle ore passate a comporre, suonare e riprovare pezzi ancora incompleti
Me ne sarei tornato a casa subito, seguendo a ruota George e Ringo che avevano appena varcato il cancello di casa McCartney
Stare là terribilmente vicino a lui con tutte le cose che avrei voluto dirgli  era insopportabile, così, presi la mia chitarra e feci per dirigermi verso l’uscita ma una mano mi bloccò
-Rimani per cena John?-
-Non posso, ho promesso a zia Mimi che sarai andato a trovarla…mi dispiace!- la mia voce era rocca, spezzata e triste
Che razza di scusa avevo inventato? Non sarei andato a casa di quella bigotta nemmeno morto, e Paul lo sapeva bene, sapeva che odiavo Mimi
Paul, al mio rifiuto  voltò le spalle e uscì fuori dal garage con una sigaretta in mano pronta per essere accesa
-Paul?-
Al suono della mia voce si bloccò voltandosi lentamente verso me
Dopo pochi secondi incorniciati da un silenzio immacolato si incamminò verso di me e quando fu vicino, troppo vicino si fermò e cominciò a guardarmi in modo schifato e gelido
Il mio cuore batteva all’impazzata, per la sua freddezza e per le sue labbra che si muovevano in un modo dannatamente seducente
Avrei voluto baciarlo come non avevo mai baciato nessuno
-John, odi tua zia…So benissimo che è una scusa del cazzo! Mi stai evitando- ora invece, mi guardò con un’aria di insufficienza, fin troppo sicuro di se  facendo uscire fuori una voce arrogante e spavalda
-P-paul davvero io…-
-Lascia perdere, ciao John-
Mi voltò per una seconda volta le spalle, questa volta forse  per non tornare più indietro
                                                    
I  miei rapporti con Paul degeneravano sempre di più, se non fosse per la band non avrei più sentito la sua voce
Forse era giusto così, forse essere evitato da lui era un bene…magari avrei represso più velocemente i sentimenti che erano sbocciati come fiori in primavera nel mio cuore 
 
Una mattina venne a casa per terminare una canzone che avevamo in sospeso da troppo tempo, una canzone che necessitava di essere sistemata e finita
Io stavo seduto su uno sgabello e premevo le dita sulla tastiera della chitarra pizzicando con l’altra mano le corde, davanti a me Paul e il suo basso
Ero completamente distratto da lui, da quella camicetta bianca sbottonata, da quei capelli disordinati che gli cadevano scuri sulla fronte e dal modo in cui torturava il suo labbro inferiore cercando una soluzione a quegli accordi
Lo stavo desiderando, lo volevo tutto per me, lui doveva essere solo mio
-Secondo te, qua ci sta meglio il mi o il la minore?-
-Non lo so Paul, non lo so…- dissi rassegnato alla concentrazione che ormai era andata a farsi fottere
-John- Paul poggiò delicatamente il suo basso a terra e dalle sue gambe cadde un foglio scarabocchiato che mi affrettai a raccogliere, incuriosito da tutte quelle scritte che vedevo
Mi inchinai e poggiai una mano sulla carta
Feci in tempo a leggere giusto due frasi, doveva essere un testo..un’altra opera d’arte nata dalla penna di Paul
You never know how much I really love you

You'll never know how much I really care
Quella parole mi fecero trasalire,  forse perché rispecchiavano i miei sentimenti, o forse perché erano state scritte da lui
 Il vortice di pensieri che vagava nella mia testa fu interrotto da una vampata che pervase il mio corpo
Paul si era precipitato a terra e aveva poggiato le sue dita sulla mia mano per raccogliere il foglio…un solo tocco della sua pelle morbida mi mandò in tilt facendomi perdere ogni cognizione temporale
Alzai lo sguardo e affondai nei suoi occhi verde scuro che mi scrutavano
No, non potevo continuare a sopprimere questo desiderio quando gli incrociai, la tentazione aveva sopraffatto tutta la mia buona volontà di stargli lontano
Mi sporsi per avvicinarmi alle sue labbra dischiuse ma talmente ero intontito che persi l’equilibrio e mi ritrovai completamente su  Paul
I nostri corpi a stretto contatto, l’uno sull’altro, le labbra vicinissime mentre continuavamo a guardarci come se il mondo intorno a noi fosse scomparso
Era dolce ma anche eccitante, avrei voluto strappargli quella  camicia e abbassargli i pantaloni che coprivano tutta quella bellezza che meritava di splendere
Qualcosa nella mia testa mi disse che quello che stavo per fare era sbagliato, e che andava contro ogni cosa che mi ero imposto così decisi di mollare la presa e tornare bruscamente sui miei passi
Mi sedetti a gambe incrociate mentre lui prendeva le forze per mettersi in piedi
-Paul?-
-John….io-
-Scusami ti prego, ti ho fatto male?-
-Abbastanza-
Cazzo, l’ultima cosa che avrei voluto è che Paul si ferisse a causa mia
-Dove Paul? Dove? Porto del ghiaccio?-
-Lascia perdere! Non capiresti- mise sulle spalle il suo basso mentre mi guardava per un’ ultima volta, poi si diresse verso la porta d’ingresso
-Dove vai adesso?-
-A casa, ciao John-
Sbattè la porta e io rimasi a terra come un cretino, ignaro di tutto quello che stava accadendo
Perché aveva reagito così? Non sembrava ferito eppure aveva detto di star  male; è scappato letteralmente da me, forse aveva capito le mie intenzioni e si è voluto allontanare per evitare casini? Per evitare che ci stessi male a causa di un suo rifiuto?
Il mio cervello si contorse per tutta la sera affinché trovasse un motivo a tutto ciò, a tutto quello che stava succedendo e che era successo, purtroppo senza trovare alcuna risposta
                                                
I giorni passavano lenti e tristi
Paul mi evitava ancora e da quando non mi rivolgeva la parola, avevo capito che i miei non erano solo capricci, era qualcosa di profondo e sincero
Era terribile passare ogni giorno della settimana accanto a lui e non poterlo guardare negli occhi
Mi mancava il mio amico, mi mancavano le sue risate, mi mancavano le sue battute, mi mancavano i suoi scherzi, mi mancava sedermi di fronte a lui e strimpellare note a casaccio, mi mancava osservarlo da vicino e sentire il suo profumo invadere le mie narici
Basta, non si poteva continuare così…dovevo sistemare le cose anche se non riuscivo a comprendere fino in fondo il motivo del nostro distaccamento
 Avrei sofferto a stargli nuovamente accanto e non poterlo avere tutto per me, ma era sempre meglio che non averlo per niente
 
Ringo e George avevano appena lasciato casa di Paul, mentre io ero rimasto in garage, deciso a parlargli
-Scusami John, adesso avrei da fare…-
-No Paul, tu ora mi ascolti!-
-Senti, io non ho niente da dirti…-
-Zitto, e fammi parlare- lo presi per le spalle mettendolo contro il muro  e cercai il suo sguardo che mi aveva evitato per tutto questo tempo
-Guardami in faccia Paul- al mio ordine alzò timidamente lo sguardo, e notai i suoi occhi lucidi che stavano per straboccare di lacrime
-John, lasciami in pace!- strillò mentre cercava di divincolarsi dalla mia presa ferrea
-Paul, io non so perché siamo così! Non so perché è cambiato tutto tra noi e non so perché da un giorno all’altro hai smesso di parlarmi ….!-
-John, sei troppo cieco, troppo egocentrico ed egoista….- rispose arreso alla mia resistenza
-Cieco? Io sarei egoista?- sollevai con due dita il suo viso che nuovamente guardava a terra e mi avvicinai pericolosamente alle sue labbra con aria di sfida
Se io ero cieco, lui era nato senza occhi! Come cazzo faceva a non accorgersi di come e quanto lo guardavo?
-Si tu! Stupido stronzo! Chi ti credi di essere per rubarmi il cuore e poi lasciarmi solo e triste come un cretino?-
Al suono di quelle parole la mia testa andò in totale confusione e lasciai che il mio lato irrazionale, il mio cuore rispondesse a quella frase
Affondai dolcemente le mie labbra su quelle di Paul, quelle che desideravo da troppo tempo
Mentre assaporavo la sua bocca, la mia lingua si intrecciò con la sua con una carica passionale che mi fece gemere
Poggiai le mie mani sulle sue spalle e lo feci sedere sul materasso rovinato e vecchio che stava proprio di fianco a noi
Una volta seduto, Paul, si sdraiò trascinandomi con lui
Mi sistemai tra le sue gambe coprendo il suo corpo e continuai a baciarlo con un sentimento che non avevo mai provato per nessun’altra persona
-John-
-Si?-
-Ti voglio, ho voglia di fare l’amore con te-
Al suono di queste parole esternate  dalla sua voce dolce e sensuale mi illuminai, era quello che volevo anch’io con tutto me stesso
Finalmente avevo Paul tra le mie braccia che mi desiderava, che mi voleva esattamente come lo volevo io
Sbottonai frettolosamente la camicetta di Paul scoprendone il petto, mentre lui premeva le dita sulla mia schiena tra un gemito e l’altro
Passai poi a sganciarli i pantaloni, e una volta che i suoi indumenti caddero a terra lui fece lo stesso con me spogliandomi da quei vestiti che ora non sopportavo più addosso
Mi posizionai come prima su di lui e i miei fianchi cominciarono ad andare su e giù, mentre il suo respiro si faceva pesante e io ansimavo ad ogni spinta che davo
Fare l’amore con lui fu la cosa più meravigliosa che avessi mai fatto in vita mia, ci sentivamo vivi, realizzati e finalmente felici
Il calore del suo corpo sotto il mio mi faceva star bene, i nostri occhi si guardavano dolcemente e si dicevano cose che le parole non sarebbero riuscite ad esprimere, era il linguaggio dell’anima che parlava di sentimenti profondi che finalmente potevano esprimersi
L’orgasmo ci prese contemporaneamente, provocando un vortice di emozioni e sensazioni che mi lasciò senza fiato, il mio cuore perse di un battito e mi lasciai andare, rannicchiandomi tra le sue braccia che mi accolsero stringendomi forte, mentre lui ansimava per il piacere appena provato con me
Restammo in silenzio abbracciati, non so per quanto tempo, a guardarci negli occhi e ad accarezzarci
Fare l’amore con lui era stato bellissimo, ma stare vicinissimi in silenzio ad accarezzarci non era da meno
Era averlo accanto che mi faceva star bene, era la sua presenza e le attenzioni che mi riservava che mi facevano il ragazzo più felice della terra
-Ti amo, Paul- finalmente potevo dirlo, finalmente non dovevo più nascondere niente a me stesso, nè tantomeno a Paul
-Anch’io John, ti amo-  un sorriso mi illuminò il viso e lo strinsi forte a me
-Dimmi che non mi trascurerai più e che sarà per sempre così, John, io ti ho desiderato e amato dal primo momento che ti ho visto; non vivo senza di te….non avere più le tue solite attenzioni mi stava facendo andare fuori di testa-
-Shhh! adesso siamo insieme…e sarà per sempre così, te lo prometto-
Paul si accoccolò al mio petto e io lo accolsi tra le mie braccia accarezzando la sua pelle perfetta e respirando il suo profumo, il profumo più buono che avessi mai sentito in vita mia
-Tu, invece, promettimi lo stesso…promettimi che starai per sempre con me-
-Per sempre John- mi guardò tanto intensamente che gli occhi mi trasmisero ancora più chiara la risposta che mi aveva appena dato con le parole
-Sempre insieme- affondai le mie labbra sulle sue, in un bacio che ci travolse in un mare di emozioni che sapevano di amore. 
  
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