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Autore: __Sayuri__    05/04/2013    11 recensioni
[post-The Avengers] [One-shot]
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"Direttore?"
Fury volta lievemente il busto, le braccia incrociate dietro la schiena, e fissa l'agente Hill che è apparsa trafelata sull'uscio, in attesa.
"Si è svegliato.”
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Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Agente Maria Hill, Nick Fury, Sorpresa
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 1 - La caduta di un dio

Salsa di pomodoro




“Direttore?”

Fury volta lievemente il busto, le braccia incrociate dietro la schiena, e fissa l'agente Hill che è apparsa trafelata sull'uscio, in attesa.

“Si è svegliato.”




Fury raggiunge l'affollata ala dell'edificio S.H.I.E.L.D. adibita ad infermeria e l'attraversa con passi ampi e misurati. Si ferma davanti a un portone blindato e preme il pollice destro sul pannello di riconoscimento delle impronte digitali. Dopo pochi istanti il dispositivo emette una sfrigolante luce verde e la serratura si sblocca con un leggero tonfo.

Percorre rapidamente il lungo corridoio grigio e si ferma di fronte ad una porta di vetro smerigliato. Due agenti armati fanno la guardia – decisamente una misura esagerata, al momento, ma la moderazione non è mai stata una prerogativa dello S.H.I.E.L.D. – e si irrigidiscono non appena lo vedono arrivare.

“Com'è la situazione?”

“È sveglio e cosciente, signore.”

Fury si concede un rapido sorriso.

“Molto bene, potete andare.”

Gli agenti si allontanano rapidi e silenziosi, e l'uomo apre le pesanti ante traslucide con una spinta decisa.

La camera è spoglia e asettica, i muri bianchi senza finestre, e nell'aria aleggia un forte odore di disinfettante.

Come 'elemento d'arredo' c'è soltanto un letto, appoggiato ad una parete, e l'unico suono udibile tra i bip intermittenti dei macchinari è il respiro pesante dell'uomo che vi giace sopra.

È sprofondato nei cuscini e sembra addormentato, ma non appena avverte la sua presenza apre gli occhi e fa un cenno con la mano nella sua direzione.

Fury si avvicina con cautela al letto e incrocia le braccia dietro la schiena, scrutandolo attentamente con l'unico occhio buono.

“Capo...”, la voce è impastata e stanca, ma l'uomo si sforza di sorridere e tira le labbra.

“Bentornato tra noi, agente Coulson.”

Phil tenta di mettersi a sedere, ma ricade tra i cuscini soffocando un gemito.

“Riposo, agente, non sei ancora completamente ristabilito.”

“Cos'è successo?”

Fury aggira il letto e poggia le mani sulla sponda metallica ai piedi del materasso.

“Abbiamo vinto. Alla fine la squadra ha funzionato.”

“... e stanno tutti bene?”

“Qualche ammaccatura e una discreta dose di lividi, ma nulla di grave.”

Coulson abbandona la testa all'indietro a socchiude gli occhi, sospirando.

“Grazie a Dio. Immagino che sia mio dovere ringraziarli tutti di persona.”

Fury si schiarisce la voce e si allontana di qualche passo, volgendogli le spalle.

“Questo potrebbe rivelarsi un problema.”

Phil gira la testa verso il suo superiore, aggrottando leggermente le sopracciglia.

“... Prego?”

Il direttore ruota il capo quel tanto che basta a lanciargli un'occhiata indecifrabile, un mix di tiepido rammarico e sorniona soddisfazione.

“Thor è tornato ad Asgard, portandosi dietro il Tesseract e l'amato fratellino in catene, ma non è nemmeno questo il punto...”

Fury sembra cercare inutilmente le parole, e si volta.

“... il punto è ciò che i Vendicatori credono. O, meglio, ciò che sono stati indotti a credere.”

“Non capisco...”

“Tu sei morto, Coulson.”

Un eterno attimo di silenzio, poi Phil traduce mentalmente ciò che Fury ha appena detto e schiude le labbra, inebetito e senza parole.

“...”

“Avevi ragione, quella squadra non avrebbe mai funzionato se non avesse avuto qualcosa - qualcuno - da... vendicare, e usare la tua dipartita come espediente presupponeva un discreto margine di successo.”

Finalmente Coulson riesce a deglutire.

Inspira con forza e tenta di riacquistare un certo autocontrollo. Sa che Fury è capace di qualsiasi cosa pur di raggiungere i suoi obiettivi, e non sempre – quasi mai – questo corrisponde a onestà e trasparenza. Lo ha sempre saputo. Eppure stavolta indossare la sua imperturbabile maschera di agente S.H.I.E.L.D si rivela più difficile del solito.

“Ma come... Come si sono convinti? La mia ferita era grave, ma non mortale, la squadra medica è intervenuta subito...”

“Ho dovuto improvvisare” dichiara Fury allargando le braccia, “era necessaria un'ulteriore spinta, un leva.” Sorride e infila una mano nella tasca interna del soprabito in pelle nera e ne estrae qualcosa. Sembra quasi divertito. “E l'ho trovata nel tuo armadietto.”

Coulson riesce a tirarsi a sedere con fatica, e osserva sgomento la mano tesa del direttore, che gli deposita in grembo senza tante cerimonie la sua collezione vintage di figurine di Captain America.

Le rimira tra le dita come se fossero il più fragile dei manufatti, ma nota subito allarmato quelle strane macchie rossastre che deturpano i suoi preziosi cimeli. Sbianca visibilmente e si volta verso Fury, sgranando gli occhi.

“Che succede, agente? Qualcosa non va?”


“È una collezione vintage, ci ho messo un paio d'anni a collezionarle.
Nuove di zecca. Appena sbiadite sul bordo, ma sono...”



“Agente?”

“Sono rovinate”, mormora Phil con un filo di voce.

“Una trovata innocente ma estremamente efficace”, spiega Fury, quasi con orgoglio, “fargli credere che si trovassero nella tasca della tua giacca, proprio vicino alla ferita, ha ulteriormente amplificato lo zelo e l'impegno della squadra.”

Coulson sposta inorridito lo sguardo sulle figurine, e bisbiglia:

“Quindi questo è... il... il mio...?”

“Assolutamente no!” esclama Fury, e sembra persino un po' offeso dall'insinuazione, “ammetto di essere privo di scrupoli ma non sono un sadico. Quella è salsa di pomodoro.”

Il colorito di Phil vira decisamente verso il verde-grigio, ma il direttore finge di non accorgersene e continua imperterrito:

“Dovresti essere felice del risultato, pensa che Stark si è quasi messo a frignare come una ragazzina. Il difficile sarà rivelar loro la verità, adesso, quindi ti consiglio di inventare qualche storia convincente sull'aver visto una 'luce bianca  in fondo al tunnel' o qualcosa del genere.”

“Agli ordini, capo”, sussurra Coulson, più per abitudine che per vera consapevolezza. In effetti è da parecchi secondi che sta fissando il vuoto.

Fury scuote leggermente la testa e si avvia verso la porta.

“Ma immagino che la tua risurrezione possa attendere ancora qualche ora, in fondo sono tre i giorni canonici. Per ora pensa solo a riprenderti, agente.”

Sta quasi per aprire la porta quando sembra improvvisamente colto da un pensiero.

“Ah, giusto. Ti consiglio anche di provare a renderti un minimo presentabile. Hai una visita.”

“Direttore, non credo di essere nelle condizioni di...”

Fury lo ignora e non gli lascia nemmeno il tempo di lamentare le sue ragioni.

“L'abbiamo prelevata da Portland poche ore fa, era nel bel mezzo di un concerto ma come ben sai lo S.H.I.E.L.D. sa perfettamente come ottenere la collaborazione di un'onesta cittadina.”

La mano di Coulson ricade con un tonfo ovattato sul lenzuolo, e Fury si concede uno dei suoi ennesimi sorrisetti di soddisfazione – e se ne sta decisamente concedendo troppi – prima di voltarsi e aprire la porta.

“Ora la vado a chiamare.”

“Capo!” la voce di Phil sembra finalmente la sua, e blocca Fury un istante prima che richiuda l'anta di vetro. “... Grazie.”

Lo sta davvero ringraziando?!

Il direttore stira impercettibilmente le labbra e lo lascia solo.

Coulson inspira profondamente, e sente quasi il bisogno di piangere, o di ridere, o di tutt'e due le cose insieme. Si passa una mano tra i capelli, cercando di recuperare l'apparenza ligia di ordine e disciplina che gli è propria, poi raccoglie con cura le sue figurine disponendole in una mazzetta perfettamente allineata.

Le guarda un'altra volta, le sue figurine.
Le figurine che hanno salvato il mondo.

Poi le ripone sotto il camice, incastrandole tra le garze pulite che gli fasciano il petto, e sorride.

Va tutto bene. 

In fondo, dopo tutto quello che è successo, un autografo il Capitano glielo deve proprio.






***






Angolo autrice

Questa one-shot un po' delirante mi frullava nella testa da vari giorni. Ho fatto del mio meglio per ignorarla e dedicarmi a cose più serie (??), ma alla fine ho ceduto e l'ho scritta. Consiglio di leggerla in chiave molto ironica, e se possibile comica, dato che è una specie di tributo a quella meraviglia dell'agente Coulson, che ho imparato ad amare grazie al Fandom. <3

Tre sono le cose che mi hanno spinto a scriverla:

1) Sono ormai Marvel-dipendente. XD

2) Ho rivisto per la millesima volta 'The Avengers' la settimana scorsa, e direi che definirmi un caso clinico è assai poco. Infatti troverete in corsivo una citazione di una battuta di Coulson sulle sue (amate!) figurine, e il riferimento alla famosa violoncellista, la misteriosa ragazza di Phil.

3) - Spoiler!!! -Sembrano ormai confermati ufficialmente gli SPOILER(!!!!!) che vogliono Coulson vivo e vegeto, dato che avrà un ruolo importante nella serie targata Marvel 'SHIELD', cosa che mi fa immensamente felice. Ho quindi voluto fare una specie di tributo a Phil, immaginando un suo ipotetico risveglio e Fury che gli racconta l'imbroglio (E ovviamente non potevano mancare le figurine!!)

A questo proposito una delle cose che più mi fanno tenerezza di Coulson è il suo essere uno di noi, un fanboy in incognito (ma neanche tanto) del Capitano. È adorabile!  *^* Quindi ora la smetto di tediarvi e vi lascio con questo brevissimo video (sperando che almeno quello vi faccia ridere), tratto dai bloopers di 'The Avengers', dove la controparte reale di Phil (il fantastico e divertentissimo Clark Gregg) esaspera l'ammirazione dell'agente per Steve Rogers. ^__^

Avengers Blooper: Captain America and Coulson have a moment


Alla prossima!

Sayuri



   
 
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