Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony
Segui la storia  |       
Autore: Lantheros    06/04/2013    0 recensioni
Un luogo lontano e dimenticato.
Quando ancora tutto era vago e indefinito.
Esseri primordiali si affacceranno al mondo, con arcani e misteriosi progetti da compiere.
Un giovane alicorno si ritroverà gettato in un universo strano e cangiante.
Le sue paure emergeranno all'improvviso, gettandola nel panico.
Ma anche nell'oscurità più profonda si può nascondere una piacevole sorpresa.
Spiriti e strani misteri insegneranno ad un piccolo pony cosa significa andare oltre l'apparenza.
Tramite essi, arriverà ad amare la fredda pietra, a compiere un passo importante e a decidere le sorti del creato.
E quando tutto sembrerà volgere al peggio... tutto andrà bene. Se ancora non va bene... è perchè ancora non è la fine.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Princess Celestia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per la prima volta in vita sua, nonostante le ultime parole del suo amico, Celine si sentì realmente sola. Avrebbe voluto farsi forza. Avrebbe voluto non cadere preda dell’apatia. Avrebbe voluto valorizzare gli ultimi momenti passati con la sua “famiglia”… ma non ci riuscì.

Lo sconforto la assalì come un’onda in piena, svuotandola di ogni speranza e gioia di vivere.

    L’alicorno si distese mollemente sul proprio letto, stringendo un lembo delle coperte tra gli zoccoli. Accanto a lei aveva disposto il girocollo di Mantle, i frammenti del cuore di Grigiomanto e la piccola gemma mnemonica: il monile continuava a ripetere incessantemente il discorso del golem, donando alla padroncina una pallida parvenza di familiarità.

Nulla, tuttavia, riuscì a farla rinsavire. Le palpebre erano calanti e lo sguardo inespressivo. Non riusciva a pensare nulla, tanto era la sensazione di sconforto che le attraversava ogni cellula del corpo. Non piangeva nemmeno: non ne aveva più la forza.

Il rumore del vento e dei tuoni si faceva sempre più pressante.

“Il Mutamento è vicinissimo”, pensò, “Fra poco… sarà tutto finito”.

    Passarono i minuti e, improvvisamente, le vetrate cominciarono a tremare: la casa dell’alicorno era ormai l’ultimo baluardo di realtà, completamente circondato dal caos, in procinto di inghiottirlo completamente.

Il frastuono non la preoccupava. In quel momento non aveva paura di niente. Sentiva che non le era rimasto più nulla da perdere. Tutto ciò di più caro le era sfuggito via in meno di una giornata, strappatole da una forza a cui non era riuscita ad opporsi.

“Fra poco sarà tutto finito”, si ripeté.


    Il Mutamento fece capolino e le vetrate esplosero. Una sezione di parete venne letteralmente strappata via dalla furia entropica e gli oggetti nella stanza vennero quasi risucchiati.

Celine chiuse gli occhi, accettando qualsiasi fine le sarebbe toccata.

Poi calò il silenzio più assoluto.

    La piccola, un po’ sorpresa, riaprì le palpebre: il tempo attorno a lei sembrava essersi fermato. I cocci di vetro e gli oggetti erano sospesi a mezz’aria, immobili. Le nubi del Mutamento, attorno alla casa, non si muovevano e persino i fulmini scarlatti si erano congelati, come in un fermo immagine.

Celine scese dal letto: i suoi piccoli zoccoli rimbombarono sul pavimento, come in una cattedrale. Sfiorò i frammenti delle finestre con una zampa e questi si allontanarono debolmente, privi di inerzia.

Una luce soffusa fece capolino all’esterno, rivelando, subito dopo, un limpidissimo cielo azzurro, come se la casa si fosse improvvisamente trovata in mezzo alle nuvole.

In lontananza, difficile da vedere chiaramente, la sagoma di un serpente volante iniziò ad avvicinarsi alla finestra, compiendo sporadicamente qualche curiosa evoluzione aerea.

La creatura planò all’interno della stanza, sfruttando il buco nella parete, e si adagiò delicatamente vicino a Celine: il suo corpo affusolato era dotato di quattro zampe, una diversa dall’altra, e un pizzico di follia balenava negli occhi del volto caprino, con tanto di barbetta e lunghe corna asimmetriche.

La bestia, sicuramente uno spirito, non disse nulla e si limitò ad osservare l’alicorno, con un lieve sorriso.

    “Qualsiasi cosa tu voglia fare”, tagliò corto l’altra, in preda all’apatia, “falla in fretta”.

Lo spirito ridacchiò sottovoce: “Quanta premura, piccolo alicorno”.

“Sono stanca. Non mi interessa chi o cosa sei. Basta che la facciamo finita”.

“Stai tranquilla, cercherò di essere il più breve possibile, Celine. O forse dovrei dire… Celestia?”.

Le orecchie dell’alicorno si drizzarono: “Come… come conosci il mio vero nome? Solo i miei genitori mi chiamano così… tutti mi conoscono con il mio nomignolo…”, balbettò sorpresa.

“Oh”, disse lo spirito, con un’espressione vagamente compassionevole, “Io ti osservo da tantissimo tempo, Celine, più o meno da quando sei nata, a dire il vero”.

La creatura prese a fluttuare dolcemente attorno a lei e continuò: “Ho visto il tuo arrivo nella zona di stabilità. Ho visto il giorno in cui conoscesti Grigiomanto. Ho vissuto con te l’incontro con le Ombre. E, poi, l’esplosione del Mutamento, la tua fuga, gli spiriti sanguinari… la scomparsa dei tuoi amici. Ho visto tutto, Celine”.

L’altra non capì: “Chi… chi sei tu?”.

    L’interlocutore sorrise e, con un battito di zampe, trasformò tutto ciò che li circondava in un immenso prato fiorito, solcato dal limpido cielo di prima.

“Io mi chiamo Discord. Sono lo spirito del Caos e della Discordia”.

Celine ci pensò un secondo e poi aggiunse: “Caos? Hai a che vedere con ciò che sta succedendo? Con il… Mutamento?”.

“Oh, no no no… L’esplosione di Mutamento non è opera mia. Ho la facoltà di bloccarlo momentaneamente, come ho fatto ora, ma il responsabile di tutto ciò che è successo… beh ormai lo sai: sei tu”.

L’alicorno si incupì: “Grazie… grazie per avermi ricordato che tutte le cose terribili che sono successe sono state per causa mia”.

Discord alzò le sopracciglia: “Ma io non ho detto questo”.

“I miei genitori… Grigiomanto… loro non ci sono più… ed è colpa mia”, sussurrò, passandosi una zampa sotto al muso.

“Ma allora non hai imparato nulla, Celine!”, esordì lo spirito, poggiandole un artiglio leonino sulla spalla, “Non ti ricordi cosa ti ha detto la tua amica, prima di andarsene?”.

Discord fece un gesto a mezz’aria e, dall’erba, sbucò una pianta, che crebbe a vista d’occhio. Formò un bocciolo, che si schiuse in un ovale simile ad uno specchio: al suo interno, Celine rivide una scena passata, come se la stesse osservando in terza persona.

“Quando ho visto il sacrificio che Grigiomanto ha compiuto per salvarti”, disse Mantle, con voce in riverbero, “allora ho capito: il tuo amico non si è sacrificato per colpa tua. E’ stata una sua scelta d’amore. Ha fatto ciò che desiderava, ciò che non avrebbe mai potuto rifiutare e, con quel gesto, ha trovato la sua… umanità”.

“Ciò che è accaduto al tuo amico”, continuò l’altro, “è stato adempiere al SUO destino… attraverso di te. Grigiomanto voleva trovare la propria coscienza. Voleva essere riconosciuto come entità senziente. E io credo, alla fine, che ci sia riuscito… ma non avrebbe mai potuto farcela senza di te. Il tuo Fato imponente lo ha aiutato a realizzare il proprio sogno. Tu non sei responsabile di nulla, se non di averlo aiutato in questo”.

Celine provò un vago sollievo, seppur limitato.

“Anche Mantle ed Oscuro erano legati a te. Tu non hai fatto nulla se non aiutarli nel loro compito. Sei molto fortunata”.

“Fortunata?”, esordì, “Fortunata!? Ho perso le persone più fantastiche che avessi mai conosciuto!... Cosa c’è di fortunato in tutto questo?”. Discord sorrise.

“Ti sei risposta da sola… Hai conosciuto persone fantastiche, assolutamente splendide. Quante entità simili pensi incontrerai, nella tua vita? Credi che sarebbero vissute per sempre? Celine: NULLA è per sempre. I mutamenti giungono costantemente per ricordarcelo. Seppur per poco, hai avuto l’occasione di condividere la tua esistenza con la loro. E questo ha donato un valore. O preferiresti non averli mai conosciuti?”.

Celine, un po’ spiazzata, cercò di rispondere con sincerità: “Io… io sono contenta di averli conosciuti, anche se ora non ci sono più… Darei tutto per rivivere gli attimi che ho passato con loro…”.

“Anche se sapessi che dovresti riaffrontare tutti i guai che hai passato?”, chiese lo spirito con malizia.

“…Sì”.


    Discord si mise a ridere e a piroettare su se stesso: mille alberi da forme e colori improbabili crebbero sulle nuvole nel cielo e, contemporaneamente, batuffoli verdastri si materializzarono sull’erba, con tanto di pesci che volavano a testa in giù.

“Ah! Splendido! Splendido! E dimmi”, esclamò con eccitazione, poggiando il mento sui polsi, “questo ti ricorda nulla?”. Una nuvola verde si plasmò, fino a ricreare un’altra scena passata, in cui Celine rivide di nuovo se stessa.

“Dovrei diventare amica di… di una statua?”, disse la nuvola, con le sembianze e la voce dell’alicorno.

La materia continuò a mutare, imitando i vari interlocutori.

“Io… io so bene chi sono. E mi vado bene così. Non ho bisogno di cambiare”.

Mantle: “Ti è mai capitato di avvertire la… personalità negli oggetti?”.

“Eh no! Ora non sei più golem: ora sei Grigiomanto!”.

Oscuro: “E’ questo il problema del pensare. La mente gioca brutti scherzi. E spesso l’apparenza inganna. Nulla è certo. Non puoi sperare di migliorare se non accetti il cambiamento. Ma il cambiamento porta paure, insicurezze e anche sofferenza. E, a tutto ciò, nessuno può sottrarsi”.

“Grigiomanto… è… è incredibile! Io non sapevo che tu… facessi queste cose… che avessi scoperto simili meraviglie”.

Grigiomanto: “Non credo di averle scoperte. Sono sempre state lì. Bisognava solo saperle guardare”.

“Sapete… non so dove siano i miei genitori. Non so se li rivedrò mai più. In questo momento, la cosa che più mi importa è che voi siate qui con me. Voi siete la mia famiglia, adesso. Siete la cosa a cui tengo di più al mondo… e vi voglio un bene dell’anima”.

    Lo sguardo di Celine si riempì di commozione.

“Allora… dimmi”, riprese Discord, “sei la stessa Celine di due settimane fa?”.

“Io… io non saprei…”, biascicò confusa.

“Oh, ma certo… Grigiomanto è solo uno stupido sasso, Oscuro un mostro spaventoso e Mantle un cadavere che cammina…”.

Celine sorrise.

Discord, avvicinò lo sguardo al suo. La piccola vide gli occhi dello spirito, che gli ricordarono quelli di Oscuro, quando si metteva a ridere come un matto.

“Tutto quello che ti è capitato… ti ha fatto soffrire. Hai passato momenti terribili. Ma hai anche imparato molto. Senza tutto questo, forse, saresti esattamente com’eri prima. Potrà sembrare un prezzo alto da pagare ma ricordati che i tuoi sono stati addii dettati dal desiderio di amare e di migliorare la propria esistenza. Davi mille cose per scontate e limitate alle tue prime impressioni. Sai no? Alcune cose le vedi con gli occhi…”.

“…Altre le vedi col cuore”, concluse Celine, con gli occhi umidi. I due si sorrisero reciprocamente.

“Io… capisco, spirito”, continuò l’alicorno, “Ma… ora cosa accadrà? Sei venuto qui solo per dirmi questo?”.

    Discord si fece serio e prese a lisciarsi la barbetta: “No. Sono qui per un altro motivo”.

Celine lo osservò incuriosita. L’altro riprese a parlare: “Come ben sai, il tuo Fato è fiorente come mai è accaduto prima. Tutti gli spiriti sono giunti, attirati come da una calamita, ed io con loro. Questo ha causato una crescita incontrollata nel Mutamento, che ha cercato di serrarsi sul di te. Ogni spirito avrebbe voluto fondere il proprio Destino con il tuo e, fra tutti i contendenti rimasti, io sono l’ultimo”.

“Vuoi dire che… sei l’ultimo spirito in circolazione?”.

“Gli spiriti non muoiono per davvero: si rinnovano. Comunque, sì, attualmente sono l’ultimo rimasto. Non l’ho scelto per mia iniziativa, sarebbe potuto accadere a chiunque. Ma il Fato ha deciso che sarei stato io, quello spirito”.

Il pony aveva ancora le idee confuse: “E tutto questo cosa vorrebbe dire?”.

“Il tuo destino sta per compiersi, Celestia. Sei portata a realizzare grandi imprese, in questa terra. Cosa e come lo farai, starà a te deciderlo. Ed io sono qui per aiutarti”, le spiegò.

“Aiutarmi?”.

“Se il destino ci ha condotti fino a qui, alla fine di ogni cosa, è per un motivo: per suggellare un patto. Come tutti i patti che si rispettino, però, sarà valido e vincolante solo se entrambe le parti saranno concordi sulle conseguenze”.

Celine lo ascoltò, vagamente preoccupata.

“Ormai avrai capito che cambiare può essere doloroso… ma che porta a comprendere molte cose e permette ai caratteri di imparare e formarsi. In futuro… questi luoghi potranno brulicare di vita cosciente e razionale, esattamente com’è stato Grigiomanto. Tu, Celine, potresti avere il compito di condurli e guidarli, di verificare le loro nozioni e i loro progressi”.

“Mi sembra una cosa pazzesca… assurda…”.

“So che ora ti sembra insensato ma… che divertimento c’è se tutto avesse senso?”, chiese divertito, “Ogni creatura sotto la tua ala potrà imparare e migliorare… ma ora ti faccio una domanda: secondo te, Grigiomanto ha imparato qualcosa, nella sua breve esistenza?”.

Il pony ci pensò un attimo e poi rispose: “Lui… sì, ha imparato tantissimo”.

“E come pensi che abbia fatto?”.

“Si interrogava, cercava risposte, lui si…”.

“Vai avanti…”, la incoraggiò Discord, emozionato.

“…Lui si metteva alla prova”.

Un insieme di coriandoli, palloncini colorati e petardi emerse alle spalle dello spirito: “Esatto!”, esultò con gioia, “Grigiomanto ha imparato tutto quanto sperimentando… spingendosi oltre i limiti apparenti della pietra… Solo quando ha compreso il disagio che provava nel vederti soffrire ha realmente compreso il bene smisurato che ti voleva! Solo allora il suo cuore ha iniziato realmente a battere! Solo allora è entrato nella precaria condizione degli esseri viventi!”.

“Credo di capire…”, aggiunse l’altra.

“In futuro, avrai il compito di guidare giovani menti nel loro cammino ma… come pensi che possano migliorarsi? Che significato ci sarebbe se tutti si comportassero nello stesso modo, senza comprendere l’aspetto dualistico degli avvenimenti? Cosa sarebbero se conoscessero la gioia ma senza conoscere anche la sofferenza?”.

“Io credo”, ipotizzò, “che non la capirebbero fino a fondo. Sarebbero… piatti. Come… come un costrutto senza cervello”.

    Discord si alzò sulle zampe posteriori, incrociando quelle anteriori dietro la schiena e annuendo compiaciuto: “Se vuoi che il tuo popolo possa migliorare… dovrai insegnarli ad usare non solo il cervello… ma anche il cuore. E usare il cuore può essere molto doloroso. E qui veniamo al patto”. Lo spirito divenne nuovamente serio: “Accetti tu di includere la sofferenza nel cuore del tuo popolo, al fine di dargli la possibilità di progredire e provare emozioni? Con tutte le conseguenze che questo comporta, ovviamente, nel bene nel male…”.

“E’ una domanda molto difficile, Discord… e ancora non capisco quale sia questo popolo di cui parli…”.

“Purtroppo non abbiamo molto tempo per pensarci… sappi comunque che, se accetterai, il ricordo del nostro incontro verrà cancellato”.

“Perché?”, chiese sorpresa.

“Fa parte del vincolo… nessuno di noi due dovrà ricordare di aver incontrato l’altro, altrimenti il meccanismo verrebbe traviato da questa esperienza. Se accetterai, io e te diventeremo gli attori inconsapevoli di un gioco immenso, basato sugli opposti che si respingono e che si attraggono”.

“E’… è davvero pazzesco, Discord… fatico a credere di poter avere un ruolo così importante… inoltre… questo farebbe di te un… insomma, qualcosa di brutto… da combattere”.

Lo spirito sorrise beffardamente: “Sì… io sarò ‘quello cattivo’. Sarò il tuo nemico e, al tempo stesso, il tuo alleato più grande nel progresso della coscienza vivente”.

“Mi sembra… ingiusto nei tuoi confronti”, concluse.

“Ascolta, Celine”, si affrettò a dire, “Non potrò mantenere stabile questo luogo ancora a lungo. Devi decidere ora. Accetti il patto? Accetti di partecipare a questo meccanismo, di cui nemmeno io conosco le dirette conseguenze?”. Discord le protese una zampa. L’altra la osservò indecisa, avvicinandole lentamente uno zoccolo.

Le parole di Oscuro le risuonarono nella mente: “Alla fine tutto andrà bene. Se non va bene è perché… perché ancora non è la fine”.

I due strinsero il patto. Discord sorrise e una candida luce bianca li inghiottì lentamente.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > My Little Pony / Vai alla pagina dell'autore: Lantheros