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Autore: Sazi    06/04/2013    0 recensioni
Prima o poi ci ruberanno anche l'anima, proprio così..
Diventeremo vittime dei ladri, giorno dopo giorno sempre di più.
E la causa è la nostra omertà, il nostro far finta di non vedere.
Ma non possiamo farci niente, siamo fatti così.
Purtroppo siamo uomini.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amo come tutti i ragazzi della mia età i giorni di vacanza ed è per questo che adoro la Pasqua e il Natale, non che sia cattolico che sia ben chiaro , ma perchè in questo se lo si può definire così "STATO CATTOLICO" in tali occasioni alcune attività si sospendono per un determinato tempo.
Quest'anno però la mia Regione ha deciso di sospendere per meno giorni le attività didattiche in vista delle festività Pasquali, infatti ci siamo allontanati dallo studio per quasi neanche una settimana. Allontanati dallo studio poi... ehm.. scusate, intendevo dire allontanati da quel edificio pubblico chiamato "Scuola" e dai Professori tanto amati , perchè in fondo dallo studio non ci siamo "potuti" allontanare affatto.
E come tutte le cose belle, anche quella settimana santa venne a termine. Così dovetti ritornare a scuola, che malinconia. Il giorno successivo riniziai la solita routine che solevo fare ogni giorno, una noia assoluta : Casa - Stazione - Treno - Scuola - Stazione - Treno - Casa - Studio - "LETTO". Non potevo concedermi un po' di tempo per me, per i miei amici, per la mia ragazza, ma non l'avrei avuto neanche per un piccolo hobby, se l'avessi avuto. La mattina, come sempre, mi alzai molto presto, mi lavai e non feci neanche in colazione. Ero in ritardo, bensì come ho già detto mi svegliai molto presto. Avrei perso il Treno , se non avessi prima preso il pullman che mi portò alla stazione distante poco meno di un kilometro da casa mia.
Così marcai il biglietto e m'affrettai ad entrare nel treno che era già situato sul binario 2 , una volta entrato cercai un posto a sedere a vuoto, vagai forse per tutto il treno ma niente.
Dopo le fatidiche 4 fermate arrivai al paesino dov'è ubicata la mia scuola, qui dovevo camminare per un altro kilometro per poi assistere a 5 ore di noia mortale.
Finalmente anche stavolta la quinta campanella mi svegliò, presi la borsa e uscii. Di solito all'uscita c'è il padre del mio migliore amico che ci riporta a casa, quel giorno non c'era. Ancora un kilometro da camminare, stavo svenendo dalla fatica. Prima di arrivare alla Stazione dovevo attraversare una strada, sempre piena di gente che viene e che va dalla stazione. Qui, successe il peggio. Fra i tanti passanti c'erano anche due uomini, già da me sospetti, molto strani.. Avevano entrambi una tuta, uno portava degli occhiali scuri in un modo che quasi voleva non farsi riconoscere. Camminavo, camminavo e 'sti due rallentavano sempre il passo, erano molto più avanti di me , ma a un certo punto me li trovai davanti.
Decisi di sorpassarli. E nell'atto di farlo uno dei due, quello con gli occhiali, mi mise un braccio sulla spalla e mi disse << We amico mio>>. Io pensando stesse un po' brillo non stetti molto a riflettere, spostai il suo braccio dalla mia spalla e continuai a camminare. Costui mi venne di nuovo vicino e mi rimise il braccio sulla spalla, questa volta però nell'altra mano aveva un coltellino. Andai in ansia, cominciai a dirgli che non avevo niente , ma lui mi disse che aveva visto il mio cellulare in tasca e mi chiese di renderglielo , mi costrinse a darglielo.
  Purtroppo dovetti, ovunque mi girassi c'era gente, che vedeva ciò che mi stava accadendo, ma quando li guardavo, abbassavano lo sguardo e continuavano a camminare. Ero solo ancora una volta, come d'altronde sempre. Mi sono fatto fregare un cellulare che i miei hanno faticato tanto per regalarmelo e ci rimasi molto male, ma la cosa che più mi doleva nel cuor' era che tutti vedevano e nessuno faceva niente, non se ne importavano, come se non fossero presenti. Tornai a casa comunque e spiegai il tutto ai miei genitori. Loro mi consolarono con le seguenti parole: << Non ti preoccupare, basta che stai bene, di telefono ne potrai avere un altro. Di vita ne hai a disposizione una sola>>
Qualche giorno dopo ebbi il mio nuovo cellulare, ma ero comunque arrabbiato perchè se continueremo così in questo modo faremo prevalere l'illegalita e il male, ma possiamo farcela, possiamo cambiare dobbiamo solo volerlo.
Il giorno dopo lessi su un giornale: << Donna accoltellata 14 volte. Non v oleva rendere 200 Euro al rapinatore appena ritirati da un Bancomat >> Poi venni a sapere che la Donna non cel'aveva fatta e deluso pensai "Questa volta ci sono riusciti, gli hanno rubato anche l'anima".
  
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