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Autore: Mini GD    06/04/2013    3 recensioni
“Chi è?”
“Il suo nome è Raul Cooper. Inglese, 32 anni.”
“Chi l’ha trovato?”
“La sua vicina. Era preoccupata perché non l’aveva visto per giorni”
“Causa della morte?”
“E’ ancora sconosciuta. Forse è morto dissanguato”
“Bene. Mettiamoci al lavoro”
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: G-Dragon, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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“Chi è?”
“Il suo nome è Raul Cooper. Inglese, 32 anni.”
“Chi l’ha trovato?”
“La sua vicina. Era preoccupata perché non l’aveva visto per giorni”
“Causa della morte?”
“E’ ancora sconosciuta. Forse è morto dissanguato”
“Bene. Mettiamoci al lavoro”


Il detective Kwon era da poco arrivato sulla scena del delitto, riempiendo di domande il poliziotto che era stato mandato ad aiutare la signora di 76 anni, vicina di casa, molto affettuosa, del morto.
La casa era in completo disordine, poco curata e impolverata; facile da pensare che fosse abbandonata.
Era in un quartiere molto tranquillo e abitato, perlopiù, da signore e signori in pensione, che passavano le giornate a curare i loro giardini, lasciando crescere le rose e colorando, di un rosso intenso, la strada. Dall’esterno, la casa, presentava una facciata esteticamente perfetta, dipinta, sicuramente da poco, di un giallo chiaro e l’orticello, che occupava il lato sinistro dello spazio verde davanti casa, era apposto.
Pensava di essere in un altro mondo, differente dall’idea che può nascere nel vederla da fuori; la polvere era ovunque, ragnatele collegavano quadri di valore tra di loro, fitte e popolate da piccoli ragnetti.
Entrò nella camera da letto, luogo dove era stato consumato il delitto, tra il via vai di poliziotti e agenti della scientifica.
Era poco illuminata, piccola e soffocante, sensazione dovuta alla presenza di arredi imponenti su entrambi i lati della porta. Rabbrividì nel constatare che la polvere era presente anche sul mobile a cassettoni sulla sua destra; passò un dito su di esso per constatare quanto grave fosse la situazione igienica del deceduto, e, una volta appurato che erano tragiche, si ripulì le mani con un fazzoletto che aveva nel taschino.
“Menomale che non sono allergico” lasciò uscire questo pensiero ad alta voce, facendosi strada verso il letto, che ospitava la vittima.
“L’ora della morte è compresa tra le 2 e le 3 di questa notte” sentenziò il medico legale, guardando la giovane donna che era alla sua destra.  Aveva capelli biondissimi, racchiusi in una coda alta, e occhi blu zaffiro; non molto bassa e dalla figura slanciata da un paio di decolté grigie, non troppo alte, abbinate al suo completo formale, sui toni del grigio scuro.
“Sei già qui?” le domandò il detective, non appena capì che il medico non si era rivolto a lui, ma bensì alla profiler, che faceva parte della sua squadra.
“Hanno chiamato prima me che te. Capita detective”  rispose in tono di sfida, continuando a esaminare tutto ciò che poteva esserle utile per capire ciò che l’assassino aveva provato, per capire il movente dell’omicidio.
Tra i due non scorreva buon sangue,  lui preferiva capire semplicemente chi era il colpevole e lei voleva afferrare il motivo che aveva spinto l’omicida a compiere quel gesto; dopotutto era il suo lavoro, era la profiler e doveva tracciare il profilo psicologico di chi compiva i delitti, doveva dare alla famiglia delle vittime una ragione, così da aiutarli nel superare il trauma della perdita.
Il cadavere era nel suo letto, messo in modo da sembrare dormiente; i capelli tagliati corti e la barba curata, facevano pensare a un uomo che passava le giornate ad occuparsi di sé.
“Cosa faceva nella sua vita?” chiese la donna, sempre rivolta al poliziotto che correva avanti e indietro da quella mattina.
“Viveva di rendita. I suoi erano molto ricchi e gli avevano lasciato in eredità tutto, alla loro morte. Secondo fonti non certe, era un abile truffatore” riferì tutto ciò che sapeva, per poi andare ad aiutare il medico legale a spostare il corpo sulla barrella.
“Cosa sei riuscita a capire, signorina Parker?” rilanciò la sfida, seguendo con lo sguardo il corpo che lasciava la stanza.
“Il letto è stato spostato. Si vedono i segni di trascinamento grazie alla polvere” rispose indicando, con un gesto della mano, i piccoli cerchi, che erano privi della polvere, sbavati da altri movimenti circolari.
“Perché il letto dovrebbe essere stato spostato dopo la morte?”
“Per metterlo al centro. Lui era esattamente al centro del letto, che era a sua volta nell’esatto centro di questa camera quadrata”
“Delitto passionale?”
 

“Cosa sappiamo su Raul Cooper?” domandò il detective Kwon alla sua squadra, stringendo il pennarello nero, con la quale aveva scritto il nome della vittima, a caratteri cubitali, sulla lavagna bianca.
“Che non abitava lì, lo lasciava credere ai suoi vicini, andando spesso a trovare la vecchina che gli abitava accanto e curando solo l’essenziale di quell’abitazione” da dietro alla sua scrivania, un uomo sulla trentina, continuava a digitare tasti e a perlustrare tutto ciò che si poteva trovare su internet del signor Cooper.
“Aveva una fama pessima in quanto a donne. Era un tipo che le conquistava per poi condurle al gioco d’azzardo e lasciarle quando erano piene di debiti” parlò un altro giovane, che conduceva le indagini più da vicino, alzandosi e consegnando un libricino al suo capo, contenente tutti i numeri di telefono che aveva raccolto negli ultimi 10 mesi, la vittima. “L’abbiamo trovato nella tasca della sua giacca. Ci sono dei segni vicino ad ogni numero, tutto in base al tipo di rapporto che aveva ancora con loro” aggiunse poi, guardando Kwon sfogliare le pagine, che continuava a masticare nervosamente la sua chewingum.
Tutte le volte che aveva un caso nuovo, lo stress lo portava a fumare;  aveva, però, cambiato abitudini e da 3 anni all’incirca, poteva vantarsi di aver smesso grazie alle gomme da masticare.
Aveva visto i gravi effetti che comportava l’utilizzo della nicotina e decise di smettere come aveva cominciato, da un giorno all’altro, buttando le sue sigarette nel cestino di fronte al distretto.
“E’ morto dissanguato, nel corpo non hanno trovato una singola traccia di sangue… Non ci sono altri segni su di esso che ci portino a pensare che sia stato ucciso in altro modo.”  Terminò il detective, chiudendo l’agendina e posandola sopra al referto del medico legale.
“L’assassino ha fatto un lavoro molto accurato, non c’era una singola traccia di sangue neanche nella stanza… e il fatto che il corpo è stato messo esattamente al centro mi fa pensare a un messaggio. Lei aveva  posato la figura di lui al centro del suo mondo e lui invece l’ha spintonata via” sentenziò Parker, giocherellando con la penna tra le mani.
“E’ una donna?” domandò Miller, staccando gli occhi dallo schermo e lasciandoli andare sull’unica figura femminile che c’era nel distretto
“Si. Ha lasciato anche una rosa” prese quel fiore, che era protetto dalla plastica per preservare la prova. Era una rosa rossa, dal colore molto intenso che sembrava bruciare vivo; aveva ancora tutte le spine, taglienti e affilate come lame.
“Andiamo su, non perdiamo tempo. Voglio sapere tutte le chiamate effettuate nelle ultime 48 ore dal numero di Cooper e tutti i suoi nemici giurati” 


-Grazie per aver letto ^-^ E' la mia prima ff in stile poliziesco, spero di non fare grosse gaf.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate, sono aperta a tutto :)
Baci da MiniGD <3
  
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