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Autore: The Glass Girl    06/04/2013    0 recensioni
Ho sempre amato il tuo profumo.
Il modo in cui mi entra nelle narici, fino a riempirmi l'anima; il modo in cui mi rimane attaccato alla pelle dopo che abbiamo fatto l'amore; il modo in cui circola in questa casa, che sa di te, di noi, ma soprattutto del tuo magnifico sapore.
Il tuo sapore. Le tue labbra così calde e avvolgenti, che mi fanno dimenticare qualsiasi cosa e i tuoi occhi che brillano ogni volta che sorridi.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*But the black holes that surround you are heavier by far.*





Ho sempre amato il tuo profumo.

Il modo in cui mi entra nelle narici, fino a riempirmi l'anima; il modo in cui mi rimane attaccato alla pelle dopo che abbiamo fatto l'amore; il modo in cui circola in questa casa, che sa di te, di noi, ma soprattutto del tuo magnifico sapore.

Il tuo sapore. Le tue labbra così calde e avvolgenti, che mi fanno dimenticare qualsiasi cosa e i tuoi occhi che brillano ogni volta che sorridi.

Te ne rendi conto? Che i tuoi occhi sono bellissimi quando sorridi, che tu sei bellissimo quando sorridi? No forse no, perché lo fai come se fosse qualcosa di naturale, la cosa più semplice del mondo e invece … invece ogni volta che sorridi mi muore il respiro in gola e il cuore perde un battito, incespica nel tentativo di tenermi in vita, riuscendo nell'impossibile, per miracolo.

Non se ne va mai via.

Il tuo profumo rimane anche quando te ne vai, perché ultimamente lo fai troppo spesso.

Te ne vai nel cuore della notte, sbattendoti la porta alle spalle sperando di far finta di aver lasciato tutto quanto, sperando di poter fingere che non sia successo.

E il tuo profumo rimane sospeso nell'aria, fluttua seguendomi passo passo.

Odio il tuo profumo, vorrei scrollarmelo di dosso sai?

Vorrei poterlo lavare via come faccio con la pelle morta, quando mi faccio la doccia, vorrei poter grattare con forza la mia epidermide per ore, lasciando che esso scorra via insieme all'acqua sporca, alle bolle di sapone profumato, insieme ad ogni cosa che vorrei lasciare.

Ma lui rimane, ostinato, non mi lascia.

Non come fai tu, ogni notte, ogni fottutissima notte dopo che abbiamo fatto l'amore, che ti sei sfogato, che ci siamo ripresi, che ci siamo fatti una doccia, troppo sporchi di sudore e stanchezza e sbagli per poter rimanere semplicemente nel letto, abbracciati, a sorriderci.

Lo so, ti vedo, lo fai sempre.

Sei sempre il primo che si va a fare la doccia, ti cedo sempre il posto e tu non rifiuti mai.

Abusi del nostro bagno, del nostro sapone e l'acqua bollente scorre su quel tuo corpo così perfetto, disegnato su misura, e sulla tua carnagione olivastra che mi fa impazzire.

E mentre tu ti lavi io penso che non vorrei mai farlo.

Perché mi sembra di avere addosso una parte di te, un pezzettino della tua essenza che mi si appiccica sulla pelle e penso scioccamente di poter rovinare tutto, strofinandomi con un sapone dalla fragranza troppo dolce perché la tua è così buona.

E ti aspetto sul letto, mentre sento l'acqua scorrere, il rumore rimbombare nelle mie orecchie.

E mentre le lacrime mi riempiono gli occhi e cadono, esplorando la pelle del mio viso, viaggiando fino al collo, immergo la testa nel cuscino, sperando di poter soffocare.

Perché sarebbe sempre un dolore minore che vederti tornare da lei ogni singola notte.

Sarebbe sempre meglio che saperti tra le sue braccia, dopo che sei stato con me, che ti ho sentito dentro, che ti ho affidato tutto me stesso.

Ma non lo faccio mai, mi riprendo, asciugo le mie lacrime con il polso e mi strofino gli occhi, troppo rossi e spenti e fingo di dormire.

E tu ci credi.

Ti avvolgi il tuo asciugamano alla vita, torni in camera e mi guardi, per un paio di minuti, con le mani sui fianchi. (alcune volte riesco ad aprire un occhio senza farmi vedere e ti osservo, in piedi alla fine del letto che sbuffi, passandoti una mano tra i capelli, che ultimamente non riconosco più. Forse dovrebbero piantarla di metterti chili e chili di gel in testa).

E poi sparisci, lasciandoti dietro il tuo maledettissimo profumo.

Lo sai quanto male fa?

Sentirti distante, vederti con lei, saperti con lei?

No, non lo sai perché io sarò eternamente tuo, anche se non voglio. E questo, invece, lo sai anche troppo bene.

Sai che io non avrei mai la forza di lasciarti, che il mio cuore non reggerebbe e che mi mancherebbe l'aria per poter continuare a vivere.

Sai che mi sentirei perso, che sarei inutile, che non avrei più niente a cui aggrapparmi, che sarei come un uccello senza ali.

Incapace di vivere, di andare avanti, di essere me stesso.

Ti aggrappi a questa consapevolezza e ti prendi la libertà di farmi soffrire come e quando vuoi. 

Sai che ci sono delle catene, invisibili ma più forti di quelle reali, che mi trattengono a questo letto,  a questa casa, che mi impediscono di scappare, di correre via, di guidare via lontano da te e da questo amore che mi consuma l'anima, che se la mangia in un sol boccone giorno dopo giorno.

Come Prometeo.

Zeus lo fece incatenare ad una rupe ed ogni giorno un'aquila andava a mangiargli il fegato, che ricresceva durante la notte.

Solo che tu mi stai divorando il cuore e lo stai facendo lentamente. Ogni giorno lo azzanni nel più dolce dei modi, facendomi credere che sia per curarmi, per liberarmi da qualcosa di velenoso, per estirpare qualcosa di troppo pericoloso che diventa sempre più forte.

E poi alla fine lo divori tutto, me lo strappi dal petto, usi i tuoi baci e le tue parole per confondermi e nel frattempo lo annienti.

Credi che non me ne sia reso conto? Credi che sia così stupido da non essermi accorto che tu non provi nemmeno un quarto dell'amore che io sento per te?

Credi che sia realmente così ingenuo?

Lo ero.

All'inizio credevo davvero che il tuo amore nei miei confronti sarebbe lievitato ogni giorno di più, che avrebbe acquistato la stessa intensità del mio, che un giorno avremmo potuto vivere insieme, camminare mano nella mano in giro per la città, andare a convivere … sposarci.

Beh, Chris, non ti sei mai sbagliato tanto! mi ripeto ogni notte dopo che te ne sei andato.

Piango talmente tanto ogni volta che sento il boato della porta che sbatte che non mi rendo nemmeno conto di quando smetto, troppo stanco per continuare, e mi addormento.

Mi addormento tra quelle lenzuola e … oh quelle lenzuola!

Mi seppellisco sotto quella stoffa che sa di te e di noi e del mio amore per te e faccio finta che tu sia al mio fianco, pronto ad abbracciarmi, a consolarmi, a sussurrarmi che andrà tutto bene.

Afferro il tuo cuscino, ancora caldo, e vi immergo il naso.

E per un attimo mi sembra di poter sentire le tue braccia attorno alle mie spalle, il tuo petto sotto il mio orecchio ed il tuo cuore battere insieme al mio, rendendomi poi conto che sono i miei di battiti che percepisco, che sono talmente forti che riempiono la stanza e fanno tremare i muri.

Sto male, Darren, ma a te non sembra importare.

Ti muoio dietro ogni giorno di più e sarei disposto a dare la mia vita per poter essere amato da te.

Amato Darren, un amore come il mio, che ti consuma, che ti riempie il cuore di gioia e trabocchi.

Non so più nemmeno che cosa sia tutto questo! Non so nemmeno che cosa siamo noi.

Ma la verità è che non c'è un noi, ci sono solo un io, che ti amo alla follia, e un tu, troppo affezionato alla tua immagine per poter confessare al mondo quello che sta succedendo.

E' per questo che vai da lei, non è vero? Hai paura della tua preziosissima immagine, della tua etichetta, del tuo fascino da eterosessuale così schifosamente dolce e romantico e mentalmente aperto.

Ti ricordi quella volta … quella volta che ti ho detto che ti amo? Te la ricordi?

Ne dubito.

Ma l'ho fatto, Darren, te l'ho detto.

Non mi sarei mai permesso di farlo, in altre condizioni, ma quando fai l'amore con me non rispondo delle mie parole ed il mio cuore ha pensato bene di aprirsi; ed è stato pugnalato a tradimento.

Il mio corpo stava tremando sotto il tuo, scosso dal piacere che mi dai ogni volta anche con un semplice tocco, con un semplice bacio, e l'ho urlato.

"Darren! Darren … ti amo così tanto"

Me ne sono pentito nell'istante esatto in cui è uscito dalle mie labbra, un urlo incosciente che da troppo tempo riecheggiava nel mio cuore e, per una volta che la mia testa non lo teneva al guinzaglio, ha deciso di urlarlo, come se il mondo avesse dovuto sentirlo.

E a volte vorrei davvero tanto poterlo fare, vorrei poter urlare a tutto il mondo che ti amo, che sono tuo, che qualsiasi cosa succederà avrò sempre una parte di te nel mio cuore. Anzi, a dire la verità, credo che una parte del mio cuore sia fatta da te, da quello che sei, da quello che fai e dici e pensi; dal tuo profumo e dalle tue labbra e dai tuoi occhi che luccicano e si sciolgono e dal tuo respiro e dal battito del tuo cuore.

Quando ti lascerò, questa sera, quando mi vedrai varcare quella soglia, la nostra soglia e per una volta sarò io a chiudermi la porta alle spalle, quell'enorme fetta del mio cuore rimarrà con te, forse per sempre ed io dovrò sopravvivere con ciò che ne rimane.

Dovrò ricostruirmelo pezzo per pezzo, questo cuore che sa di te.

I miei pensieri sono interrotti da un fulmine violento che squarcia il cielo e si scaglia da qualche parte lontano.

La pioggia riga i vetri delle finestre, rapida scivola sulla superficie fredda e scompare, giù, giù, sempre più giù.

E' tutto il giorno che piove ininterrottamente, ma preferisco sia così.

Preferisco tornare a casa mia fradicio piuttosto che notare con riluttanza che tutta la natura intorno a  me sembra essere felice e serena mentre io dentro mi sento squarciare in due.

Il bruciore che mi è nato in gola questa mattina continua a fare su e giù, su e giù ed il tè che sto sorseggiando dalla mia tazza bianca non aiuta.

E' l'unica cosa che c'è nel mio stomaco.

Qualche goccia di tè al limone e basta. Non sono stato in grado di mangiare assolutamente niente, nemmeno una briciola di qualcosa.

Il mio stomaco si contraeva alla sola vista di qualcosa di solido ed io mi piegavo in due.

Così mi sono seduto a tavola, nella nostra cucina, e mi sono preparato questa tazza di tè che mi sono ritrovato a trangugiare avidamente.

Lo schiocco di un tuono fuori dalla finestra mi fa sobbalzare e quasi rischio di soffocarmi con la bevanda che sto ingoiando.

Poggio la tazza sul tavolo e mi alzo, facendo scivolare rumorosamente la sedia.

Ero indeciso se andarmene prima che tu tornassi o aspettare che fossi rientrato.

Voglio che tu mi veda, voglio che tu ascolti ciò che ho da dire, che mi osservi mentre con le valigie in mano sparisco oltre quella porta, oltre la nostra porta, coltivando la speranza che possa tornare, esattamente come succede a me ogni notte che sparisci.

Voglio che dentro di te arda lo stesso fuoco che sta consumando me adesso.

Voglio che i tuoi occhi si ritrovino ad annegare nella stessa quantità di lacrime che verso io ogni sera.

Voglio che tu soffra Darren, come ho sofferto io, come soffro in questo momento.

Questa è stata una delle decisioni più dure della mia vita.

Raccogliere la mia roba e buttarla tutta quanta dentro una valigia è stato lo sforzo più grande che io abbia mai fatto.

Spero che il buco nero della mia assenza possa risucchiarti esattamente come succede a me.

Sono un egoista Darren. Ti sto lasciando perché non riesco più a sopportare questo dolore, perché non riesco più a sopportare le fiamme dell'inferno che mi circondano. Ti sto lasciando perché ho troppa paura Darren.

Ho troppa paura di poter finire sempre più giù, di arrivare ad un punto dal quale non sarò più in grado di risalire, di muovermi.

Ho paura che tu possa soffocarmi, Darren.

Ho le orecchie tese e gli unici rumori che riesco a percepire in questa casa, oltre al mio respiro e ai battiti accelerati del mio cuore, è il gocciolare dell'acqua dal rubinetto del lavandino della cucina.

Butto un occhio sulla finestra, avvicinandomi lentamente.

Scosto la tenda con l'indice, lentamente, la paura che mi mangia il cuore.

Ma non tornerò indietro, non questa volta.

Ho riempito e poi disfatto quelle valigie davvero troppe volte e questa volta non intendo restare.

Questa relazione, o qualsiasi cosa sia quello in cui siamo incappati, in cui mi sono stupidamente lasciato andare, mi sta logorando da troppo ormai e ho deciso che la cosa deve finire qui.

Metti un punto a vai a capo Chris, ricomincia una nuova vita. mi sono detto questa notte mentre, con le ginocchia incollate al petto, piangevo da solo nel materasso freddo e davvero troppo grande per una sola persona.

Tra la pioggia che cade riesco finalmente a scorgere una macchina, che, come sempre, si ferma nel vialetto, facendo scricchiolare rumorosamente i sassi sotto le ruote.

E' tardi Darren e come sempre ti aspetto alzato.

Non riesco a prendere sonno quando so che non sei con me, vicino al mio corpo, nello stesso posto in cui mi trovo io.

Sarà dura lasciarti Darren, ma devo farlo, non ho altra scelta.

Di solito, quando ti guardo arrivare dalla finestra, esausto e con gli occhi che si chiudono, mi avvio pigramente verso le scale, salendole lentamente perché sono davvero, davvero troppo stanco quando tu ritorni a casa.

La notte piango ed il giorno non riesco a mettermi il cuore in pace, dove dovrei trovare riposo io in tutto questo? In che modo dovrei io riuscire a dormire un pochino se la mia mente è sempre agganciata a te?

Solamente il ricordo dei tuoi occhi mi fa tremare il cuore.

Lo capisci questo?

Di solito mi faccio trovare in camera da letto, sotto le lenzuola, faccio finta di essermi appisolato così che siano le tue dolci labbra a svegliarmi, anche solo sfiorando la mia pelle.

E tu ci credi sempre. Sei davvero così ingenuo Darren?

Questa volta, però, non ho intenzione di lasciarti portare avanti la tua recita, ho sopportato davvero troppo.

Il mio corpo è debole, sento le gambe traballare mentre mi sposto dalla cucina al salotto e dio solo sa come riuscirò a camminare fuori, sotto la pioggia, a montare in macchina e a guidare fino a casa, la mia casa, quella in cui non riesco a stare per più di cinque giorni.

Vengo a rifugiarmi qui ogni weekend e riesco a vederti solamente il sabato sera, un paio d'ore, poi scompari portandoti dietro una parte di me.

I tuoi baci mi consumano, non riesco nemmeno a guardarle più quelle labbra.

Ogni volta che mi baci, esplode una bomba atomica nel mio stomaco, si propaga, mietendo vittime ovunque, arrivando fino al cuore e lacerandolo ogni volta più profondamente.

Il rumore dei tuoi passi è chiaramente udibile. O forse sono le mie orecchie che percepiscono anche il minimo suono?

Chiudo gli occhi un momento ed inspiro il tuo profumo, che scavalca la porta, scavalca le mura che ci dividono, riesco a sentirlo anche a casa mia quel tuo fottutissimo profumo.

Non puoi portartelo via? La sera quando te ne vai non riesci a trascinartelo dietro insieme a tutto il resto? Perché io sì e lui no?

Sussulto quando sento il rimbombare della chiave che si muove nella serratura nelle mie orecchie ed il mio cuore accelera così forte che temo possa esplodere quando ti vedrò.

Respiro a malapena sentendo la porta aprirsi e, non so come, riesco a non cadere sulle mie ginocchia e a non piangere con la testa fra le mani.

Poi la porta si apre e la tua figura compare sulla soglia, a rischiarare la stanza, la casa,me stesso.

E mentre i miei occhi ti guardano, sento le lacrime premere per uscire ed i singhiozzi correre veloci lungo la mia gola verso le mie labbra.

Dio solo sa lo sforzo che sto facendo in questo momento per non piangere davanti ai tuoi occhi, davanti alla tua espressione incredula e sorpresa mentre riponi le chiavi nella tasca del tuo impermeabile nero, ricoperto di gocce di pioggia che in un attimo, cadono, infrangendosi sul pavimento.

I tuoi capelli neri sono fradici, il tuo viso arrossato.

Sei senza fiato per la corsa che sei stato costretto a fare per scampare alla pioggia che cade adesso senza sosta.

Aggrotti le sopracciglia e mi guardi.

Sono sul punto di esplodere Darren, puoi vederlo? Puoi sentirlo questo?

Sono una foglia, l'ultima foglia di autunno che è sopravvissuta per troppo tempo, attaccata con uno sputo ad un ramo rinsecchito e che adesso non aspetta altro che essere liberata dal vento leggero e libero.

Ti guardo, il mio cuore che batte all'impazzata. E penso che potresti anche affondare una mano nel mio petto, nella mia carne tenera, afferrare quel muscolo che pulsa, tirarlo fuori e tenerlo in mano davanti ai miei occhi.

E' così che mi sento da quando è cominciato tutto quanto, totalmente dipendente da te.

Se stringi un altro po', davvero, potrei morire.

Il mio cuore potrebbe accartocciarsi sotto la tua stretta e smettere definitivamente di battere.

Prendo un respiro profondo e ti guardo mentre ti togli la giacca, sorridendomi e guardandoti intorno.

Ti guardo arricciare il naso.

Ogni sera, quando torni a casa, ti preparo sempre qualcosa, i tuoi piatti preferiti.

Adoro farlo perché sei sempre così entusiasta di qualsiasi prodotto della mia cucina e sembra davvero che non ci sia niente, di ciò che io preparo, che possa non piacerti.

Ma non percepisci nessun delizioso profumino, non questa volta.

Ti avvicini sorridendomi, quel sorriso che mi toglie il fiato, che brucia qualsiasi traccia di ossigeno presente nei miei polmoni in una manciata insignificante di secondi.

Lasci l'impermeabile nero, gocciolante, sull'attaccapanni e ti sfreghi le mani.

Rimango immobile, il dolore mi pietrifica e per un attimo smetto di respirare perché mi sembra troppo difficile.

Penso a come sarà quando non potrò stare con te nemmeno durante i weekend, penso a come mi sentirò ogni venerdì sera ed ogni sabato ed ogni domenica, solo in una casa davvero troppo grande e vuota per me e sento che quel poco di coraggio che mi aveva riempito il petto svanisce, evapora dal mio corpo in fretta, senza che io possa farci niente.

Rimane solamente il dolore, che mi spinge a lasciarti andare, ad abbandonare questa casa e tutti i ricordi di cui è piena.

Sospiro, incrociando le braccia al petto.

Sembra che tu non riesca davvero a guardarmi Darren, sembra che tutto ciò che sei in grado di vedere ogni volta che incolli i tuoi occhi ai miei sia … devozione?

Non percepisci il mare di sofferenza e di paura in cui sta annegando questa devozione, l'amore divorato dalla paura e dal dolore e uno squarcio in mezzo al petto, proprio qui, all'altezza del cuore ogni volta che te ne vai.

Ci vediamo tutti i giorni.

Sul set, alle feste. Ti sento mio per qualche ora, di sabato sera e se sono fortunato e lei è via, a qualche concerto, o a casa dai suoi, allora passiamo insieme l'intero weekend.

Ma ti sei mai chiesto che cosa provo a saperti da lei? A saperti tra le sue braccia, nel suo letto, mentre fai l'amore con lei nello stesso identico modo in cui lo fai con me, baciandomi ed accarezzandomi, i tuoi polpastrelli che puzzano della sua pelle.

Scottano i tuoi polpastrelli quando li muovi sulla mia pelle, sono pieni di colpe e tradimento ed io lo sento.

Anche quando ti bacio lo percepisco; le tue labbra sono schifosamente dolci, sporche di un sapore che non è il mio, avvolte da una fragranza delicata ed aggraziata di una ragazza e non di me.

Per quanto ancora hai intenzione di mandare avanti tutti questo? Te lo chiedo Darren, perché io davvero non ho idea di come tu faccia.

So solo che io non ne posso più e sono disposto anche a tornare a casa, a Clovis, per sempre pur di lasciarmi alle spalle questa orrenda e allo stesso tempo dolce faccenda.

Le mie valigie sono sistemate accanto alla porta, ma tu non sembri essertene accorto.

Mi chiedo che cosa Darren, che cosa dovrei fare per attirare la tua attenzione.

D'un tratto sento le tue mani calde avvolgermi la vita ed avvicinarmi al tuo corpo.

Mi guardi sempre con quello stupido sorriso stampato in faccia e giuro che vorrei schiaffeggiarti per farlo andare via.

-Beh, non mi dai un bacio?-mi chiedi sotto voce, avvicinandoti alle mie labbra.

I miei occhi si perdono, su quelle labbra, vagando su di esse per alcuni minuti perché davvero, sono perfette.

Ti guardo incredulo. Non ti sei accorto assolutamente di niente. Forse sei ancora troppo preso da lei.

Un altro tuono esplode nel cielo ricoperto di nuvole ed io trovo la forza per staccare gli occhi dalle tue labbra e girare la testa, gli occhi già dannatamente lucidi.

So che non sarò in grado di trattenermi fino alla fine, so che sarò costretto a versare ancora delle lacrime in questa casa, ma giuro che quelle di questa sera saranno le ultime.

Ora, finalmente, riesco a leggere un'espressione confusa sulla tua faccia.

Ti poso una mano sul petto, con l'idea di scansarti, di staccarti, di toglierti di dosso, ma sei sempre stato più forte di me e la tua presa sui miei fianchi si rinforza in pochi secondi.

Non mi rendi le cose facili così Darren.

Ti lascerò vivere la tua vita. In pace. Con lei.

-Come sta lei?-sibilo fuori tra i denti mentre respiro il tuo alito, disgustato.

Ti guardi intorno, fai roteare gli occhi e poi sorridi di nuovo.

Non riesci a prendere nulla sul serio, nemmeno il fatto che io ti stia praticamente morendo tra le braccia, nemmeno il fatto che non mi vedrai più così, che non ti cucinerò mai più niente, che non ti bacerò mai più, che non starò mai più nella stessa casa insieme a te.

E diventa tutto più pesante, come se una frana si stesse posando sulla mia schiena, i massi che rotolano e via via si aggiungono al carico che devo portare esclusivamente con le mie forze, le braccia e le gambe mi fanno male e temo che sia troppo pesante.

-Bene.- rispondi dopo un po', sporgendoti di nuovo un po' di più e tirandomi più vicino.

-Non sospetta niente.-aggiungi vittorioso, come se fossi realmente soddisfatto di te stesso.

Mi basta questo. Qualcosa esplode dentro di me, come il tuono che ho sentito poco fa, mi squarcia in due e mi da la forza necessaria per scansarti.

Ti spingo via con una mano e quasi perdi l'equilibrio, inciampando all'indietro, per la sorpresa.

-Il tuo alito puzza di lei!- esclamo con tutta la rabbia che ho in gola.

Mi manca già il calore del tuo corpo contro il mio, sembra tutto più grigio, più arido e freddo quando non sei appiccicato a me.

Come se piovesse sempre, come se il sole non fosse mai destinato a mostrarsi dietro quelle nuvole spesse fatte d'acciaio.

Rimani immobile, gli occhi spalancati. Li osservo e, insieme all'ambra dell'iride riesco a scorgere la paura e la sorpresa intorno alla pupilla nera.

Il tuo sguardo mi spinge a continuare, mi avvicino allo scrittoio che c'è all'ingresso, appena di fianco alla porta e frugo nei cassetti in cerca delle mie chiavi di casa.

Sento una nuova ondata di lacrime e singhiozzi che si affacciano ai miei occhi e alle mie labbra e cerco di ingoiare tutto, ma non ci riesco.

Ho mandato giù troppe cose Darren, davvero troppe e la mia gola adesso brucia per lo sforzo.

Tornerò a casa, disferò le valigie e ti dimenticherò.

Mi guardi incredulo, percepisco il tuo corpo tremare mentre probabilmente cerchi di far uscire un filo di voce dalle tue labbra.

-C-cosa stai facendo?-chiedi finalmente, la tua voce traballa, incespichi tra le parole.

Non ti ho mai sentito così.

-Me ne vado.-la mia voce invece è ferma, tagliente, ti trapassa il corpo da parte a parte, ormai ti conosco troppo bene.

Ma la tua reazione è immediata.

-Cosa?! No!- urli afferrandomi il polso con forza.

Ora sei arrabbiato Darren, hai paura di poter perdere il tuo passatempo preferito? Hai paura che il tuo nuovo giocattolino ti venga strappato via dalle mani?

Non sei più il mio burattinaio.

Mi libero dalla tua presa con un energico strattone.

E' il dolore a darmi la forza, nient'altro.

Se potessi, se solo avessi la forza di sopportare tutto questo, se solo questo dolore non fosse così forte da farmi perdere i sensi, ti correrei incontro e ti bacerei fino a perdere completamente il fiato.

Ma sono debole, Darren, e tutto questo per me è davvero troppo.

-Lasciami.-sibilo raccogliendo nella mia voce tutta la cattiveria di cui dispongo.

A volte tiri fuori il peggio di me.

La tua espressione cambia completamente e posso vedere le tue iridi sciogliersi nel calore delle lacrime che ti nascono negli occhi.

-Chirs … ti prego. C-cosa?-sei confuso, ti guardi intorno e posso sentire la tua voce che sussurra: 'Che cosa ho sbagliato?'

Tutto Darren, hai sbagliato tutto quanto fin dal principio.

Non avresti mai dovuto baciarmi, non avresti mai dovuto ingannarmi, non avresti mai dovuto illudermi.

Ora avrai la tua punizione, per una volta a soffrire sarai tu.

E poi le vedo rotolare, le lacrime salate sulla tua carnagione scura, scendono lente, si prendono il tempo di viaggiare sulle tue guance e si fermano agli angoli della bocca.

Pensi che per me sia facile?

Finalmente riesco a trovare le chiavi di casa, le afferro con mano tremante, incapace di sopportare di vederti piangere e comincio già a strofinarmi il naso con il dorso della mano.

-Sono stanco Darren. Stanco di te, di lei, di tutto questo. Non mi fa bene tutto questo, lo capisci?!- dico voltandomi ed aprendo le braccia, mi guardo intorno e i miei occhi scivolano sulle mensole di legno che abbiamo attaccato insieme, i miei libri adagiati con cura, in ordine.

Te li lascio i miei libri, perché ormai sanno troppo di questa casa.

Finalmente il tuo sguardo si sofferma sulle valigie ferme di fianco alla porta e, in quel momento, posso leggere il puro terrore nei tuoi occhi, così colmi di sensi di colpa.

Il mio cuore incespica nei suoi battiti, perde il ritmo, rotola e cade atterra rovinosamente.

Sembri ferito.

Forse adesso sai che cosa si prova ad avere uno stiletto che ogni giorno affonda sempre di più nel cuore.

E in un momento, in un secondo, mentre ti guardo negli occhi, crollo.

Scoppio in lacrime e mi copro il viso con le mani, sperando, forse, che possano assorbire il mio dolore.

Dio non hai idea di quanto mi faccia male tutto questo.

Ti sento imprecare mentre ti avvicini, i tuoi passi pesanti sul pavimento, il respiro affannato e la paura che batte forte nel petto.

Hai paura di perdermi Darren? Davvero?

Sei su di me senza nemmeno darmi il tempo di reagire, di capire, di fare qualsiasi cosa.

Ti aggrappi al mio corpo come se fossi l'unica certezza della tua vita, come se fossi uno scoglio in mezzo al mare.

Ti sento singhiozzare contro il mio petto, scariche di dolore che vengono inviate direttamente al cuore, che lo trapassano, che lo uccidono.

Rimango immobile per un attimo, nel tuo abbraccio che mi soffoca, mentre tu piangi, continui a farlo, la tua schiena sussulta sotto il peso violento dei tuoi singhiozzi ed io davvero mi sento morire.

Stai smontando in un secondo tutte le mie certezze, quell'unica briciola di coraggio che circolava nelle mie vene, pompata in velocità dal cuore.

Sussurri il mio nome, strofini i tuoi occhi sulla mia maglietta, posso sentire le lacrime calde trapassare la stoffa e bagnarmi il petto.

La pressione che mi sta comprimendo il cuore aumenta sempre di più, ad ogni tuo singhiozzo.

Mi sento le orecchie piene, mi da fastidio, vorrei potermele tappare con i palmi delle mani per scacciare questo orribile rumore.

La tua voce è spezzata, il respiro corto, sento il tuo cuore battere contro il mio petto e per un momento vorrei fermare il mio, dirgli di ripartire, in modo che possa battere allo stesso ritmo del tuo.

Non riesco a resistere, avvolgo le mie braccia intorno alle tue spalle e ti stringo, sussurro il tuo nome, che si scontra con il mio, le tue labbra calde, che potrebbero oltrepassare anche il più pesante degli indumenti, sulla mia pelle.

Immergo il mio viso fra i tuoi cappelli ricci e ci strofino gli occhi, sperando che questo possa farmi smettere di piangere, ma sento solo il tuo buonissimo profumo, che si perde nel mio naso e si diffonde in tutto il corpo, come una droga.

-Ti prego … ti prego Chris, non mi lasciare.- non so dove trovi la forza per pronunciare queste parole, mi sembri così debole mentre il tuo corpo viene scosso, mentre continui a piangere, il labbro inferiore che ti trema e le guance bagnate.

Ti guardo negli occhi e dove posso trovare la forza per continuare? Per afferrare quelle valigie ed oltrepassare quella porta?

Dannazione Darren!

Immergo le dita nei tuoi capelli, mi ha sempre tranquillizzato farlo, e tiro indietro, con delicatezza, la tua testa.

-Mi stai uccidendo Darren, lo sai questo? R-riesci a capirlo?- ti chiedo tirando su con il naso.

Ti parlo lentamente, come si parla ad un bambino, perché a volte lo sembri Darren.

A volte mi ricordi un bambino che non riesce a capire.

Le mie parole, se possibile, ti feriscono ancora di più.

Allenti la presa sulla mia vita, cominci a capire che devi lasciarmi andare.

Ma sono io ad allontanarmi con uno strattone, voltandomi di scatto.

Forse sarà più facile per me parlare se non sono costretto a guardarti negli occhi, forse 

potrò davvero liberarmi di tutto questo.

Strofino il mio naso sul dorso della mano ed abbasso la testa, lasciando che le lacrime scendano sul pavimento, infrangendosi in milioni di piccole parti.

-Sei felice con lei?-ti chiedo a bassa voce, girando di poco la testa per poter vedere la tua reazione.

Sussulti, lo so, quasi impercettibilmente, ma lo fai.

Tutto il tuo copro viene scosso dai brividi. E' questo che io provo ogni volta che torni da lei, che lasci il letto freddo e vuoto.

Il tuo silenzio mi infastidisce.

-Sei felice con lei?-ripeto di nuovo, alzando la voce, perché ho l'impressione che tu non riesca a sentirmi Darren, non nel modo in cui vorrei che facessi.

Il fatto che non abbia ancora aperto bocca rende le mie lacrime più numerose e dolorose e la mia gola arde.

Mi sfugge un singhiozzo dalle labbra e mi pento immediatamente di non averlo ingoiato giù insieme agli altri.

Non posso mostrarmi così debole ai tuoi occhi, altrimenti penserai che in fondo lasciarti non è davvero quello che voglio.

Credimi Darren, lasciarti è davvero l'ultima cosa che voglio, ma devo farlo, capisci?

No no tu non capisci, potrei spiegartelo in mille modi diversi ma tu non capiresti comunque.

Il mio respiro irregolare riempie la stanza e rompe quel silenzio pesante che ci circonda.

-Mi ami Darren?- sussurro così debolmente che non riesco nemmeno io a sentire la mia voce.

Ma so che lo hai sentito, so che la mia voce è arrivata direttamente alle tue orecchie, nonostante fosse ridotta a poco più che un sussurro veloce.

E' la prima volta che te lo chiedo, ma ho bisogno di una motivazione per andarmene, un buon motivo per dire al mio cuore di camminare oltre quella porta, per incoraggiare le mie mani ad afferrare le maniglie delle valigie che mi aspettano alla porta.

E' questo silenzio che mi si appiccica addosso che mi comprime definitivamente.

Mi guardo intorno spaesato, mentre il mio corpo trema, tutto intorno a me sembra girare, io sono solo un puntino in questa stanza immensa.

Non riesco più a distinguere i contorni delle cose, non riesco più a vedere chiaramente, troppe lacrime che mi appannano gli occhi, che mi confondono, che mi massacrano il cervello e mi impediscono di ragionare.

Non posso guidare in questo stato, ma devo farlo.

Il mio corpo ha finalmente ricevuto quella spinta di cui aveva bisogno, il mio cuore ha avuto la sua risposta.

Non mi ama. Questa voce si fa sempre più rumorosa nella mia testa, mi massacra la scatola cranica, mi distrugge l'ossatura debole, fragile.

Ho sempre temuto il tuo silenzio, ne ho sempre avuto costantemente paura.

Perché la tua voce è melodia pura Darren e non sentirla fa male, alle mie orecchie, al mio cuore, al mio corpo. Come se mi nutrissi di ogni singola parola che esce dalle tue labbra e … sentire la tua voce dire 'ti amo', beh avrebbe potuto essere l'ottava meraviglia del mondo.

E invece no, rimangono sempre sette.

E non mi hai curato Darren, avresti potuto farlo, ma con il tuo silenzio hai deciso di lasciarmi morire.

-E' tardi. Devo andare.-mi limito a dire scrollandomi le lacrime di dosso, strofinandomi il viso con forza, fino a farmi male, fino a graffiarmi con le mie stesse mani, sperando di poter attutire il dolore che mi sta risucchiando il cuore.

Sei un buco nero per me Darren e l'unico modo che ho per sopravvivere è allontanarmi.

Cerchi di fermarmi, vedo la tua mano allungarsi verso il mio polso, mentre mi chino per afferrare le valigie, ma lo sguardo che ti lancio ti fa indietreggiare, impaurito.

Non ti ho mai visto così … distrutto, non avrei mai creduto che tu potessi aver paura di me o che io potessi farti paura.

Non rispondo delle mie reazioni quando sto male.

E se sto male è solo colpa tua.

Afferro la giacca, sfiorando per sbaglio il tuo impermeabile.

Una fitta al cuore.

Che poi è ancora lì? Batte ancora, ne sono sicuro? Non sento più niente, forse il dolore che provo in questo momento mi ha intontito talmente tanto da anestetizzarmi.

Mi infilo il cappotto pigramente e lo sforzo che devo compiere per muovermi è immenso.

Apro la porta con mano tremante ed il vento freddo che mi colpisce la faccia mi fa quasi male.

Ormai fa male tutto. Ogni singola cosa mi causa anche il più minimo dolore ed io sono stanco.

Per una volta sono io a sentire il rumore della porta sbattere dietro le mie spalle.

Per una volta sono io che ti lascio da solo, in quella casa che sa di noi.

Chissà se anche tu senti il mio profumo nello stesso modo in cui percepisco il tuo, chissà se anche io sono diventato una parte del tuo cuore.

Mi rendo conto di aver detto addio a tutto.

A te, ad una parte del mio cuore, ad una parte di me, alla mia vita, al mio sorriso.

Il mio sorriso … chissà se lo rivedrò mai.

La solitudine e l'umidità della pioggia mi colpiscono come frecce dalla punta avvelenata.

Ma ormai potrebbe passarmi sopra anche un carro armato e tanto non sentirei assolutamente niente.

Niente fa male come te Darren, non c'è cosa al mondo, tortura o prigionia o morte che potrebbe farmi soffrire come stai facendo tu in questo momento, nulla.

Cammino piano verso la mia macchina, parcheggiata lontana dalla tua perché nessuno doveva sapere.

Che condividevamo un letto, una casa, le notti … doveva, adesso non c'è più alcun pericolo che lo sappiano.

Sei solo adesso Darren, sei libero, di stare con lei, di divertirti, di dichiarare fieramente al mondo di essere assolutamente, totalmente e schifosamente etero.

Apro la portiera e mi rintano nel calore confortante della mia macchina, lasciando cadere la mia testa contro il volante, le lacrime ormai conoscono la loro strada e non indugiano più agli angoli degli occhi o della bocca, continuano il loro tragitto finché possono, lottano per poter sopravvivere sulla mia pelle, fanno a gara a chi arriva prima.

Dove? Sul collo? Più giù?

Le sento solleticarmi l'epidermide e vorrei grattarmi tanto da consumarla.

Mi limito a stare lì, mentre la pioggia batte sulla mia macchina, per attirare la mia attenzione, come se volesse scrollarmi, dirmi che devo lottare.

Ma io non l'ascolto, voglio solamente addormentarmi, troppo stanco per poter guidare.

Lo puoi sentire Darren, il peso della mia assenza? Me ne sono andato adesso e al posto mio rimane solamente un buco nero.

Ce n'è uno anche qui al centro del mio petto.

Troppi buchi neri dove ci sei tu Darren, troppa oscurità, risucchi troppe cose.

Mi circondo la vita con le braccia, premendole sulla pelle per potermi riscaldare anche solo un pochino.

E' per colpa tua che sento freddo, perché mi hai lasciato, perché te ne sei andato, anche se sono stato io a farlo.

Ma fa malo lo stesso e perché fa male?

Con te sto male, senza di te sto male, cosa dovrei fare?

Non so che ore siano quando riesco a svegliarmi, quando riesco ad infilare le chiavi e a far partire il motore. So solamente che questa notte la passerò da solo, a congelare nel mio letto e spero che anche tu ti sentirai solo, esattamente come mi sono sentito io ogni singola volta che sbattevi quella dannatissima porta.

 

 



Angolo Autrice.

Piccola os CrissColfer da nulla.
Sono una grande fan di questa coppia e ... una sera non sapevo che fare, ho cominciato a scrivere ed è venuta fuori questa cosa.
Fatemi sapere che cosa ne pensate. ;)
Bacioni :3

 

  
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