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Autore: Rosette_Carillon    07/04/2013    1 recensioni
Francia, Parigi 1830, Rivoluzione di luglio.
Una giovane ragazza e un palazzo semidistrutto; lui ha visto tutto, lei vuole sapere cosa è accaduto.
"Tanti volti le affollavano la mente, tanti volti da ricordare.
E così, sospinta dal freddo vento che l’autunno portava con sè, la ragazza si allontanò silenziosamente da quella strada."
Genere: Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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               Dead hearts          

                                          

 

Camminava lenta lungo la larga strada che correva vicino alla Senna, svoltò in una delle stradine laterali.

Man mano che procedeva la strada si faceva sempre più spoglia.                                                                                  
Era passato poco tempo dall’ultima volta che aveva visto quelle case “vive”, con le travi dei tetti al loro posto, i muri intatti e delle persone che le abitavano. Riusciva ancora a ricordarsi tutto, ma sapeva che col tempo avrebbe dimenticato tutto ciò che aveva visto, che era stato.                              

Si fermò vicino a un palazzo a tre piani, guardò davanti a se e vide i resti di una delle barricate che erano state costruite dagli studenti universitari.                                                                                

Le pietre del terreno erano ancora sporche di sangue secco.               

Sollevò lo sguardo verso il palazzo davanti al quale si era fermata: dalle finestre pendevano delle bandiere, due per la precisione, di colore rosso. Una era stracciata.

Abbassò lo sguardo sconsolata e continuò a camminare verso i palazzi in fondo alla via. Non poteva certo affermare che quella rivoluzione non fosse servita a nulla: il re era stato cacciato, ora le cose sarebbero certamente andate meglio. Con Luigi Filippo la Francia sarebbe tornata libera, come doveva essere.

Ma quante vite erano andate perse, quelle dei soldati e quelle dei rivoluzionari fra cui c’erano molti ragazzi.

Si fermò davanti ad un altro palazzo, quello era più basso del precedente, a un piano, ed era l’edificio più distrutto fra tutti: probabilmente era stato il più colpito dalle cannonate.

Lui aveva assistito alla rivoluzione, a quei tre giorni di massacri, lei invece, in quanto donna, era dovuta restare a casa e non si era potuta avvicinare alle barricate.

Osservò attentamente quel palazzo: i vetri delle finestre erano quasi tutti sfondati, i muri recavano i segni dei proiettili e delle cannonate. La porta d’ingresso mancava, probabilmente era stata usata per la barricata, e le scale erano semidistrutte.

Chissà cosa aveva visto quel palazzo? Chissà cosa avrebbe potuto raccontare se avesse potuto parlare?

-Raccontami cosa è successo, raccontami ciò che hai visto.-

-Loro avevano luce negli occhi, loro hanno combattuto per i loro ideali-

-Avevano paura? Per favore, per favore dimmi com’erano.-

-Avevano paura, ma l’hanno affrontata con coraggio. Lo sai, erano ragazzi che una volta conoscevo. Erano ragazzi che una volta conoscevo, ma che ora non conosco più dopo che li ho visti combattere per morire.-

- Non mi inganni, li ho visti avere paura ma combattere per vincere; non mi convinci, lo puoi dire ma non mi convinci.-

E cosa avrebbe provato quell’edificio nel vedere quel massacro che, come vittime, aveva i ragazzi che erano nati vicino a lui ed erano cresciuti fra le sue mura.

-E dimmi ancora, come ti sei sentito nel vederli cadere nel sangue?-

- Mi hanno fatto crollare a pezzi.-

- Erano ragazzi che una volta conoscevo.-

- Erano ragazzi che una volta conoscevi, ora sono cuori morti per te.-

- Ora sono cuori morti per me.-

Quante domande avrebbe voluto porre a quel palazzo, se solo lui avesse potuto rispondere.

Ma lui non poteva parlare, e quelle domande sarebbero sempre rimaste avvolte nel silenzio, le domande non sarebbero state poste e le risposte non sarebbero state date.

Il mondo cambiava, andava avanti e non sempre c’era tempo di fermarsi a osservare il passato e ricordarlo.

Ma la giovane ragazza che aveva trovato il tempo di guardare i fantasmi del passato avrebbe sempre ricordato i cuori morti di quei ragazzi che una volta conosceva, che erano morti lottando per ciò in cui credevano.

Mentre il cielo si incupiva coprendosi di scure nubi e il vento cominciava a soffiare, la giovane si sistemò i lunghi capelli dietro le spalle e chiuse gli occhi distaccandosi da quel mondo caduto a pezzi.

Tanti volti le affollavano la mente, tanti volti da ricordare.

E così, sospinta dal freddo vento che l’autunno portava con sè, la ragazza si allontanò silenziosamente da quella strada.


     

  
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