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Autore: DanzaNelFuoco    07/04/2013    1 recensioni
Emma arriva a Storybrook e trova un aiuto molto speciale, un gatto dispettoso che però sarà utile, meno per lo meno cercherà di esserlo.
"Sai che sei proprio carino? Magari potrei tenerti. Oh, ma che sto dicendo! Tu non hai bisogno di me e io non posso prendermi cura di te. Non posso prendermi cura di nessuno."
... -Gli esseri umani devono avere qualcosa di intrinseco che li rende stupidi- pensò il gatto seduto alla finestra aperta.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 "E tu da dove sbuchi?"
Un bellissimo gatto dal pelo serico e tigrato era entrato dalla finestra del Bed&Breakfast e si stava strusciando ai piedi di Emma. 
' Non ha il collarino, non è di nessuno' pensò, prima di apostrofarlo: "Allora? Tu non ce l'hai un padrone?"
'Sto diventando matta, parlo con un gatto! Se mi risponde vado a trovare... devo chiedere a Henry come si chiama il suo dottore, quello che lui crede il Grillo parlante.'
Henry, suo figlio, quello che aveva abbandonato dieci anni prima e che due sere fa si era presentato alla sua porta. 
'La mia vita è un casino' pensò abbandonandosi sul letto su cui il gatto salì con un salto per farsi coccolare.
"Sai che sei proprio carino? Magari potrei tenerti. Oh, ma che sto dicendo! Tu non hai bisogno di me e io non posso prendermi cura di te. Non posso prendermi cura di nessuno." 
 
Il gatto era entrato con un balzo dalla finestra che Emma lasciava ormai sempre aperta appositamente per lui. Magari non sarebbe stata in grado di prendersene cura, ma questo non voleva dire che lo avrebbe cacciato fuori dalla sua vita. Ok, magari i ragionamenti su quel gatto cominciavano ad assomigliare un po' troppo a quelli su Henry.
Quello che ormai era diventato l'animaletto da compagnia di Emma e che la seguiva praticamente ovunque lei andasse sembrava abbastanza agitato. Per quanto possa sembrare agitato un gatto. 
Di corsa balzò sul letto, afferrò con i denti uno dei fogli che vi si trova sparso sopra e cercò di strapparlo e avvicinarsi allo stesso tempo alla finestra da cui poi fece cadere i brandelli.
"Gatto! Ma sei impazzito?!? Il dottor Hopper mi ucciderà, di sicuro non mi ha dato la cartella di Henry perché tu potessi giocarci! "
Gatto, come era stato fantasiosamente ribattezzato da Emma, sembrò non farci caso e tornato sul letto cercò di ripetere l'operazione. Stavolta però La donna era disposta a combattere e riordinati in fretta e furia i fogli cercò di strappare al gatto quello che si trovava tra le sue mascelle. 
"Molla l'osso... cioè, il foglio."disse tirando" Apri la bocca, dai! Non voglio che si strappi."
Il foglio si ruppe e il gatto colse l'occasione per buttare dalla finestra il suo pezzo, proprio nel momento in cui qualcuno bussava alla porta.
" Arrivo!" 
Aprendo la porta, si ritrovò davanti lo sceriffo Graham.
"Posso essere utile, sceriffo?"
"In realtà si, ho ricevuto una chiamata dal dottor Hopper che mi informava che lei ha fatto irruzione nel suo studio e dopo averlo minacciato gli ha rubato la cartella di Henry."
"Non è vero, me l'ha data lui. "
-Gli esseri umani devono avere qualcosa di intrinseco che li rende stupidi- pensò il gatto seduto alla finestra aperta mentre Emma seguiva Graham in centrale.
 
'Come diamine faceva Regina a sapere della pala, come?' pensò Emma prendendosi la testa fra le mani seduta alla sua scrivania. 
Avrebbero condannato Mary Margaret. E non sapeva nemmeno a chi dare la colpa, se non a se stessa per non aver trovato altre prove. 
"Non è questo il momento, Gatto. E non salire sulle tavole! " disse Emma cercando di buttarlo giù dalla scrivania.
Era entrato dalla finestra aperta, ('sarà un problema d'inverno' aveva pensato, ma poi 'quando sarà inverno cercherò una soluzione') un vizio che la donna non riusciva a togliergli, come il vizio di salire su qualunque tavola avesse a portata di salto e come quello di sedersi sui vestiti appena stirati riempiendoli di pelo. 
Il gatto evitò tranquillamente la manata di Emma e getto per terra il vaso di fiori che l'ex giornalista della città le aveva portato qualche giorno prima. 
"POSSIBILE CHE TU NON RIESCA A FARE ALTRO CHE COMBINARE... guai? Cos'è questo?" La voce irata si era trasformata in un sussurro una volta chinatasi sui cocci del vaso.
'Una cimice. Una CIMICE! Ecco come faceva Regina a sapere!' 
Come farla pagare a Sidney fu il suo pensiero successivo. 
 
"August, io non ci credo. Per me sono solo storie."
"Emma, io non so più come fare per convincerti."
"Non provarci, non ci riuscirai." 
Il gatto stava graffiando la finestra della camera di August dove i due stavano parlando. 
"Posso farlo entrare? " chiese Emma aprendo la finestra dopo il suo cenno indifferente. 
Gatto si strusciò un po' contro le gambe di August. L'aveva riconosciuto, sapeva chi era e aveva sentito il legno a sotto la tela del pantalone. Perciò quando Emma disse che non per quanto avesse provato, non l'avrebbe convinta mai, ritenne, visto il debito che aveva nei confronti di Pinocchio, di doverlo aiutare. Sollevato il pantalone con la testa usò la gamba di legno come tira graffi. 
"Gatto, smettila!" gridò preoccupata.
"Cosa? Ah, no, tranquilla, non mi fa niente."
"Non... Non senti niente?"
"No. È di legno, te l'ho detto." 
"La tua è una malattia, non so come si chiama, ma esistono quelle persone che non hanno sensibilità al dolore. Devi farti vedere da un medico. Sono certa che il dottor Whale..."
"Non ho bisogno di un medico, ho bisogno che tu creda!" 
"Dopo essere andato da Whale, va anche da Archie, sono sicura che non ti farebbe male." 
"Riprenditi il gatto, se non hai nient'altro da dirmi." 
'Eppure a me quel gatto sembra di averlo già visto' pensò August. 
 
"Nel mio libro non ci sono molti gatti."
"Henry, è solo un gatto!"
"Potrebbe essere il gatto con gli stivali oppure il gatto del Cheshire." 
"Henry adesso basta, ti devo parlare." 
"Cosa c'è mamma?"
"Vado via da Storybrook, torno a Boston, ma ho raggiunto un accordo Regina, ci potremo vedere. Mi raccomando prenditi cura del gatto."
-Mi devo correggere, nella loro stupidità gli umani sono intelligenti, a volte. Se c'è un modo per spezzare il sortilegio, Henry l'ha trovato.- pensò il Gatto vedendo il bambino accasciarsi al suolo preda del l'incantesimo del sonno. 
 
N.d.A. L'idea mi viene da una ff letta da poco "Memorie di un gatto" di Dakkar, che spero prenda come un complimento il fatto di essermi stato di ispirazione e non mi voglia linciare. 
Altra mia fonte di ispirazione sono state le mie due pesti, che hanno combinato tutto quello che ho scritto, compreso usare la mia gamba come tira graffi -.-"
Il fatto che il gatto si chiami "Gatto" è omaggio al gatto di Colazione da Tiffany.
Questa è la mia prima long, quindi spero che venga bene e vi piaccia. 
Nel prossimo capitolo approfondirò chi sia il Gatto nel mondo delle favole.
I commenti, anche se negativi, sono sempre graditi.  
 
  
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