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Autore: Enigmista96    07/04/2013    1 recensioni
Tony Stark odia che gli porgano qualsivoglia oggetto, questo è certo.
Ma ci siamo mai chiesti perchè?
Una breve Fic che indaga su questa sua "fobia", trovando la risposta nel passanto dell'uomo di punta dell'America
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Howard Stark, Tony Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Passato:
 
Il giovane Anthony si godeva il sole, steso sul suo materassino gonfiabile al centro della piscina della casa di famiglia.
I capelli umidi e scompigliati, costume color kaki zuppo e lenti scure a coprire i suoi occhi nocciola.
Aveva tutto ciò di cui necessitava per stare un po’ in pace, dopo la chiusura estiva del college.
«Tony…!»
Ecco che, come al solito, suo padre rovinava tutto.
«Sono tornato da Cambridge da nemmeno dodici ore! Non puoi aspettare?»
“Dammi qualche attimo di tregua, non posso essere sempre sull’attenti!”
«Ascolta, ragazzo, sono l’unica persona che non cade automaticamente in ginocchio quando qualcuno dice “summa cum laude”. Dodici ore sono una vita»
“Mai contento dei miei successi, papà…sempre troppo occupato a pianificare il resto della mia vita”
Il padre gli rivolge uno sguardo severo che sembra non scalfirlo minimamente.
«Hai finito la scuola a fatica per una ragione…e non dirmi che era solo per noia!»
Il ragazzo sospira, non degnando il padre della minima attenzione.
«Non dirmi che andrai…»
Accenna a continuare la sua predica ma il figlio blocca il suo nuovo sproloquio sul nascere.
«Respira, papà.
Non potrò conquistare il mondo senza un’adeguata abbronzatura»
Howard sospira, quasi rassegnato.
«Tony, lo so che non andiamo esattamente d’accordo quando si tratta di…»
Il fedele maggiordomo Jarvis si schiarisce la voce, arrivando alle spalle del suo datore di lavoro.
«Signore…»
Lo interrompe, educatamente.
«La signora Stark la sta aspettando in auto»
«Okay, Jarvis, grazie»
Si volta appena.
«Dille che arrivo»
Il maggiordomo si dilegua per adempiere all’ordine ricevuto e il padrone di casa torna a concentrarsi sul figlio ribelle che, prevedendo il proseguimento di quel discorso scomodo, lo precede.
«Sentito? Non far aspettare la mamma: sappiamo entrambi come sono fatte le donne….»
Ed il tono da uomo fatto e compiuto con cui pronuncia questa frase è quasi raggelante, ma non tanto quanto quella che seguirà.
«…Potremo pianificare il resto della mia vita quando tornerete. Prometto che starò lontano dall’armadietto dei liquori mentre sarete via»
Non si volta nemmeno per vederlo andar via.
Il padre prende fiato, girando sui tacchi.
«Tony…il livello della tua intelligenza non corrisponde al livello della tua maturità; penso che tu lo sappia»
Si avvicina alla porta finestra con passo cadenzato, quasi rigido.
«C’è molto di quel che faccio che non ti ho detto: cose che voglio che tu sappia; cose che tu devi sapere.
Spero solo che…questa fase che stai vivendo non duri per sempre»
Effettivamente aveva omesso il progetto “Super Soldato” al quale aveva partecipato con Erskine, la sua collaborazione con una presunta spia comunista, Vanko, e il suo coinvolgimento in uno degli enti di intelligence dell’America.
«”Questa fase”»
Gli fa il verso il giovane.
«So quello che faccio, vecchio…»
Non riesce a finire la frase poiché, innervositosi, si sbilancia sul materassino e finisce in acqua.
Rimane qualche istante immerso, lasciando che il liquido clorato lavi via i pensieri che suo padre gli ha appena messo in testa.
Come può pretendere che il loro rapporto sia perfetto dopo che non ha fatto altro che rimproverarlo, ignorarlo, punirlo e spedirlo al primo collegio religioso disponibile?
Come può lamentarsi che si sia trasformato in un ateo, ribelle disposto a tutto pur di farlo cader preda di un esaurimento nervoso?
Gli sembra anche dovuto il comportarsi come un marmocchio, in fondo quando era tempo di capricci e marachelle lui era stato costretto a crescere in fretta, per sopperire a quella carenza di affetto, a quelle aspettative troppo alte perfino per un genio come lui.
Ma suo padre non lo capisce. Non può capirlo.
Nuota fino al bordo, a pelo d’acqua.
 
E’ questione di ore; il tempo di una doccia e la formulazione di qualche algoritmo per far muovere il suo nuovo braccio robotico.
Ancora con la matita dietro l’orecchio e il cacciavite tra i denti, a causa di entrambe le mani impegnate, si trova Jarvis sulla porta di camera sua.
«Signorino, temo di doverle dare un’infausta notizia»
«Cosa è successo? Papà ha dimenticato di lasciare la VISA per le spese di questi dieci giorni?»
Il maggiordomo gli porge una lettera con il simbolo che spesso aveva intravisto nei fascicoli di suo padre.
Una sorta d’aquila stilizzata.
La prende, sporcandola lievemente di grasso e olio per motori.
Ciò che legge lo lascia impietrito, incapace di articolare alcuna parola o qualsivoglia pensiero.
Erano morti.
Entrambi.
Disastro aereo, dice la lettera.
China il capo, inspirando profondamente.
Il maggiordomo lo lascia alle sue riflessioni, tornando ad occuparsi della casa.
 
E’ così che dalla sua piscina si trova a presenziare al funerale dei suoi genitori.
Le due bare vengono calate nel fosso, insieme.
Quella di suo padre coperta dalla bandiera americana che caratterizza le casse degli eroi nazionali.
“Non sei stato fiero di me quando potevi dimostrarmelo…lo sarai almeno adesso, mentre affronterò ogni difficoltà da solo?”
Pensa amaramente, mentre la folla si dirada pian piano.
 
Presente:
 
Tony Stark sfreccia sulla sua R8, spavaldo, pieno di sé.
E’ l’idolo delle folle, adesso.
Affascinante, geniale, sagace e, a dirla tutta, un amatore tanto bravo da far impallidire Casanova in persona.
Si ferma davanti ad un venditore di fragole ambulante.
Pensa che possa essere un bel pensiero per far pace con la sua segretaria e, nella sua brillante mente, c’è un insistente collegamento fra Virginia “Pepper” Potts e le fragole.
Il venditore gli porge una vaschetta, cordiale.
La mente del milionario vaga a quel triste giorno di anni prima, quando l’ultima cosa che aveva ricevuto in mano era stata la comunicazione del decesso delle due persone per lui più importanti.
Scuote la nuca, concentrandosi sul presente.
«Odio che mi si porgano le cose»
Afferma, sicuro, mentre un lieve brivido gli sale lungo schiena.



Nda:
Rieccomi con una nuova Fic.
Premetto che sono nel periodo di ispirazione triste e non so cosa ne possa venir fuori, oltre questa.
La discussione tra Tony e suo padre è tratta dal volumetto MARVEL FILM: Iron Man e quindi non mi appartiene, così come Tony (Ahimè), Jarvis, Howard Stark e Pepper.
Spero che vi sia piaciuta,
Ci si legge in giro!
   
 
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