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Autore: FairySweet    07/04/2013    0 recensioni
È stata una scelta impulsiva, una scelta figlia della paura, della rabbia, della voglia matta di oltrepassare i limiti perché se nemmeno uno stupido incidente aereo era riuscita a trascinarla via, allora nemmeno il fuoco del deserto poteva farlo.
Oh certo, scegliere una vita del genere era sbagliato sotto tanti di quegli aspetti da poterci riempire un libro ma aveva bisogno di ritrovare sé stessa, di tornare ad essere quel chirurgo fenomenale che salvava vite e quel posto le dava la possibilità di mettere alla prova sé stessa ...
Genere: Guerra, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cristina Yang, Meredith Grey, Nuovo Personaggio, Owen Hunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                                  I Mostri mangiano i Ricordi






I giorni passavano lenti, così lenti da colorare di noia tutto il resto. Che senso aveva tornare a casa ogni sera? Lì dentro era pieno di lei, del suo profumo, del suo sorriso.
Non riusciva a muoversi, non riusciva a respirare,  a malapena riusciva a controllare il cervello.
Sfilò la mascherina chiudendosi la porta della sala alle spalle ma un colpo improvviso lo costrinse ad indietreggiare di un passo “Scusa” mormorò confusa Meredith reggendosi alle sue braccia “Stavo leggendo questa cosa e non ti ho visto e ...” “Non preoccuparti, non è un problema, ti ho preso al volto vedi?” rispose divertito raccogliendo la rivista “I nomi preferiti delle mamme?” “Siamo un po’ indecisi” “Fai bene a prenderti del tempo, il nome è una cosa importante” annuì appena nascondendo quell’espressione imbarazzata dietro ad un enorme sorriso “Ora vado, la Bayle ha ...” “Lo sapevi?” chiuse gli occhi voltandosi lentamente verso di lui.
Quelle erano esattamente le due parole che non avrebbe mai voluto sentire, come faceva a parlare con lui? Come poteva spiegargli la realtà senza sconvolgerlo più di quanto non fosse già? Si passò una mano tra i capelli sospirando “Owen ...” “Voglio solo sapere se questa decisione folle e insensata l’ha presa da sola, se lo sapevi perché questo, la tua presenza accanto a lei mi tranquillizza e non ...” “Si” mormorò piantando gli occhi nei suoi “L’ha deciso la notte dopo aver ripreso il controllo di sé” lo vide sospirare, passarsi una mano in viso ringraziando silenziosamente il cielo perché almeno, quella stupida decisione, era figlia di qualche riflessione certo, una riflessione insensata e stupida ma pur sempre una riflessione “Ha deciso di andare lontano, di salvare vite e di ...” “È distrutta Meredith” gli occhi si sfiorarono qualche secondo “Non sa cosa vuole, non sa cosa fare della sua vita e questo sfidare continuamente la morte non le fa bene perché questa è la guerra” “Non è una decisione che devi prendere tu” “Cosa succederà quando tornerà a casa? Quando vedrà il dolore e la paura, quando proverà sulla propria pelle l’odio di quel mondo? Non è andata in vacanza ma ha firmato per andare a ...” “È forte, è forte e dannatamente brava. È razionale e fredda, prende decisioni e fa scelte alla velocità della luce, tornerà ad essere quella di un tempo e quando tornerà indietro reagiremo di conseguenza” gli sfiorò una spalla sospirando “Lasciala decidere da sola, lasciale il tempo di elaborare tutto. Tornerà indietro, non si lascerà andare, lotterà contro tutto perfino la morte per tornare da te e quando accadrà sarai pronto ad abbracciarla di nuovo” un altro sorriso poi solo il niente davanti agli occhi.
Sorrise scuotendo appena la testa “Tornerà così diversa da non riconoscere nemmeno sé stessa” già, sapeva bene cosa si provava, come quel mondo era capace di mangiare pezzo dopo pezzo tutta la luce del cuore.
Come un mostro affamato di vita l’odio e la paura stringevano violentemente l’anima massacrando la flebile speranza che batteva a fatica nella mente.
 
 
 
“Quanti ne stanno arrivando?” “Più o meno ventitre signore” l’uomo sbuffò sfiorandosi il mento “Abbiamo poco spazio, strumenti limitati e poca, pochissima morfina” chiuse gli occhi inspirando a fondo “D’accordo” si voltò di colpo avvicinandosi alla ragazza china su quella barella grondante di sangue “Bambina fai spazio” “Mi chiamo Yang signore” sbottò secca infilando una pinza nel petto del ragazzo “Sei un feto in confronto a me, ti chiamo come voglio soldato!” lo sguardo inchiodato al suo colorato di fierezza e sarcasmo “Dobbiamo fare spazio. Abbiamo bisogno di letti e di nuovi modi per curare senza cure” “È un gioco di parole?” “Mason!” urlò picchiando con forza la mano sulla scrivania lì accanto.
Un ragazzo alto dallo sguardo fiero e gli occhi scuri come la notte lo raggiunse reggendo tra le mani una cassa piena di strumenti sterili “Ha chiamato signore?” “Dove diavolo sono il resto degli ufficiali medici?” “Il tenente Hopkins e il tenente Nadir sono in missione con il capitano Harris” “Marvel?” “Con la terza di fanteria” “E quel ragazzo svampito bravo a cucire?” sbottò burbero firmando distrattamente un foglio “Il tenente Powell è stato mandato in prima fila con il battaglione dei marines arrivato ieri “Porca ...” si fermò di colpo sospirando “Abbiamo bisogno di più mani, siamo dieci per quasi quaranta ragazzi, ventitre sono in arrivo e non abbiamo più niente” il ragazzo sospirò lasciando tra le mani di un aiuto gli strumenti “La dottoressa è piuttosto brava signore” si voltarono appena verso la ragazza, ogni suo gesto, ogni movimento era veloce e preciso.
Calcolava ogni mossa ad una velocità impressionante senza mai staccare gli occhi dal suo paziente, sembrava una macchina creata apposta per quello e nemmeno le urla o l’odore violento e acre del sangue sembravano infastidirla più di tanto “È maledettamente brava signore, forse, se affidiamo a lei tutti i traumi al torace e ci occupiamo delle amputazioni possiamo liberare i letti d’urgenza” “Dici?” mormorò indeciso senza staccare gli occhi da lei “La spostiamo nella tenda della mensa, possiamo usare i tavoli come letti operatori, li separiamo con teli sterili e sistemiamo le brande lì dentro, avremo il centro trauma libero” “Dovrebbe occuparsi di un reparto intero” l’altro sorrise annuendo appena “È qui da due mesi appena” “E in due mesi ha salvato più vite di quante ne salvai io appena arrivato” “Non so cosa ...” “Signore lei sa quanto io sia restio ad affezionarmi alle persone ma questa ragazza mi piace, è forte e testarda. Sa il fatto suo signore, le dia la possibilità di mostrarlo” ci pensò qualche secondo poi alla fine un bel sorriso “Bambina!” “Yang” sussurrò gelida inspirando a fondo “Spostati nella mensa” “Cosa?” balbettò confusa sollevando per qualche secondo lo sguardo “Nella mensa? Signore cosa ...” “Chiuditi là dentro e salva vite” “In una mensa” ripeté ironica ma l’uomo sorrise incrociando le braccia sul petto “Si, in una mensa! Ti chiudi lì dentro e operi tutti i traumi che entrano da quelle porte” la vide sospirare, negli occhi un sorriso diverso, una smorfia carica di sfida e forza “Pensi di potercela fare?” “Sissignore” esclamò bloccando l’emorragia alla velocità della luce.
Pochi minuti per coprire il paziente e quel caos assordante a riempirgli le orecchie “Ti conviene salvare quelle vite bambina perché in caso contrario finirai in prima linea” sfilò dalle mani del suo ufficiale l’ennesima comunicazione cercando di allontanare la mente da quella scelta pazza e insensata.
  
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