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Autore: chi_lamed    07/04/2013    2 recensioni
Ma quella non era stata una immersione nel Lato Oscuro della Forza.
Darth Vader ne era convinto.
Era stato un tuffo nei suoi desideri più profondi e nascosti, ignoti perfino all’Imperatore.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi di Star Wars non mi appartengono ma sono proprietà di George Lucas... ops... no, mi rifiuto di dirlo!!!
Vabbè, mi tocca: i personaggi di Star Wars non mi appartengono ma sono proprietà della Disney (George, te possino!). Questa storia è stata scritta per puro divertimento, nessuna violazione del copyright è pertanto intesa.
 
If…
 
 
- 1 -


 
«Dai, ancora, papà!»
La piccola voce cristallina insisteva senza remore tra un saltello e l’altro di pura ed infantile impazienza.
Lui si sentì ridere, il sole negli occhi, il vento leggero che giocava con i suoi capelli ed il mantello da jedi.
«Va bene, ma solo una volta!» fu la sua risposta indulgente. Indulgente e bugiarda, sarebbero andati avanti fino a che non fossero rimasti entrambi sfiniti, lo sapeva.
Tese le braccia e due piccole mani si intrecciarono alle sue.
«Pronti?» chiese conoscendo già la risposta.
«Viaaaa!»
Girò su se stesso, deciso e cauto allo stesso tempo.
«Weee! Più forte, papà, più forte!» chiedeva la fresca vocetta. «Wow, sto volando!»
Il giro terminò sull’erba, si rotolarono entrambi fino ad avere il fiatone, nelle narici un intenso profumo di fiori gialli, nella bocca una risata che non ne voleva sapere di finire. Le mani giocavano ad accarezzare i teneri steli verde smeraldo, sulle palpebre chiuse il calore dei raggi del sole, spettatore di giochi all’aria aperta.
Respirò a fondo.
Era giunta l’ora di tornare a casa.
Fu per questo che si mise a sedere.

L’oscurità gli trafisse la vista prima ancora del respiro.
Davanti a lui il trasparacciaio mostrava uno sconfinato spazio nero puntellato da migliaia di stelle lontane, nel sottofondo il suono regolare e profondo del respiratore gli giungeva come qualcosa di estraneo a se stesso. Fletté le dita delle mani poggiate sui braccioli della poltrona. Dita artificiali, mani artificiali, arti costruiti anch’essi.
Cosa vi era ancora di umano in lui?
Non trovò alcuna risposta.
Provò un incontrollato desiderio di piangere.
Sole, calore, vento, erba… quasi non ricordava più la sensazione che si provava ad entrare in contatto con loro e mai perdita in quell’istante gli sembrò più terrificante.
E il bambino?
Chi era?
Papà! Gli sembrò di risentirne la voce.
Strinse il pugno, un gesto di puro odio verso se stesso.
Aveva ucciso la donna che amava e con essa la piccola vita che portava nel grembo. Mai sarebbe stato più padre, mai.
Provò a richiamare alla memoria il ricordo balenato durante la sessione quotidiana di meditazione. Non gli era mai successo prima di quel momento, mai s’era inabissato a tal punto nel raccoglimento da poter addirittura… vedere.
Già, ma cosa?
Il passato? Non c’era mai stato.
Il futuro? Meno che meno.
Aveva distrutto entrambi e se stesso.
Non sapeva nemmeno se quella voce cristallina appartenesse ad un bambino o ad una bambina, ogni tentativo di ricordarne i lineamenti era inafferrabile, svaniva come tenue vapore nell’aria. Chiuse gli occhi e cercò di sprofondare in una nuova meditazione, ma già seppe in partenza che avrebbe fallito.
Doveva prima eliminare tutti i sentimenti e le emozioni, poi lasciar scorrere l’odio.

Ma quella non era stata una immersione nel Lato Oscuro della Forza.
Darth Vader ne era convinto.
Era stato un tuffo nei suoi desideri più profondi e nascosti, ignoti perfino all’Imperatore.

Era stato uno sguardo dentro se stesso.


***

 
Niente da fare, quando le idee frullano in testa, girano e rigirano in un enorme girotondo, bisogna metterle nero su bianco o ti rendono la vita un inferno.
L'ispirazione di tutto m'è venuta guardando gli splendidi disegni su questa pagina Facebook:

DARTH VADER and SON di Jeffrey Brown (https://www.facebook.com/media/set/?set=a.425426160804704.120730.174782215869101&type=1). 
Ma non ho potuto fare a meno di rendere il tutto un po' (tanto) più doloroso.
Spero di non essermi guadagnata a vita lanci di pomodori ed altri ortaggi.
Al prossimo capitolo,
Chiara 
  
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