Lituania sentì chiaramente una vena ingrossarsi sulla fronte, nell'osservare Polonia che, canticchiando, continuava a girare allegramente per casa con in mano quella fotografia.
Era stato inutile chiedergli gentilmente di dargliela, o inseguirlo, o cercare di prendergliela con la forza: il polacco non aveva mai mollato la presa e, sopratutto, non aveva mai staccato gli occhi dalla foto.
Toris, ad un certo punto, si era arreso e si era seduto sul divano, sospirando circa ogni due secondi, rosso in volto e imbarazzato come non mai.
Chi aveva fatto uno scherzo del genere? E, ancor più importante, come era riuscito a scattare quella foto? E perché mandarla proprio a Polonia?
Il compagno, nel frattempo, stava tornando al piano terra, azione preceduta dal suo fischiettare e, infatti, pochi istanti dopo il lituano lo vide apparire dalla porta, sventolando ancora la missiva.
- Ora basta, Po! Dammela! - tentò nuovamente Lituania, senza però molta persuasione.
- Perché dovrei? L'hanno mandata a me - si oppose Feliks, ridacchiando.
- Ma non è giusto. Quella foto ritrae me mentre.... mentre... - provò a spiegare, ma la vergogna non gli permise di concludere la frase. Sopraffatto da quelle emozioni, Toris si risedette e affondò il volto nelle mani.
Il polacco rise. - Ma dai, Liet. Sei talmente carino - cantilenò, avvicinandosi intenzionato a dargli qualche pacca sulla schiena.
Ma il lituano si alzò di scatto, avvampando ancora di più. - Non sono carino per niente! Stavo dormendo! Avevo un aspetto orribile e la bava alla bocca! - gracchiò.
Per nulla turbato dalla reazione dell'altro, Polonia rise.
- Si che lo sei - ripeté, coprendosi la bocca proprio con la foto. - Adesso la incornicio e me la metto sul comodino! - affermò poi, voltandosi per lasciare la stanza.
- No, ti prego! Questo no! -
Ma l'altro, ignorandolo, ridacchiò ancora. - Era tanto che non vedevo quest'espressione. Prima dormivamo insieme ogni notte ed era la prima cosa che vedevo appena sveglio - ragionò, quasi stesse parlando con se stesso più che con il compagno.
Toris rimase immobile, fissando il compagno uscire dal salotto. Rifletté su quelle parole, poi sbatté un paio di volte le palpebre e, infine, si affrettò a raggiungere il polacco.
Lo vide in camera sua, in piedi vicino al letto, ancora impegnato ad ammirare la fotografia, estasiato.
Leggermente più calmo, Lituania sospirò, si avvicinò e abbracciò da dietro il compagno, cingendogli le spalle e poggiando il mento sulla sua spalla.
- Ti spiace se stanotte rimango qui a dormire? - chiese, timidamente.
Polonia si voltò leggermente verso di lui, inizialmente stupito. Poi rise, si girò e lo abbracciò a sua volta. - Certo che no! -
Toris sorrise, pensando che era davvero passato molto tempo dall'ultima volta che avevano dormito insieme.
Lo strinse a sé.
- Però devi ridarmi la foto - riprovò infine il lituano, speranzoso.
- No, mai - gli rispose tuttavia Feliks, e il tono faceva chiaramente intendere che il discorso poteva considerarsi concluso lì.






Note finali: Ohi, quanto tempo non scrivevo su Hetalia! In effetti, di solito, scrivo su un fandom alla volta ed è già molto che ho altre fissazioni.
Ieri, però, ho visto su Tumblr queste vecchie strip e oggi mi è venuta l'ispirazione.
Così ho pensato di provare a scrivere ancora qui. Beh, non è nulla di chè, comunque.