Sailor Moon
Mamoru alzò gli occhi dal libro, lo chiuse e lo posò sul tavolino. Le sue labbra si stirarono in un sorriso accennato, creato da un fugace pensiero che gli aveva attraversato la mente. La sua amata. Tutto era silenzioso nella stanza. Si alzò, guardò la vetrina dei ricordi e si diresse alla porta della camera da letto.

Sailor Moon la luna splende
La aprì silenziosamente, per non disturbare Usagi, che si era addormentata da poco. Solo i raggi morbidi di una luna piena entravano dalla grande finestra e illuminavano il suo volto tranquillo, i lunghi codini biondi sciolti in una tenera aureola dorata, l'esile corpo perso nella lunga e bianca camicia da notte in stile impero plissettata, dai ricami dorati. Le sfiorò il volto sereno con la mano, ruvida e callosa, sorridendo per il piccolo moromorio che le fece emettere nel sonno, quindi uscì.

Sailor Moon e il cristallo del cuore
Vide un bagliore provenire dalla vetrinetta. Un riflesso della luce, forse. Fece scattare la serratura, la sua spada nel fodero nero quasi nascosto dal vestito bianco e principesco della sua amata, un ottimo cuscino per la gemma più preziosa, un cristallo in cui brillava un sole arcobaleno, a pulsare come un cuore all'unisono con il suo. Come era sempre stato.

Sailor Moon e il mistero dei sogni
Sfiorò il cristallo quasi con reverenza, teneramente. Richiuse la vetrinetta e si sedette nuovamente. Fissò il tomo rilegato e gli occhiali da presbite sul tavolino, maledicendoli bonariamente. Pensò a Chibiusa, probabilmente sulla via del ritorno. Chiuse gli occhi, abbandonandosi ai ricordi, che scivolarono facilmente nel sonno e nel sogno. Rivisse le sue battaglie, le vittorie e le sconfitte, sfumandole con la vita comune, il matrimonio della loro unica figlia, la vita serena fino all'orribile ma inevitabile momento. Un peso enorme da sveglio, una piuma di inellutabilità nei sogni che ormai spesso faceva. Si sorprese a pensare alla cosa come ad un mistero di cui non voleva conoscere la causa. Gli bastava poter vivere con il ricordo. Un rumore lontano lo destò.

Petali di stelle per Sailor Moon
Aprì gli occhi e si alzò. Chibiusa lo fissava, sulla porta di entrata. Lui osservò l'orologio con sguardo accigliato, come faceva quando lei era una ragazza e non una donna sposata, quindi sorrise e si lasciò abbracciare, ricambiando con un mezzo grugnito. La donna scivolò silenziosa sulla porta della camera da letto, guardando sua figlia, l'aspetto e il carattere simili alla nonna che mai aveva conosciuto e di cui portava il nome. Levò alla luna una muta preghiera, immaginando sua madre là, a vegliarla distesa su un letto di petali che brillavano come le stelle in cielo quella notte, chiedendole di proteggere la nipote come aveva fatto con lei.

La luna sembrò scintillare per un istante in risposta, ma forse era solo un'impressione data dagli occhi lucidi di Mamoru e di Chibiusa. Usagi sorrise nel sonno, stringendo la sua gatta di pezza nera.