Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: onedirauhl    08/04/2013    6 recensioni
paparazzi e persone famose non sono mai andate d’accordo.
ma se il tuo capo ti offrisse l’opportunità di avere una rubrica tutta tua sul Vanity Fair a patto che tu debba intrufolarti nella vita del famoso cantante Justin Bieber,rifiuteresti?
Beh,Arwen ha accettato.
Una cosa è certa: non ci sarà un bel lieto fine.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Justin Bieber
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                                BRANO MUSICALE SCELTO♫ 
                                   


                                                                                             
#ARWEN
“Mi raccomando signorina,stia attenta la prossima volta” disse sorridendomi gentilmente il dottore. A parte qualche lesione sul viso era andato tutto bene.
UN MIRACOLO.  
dopo aver visto la morte con gli occhi,non sono poi così convinta che valga la pena di rischiare per quello spazio sul giornale.
Vorrei tornare indietro,riavvolgere il nastro,e rispondere “no” a quella fottuta proposta.
Ma era troppo tardi,ci sono già dentro e ci rimarrò fino alla fine. PURTROPPO.
 
rovistando tra gli oggetti recuperati dall’incidente,cerco disperatamente di trovare il mio telefono. Li ispeziono tutti uno ad uno,ma del mio telefono neanche l’ombra. 
non avevo una cippa in quell’auto tranne il mio telefono e si è perso. Bieber si è portato tutta la casa dietro e c’era tutto,almeno da quello che vedevo. 
bella merda.
sospirai profondamente e chiusi gli occhi. Okay arwen. Pensa a quello che avrai quando tutto questo sarà finito.
Peccato che “tutto questo” era appena iniziato. Fissai tutti quegli oggetti,sperando che il mio cellulare appaia da un momento all’altro.
Poi il mio sguardo cadde sul cellulare di justin.
E se lo “esplorassi” un po’? scossi la testa a quel pensiero.
Non posso mettere il naso in fatti che non mi riguardano.
Spostai lo sguardo altrove,ma finivo sempre per fissare quel maledetto telefono. In fondo ero qui per mettere il naso nei fatti di questo ragazzo,quindi…
“al diavolo la privacy..” sussurrai.
Esitai un attimo prima di afferrarlo e scorrere il dito sullo schermo per sbloccarlo. 
dopo alzai gli occhi al cielo. Ma quanto potevo essere stupida?
Il telefono era bloccato con la password,ovviamente. Ma decisi lo stesso di fare un tentativo e digitai quattro numeri a caso.
ovviamente la password era errata.
“ehi,che fai?” disse una voce abbastanza rilassata e anche riconoscibile.
Il mio cuore sussultò.
Presi a tremare. Ommerda.
Posai velocemente il telefono. Pregai che non mi avesse visto.
“cosa ci facevi col mio telefono in mano?” come non detto.
mi voltai velocemente ancora con il cuore che batte a mille. Era justin,con uno strano sorrisetto sulle labbra. 
“chi io?” dissi stupidamente cercando di guadagnare tempo per inventare una scusa.
“vedi qualcun altro?” disse alzando le sopracciglia e sorridendo.
“no,è che..il mio telefono è identico al tuo e quindi pensavo fosse il mio” dissi tutto d’un fiato e indicando il suo cellulare.
Magari avessi anch’io un iphone come il suo.
“ah,e il tuo dov’è?” disse avvicinandosi al suo telefono e afferrandolo.
“l’avrò perso nell’incidente. Qui non c’è..” dissi facendo spallucce.
Solo in quel momento notai che aveva la parte inferiore della gamba ingessata. Avevo fatto un casino.
Un altro pessimo motivo che mi ricorda che da quando ho accettato quella proposta era andato tutto male. Di male in peggio.
“è così attraente la mia gamba ingessata?”. Sussultai appena sentii la voce di justin che mi distolse dai miei pensieri. Alzai lo sguardo verso di lui,sorridendo.
“beh sì,devo ammettere che è molto meglio della tua faccia” dissi ridendo.
Dopo due secondi mi resi conto di quello che avevo detto. mi maledii mentalmente,sperando che non se la fosse presa.
“sappi che trenta milioni di ragazze dicono il contrario” disse facendo spallucce e ridendo.
Sospirai. Menomale che non se l’era presa,altrimenti avevo rischiato la mia vita per nulla.
Okay arwen,ricorda il motivo per cui sei qui. Mi dissi mentalmente.
“trenta milioni di ragazze non sono il mondo intero,caro” dissi calcando con la voce il “caro” finale.
“no infatti. Ma diciamo che si avvicina molto--” disse sorridendo beffardo “cara” aggiunse poi imitando la mia voce. Alzai gli  occhi al cielo. 
“possibile che hai sempre la risposta pronta tu?” dissi voltandomi verso l’uscita.
Rise di gusto e prima di aprire la porta ricordai quello che aveva detto William: avere il suo numero è il primo passo.
Mi voltai nuovamente verso Justin,che mi fissava.
“ah..dato che sono stata io a provocare l’incidente volevo dirti che pagherò io i danni..” o meglio,li pagherà la Vanity Fair pensai “quindi non preoccuparti,non dovrai cacciare un centesimo,mi occuperò di tutto io. potresti darmi il tuo numero di telefono così potrò tenerti informato?”.
Mi lodai mentalmente. Era una trovata geniale.
“facciamo che mi dai tu il tuo” incalzò. Se credeva di essere più furbo di me,si sbagliava.
“anche se vorrei,non posso. Ho perso il telefono,ricordi?” dissi calando la testa da un lato. Dovevo avere quel numero a tutti i costi.
“vabbene,hai vinto.” Terminò. Prendendo una penna poggiata sul tavolino della saletta,si avvicinò a me,zoppicando.
Non riuscì a trattenere una risata. Sembrava un pinguino quando camminava con quel gesso.
“cosa c’è di così divertente?” disse alzando un sopracciglio. 
“e che sembri un pinguino quando cammini,forse sarà il gesso” dissi ritornando a ridere più di prima.
sorrise anche lui.
“non sei la prima che me lo dice,a prescindere dal gesso” .cercai di ricompormi e ripresi fiato.
“sicura di aver finito?” disse sarcastico.
“sicura” risposi. 
“bene” disse per poi afferrare la mia mano e portarla di fronte a lui. Sussultai a quel gesto inaspettato.
“che fai?” chiesi incuriosita. Capii subito dopo,quando affondò la penna nel palmo della mia mano.
“lo vuoi il mio numero o no?” disse alzando un attimo lo sguardo verso di me e riportandolo subito dopo sulla mia mano.
Si concentrava come se stesse facendo un capolavoro d’arte. 
“fatto” disse posizionando il tappo sulla penna per chiuderla. Mi guardai la mano. Sembrava che avesse scritto un bambino di quinta elementare.
“è un tre questo?” chiesi sarcastica indicando il numero.
“interpretalo come vuoi” concluse senza neanche guardare che numero avessi indicato. Lo guardai e subito dopo scossi la testa sospirando. 
“comunque non ci siamo ancora presentati. sono Arwen,piacere” sorrisi,cercando di essere gentile.
“penso che tu sappia chi sono” disse sorridendomi beffardo.
Nessuno mi aveva fatto alzare tante volte gli occhi al cielo quanto lui. Per certi versi era insopportabile.
“hai ragione,è meglio non ricordarmelo ancora.” Dissi per poi afferrare la maniglia e aprire la porta.
“ti farò sapere per l’auto nei prossimi giorni” e con questa frase uscii definitivamente dalla stanza,senza aspettare una sua risposta.
La situazione in cui mi ero posta non era delle migliori.
in sintesi,avevo:
a) perso il telefono
b) rischiato di morire
c) litigato con Karen e lasciato come un pesce lesso il mio ragazzo.
decisi di ricomprare per primo il telefono. Un altro minuto senza potrebbe demolirmi.
Subito dopo avrei chiarito con Karen. E questa era la cosa che mi preoccupava di più. 
-
Bussai alla porta decisa. Scrollai le spalle e sospirai profondamente. Fa che vada tutto bene,implorai mentalmente.
appena sentii la porta aprirsi il mio cuore sussultò.
Tutto il discorso mentale che mi ero organizzata era svanito in un attimo.
Eppure era la mia migliore amica,la persona che conoscevo da sempre,non dovrei aver timore di lei. Forse avevo paura di perderla,tutto qui.
sgranò gli occhi quando mi vide. Okay,Arwen,concentrati.
“ehi..” sussurrai appena.
“vuoi entrare?”disse anche lei con un filo di voce.
Mi limitai ad annuire e la seguii in quella che era una casa che conoscevo come le mie tasche.
Arrivate nel salottino mi sedetti sul divano,mentre le sulla poltrona posta appena di fianco.
Non mi piace girare intorno alle cose,quindi arrivai subito al punto,anche per togliermi il pensiero..
“sai perché sono qui.” Dissi per poi sospirare. Lei annuì
“anch’io vorrei chiarire” aggiunse poi.
la fissai con occhi increduli.
Io pensavo che dopo quella discussione come minimo mi avrebbe sbattuto la porta in faccia,ma fui sollevata quando seppi che non era così.
“bene,vorrei solo dirti che so che sono stata una stupita ed anche una pazza ad accettare quella proposta e che ora me ne sto pentendo amaramente.” Feci una breve pausa e decisi di non parlare del fatto che stavo per suicidarmi. Di questo avrei parlato quando avrei avuto la certezza che tutto fosse tornato come prima. Il mio silenzio fu subito riempito dalla voce di Karen.
“come pensavo..” rispose lei con un leggero sorriso e sospirando.
“ti giuro che se solo potessi tornare indietro,rinuncerei a tutto. Ma dato che mi sta andando tutto di merda ultimamente,vorrei almeno poter contare su qualcuno. Non so ancora come la prenderà Lucas quando lo saprà ma è meglio che non ci penso. Tu sei sempre stata accanto a me,da quando sono andata via di casa ad oggi. Ti prego,ho bisogno di te..” dissi fissandola,cercando di decifrare l’espressione sul suo volto. 
“anch’io ho esagerato,sono stata una stupida,scusami..” concluse per poi alzarsi e venirmi incontro.
Di scatto mi alzai anch’io e la accolsi con le braccia aperte.
“non immagini quanto sono felice” le dissi stringendola a me. Ci staccammo dall’abbraccio e ci guardammo. Aggrottò la fronte mentre mi fissava profondamente il volto. 
“che cos’hai sulla faccia?” 
“cosa dovrei avere?” chiesi con il tono più innocente e sorpreso che ci sia. In realtà sapevo bene a cosa si riferiva.
“hai dei taglietti,Arwen. Che cazzo hai combinato?”
“sono reduce di un incidente.” Ammisi.
“okay,okay. Non ho voglia di fare un’altra discussione,tanto sai già come la penso” disse voltandosi verso la cucina e sospirando.
“lo sai che sono stata costretta..” ripresi seguendola verso la cucina e osservandola mentre beveva un bicchiere d’acqua “ma in compenso ho avuto il numero di quel tipo” affermai sollevando la mano col numero di telefono del ragazzo. 
sorrise. “sei proprio pazza” 
“non sei la prima che me lo dice oggi..” dissi ridacchiando anch’io. ovviamente mi riferivo a Justin che mi aveva dato della pazza durante l'incidente.
“perché non lo chiamiamo?” propose dopo pochi attimi di silenzio. nei suoi occhi vedevo una scintilla particolare.
Stava delirando?
“cos’hai messo in quel bicchiere d’acqua?” risposi sarcastica, inarcando un sopracciglio. 
“sarà divertente dai!”. Ignorò la mia risposta. Come sempre.
“cosa c’è di divertente?”
“è Justin Bieber,ecco cosa c’è di divertente!” 
“e una volta chiamato,cosa gli diremo?” non ebbe il tempo di rispondere perché il mio telefono prese a squillare.
Lo sollevai in aria mostrandole lo schermo e facendo spallucce.
“la tua fantastica idea dovrà aspettare” conclusi per poi rispondere alla chiamata.
“pronto?”
“Arwen! Ti voglio in redazione,il più presto possibile!” la voce di Judith rimbombava nel telefono. 
un “come stai?” no,eh? avevo appena rischiato la vita. 
“non posso,non mi sento bene” un secondo di esitazione appena realizzai quello che avevo detto.
“okay,ma domani mattina ti voglio qui entro le dieci” e attacca.
Fanculo,questa volta ti fotti,pensai.
Avevo un’altra questione da risolvere che era altrettanto importante: Lucas. 
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 salve! per prima cosa scusatemi per aver aggiornato dopo
una settimana,ma non ho avuto tempo per scrivere. ringraziate la scuola per questo. beh,che dire..rieccomi col quarto capitolo e spero di cuore che vi piaccia.
ancora grazie e alla prossima!
un bacio xx
                                                                                               
                                                                                                                          
  
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