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Autore: SunButterfly    08/04/2013    0 recensioni
Un infermiera non proprio sexy, un ragazzo biondo dagli occhi tanto grandi quanto spenti. Una storia intrigata che solo lei può risolvere. Un sentimento che non può reprimere, una promessa "Con te."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo uno.

L’unico rumore che si sentiva era quello delle ruote del carrellino che come sempre spingeva nel lungo corridoio bianco. Un cigolio monotono che s’interrompeva solo quando lei entrava in una delle stanze dicendo con voce piatta “Sono le 12, il solito”, e così il paziente di turno apriva la bocca, lei gli depositava sulla lingua delle gocce, due per i casi non gravi, tre per quelli estremi come gli era stato ordinato dal dottore, e tutto tornava alla normalità. Facce che fissavano per ore il soffitto, assopite in quello che era il tepore che solo dei farmaci potevano dare. Un tepore che ammutoliva corpo ed anima, stretti entrambi in un’etichetta ferrea:pazzi. Lei non era mai stata d’accordo con quella definizione, era gente da capire, tutto qui. Gente con gli occhi vitrei, dietro i quali chissà quali segreti si nascondevano.
Certo non era una comune infermiera da sogno,di quelle infermierine sexy che popolano i sogni erotici di quasi tutti gli uomini, Anna. Pallida come un cencio, occhi scavati, e un’anima. Già, un’anima, quella che a suo parere mancava alla maggior parte dei medici di quella clinica. Anche quella mattina aveva preso il carrellino e sotto indicazione del dottore, non sia mai che si scordi di dirglielo, era partita per il suo solito giro. E, come ogni mattina, sospirava vedendo quei poveretti che come automi si avvicinavano per prendere ‘il solito’.
Si fermò un attimo più del dovuto dietro alla porta di una delle stanze, la stanza 562. Respirò forte, pregò che tutto fosse normale, e come ogni mattina entrò ad occhi chiusi. Quando li spalancò, la stanza era vuota come al solito. Il letto in perfetto ordine, la lampada spenta, il pigiama perfettamente piegato. Lasciò il carrellino e ancora una volta cominciò a cercarlo. “Marco?”, lo chiamava ad alta voce, ma nulla. Poi il suo istinto la guidò verso la porta finestra, e lo trovò là, nella stessa posizione di sempre. Seduto a terra, le ginocchia strette al petto, la bionda testa tra le gambe e le mani sulle orecchie. “Arriva” gridava “Arriva”. Lei s’inginocchiò verso di lui, e delicatamente, provò ad allungare una mano per accarezzarlo. Come previsto, lui si ritrasse quasi subito, spaventato. “Chi arriva Marco, chi??” provò a chiedere. Lui non rispose, ma la guardò fissa. Gli occhi azzurri quasi trasparenti, velati dalle lacrime, le mani ancora sulle orecchie. Provò di nuovo a toccarlo “Tranquillo, stai tranquillo!” E con le dita sfiorò il braccio coperto dalle cicatrici che lui stesso con le unghie si procurava. Lui restò immobile, ancora più spaventato, sembrava quasi congelato. Arriva” disse guardandola senza espressione, “Arriva”. “Chi Marco? Chi?” Adesso lui fissava un punto dietro la sua testa, e lei si voltò. Poi lo vide. Il Dottor Lauri con passo veloce si stava avvicinando a loro. “Signorina, il giro è completo?” disse fissandola sconcertato. Il perché di quell’espressione fu subito chiaro ad Anna, che si trovava ancora seduta a terra, a conversare con uno di quelli che per  ‘loro’ era un caso estremo. Si alzò in piedi lisciandosi il camice e disse veloce “Ehm, il ragazzo ha avuto un altro attacco…”. “Mmh..” Disse il dottore strofinandosi il mento, “Mmh..”.   Anna sospirò. Sapeva come sarebbe finita. “Bene, vada a finire il giro, ci penso io qui!”, e Marco a queste parole si rannicchiò ancora di più, stringendosi più forte le gambe. Lei avrebbe voluto lasciarvisi addosso, cullarlo e tranquillizzarlo, dirgli che andava tutto bene. Ma non poteva.  Così tornò al carrellino, lasciandolo a terra. “Io vado allora.” “Vada, e quando finisce venga nel mio ufficio, vorrei parlarle.” Anna non rispose ma annuì soltanto, uscendo dalla stanza col cuore in gola e le mani che le tremavano.  



Salve! Volevo presentarvi questa nuova storia, che nasce come un esperimento. Infatti volevo partecipare ad un contest, ma causa computer rotto (t.t) non ho potuto. Quindi cerco di sfruttare tutti i pc che mi passano sotto mano per pubblicarla comunque, anche se lentamente, perchè questa storia strano ma vero mi piace XD Bene, se siete arrivati fin qui vi ho interessato, quindi continuate a leggere il capitolo successivo se vi va  (ebbene sì ne ho pubblicati ben 2 u.u) e..commentate! Accetto di buon grado anche le critiche eh! :D
Un saluto.
__SunButterfly__
  
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