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Autore: Melancholic    08/04/2013    5 recensioni
Gallavich > Ian x Mickey [What If?]
 
Se Mickey avesse dovuto procurarsi settantacinque dollari entro il giorno seguente, e se l'unico straccio di idea che gli fosse venuta in mente in una notte fosse stata quella di prostituirsi davanti ad un locale gay?
Se Ian Ghallagher avesse sempre vissuto con il suo padre biologico nel Lower East Side, e se quella notte Ned lo avesse portato proprio nel locale prescelto dallo pseudo rent-boy Mickey Milkovich?
Se i loro destini si incrociassero per una notte?

Ma il destino era una puttana (probabilmente cercava di emulare la vita) e aveva deciso che due stelle in rotta di collisione era meglio tenerle separate.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hell is for Heroes

 
 

Take me down to the river bend
Take me down to the fighting end
Wash the poison from off my skin
Show me how to be whole again

 
 
Mickey Milkovich aveva sempre considerato la prostituzione come una strada a senso unico.
Suo padre pagava sgualdrine provenienti dall'Europa dell'est (sembrava ne avesse un intero stock: la Russa, la Moldava, l'Ucraina, la Polacca) e lui godeva.
O per lo meno cercava di godere, perché a dirla tutta si eccitava di più quando si sbatteva i ragazzi nelle docce del carcere minorile, o quando uno dei ragazzi di Mandy si era sbronzato ed era andato a letto con lui.
Lo aveva preso da dietro, e Mickey non aveva mai goduto così tanto. Per anni, infatti, aveva sempre cercato quelle sensazioni, quell'eccitazione, quel sentirsi 'così pieno', senza mai trovarne che una lontana eco nelle docce del carcere minorile.
Di pagare un Hustler per farselo mettere nel culo, poi, neanche a pensarci: quella era roba da checche, e Mickey Milkovich non lo era di certo.
Perciò ora non sapeva proprio spiegarsi il fatto di essere appoggiato alla ringhiera che costeggiava il lato opposto della strada di un gay bar, come un rent-boy qualunque, in attesa che uno sconosciuto gli si avvicinasse e lo pagasse per infilargli l'uccello su per il culo.
Insomma, di modi per procurarsi i soldi che gli servivano nell'arco di una notte (senza necessariamente farsi sfasciare il culo) ne esistevano altri.
Rubare, per esempio.
Che poi lui il centone che Terry avrebbe riscosso l'indomani mattina -il suo contributo mensile alla casa e ai vizi del padre- se lo era già procurato da un pezzo, ma poi sua sorella Mandy era rimasta incinta (non aveva idea di chi fosse il padre, perchè Ghallagher era fissato col sesso sicuro) ed aveva dovuto prestarle i soldi per l'aborto.
Così si era trovato costretto a scegliere un modo per recuperare i soldi mancanti, e per un motivo a lui sconosciuto (o, per meglio dire, che lui non aveva avuto il coraggio di approfondire) la sopracitata scelta era ricaduta sulla prostituzione.
Tutto a un tratto si accorse che dall'altro lato della strada un uomo sulla mezza età lo stava fissando (capelli grigi, abito costoso, probabilmente un finocchio ricco del North Side) e si immaginò quell'uomo dietro di lui, dentro di lui.
Lo sapeva che c'erano alte probabilità di attirare vecchietti maniaci, a fare ciò che stava facendo, ma ormai il ricordo delle emozioni provate con l'ex di Mandy stava sbiadendo, e lui aveva bisogno di alimentarlo con delle nuove, per poi potercisi nutrire fino a quando il bisogno non lo avesse assalito di nuovo.
Se lo era immaginato così chiaramente -le mani nodose sulle sue spalle, il petto glabro premuto contro la sua schiena- che ormai si era quasi abituato all'idea.
Perciò rimase non poco confuso quando il ragazzo coi capelli rossi che lo accompagnava si stacco dall'uomo per dirigersi verso di lui.
"Hey" lo salutò il rosso. Sotto la luce del lampione i suoi capelli avevano assunto sfumature dorate che creavano un alone mistico intorno alla sua testa. Una specie di aureola.
Mickey era ancora interdetto per lo scambio avvenuto, perciò ci mise un attimino ad ingranare.
"H-hey" rispose balbettando. Fanculo, gli sarà sembrato una cazzo di verginella.
"Quanto prendi?" Gli chiese. Mickey si accorse che i suoi occhi si sgranavano mentre parlava. Era andato dritto al punto.
"25 alla mezz'ora, 20 se lo fai col preservativo. Niente giochi erotici, niente sadomaso e soprattuto niente videocamere."
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa -e in quel momento Mickey si figuró quelle labbra strette intorno al suo cazzo- ma fu interrotto dall'uomo di mezza età che era comparso al loro fianco.
"Andiamo, Ian, lascialo perdere. Non hai bisogno di pagare qualcuno che vanga a letto con te. E inoltre è anche sporco."
Effettivamente Mickey non si era preparato per prostituirsi (a parte sbarbarsi e lavarsi l'uccello), ci era andato negli abiti che aveva indossato per tutto il giorno -e probabilmente anche nei due giorni precedenti-.
Ian si girò verso l'uomo accanto a lui, conscio che l'espressione stampata sul suo viso gli avrebbe fatto ottenere tutto ciò che avesse voluto. Anche passare la notte con un rent-boy.
Alla fine il vecchio cedette, alla condizione che il ragazzo sarebbe dovuto tornare a casa non più tardi delle due.
"Tuo padre?" chiese quando furono da soli.
Ian scrollò le spalle. "Uno con cui esco."
Mickey decise che le relazioni del ragazzo non erano affar suo, così soffocò la curiosità e domandò dove volesse andare.
"Seguimi" disse Ian, poi lo prese per mano, come fosse la cosa più naturale del mondo.
 

Fly me up on a silver wing
Past the black, where the sirens sing
Warm me up in the novice glow
and drop me down to the dream below

 
 
Gliela lasciò quando arrivarono davanti ad un McDonalds. Mickey ne approfittò per asciugarsi il palmo sudaticcio sui jeans sporchi, per poi realizzare dove il ragazzo lo aveva portato.
"Vu-vuoi entrare in un fast food?" Riecco di nuovo quel balbettio del cazzo.
Ian lo guardò come se fosse uno studente di terza elementare e non avesse ancora afferrato il concetto che due più due fa quattro. "Mi sembra ovvio."
"No, io intendevo... Nel senso, cazzo, ma hai idea di quanto siano sporchi i bagni dei fast food? Vuoi davvero scoparmi lì dentro? Insomma, sei tipo... Tipo un feticista o qualcosa del genere?"
Ian lo guardò sgranando ancora di più gli occhi -sembrava quasi tipo un dannato cerbiatto, un daino, o un qualche animale del genere. Di quelli con gli occhi grandi e marroni, quelli su cui la Disney si diverte a fare cartoni animati, con la classica trama in cui il protagonista passa un'infanzia di merda e poi alla fine si risolve tutto con l'età adulta e una canzone-.
"Ma io non voglio scoparti."
E questa era la terza volta in meno di mezzora che quello strano ragazzo lo prendeva in contropiede.
"Se non vuoi scoparmi allora perché mi hai portato qui?"
Che cazzo aveva in mente quel ragazzo? E se fosse stata tutta una messa in scena per ucciderlo e trafugargli gli organi interni? Sentì le viscere contrarsi, come per rispondere ad una conta che stava avvenendo all'interno del suo corpo.
Polmoni, stomaco, cuore. C'erano ancora tutti.
"Compito di letteratura, dobbiamo compiere una buona azione e scrivere un tema su essa."
I suoi organi interni tirarono un sospiro di sollievo.
"Oh, fanculo, devo procurarmi quei soldi entro domani. Se non hai intenzione di scoparmi allora bene. Compi una buona azione: porta il tuo culo da crocerossina frocetta fuori dalla mia vita." E si voltò per andarsene.
"Ho detto che non avevo intenzione di scoparti, non ho mai detto che non ti avrei pagato."
Mickey si fermò, dandogli la schiena. La luce della grande emme gialla triplicava la sua ombra. Provò a indovinare quale fosse l'originale e quale le copie.
"Un po' caro, questo tema di letteratura." Mickey se lo immaginò che scrollava le spalle. 
"Allora, che fai, vieni?"
L'ombra originale era quella più scura, quelle più sbiadite erano le copie. E di certo -pensò- quello non sarebbe stato l'unico senso in cui sarebbe venuto, quella sera.
 

Because I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything left for you to see
For you to see

 
 
Ordinarono due Big Mac e tre porzioni di patatine da un ragazzo brufoloso, fu Ian a portare il tutto al tavolo, mentre Mickey se ne stava ad osservare le tette di una tipa che poteva benissimo essere la gemella chiatta di Nicki Minaj.
"Allora?" chiese, mentre intingeva una patatina nel Ketchup.
Mickey era ancora intento a fissarle le poppe, cercando di decidere se fossero vere oppure no. Oltre a lei e loro due, il fastfood era deserto.
"Allora cosa?" chiese, Mickey, distogliendo lo sguardo dopo che la ragazza lo aveva mandato a fanculo alzando il dito medio in modo incazzoso. Probabilmente era lesbica, perchè le lesbiche sono sempre incazzose.
"Allora" ripetè Ian "sei gay?"
Mickey quasi si soffocò con una patatina che gli era andata di traverso. Ma anche quando l'ebbe sputata fuori, la sensazione di avere qualcosa incastrato in gola rimase.
"Certo che no! Ti sembro forse ricchione?"
Ian lo guardò fisso, uno sguardo tipo 'Smettila di fare il cazzone e di cambiare i tuoi gusti sessuali a seconda di quale alcolico bevi', ma stette zitto.
Mickey era uno che i froci li picchiava -a meno che, ovviamente, non fosse troppo impegnato a scoparseli- e dargli del gay poteva essere molto pericoloso. Poteva costarti la milza. O il culo. Dipendeva da che cosa avesse voglia in quel momento.
"Se non sei gay, allora perchè ti prostituisci per gli uomini?"
Mickey sputo per terra e si accese una sigaretta "Mi servono soldi. Per domani." fece un tiro tenendola fra il pollice e l'indice "e i finocchi pagano di più delle donne. E poi non mi sono mai prostituito, oggi sarebbe stata la prima e unica volta che l'avrei fatto".
"Come mai?"
Mickey espirò il fumo, scocciato. "Te l'ho detto, mi servono settantacinque cazzo di dollari per domani."
Ian sembrò guardarlo come se fosse stupido, e questa era la seconda volta in meno di mezz'ora. Fanculo, a Mickey stava iniziando a stare sul culo quel frocetto 'so-tutto-io'.
"Intendevo come mai ti servono i soldi per domani."
Mickey inspirò col fumo in bocca, lasciando che la sensazione gracchiante della sigaretta lo calmasse. "Non sono cazzi tuoi, capelli rossi."
Ian rimase impassibile, con quei suoi cazzo di occhi ramati -di quel marrone che se avesse dentro una punta in più di arancione sarebbe stato rosso-, quelle le lentiggini che la luce gialla al neon del fast food sembrava far risaltare e quel suo fottuto sorriso alla Jake Ghyllenhaal.
"Allora..." disse poi, e Mickey stava iniziando ad odiare quella parola. Ironicamente sembrava essere la preferita di Ian. "...settantacinque dollari sarebbero come un'ora e mezza di sesso senza preservativo."
Mickey annuì, la sigaretta stretta tra le labbra.
"Vieni con me."
 

 
Bring me home in a blinding dream,
through the secrets that I have seen
Wash the sorrow from off my skin
and show me how to be whole again

 
 
Alla fine c'erano finiti davvero, nei bagni sporchi del fastfood.
Ian aveva infilato una gamba fra quelle di Mickey e lo aveva spinto in un cubicolo, mentre lo baciava. Lo baciava, cazzo!
Mickey aveva baciato solo ragazze, mai un ragazzo, non ci aveva neanche mai pensato in realtà. Supponeva che la cosa avesse dovuto fargli schifo.
Ma in realtà questo era completamente diverso dai baci che dava alle ragazze occasionali, alle prostisitute di suo padre, o a Angie, la troia chiatta del quartiere.
Sì, cazzo, questo era qualcosa di completamente diverso, completamente nuovo, una cosa che lo spaventava. Era tutto un allargarsi di pupille e pelle d'oca, di lingue che sfregavano e mani premute sul viso. Carta vetrata e miele.
Era un bacio che gli faceva sussultare le viscere (cuore, stomaco, polmoni), che gliele fotteva, mandando il suo cuore a mille, il suo stomaco a rigurgitare farfalle e i suoi polmoni a fuoco.
Ian aveva spostato la sua mano sull'inguine di Mickey, slacciandogli la fibbia della cintura.
Sentirono qualcuno entrare nel bagno accanto, e per un attimo si zittirono, le mani premute sulle bocche per fare piano.
E poi sentirono altro. Nel bagno era entrato un uomo che stava espletando le sue funzioni vitali con intenso sforzo. Stava facendo quella grossa spingendo a più non posso. Stava cagando mentre grugniva come un maiale.
Ian e Mickey si guardarono negli occhi, ormai quasi viola per lo sforzo di trattenere il fiato e le risate.
E poi accadde: scoppiarono a ridere come i ragazzini adolescenti che erano, divertiti e schifati da ciò che stava succedendo nel bagno accanto al loro.
E poi corsero fuori, dal bagno, dal fastfood, dalla loro vecchia vita. Corsero e corsero, finchè non gli mancò più il fiato.
Si accasciarono da qualche parte lungo il marciapiede del lungolago, Ian si accese una sigaretta mentre Mickey cercava di regolarizzare il respiro.
"Cazzo però... corri veloce..."
Ian fece un sorriso sghembo. "Sono nei riservisti, voglio entrare a West Point."
"Cazzo, West Point..." Mickey tese la mano per farsi dare la sigaretta. Gliela passò dopo aver fatto un altro tiro. "Però non mi hai detto il tuo nome."
Mickey inspirò, espirò, sputo. "Mickey Milkovich"
"Ian Gallagher, piacere di conoscerti".
Mickey sputò di nuovo. "Cazzo, Gallagher. Non è che sei mica imparentato con la famiglia che sta nel South Side, sono in cinque più un padre alcolizzato. C'è n'è uno che si chiama Lip."
Gli occhi da cerbiatto si riempirono di curiosità: "Ah, sì, Lip, mio cugino, sì sì. Frank è mio zio e gli altri sono miei cugini. Però li conosco solo di vista, Lucy è una stronza e non vuole che abbia contatti con loro".
Mickey gli restituì la sigaretta. "Lucy?"
"Mia madre adottiva, in realtà sono figlio di mio padre e di un'amante. Non so il nome, non me l'ha mai detto."
Mickey scrollò le spalle. "Chissà cosa sarebbe cambiato, se fossi nato nella famiglia di Frank."
"Già" disse Ian con un sospiro. "Chissà cosa sarebbe cambiato."
 

Because I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything left for you to see
For you to see

 
 
 
Non fecero sesso, quella notte. E neanche le notti seguenti, a dire il vero.
 
Mickey aveva violato la condizionale, pestando un poliziotto che aveva cercato di stuprare sua sorella, ed era finito dentro. Ma Ian Ghallagher gli era rimasto impresso. Continuava a vedere il suo viso sui volti dei secondini, il suo corpo nelle schiene dei ragazzi che si fotteva nelle docce. Gli era rimasto impresso come una cazzo di cicatrice con le lentiggini.
 
Ian lo aveva aveva atteso, il giorno seguente, cercandolo nella stradina davanti al gay bar, nel South Side, nelle strade affollate del centro di Chicago. Lo aveva cercato nei volti dei suoi amanti e nei gesti dei suoi amici, ma non l'aveva mai ritrovato.
Mickey Milkovich era come un tumore benigno che gli era cresciuto dentro, senza che se ne accorgesse. Non gli faceva male, ma sapeva che era lì, e la sua presenza era ingombrante, fastidiosa, ingigantita dal fatto che avesse voluto averlo lì fuori, accanto a lui, con la sua aria da incazzato perenne con la vita (e a ragione, chissà quella stronza quanta merda gli aveva rovesciato addosso) a fumare le sue sigarette, sputando subito dopo.
 
 
Ma il destino era una puttana (probabilmente cercava di emulare la vita) e aveva deciso che due stelle in rotta di collisione era meglio tenerle separate.
Nessuna implosione, nessuno colpo, nessuna esplosione.
Ian Ghallagher e Mickey Milkovich, dopo quella notte, non si rividero mai più.
 

 
Because I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything else I need to be
 
Because I'm only a crack in this castle of glass
Hardly anything left for you to see
For you to see
[Castle of Glass, Linkin Park]


 


_.-._.-._.-._.-._.-._.-._.-._.-_-._.-._.-._.-._.-._.-._.-_

Aw, salve *w* è la prima fic che scrivo dopo un sacco di tempo @__@
amo un sacco questa coppia *-* (in realtà amo un sacco Shameless in generale), anche se mi provoca sentimenti contrastanti ;_; io li vorrei insieme, e proprio quando va tutto bene succede qualcosa Q_Q
uff ;_; Ian e Mickey sono un sacco incasinati, come un roveto o un groviglio di filo elettrico (come le lucine di Natale quando le tiri fuori dalla scatola) e spero tanto di non essere caduta nell'OOC >__< mi sono impegnata un sacco >__<
Bene, sono iperattiva perchè per finire la fic mi sono strafatta di biscotti Chips Ahoy! e caramelle Wonka @__@

Grazie per aver letto *___* se hai critiche da farmi, o qualsiasi altra cosa, io accetto tutte le recensioni u.u anche quelle piccine, mi accontento di poco u.u (sono stra-agitata: magari il tema è banale, magari l'ho scritta male ;__;)




Questa fic è per Ciccy, che mi ha ascoltato blaterare per due ore sulla IanxMickey anche se non li conosceva *^* Grazie <3






 

  
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