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Autore: Iamthedandelion    08/04/2013    2 recensioni
Raccolta di storie, scollegate tra di loro, con protagonisti vari tributi (completamente inventati). Brevi esperienze, momenti prima, dopo e nell'Arena, strategie, pensieri e quant'altro. Quanto sei disposto a perdere? Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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GIULIA – DISTRICT SEVEN

Dorelle si aggirava attorno al corno d’oro brandendo a due mani la sua daga e tagliando l’aria con dei fendenti. Erano rimaste ormai solo in due nell’Arena. Lei, Favorita, allenata da anni. L’altra,Giulia, proveniente da un distretto piuttosto lontano. Non aveva nemmeno preso un voto alto all’addestramento. Di una cosa Dorelle era certa: quella ragazzina era brava a nascondersi. Dal bagno di sangue, due settimane prima, infatti non l’aveva più vista.
“Stupida codarda, lo so che sei qui!” la ragazza del due era ormai fuori di sé dalla rabbia. Voleva solo porre fine ai giochi.
D’un tratto Giulia scattò velocissima fuori dalla boscaglia e lanciò un coltello che si conficcò nel polpaccio della Favorita. Quest’ultima cacciò un urlo disumano e, dopo aver estratto la lama dalla sua carne, si avventò sulla ragazzina, atterrandola e schiacciandola col suo peso..
“Sei mia ora!” disse e, mentre un ghigno sadico le si dipingeva in volto, fece calare la sua daga dritta sul collo della ragazzina del sette.

Giulia si svegliò urlando, completamente fradicia di sudore. Si guardò intorno spaesata e finalmente realizzò di aver fatto solo un incubo. Era al sicuro, in camera, nella sua bellissima casa del Villaggio dei Vincitori. Si passò una mano sulla fronte, scostando gli scuri capelli ricci. Sin dal giorno della sua vittoria quell’incubo la perseguitava, sebbene lo scontro finale non finì così. Lei infatti riuscì a ribaltare la situazione, decapitando Dorelle con il suo machete.
Mentre i primi raggi di sole filtravano dalla finestra, sua madre entrò nella stanza, reggendo un vassoio sul quale svettava una torta completamente glassata di bianco. Non ricordava nemmeno che quel giorno avrebbe compiuto sedici anni.
-Auguri tesoro.- disse mia mamma, accennando un sorriso. Ma i suoi occhi verdi, identici ai suoi, erano leggermente velati di lacrime. Capì così subito che c’era qualcosa che non andava.
-Mamma cosa succede?- domandò allarmata.
La madre tenne gli occhi incollati sulla ragazza e rispose a voce bassa. –Una persona molto importante di aspetta da basso tesoro.-
Aggrottò le sopracciglia, scervellandosi per capire chi potesse essere, ma non trovò risposta al suo quesito interiore. Così decise di vestirsi in fretta, prendendo le prime cose che le capitarono a tiro, e successivamente scese le scale.
Giulia non era minimamente preparata alla scena che le si presentò davanti agli occhi: il presidente Snow sedeva al tavolo della cucina, sorseggiando placidamente un the da una tazzina presa dal servizio di porcellana preferito di mamma. Ovviamente, l’immancabile rosa bianca appuntata al bavero della giacca.
-Oh cara Giulia! Prego, accomodati, serviti pure!- disse, invitandola a sedersi sulla sedia posta di fronte a lui. “Si certo, questa è casa mia e pretendi di impartire ordini?” pensò lei stizzita. Invece di sedersi, si posizionò in piedi, poggiando le mani sullo schienale.
-A cosa devo il piacere della sua visita, presidente?- probabilmente nella voce di Giulia c’era un tono di sarcasmo, dato che i suoi occhi da serpente quasi presero fuoco. Ma non ci fece caso più di tanto.
-Semplicemente sono qui per una visita di cortesia! Adoro andare a trovare i miei coraggiosi vincitori! Allora cara, come ben sai tra circa tre mesi ci sarà la mietitura per i 70esimi Hunger Games e immagino che sarai un’ottima mentore per i tuoi tributi!-
“Cosa? Io mentore? E quando mai avrei deciso ciò?” la ragazza strinse forte lo schienale della sedia di legno, ma mollò quasi subito la presa. Avrebbe potuto sgretolarsi tra le sue mani se avesse continuato così.
-Sì, ovviamente.- disse, con un tono distaccato. Furbizia Giulia, furbizia”.
Snow continuò a fissarla, imperterrito e gli angoli della sua bocca si curvarono leggermente verso l’alto. Poi scoppiò in una fragorosa risata.
“Basta, ora è troppo.”
-Senta, ha intenzione di dirmi perché è venuto qui o no?- urlò lei, in preda alla rabbia.
Il suo volto tornò serio tutto d’un tratto.
-Beh cara se proprio insisti, ora ti spiegherò il motivo.- il sorrisino di prima comparve di nuovo sul suo volto. –Ora che hai sedici anni, sei cresciuta molto. E’ passato poco tempo dalla tua vittoria, ma sei diventata veramente una bellissima ragazza! E non sono l’unico a pensarlo..-
“No, ti prego, non dirlo. Non farlo.” Giulia si pulì le mani, che avevano iniziato a sudare, sui pantaloni e strinse i denti.
-Penso che agli uomini di Capitol piacerebbe passare un po’ di tempo in tua compagnia. Non lo credi anche tu? Oh, là fuori ti amano dolcezza!-.
-Mi sta forse chiedendo di vendermi?- sbottò, abbassando lo sguardo.
-Direi che “vendere” non sia il giusto termine, cara.- replicò Snow, sorridendo impercettibilmente di nuovo. –Sarebbe più che altro fare un favore al tuo caro presidente!- dicendo ciò, indicò se stesso con il pollice.
-E se io non accettassi?- disse lei, alzando lo sguardo, facendo incontrare i suoi occhi verdissimi con quelli azzurro ghiaccio di Snow.
-Potrei prendere in considerazione di prendere sotto la mia custodia la tua cara mammina e quel ragazzo, come si chiama? Vincent?-.
Bam. Colpito nel segno. No, non poteva fare del male a Vincent. Non poteva condannarlo, non dopo tutto quello che aveva fatto per lei dopo il suo ritorno dall’Arena.

-Vincent!- una ragazza dai lunghissimi capelli ricci neri si parò davanti al campo visivo del ragazzo.
Lei gli corse incontro e si abbracciarono di slancio, talmente forte che caddero sull’erba del prato. Si guardarono negli occhi e lui le fece un gran sorriso.
-Sei qui.- disse Vincent, accarezzandole una guancia con la punta delle dita.
Giulia annuì, strofinandogli il naso sulla punta del suo.
-Te lo avevo detto che sarei tornata.- rispose lei, mentre una lacrima le scese dall’angolo dell’occhio.
E poi le loro labbra si fusero insieme, mentre lui le poggiava le mani sui fianchi e lei intrecciava le sue dita nei biondissimi capelli di lui. Il loro bacio durò molto. A entrambi mancava sentire il dolce sapore dell’altro e il poterlo tenere tra le braccia.
Si staccarono e Vincent affondò il naso tra i capelli di Giulia, annusando il suo buonissimo profumo di pino e sussurrandole all’orecchio la promessa più bella del mondo.
-Ora è sicuro che non ti lascio più andare via da me.-

Il ricordo dei momenti passati con Vincent aderirono come una morsa allo stomaco di Giulia e le fecero salire un brivido lungo tutta la schiena.
“Mamma e Vincent. Hanno fatto tanto per me, non posso perderli.”
-Quando dovrei venire a Capitol precisamente?-
“Pensa bene a ciò che stai per fare, Giulia.”
-Oggi stesso.- rispose Snow.
“Dov’è finita la sadica, furba, diffidente e ostinata ragazza dell’Arena? Dov’è finita quella ragazza che ha ucciso cinque tributi senza battere ciglio?”
Lei rimase in silenzio.
-Allora signorina? Il dovere mi chiama, ho bisogno di una risposta.-
“Non farlo.”
Giulia prese un bel respiro.
“Egoismo o altruismo?”
Alzò lo sguardo, incrociando di nuovo gli occhi dell’uomo.
“-Ora è sicuro che non ti lascio più andare via da me.-“
-E sia. Partirò oggi.-
Snow sorrise, scoprendo tutti i denti.
Giulia corse le scale e raggiunse la sua stanza. Chiuse la porta con violenza e si gettò sul letto, portandosi le mani alle orecchie.
“Aveva ragione Johanna. Vincere è la cosa peggiore che a un tributo possa capitare. Vincere non ti darà la libertà. Anzi, scriverà la tua condanna a morte.”



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Nome tributo: Giulia
Distretto di provenienza: Distretto Sette
Tributo inventato da: lula99
 

Vi ricordo sempre che se se volete inventare qualche personaggio su cui farmi scrivere, lasciate una recensione con le seguenti informazioni:
-Nome personaggio
-Sesso
-Distretto
-Età
-Descrizione fisica
-Descrizione cariatteriale
Se volete che io includa altre particolarità aggiungete pure.
Un saluto, and may the odds be ever in your favour!

-iamthedandelion

  
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