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Autore: Prue786    08/04/2013    1 recensioni
“Allora, per la festa di domani? Passo a prenderti io?” Il giovane giapponese fa un gesto con la mano: “No, Karl, ti ringrazio, ma la settimana scorsa ho comprato un vero bolide e non vedo l’ora di farci un giro… vedrai, è fantastico!”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6- Decisioni istintive

 

 

“Ti conosco.” Ripete l’uomo, gli occhi spalancati e lucidi. “Ehi, amico, dov’è che ti ho già visto?” Domanda avvicinandosi ulteriormente a Genzo che storce il naso all’odore alcolico che lo raggiunge.

“Dubito nei miei sogni…” sibila il giovane, sventolando una mano davanti al viso “Dubito nei miei sogni…”

L’altro rimane fermo a fissarlo prima di scoppiare a ridere sguaiatamente, tirando una pacca al moro.

“Sei simpatico, amico… ma dov’è che ci siamo conosciuti?”

Wakabayashi stringe le labbra, in una smorfia irritata.

“Erich, stupido idiota, cha diavolo stai facendo?”

L’altro uomo su avvicina agitando un braccio verso l’amico “Lasciali in pace, non vedi che… stanno facendo…” Strizza gli occhi, annuendo “Stanno facendo una passeggiata romantica.”

Hikari spalanca la bocca “Ehi…” sibila inarcando un sopracciglio “Noi non stiamo…”

L’occhiataccia di Genzo le gela le parole in bocca e la giovane si costringe al silenzio, spostando lo sguardo e rivolgendo al terreno una smorfia poco carina.

“Su, Erich, lasciamo i piccioncini da soli… così potranno…” L’uomo chiude le labbra facendole schioccare rumorosamente, nell’imitazione di un bacio.

“Sì, e magari dopo…”

Erich scoppia a ridere, coprendo il seguito della frase. Annuisce e muove un passo verso Hikari che ha nuovamente alzato lo sguardo, fissando i due con disappunto.

“Allora, si-signorina…” Biascica alzando una mano verso la giovane Mikami “Auguri per stan…” L’uomo si blocca quando Genzo si frappone fra lui ed Hikari.

“Ehi, Richard, questo qui è…” Inarca un sopracciglio, come nel tentativo di ricordare qualcosa “Ah, sì, è geloso… e po-possessivo.” Ridacchia.

“E anche incazzato.” Prosegue Richard notando l’espressione dura di Wakabayashi e trascinando Erich per un braccio, mentre ancora sghignazza.

I due uomini ritornano lentamente sugli scooter, scambiandosi battute oscene, prima di allontanarsi in una cacofonia rumorosa.

Pochi istanti e la strada ritorna silenziosa.

“La gente non sa come divertirsi, vero?” Mormora Hikari con aria perplessa, inclinando la testa di lato, in attesa di una risposta che non arriva.

Rimane a fissare la schiena di Genzo; il giovane ha ancora le spalle rigide e non accenna a muoversi.

“Ehi, Wak…”

“Andiamo!” Sbotta il giovane, afferrando Mikami per una mano e cominciando a camminare a passo spedito.

“Che gli sarà preso?” Si domanda Hikari, accantonando per un attimo il fatto che l’altro la stia quasi trascinando nonostante non conosca la loro destinazione.

“Quel tipo era ubriaco, certo, ma in fondo non sembrava avere cattive intenzioni…” La giovane si stringe nelle spalle, incespicando sul terreno.

“Cavoli…” mormora fulminando Genzo con lo sguardo “Non so se te ne sei accorto, ma le mie gambe sono quasi la metà delle tue… rallenta!” Si lamenta cercando di tenere il passo.

“Piantala e cammina!” Borbotta Wakabayashi, facendo sbuffare Hikari che, però, rimane in silenzio.

“Cretino!” Pensa tra sé stringendo i denti e cercando di pensare ad altro “Come se non fossi capace di difendermi da sola…” Rimugina mentre le ritorna davanti agli occhi l’immagine del ragazzo che le fa da scudo “Un gesto davvero coraggioso dal momento che nessuno aveva intenzione di farmi nulla…” La giovane fa una smorfia “E anche fosse stato il contrario… sono stata costretta da mio padre a frequentare tutti quegli anni di karate mentre avrei preferito praticare danza… sarò anche un po’ arrugginita, ma qualche cosa sarei riuscita a farla.” Hikari sorride con fare trionfante prima di guardare nuovamente in cagnesco la schiena del giovane.

“Non lo facevo così sbruffone… pensa di impressionarmi facendo il figo? … già, il figo…” Mikami si morde un labbro, avvertendo un lieve imbarazzo, conscia del calore della mano di Genzo e manda giù a fatica il groppo che le si è formato in gola.

“Maledetto stop mancato… scemo di un portiere, avresti dovuto fermarti!” Pensa con un certo nervosismo, abbassando gli occhi sui suoi piedi.

“Se non ci fossimo scontrati questa sarebbe potuta essere una romantica pa…” Hikari scuote la testa, aumentando di poco l’andatura “Idiota, a cosa diavolo pensi? Se non ci fossimo scontrati non saremmo neppure qui.” Mikami sospira piano ed alza lo sguardo

“Oh!” Esclama scuotendosi “Siamo quasi arrivati.”

 

I due giovani si avvicinano alla piccola struttura sulla quale spicca la scritta Motel.

“Che posto squallido.” Borbotta Genzo seguendo la ragazza oltre la vetrata d’ingresso.

Hikari si guarda intorno, prima di notare il bancone sulla destra; il giovane uomo che vi è dietro li sta squadrando con aria annoiata.

“Salve.” Dice allontanandosi dallo schermo del computer “Posso aiutarvi?”

“Salve.” Gli sorride Hikari, avvicinandosi “La nostra auto è rimasta… senza benzina.” Bisbiglia facendo spallucce “Sarebbe possibile fare una telefonata?” Domanda continuando a sorridere.

L’altro inarca un sopracciglio “Beh, credo di sì.” Risponde lentamente, lo sguardo che si sposta dalla ragazza a Genzo. “Il telefono è da quella parte.” Continua indicando con aria distratta l’apparecchio su un tavolino a qualche metro di distanza.

“Grazie mille.” Hikari lancia un’occhiata riconoscente all’uomo che però è intento a scrutare Wakabayashi, ancora vicino all’ingresso a braccia incrociate. Solo il gemito sconsolato, che arriva poco dopo, riesce a scuotere il portiere facendolo avvicinare alla ragazza.

“Che c’è ora?” Domanda seccato.

“Non risponde nessuno.” Piagnucola Hikari con ancora la cornetta vicino all’orecchio “Ho chiamato a casa dei miei e sui loro cellulari, ma niente…” Si lamenta riagganciando con stizza.

“E non c’è qualcun altro che puoi contattare?”

Hikari ridacchia con aria tetra “Hai idea di che ore sono?”  La ragazza abbandona le braccia lungo i fianchi “Tutti i numeri dei miei amici sono sulla rubrica del cellulare.” Mormora prima di raddrizzarsi e fissare il giovane “Tu puoi chiamare qualcuno?”

Wakabayashi stringe le labbra prima di borbottare “L’unico numero che ricordo a memoria è quello di tuo padre… a meno che tu non abbia voglia di parlare con i miei genitori in Giappone.”

“Ah… perfetto…”

Genzo sospira “Beh, se ancora non vuoi rompere il vetro della tua auto non ci rimare che prendere delle stanze e passare la notte qui.” Il giovane fissa Mikami, che ha assunto un’aria battagliera, e aggiunge “Già, immaginavo.” Prendendo il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni e avvicinandosi alla reception.

“Mi scusi, vorremmo prenotare.”

L’uomo annuisce, assorto, prima di sussurrare “Ma… lei non è Wakabayashi?”

Genzo massaggia piano una tempia “Esatto.” Risponde solamente, con aria esausta, poggiando la carta d’identità sul bancone.

“Capisco…” mormora ancora l’uomo, fissando il documento con aria incredula “Uhm… oh, sì!” Dice, scuotendosi “Avrei bisogno anche di un documento della signora.” 

Hikari sobbalza e comincia a guardarsi intorno “Ecco… la mia borsa è in…”

“Ah, dannazione, sei davvero un impiastro!” Sibila Wakabayashi.

“Tappati la bocca, non è colpa mia se…” Mikami inspira profondamente “Lasciamo perdere!” 

“Sagge parole!” Genzo si volta verso il giovane uomo che gli rivolge un’occhiata confusa.

“Mi scusi, quella ti… cioè, la mia amica ha lasciato la borsa in macchina ed è piuttosto lontano da qui…” poggia un braccio sul bancone fissando l’altro che sbatte più volte le palpebre.

“La registrazione dei clienti è d’obbligo e…” 

“Potrebbe fare un’eccezione, per questa volta?”

L’uomo rimane a fissare il sorriso forzato di Wakabayashi, spalancando piano gli occhi “Ah… quindi...? Oh, mi scusi signore, non avevo…” Scuote la testa “Per questa volta chiuderò un occhio.” Sussurra voltandosi in fretta verso il computer e cominciando a trascrivere i dati di Genzo che lo fissa con aria accigliata.

“Allora, i signori prendono…?” 

“Due singole!”

L’uomo digita qualcosa e massaggia la nuca “Hm… sono spiacente, signore, è rimasta solo una tripla.”

Hikari fissa automaticamente Genzo “Ora urla.” Pensa la ragazza non riuscendo a trattenere un ghigno e rimanendo delusa quando l’altro si limita ad annuire rigidamente.

“Va bene, la prendiamo.”

La giovane Mikami avverte un brivido attraversarle il corpo “Scema, non c’è niente per cui essere esaltata, datti un po’ di contegno!” Morde il labbro inferiore non perdendo di vista il ragazzo mentre prende le chiavi della stanza e senza protestare acconsente alla richiesta di firmare un autografo all’uomo.

“Maledizione, domani avrò due occhiaie spaventose.” Pensa Hikari irrazionalmente prima di scuotersi e seguire Genzo che è già vicino all’ascensore aperto e che le sta lanciando un’occhiata furiosa facendole piombare un peso sullo stomaco.

 

 

 

 

Note: come si dice: “chi non muore si rivede”… e in questo caso “si rilegge” ^^;  Finalmente, dopo un lungo letargo, sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo di questa sfortunata fanfic… speriamo bene.

Prue

   
 
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