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Autore: Etoile_Noir    29/10/2007    7 recensioni
"Eccomi" la tua voce familiare mi arriva alla mente, al cuore...è la solita voce, quella che mi ha rassicurato mille volte. Non dico nulla, non ci riesco, lo guardo negli occhi, sinceri e innocenti, che s' incupiscono alla mia sola visione. Perchè non mi dici 'Te l'avevo detto', perchè tu hai già capito quello che è successo solo con uno sguardo?
My Chemical Romance – Frank Iero Fiction
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Prima cosa; 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
- Grazie alle numerose persone che hanno recensito l'ultima One-Shot sui Mcr. Spero di non deludervi e i commenti sono apprezzati come al solito, soprattutto i consigli. (Era una supplica implicita al commentare, come al solito sono una disperata...Vi prego. Recensite!*.*)
- Non c'entra nulla con la Ff, ma avete notato il modo in cui le fans delle checche [aka Tokio Hotel] bistrattano il tedesco. Vabbè ...
Godetevela!

***

"Ti amo", quel sospiro si condensa con me nell'aria invernale.
Per tutto quel tempo si sente solamente in sottofondo il rumore dei i passi di qualche persona a contatto con la ghiaietta di questo enorme parco.
"Violet... io-io no", mi rispondi subito
Ci metto un' attimo a realizzare... Che cazzo hai detto?
Mille sentimenti si espandono dentro di me; stupore, rabbia e odio.
Ma nessuno prende il sopravvento; sono solamente chiazze d'olio informi su una tela.
Incomincio ad allontanarmi a testa china, correre avrebbe fatto vedere ancora più il fatto che ho voglia di piangere.
Non gli voglio dare la soddisfazione di vedermi piangere.
Perché sono così debole dopo tutte quello che mi ha fatto ?
"Porca puttana", urlo per sfogarmi.
Gli occhi si offuscano, le lacrime alle porte.
Voglio morire per questo, si può morire piangendo?
Come ha potuto, dopo tutto quello che abbiamo passato.
Finalmente alzo lo sguardo, l'aria invernale filtra tra i miei capelli facendomi rabbrividire fino all'ultimo muscolo di questo dannato corpo.
Conosco già lo spettacolo che offre questo posto e potrei descriverlo in ogni minimo dettaglio anche se i miei pensieri, ora, corrono verso altre preoccupazioni.
Sembra soffrire come me, e nonostante tutto sia come addolorato, lo spettacolo rimane estremamente suggestivo in questa stagione; gli alberi sono spogli e le loro cortecce marrone intenso spiccano tra il bianchiccio tipico dell'inverno che li circonda.
Della maestosità della flora estiva non rimane nulla, solo alberi e arbusti costretti a sanguinare mentre vorrebbero avere quelle foglie verdi brillanti tutto l'anno, li sento vicini perchè anche io vorrei sempre sorridere, trovare una stabilità.
Ad ogni passo che faccio, il sottile strato di ghiaccio si rompe e un suono quasi impercettibile si mischia agli altri milioni che riempono questo posto.
E' così desolante sapere che sei un dei tanti ad essere qui ed uno dei pochi a capirlo veramente. Infondo alla mente, so di sentire una sorta di affetto per questo posto, mi fa sentire bene,come se fossi a casa.
Fa estremamente freddo, sento il mio naso farsi sempre più ghiacciato e il respiro diventare ghiaccio sempre più rapidamente, aumento il passo per scaldarmi e per raggiungere il mio posticino.

"Ho voglia di piangere Frankie", scandisco al cellulare le parole per mantenere l'autocontrollo
"Dove sei?", la tua voce preoccupata rompe il silenzio della telefonata.
"Central Park. Est Gate. Credo", al suono dell'ultima parola la mia voce trema quasi vicina alla rottura.
Quasi ti posso vedere mentre ti volti e ti concentri sul primo edificio, il primo dettaglio utile per capire dove sei.
"Sono vicino, sto arrivando. Tu non fare nulla"
E poi quel rumore straziante di una telefonata terminata. Dopo ancora, il silenzio di questo posto che mi lascia ai miei pensieri taglienti.
Il silenzio di un addio.
Chissà se senti ancora il mio sapore sulle tue labbra, se magari ti rendi conto di quello che hai fatto.
Non credo.
Rivolgo lo sguardo al cielo, senza più speranze.
E' quello di dicembre, grigio intenso, che profuma di cioccolata calda e di legna di pino bruciata nei camini
Le ultime foglie rinsecchite ghiacciate si spezzano sul terreno, mi sembra di vedermi incenerita dal freddo e poi spezzata dal passo pesante di qualche uomo egoista come loro.
Mi siedo alla solita panchina, le gambe al petto, le prime lacrime salate che scendono e si ghiacciano sul mio volto.
"Eccomi" la tua voce familiare mi arriva alla mente, al cuore...
è la solita voce, quella che mi ha rassicurato mille volte.
Non dico nulla, non ci riesco, lo guardo negli occhi, sinceri e innocenti , che s' incupiscono alla mia sola visione.
Perchè non mi dici 'Te l'avevo detto', perchè tu hai già capito quello che è successo solo con uno sguardo?
Ti siedi accanto a me, lascio andare la presa e tu mi stringi, mi sussurri le parole magiche che ogni volta riescono rincuorarmi, a sollevarmi dalla voragine del dolore.
Questa volta non servono, la ferita è troppo grave.
Sento scendere altre lacrime, una dopo l'altra, sono compatte e estremamente calde a contatto con la mia pelle gelata dal freddo.
Sto piangendo, quasi non me ne rendo conto, e tu mi accarezzi i capelli, mi dici che quello non capisce quello che ha perso.
Ma qui quella che ha perso sono stata io.
Lui non ha fatto fatica a dirmi di no se fossi stata importante.
Inizio a gemere più forte e i singhiozzi spezzano il respiro.
Avvicini il tuo volto, ora è a pochi centimetri dal mio, asciughi le lacrime con le tue dita calde e mi ripeti "Hey, ci sono qui io ora, qui con te"
Come se volessi farmi aprire gli occhi, farmi tornare in me.
Ma mi incanti con quel tuo sguardo dolce, con quei tuoi grandi occhioni color miele così carichi di emozioni.
Sono troppo concentrata sul dolore e sui miei pensieri per rendermi conto di quello che fai.
Mi accorgo di quello che succede solo quando strofini il tuo naso gelido contro il mio in un gesto più che fraterno.
Le tue labbra sono sulle mie; sussulto al sapere di baciarti. Mi sembra tutto così strano; ti sto baciando e perchè non mi suona sbagliato?
La sento come una questione vitale, l'ultima cosa con cui so che riuscirò a sperare ancora, continuare a vivere. Mi aggrappo disperata a te gettandoti le braccia al collo e rubando il tuo ottimismo. Lasciandomi guidare dal calore che tue labbra sprigionano contro questo mondo freddo, ostile.
Sento qualcosa di gelido cadere sul mio volto e mischiarsi alle gocce di sale, apro gli occhi e li rivolgo al cielo; i primi fiocchi di neve scendono silenziosi, suggestivi più di un tramonto.
Il tuo volto sereno si allarga in un sorriso, uno di quelli spontanei e ingenui che solo a te riescono.
Chissà perchè riesci sempre a sorridere nonostante le avversità. Spiegami come riesci a vedere la luce dove c'è l'ombra!
Io non ci sono mai riuscita.
Forse la mia espressione ti è risultata cupa, forse è per questo che ti avvicini di nuovo a me e mi baci più calorosamente muovendo le tue labbra morbide contro le mie, che al contrario delle tue sembrano diventare sempre più ghiaccio.
Se è solamente una questione di sanità mentale quella che cerchi di risolvere, credimi, la stai peggiorando, perchè ora il problema più grave che si presenta è questa dipendenza sempre più profonda alle tue carezze...
Un sentimento nuovo per te, che mi riempi il cuore, cancelli tutto quello che è stato prendendomi per mano come se fossi una bimba portandomi verso la luce.
Ho sempre visto la scena da una prospettiva diversa, la luce più potente non è la cosa a cui vado in contro, la luce più accecante sei tu.


  
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