Posso vivere qui ancora per anni. Per molti anni. Ho tutto quello che mi serve. 

La mia navicella non funziona più, non risponde a nessun comando che io gli do.

E' morta, è spenta, non si muove.

Oltre il vetro vedo lo spazio, buio, infinito. Ogni tanto quel nero oblio viene colorato da pianeti lontani, stelle e nebulose.

Navigo senza metà nel cosmo infinito e ignoto.

Nessuno più mi cerca e, se mi stanno cercando, non riusciranno mai a trovarmi, perchè la trasmittente è fuoriuso e io non ho gli attrezzi per ripararla.

La navicella vaga senza meta, come una nave senza capitano.

Passo il mio tempo guardando fuori, ogni tanto i miei occhi vengono catturati da qualche meraviglia, altre volte solo dalla profondità dello spazio.

Non c'è nessun suono qui dentro, non c'è nessun suono là fuori.

Fluttuo nel vuoto e le mie mani guantate toccano le pareti e gli angoli smussati.

Non tornerò mai più a casa. 

Non vedrò mai più la Terra.

Arriverà il futuro, arriverà un futuro ancora più futuro di quello che vivo e io non apparterrò più a nessuna epoca.

Già ora io non appartengo più aniente: sono fuori dal tempo e da ogni spazio.

Sono perso nello spazio. Qualcuno può sentire la mia voce?

Non la sento più nemmeno io, perchè ormai parlo solo nella mia testa.

 

Sono l'astronauta perduto e vago tra astri e pianeti sconosciuti. Per sempre vagherò nel nulla. 

Addio, mia Terra, affido questo messaggio allo spazio. Come fanno i marinai, infilo questa carta in una bottiglia e la lancio lasciandola in balia delle onde dello spazio.

Addio, mia Terra.

Ti ho amata. 

Spero che il tuo futuro sia migliore.

Il mio non esiste. Per me non esiste più alcun tempo.

Io non esisto più.