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Autore: zara88    09/04/2013    4 recensioni
Alexis Castle fa una normale e banale vita da campus all'università della Columbia. Adora sua padre che è anche il suo migliore amico ed è felicissima della sua vita.
Ma ovviamente non si può mai sapere quando il destino decide di mettersi in mezzo.
Anche allontanarsi solo per qualche minuto può comportare una serie di eventi impensabili.
Un po' come il detto 'la farfalla che sbatte le ali a Pechino e provoca un uragano a New York'.
Ed è esattamente questo ciò che accadrà. Un imprevedibile serata che cambierà il corso della sua vita.
Alexis sarà l'unica che potrà cercare la verità e portare alla luce una serie di eventi apparentemente già segnati. Ma nulla è mai come appare.
Quando credi che la tua famiglia sia la cosa più importante della tua vita e non puoi fare altro che guardarla inesorabile mentre ti volta le spalle, rifiutandosi di vedere la realtà dei fatti, cosa puoi fare?-
[No Spoiler]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kevin Ryan, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Destiny.



…•∆•…

 


Alexis mise gli appunti sulla scrivania, prendendo al loro posto un grosso volume dalla pila al suo fianco. Recuperato l'ipod avviò il brano successivo, alzando il volume.

Era sabato sera. Certo se fosse stato un qualunque sabato sarebbe uscita a divertirsi con gli amici. Ma quello era un weekend prima di un esame, e quindi avrebbe passato tutta la notte a studiare, studiare, studiare.

Sollevò lo sguardo, alla ricerca di un libro che le serviva, notando con sua enorme seccatura che il posto solitamente riservato ad esso fosse vuoto. Emise un sonoro sbuffo, lanciando la penna, che atterrò contro la superficie liscia della scrivania.

"Grande". Lamentò con espressione truce.

Con uno sguardo all'elegante orologio con il cinturino sottile di pelle viola che le aveva regalato suo padre per il compleanno, vide che ormai fosse già l'una di notte. L'altra brutta notizia era che il suo dormitorio aveva organizzato una festa al piano superiore. Sarebbe per forza dovuta salire a cercare la ragazza a cui aveva prestato il suddetto libro.


 

Prese la chiave dal cassetto accanto, infilandola nella tasca posteriore dei jeans, poi sfilò le cuffie, arrotolandole attorno all'ipod che lasciò sulla scrivania, prima di uscire


 


 

La Columbia era considerata una delle università più rinomate. Facente parte di quella che si chiamava Ivy League, ovvero l'élite delle istituzioni scolastiche universitarie Americane.

Quando però gli studenti non erano impegnati sui banchi a rendere onore alla loro scuola e le loro famiglie scegliendo tra decine di corsi, o a farsi fumare il cervello tra quantità spropositate di libri, ogni scusa era buona per dare sfogo a tutti quegli impulsi che, per forza di cose, durante la settimana erano costretti a tenere sotto controllo.

Ad ogni modo la rossa prese le scale. La musica arrivava nitida già appena chiusa la porta, e mano a mano che andava avvicinandosi, anche i decibel aumentavano notevolmente.

Spinse la porta di servizio, che si aprì, immergendola in un fascio di luce che per un attimo la rese cieca.

Sollevò un braccio per proteggersi gli occhi, tentando di mettere a fuoco l'ambiente che la circondava. Le luci erano state tutte spente e al loro posto erano state fissate al soffitto i faretti alogeni che solitamente si trovano nelle discoteche. Evidentemente avevano voluto fare le cose in grande.

Non sarebbe mai riuscita a trovare la ragazza. Esalando un sospiro interiore si fece strada tra la calca di ragazzi che ostruiva il passaggio nel corridoio del primo pano.

Individuò la stanza principale, ovvero quella di comando, dove erano stati sistemati lo stereo e varie tavolate per cibo e alcolici. Adocchiò una ragazza che conosceva e sapeva essere la compagna di camera della sua amica.

Sarah!” salutò. La ragazza interpellata sollevò lo sguardo, fissandola in un primo momento confusa, per poi stringerla in un abbraccio.

Lexi! Alla fine hai deciso anche tu di mollare i libri ed unirti alla festa?” esclamò quella tutta concitata.

La rossa scosse la testa.

No. Veramente sto cercando Laurel.” l'altra la fissò un momento sconcertata, prima di allungarsi e avvicinarsi al suo orecchio, costretta ad urlare per farsi sentire tra tutto quel baccano.

E' laggiù, con quel ragazzo.” indicò un angolo della stanza, dove Alexis, tra l'affollamento generale, riuscì finalmente a scorgerla.

Grazie.” salutò Sarah e tornò a tuffarsi tra la baraonda.

Con non poca fatica riuscì ad arrivare dall'altra parte.

Laurel!” urlò con quanto fiato aveva in gola una volta avvicinatasi a sufficienza, ma questa non la sentì, così le picchiettò su una spalla. La ragazza finalmente si voltò, salutando a trentadue denti la rossa non appena si rese conto di chi l'avesse importunata.

Ehi! Alla fine sei venuta!” Alexis per la seconda volta fu costretta a disilludere le loro aspettative.

Scusami non voglio interromperti, ma ti avevo prestato il libro di diritto e mi servirebbe.” l'altra le rifilò un occhiata stranita, ma poi le rispose più gentilmente di quanto si fosse aspettata.

E' in camera mia veramente.” sembrava quasi dispiaciuta di quella constatazione, ed Alexis era già pronta a scusarsi un milione di volte e dirle che non faceva niente, poteva anche farne a meno, ma invece l'altra si voltò, sussurrando qualcosa al suo amico, e poi le fece segno di seguirla.

Una volta uscite dal caos la rossa tirò un sospiro di sollievo.

Davvero Laurel perdonami so che dovrò sembrarti una pazza.” la ragazza rise e le strinse un braccio.

Ma ti pare? Poi lo capisco. Insomma non sei l'unica che diventa paranoica in periodo d'esami è normale voler essere super preparati. Infondo abbiamo scelto di frequentare una Università non da poco no?” Alexis non poté che convenire.

Ci misero quasi dieci minuti per recuperare il libro, perdendo anche un po' di tempo per qualche chiacchiera. Uscita dalla camera di Laurel, stringendo al petto il suo libro, sorrise grata all'amica.

Mi hai salvata la vita Laurel dico davvero. E per scusarmi della seccatura la prossima volta ti offro un panino, e non accetto rifiuti.” Laurel la abbracciò.

Ma certo Lexi quando vuoi sai che non hai che da chiedere. Beh ora io vado. Ti lascio in pace a impazzire.” salutò e poi sparì prendendo l'accesso per scale.

Alexis seguì con lo sguardo la sua amica, finché non rimase sola, nel corridoio deserto. Non fosse stato per la musica che ora arrivava appena soffusa, le sarebbe parso di essere l'unica presenza nell'edificio. Represse un brivido. L'ambiente era illuminato solo dalle lampade al neon attaccate al soffitto, che non producevano di per se una luce molto forte, lasciando così il corridoio avvolto in un atmosfera davvero lugubre.

Le vennero alla mente le innumerevoli serate passate con suo padre a fare incetta di dolci e film dell'orrore. Le mancava suo padre. Avrebbe tanto voluto che in quel momento fosse li, a fare qualche battuta idiota e smorzare così l'atmosfera.


 

Senza accorgersene, persa in ricordi e nella malinconia che la prendeva ogni volta ripensava a casa, non aveva notato quella presenza, che quasi arrancava come uno zombie, e che si era fermata a qualche metro da lei. Solo quando udì un tonfo e un lamento sobbalzò, emettendo un urlo strozzato per la sorpresa.

Strinse a se più forte che poteva quel maledetto libro che l'aveva costretta ad uscire dalla sua stanza sicura ed addentrarsi per il campus completamente sola a notte fonda.

Un immagine nitida del film 'Scream' in quel momento si piantò nella sua testa, e si odiò. Pregò solo di non essere Drew Barrymore che veniva squartata e appesa per un albero dopo i primi dieci minuti di pellicola.

Deglutì dandosi della stupida, e maledicendo suo padre e la sua passione per i film horror.

Cercando di calmarsi convincendosi che fosse solo uno studente appena uscito dalla festa per smaltire la sbornia.

Le sue gambe traditrici però si stavano già muovendo, proprio in direzione di quella figura misteriosa. Qualcosa dentro di lei le stava dicendo che forse aveva bisogno del suo aiuto, mentre la parte razionale del suo cervello cercava di ricordarle di quanto fosse una follia, che sarebbe anche potuto trattarsi di una persona pericolosa.


 

Perché aveva lasciato il taser nel cassetto della sua scrivania?

Suo padre glielo aveva regalato pensando che fosse una buona idea. Come protezione per quando Kate, o qualcuno del distretto, non fosse stato li presente a farle la guardia.

Ora invece si trovava sempre di più vicina ad uno sconosciuto.

Non poteva vederlo bene. Una macchia indistinta. Solo quando fu davanti a lui, poté vederlo bene. Una chioma corvina. Vestito con una giacca scura e un paio di jeans. Purtroppo poteva capire fosse un uomo solo dalla corporatura e dall'abbigliamento, non poteva vedere altro perché si trovava voltato a pancia sotto, con un braccio intrappolato sotto il busto.

Il cuore le fece un balzo in gola. Anche perché quell'uomo, si trovava esattamente davanti alla sua porta...

Un lamento la fece sussultare. Non era stata lei ad emetterlo. Sbatté le palpebre, vedendo che il tizio per terra si era mosso.

Ehi.” parlò, sobbalzando nuovamente perché non aveva formulato nessun pensiero preciso prima di decidere di aprire bocca. Deglutì, tentando di calmare il cuore ormai in fibrillazione.

S...Stai bene?” soffiò con un filo di voce, facendo per chinarsi sull'uomo, che si mosse maggiormente emettendo un altro lamento.

Alexis compì un balzo all'indietro, portandosi una mano alla bocca per reprimere un urlo. Si guardò attorno disperata, chiedendosi dove diavolo fosse finito il guardiano del campus. Non era suo compito fare una ronda di tanto in tanto per controllare che tutto fosse a posto?


 

Un paio di occhi azzurri incontrarono i suoi, e fu come se qualcosa fosse scattato nel suo cervello. Abbassò istantaneamente le spalle, esalando un profondo sospiro di sollievo.

Dio, mi hai fatto venire un infarto. Ma che... Che ci fai tu qui?"

   
 
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